XIII Assemblea nazionale del popolo

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Elezione dei delegati della XIII Assemblea nazionale del popolo
Stato Bandiera della Cina Cina
Legislatura XIII
Xi Jinping 2016.jpg
Leader
Partiti
Voti
-
71,11%
-
2,15%
Seggi
2 119 / 2 980
64 / 2 980
58 / 2 980
Differenza %
Diminuzione 1,10%
Aumento 2,15%
Aumento 1,95%
presidente eletto
Li Zhanshu
XII XIV
Elezioni presidenziali in Cina del 2018 (presidente)
Stato Bandiera della Cina Cina
Data
17 marzo
Eletto
Partito
Voti
2 970
100%
presidente uscente
Xi Jinping
2013 2023
Elezioni presidenziali in Cina del 2018 (vicepresidente)
Stato Bandiera della Cina Cina
Data
17 marzo
Eletto
Partito
Voti
2 969
99,97%
vicepresidente uscente
Li Yuanchao
2013 2023

La XIII Assemblea nazionale del popolo (cinese: 第十三届全国人民代表大会) è stata eletta tra l'ottobre 2017 e il marzo 2018 e resterà in carica fino al 2023. È composta da 2980 deputati e si dovrebbe riunire in cinque sessioni annuali verso marzo. Le elezioni presidenziali si sono tenute il 17 marzo 2018 e sono state vinte da Xi Jinping con 2970 voti favorevoli (il 100%)[1].

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Liste Voti % Seggi
Partito Comunista Cinese 71,11 2119
Società 3 Settembre 2,15 64
Lega Democratica Cinese 1,95 58
Associazione di Costruzione Nazionale Democratica della Cina 1,91 57
Associazione Cinese per la Promozione della Democrazia 1,85 55
Partito Democratico Cinese dei Contadini e dei Lavoratori 1,81 54
Comitato Rivoluzionario del Kuomintang 1,44 43
Partito della Cina per l'Interesse Pubblico 1,28 38
Lega di Autogoverno Democratico di Taiwan 0,44 13
Indipendenti 16,06 479
Totale 100 2980

Elezioni presidenziali[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una consuetudine introdotta da Deng Xiaoping, all'età di 69 anni i dirigenti dovrebbero andare in pensione per garantire un cambio generazionale. Tuttavia, Xi Jinping ha voluto che il suo alleato sessantanovenne Wang Qishan lo affiancasse come vicepresidente. Wang Qishan, già responsabile della lotta alla corruzione, è stato incaricato di avviare delle trattative con gli Stati Uniti d'America per far cessare la guerra commerciale in corso. Egli ha ottenuto 2969 voti su 2970. Xi Jinping potrà essere rieletto anche nel 2023, grazie alla riforma costituzionale approvata l'11 marzo dal Assemblea nazionale del popolo col 99,83% dei voti favorevoli (2958 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti)[2].

Risultati delle elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Elezione del presidente del Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo Elezione del segretario generale del Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo
Candidati Favorevoli Contrari Astenuti Candidati Favorevoli Contrari Astenuti
Li Zhanshu 2970 0 0 Yang Zhenwu 2970 0 0
Elezioni presidenziali Elezione del vicepresidente
Candidati Favorevoli Contrari Astenuti Candidati Favorevoli Contrari Astenuti
Xi Jinping 2970 0 0 Wang Qishan 2969 1 0
Elezione dei vicepresidenti del Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo Elezione del direttore del Comitato permanente
Candidati Favorevoli Contrari Astenuti Candidati Favorevoli Contrari Astenuti
Wang Chen 2970 0 0 Yang Xiaodu 2969 1 0
Cao Jianming 2970 0 0
Zhang Chunxian 2969 1 0
Shen Yueyue 2969 1 0
Ji Bingxuan 2970 0 0
Arken Imirbaki 2970 0 0
Wan Exiang 2970 0 0
Chen Zhu 2970 0 0 Liu Yuan 2 0 0
Wang Dongming 2969 1 0
Padma Choling 2970 0 0
Ding Zhongli 2968 1 1
Hao Mingjin 2970 0 0
Cai Dafeng 2969 1 0
Wu Weihua 2970 0 0
Elezione del primo ministro Elezione del vice primo ministro
Li Keqiang 2964 2 0 Han Zheng 2965 4 0
Sun Chunlan 2956 5 8
Hu Chunhua 2968 0 1
Liu He 2964 3 2
Elezione del presidente della Commissione militare centrale Elezione del vicepresidente della Commissione militare centrale
Candidati Favorevoli Contrari Astenuti Candidati Favorevoli Contrari Astenuti
Xi Jinping 2970 0 0 Xu Qiliang 2962 0 4
Zhang Youxia 2963 2 1
Elezione del presidente della Corte suprema Elezione del procuratore capo
Candidati Favorevoli Contrari Astenuti Candidati Favorevoli Contrari Astenuti
Zhou Qiang 2956 5 5 Zhang Jun 2951 5 10

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Corriere della Sera, su corriere.it.
  2. ^ La Repubblica, su repubblica.it.

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