Wonderwall

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Wonderwall
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaOasis
Pubblicazione30 ottobre 1995
Durata4:19
Album di provenienza(What's the Story) Morning Glory?
GenereBritpop
Rock alternativo
EtichettaCreation Records
ProduttoreOwen Morris, Noel Gallagher
Registrazioneprimavera-estate 1995
FormatiCD
Certificazioni originali
Dischi d'oroBandiera della Germania Germania (3)[1]
(vendite: 750 000+)
Bandiera del Messico Messico[2]
(vendite: 30 000+)
Bandiera della Norvegia Norvegia[3]
(vendite: 25 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[4]
(vendite: 7 500+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[5]
(vendite: 500 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia (11)[6]
(vendite: 770 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (7)[7]
(vendite: 4 200 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi di platinoBandiera dell'Italia Italia (4)[8]
(vendite: 280 000+)
Oasis - cronologia
Singolo precedente
(1995)
Singolo successivo
(1996)

Wonderwall è una delle canzoni più celebri della band inglese Oasis, estratta come terzo singolo da (What's the Story) Morning Glory?, album del 1995. Scritto da Noel Gallagher, è uno dei brani che hanno consacrato il gruppo come leader del movimento Britpop e come una delle più influenti band del palcoscenico europeo.

Disco di platino nel Regno Unito[9], nel 2008 occupava il 76º posto nella classifica dei singoli più venduti nel Regno Unito, dove ha venduto oltre un milione di copie[10]. È inoltre l'unico singolo degli Oasis ad essere entrato nella top 10 dei singoli negli Stati Uniti dove ha vinto il disco d'oro[5]. Figura nel greatest hits della band Stop the Clocks del 2006 e nella compilation Time Flies... 1994-2009 del 2010, dove all'inizio della canzone si può sentire un colpo di tosse. Invece nel suo album di provenienza (What's the Story) Morning Glory? il colpo di tosse è alla fine della canzone precedente Roll with It. Nel marzo 2016 un sondaggio condotto tra gli ascoltatori di Radio X ha decretato Wonderwall canzone britannica più bella di sempre.

Il titolo, letteralmente Il muro delle meraviglie, parola nonsense e priva di significato reale, è un omaggio voluto a George Harrison, chitarrista dei Beatles, che così aveva intitolato il suo primo album da solista. Al giorno d'oggi è una delle canzoni più rappresentative dell'intera produzione degli Oasis, nonché uno dei brani con cui più vengono identificati.

Genesi del brano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010, in una delle interviste sui brani più celebri degli Oasis, rilasciate in occasione dell'uscita della raccolta Time Flies... 1994-2009, Noel Gallagher spiegò che l'ispirazione per il titolo del brano venne dall'album Wonderwall Music di George Harrison e che il titolo iniziale del brano era Wishing Stone. Il musicista ha rievocato la genesi del brano anche in un'intervista del 2015 in Scozia.

«Non so da dove provengano gli accordi e ricordo la cosa di Harrison. Ricordo che "you're my wishing stone" non suonava bene. Dove abitavo avevo un poster di Wonderwall. E così pensai: "You're my wonderwall. Porca troia! Suona fantastico. Nessuno saprà cosa significhi"[11]

«Qualcuno mi aveva comprato un aggeggino che si applica alla chitarra che si chiama capotasto, una cosina che metti sui tasti per poter spostare la voce su tonalità più alte. Io non ne avevo mai sentito parlare per un cazzo! Per quanto oggi possa sembrare strano, visto che tutte le mie canzoni prevedono un capotasto, non ne avevo mai sentito parlare. Qualcuno me l'ha procurato ... Ricordo che mentre strimpellavo pensavo: "È piuttosto originale, no? Forse è la prima cosa originale che abbia mai fatto, no?".

Ricordo che il titolo iniziale era Wishing Stone. Non so perché, ma era una cosa tipo Wonderwall, capisci ... L'album di George Harrison ... Sai, la storia sarebbe stata proprio diversa se l'avessi chiamata Wishing cazzo di Stone! Ricordo che Alan McGee e Dick Green vennero ad ascoltarla, ad ascoltare l'album che praticamente era stato completato. Ricordo che si guardarono. Posso giurare di aver visto i simboli della sterlina (£) nei loro occhi[12]

Video musicale[modifica | modifica wikitesto]

Il video musicale, tra i più rappresentativi degli anni novanta, è in bianco e nero e ha un'ambientazione dai connotati circensi (vi è la presenza di clown, giocolieri ed altri).

Fu registrato alla Unit 217B di Woolwich, a Londra, il 30 settembre 1995.

Il video inizia proprio con un clown che inserisce un LP degli Oasis in un antico giradischi. Partita la musica, si vede Noel Gallagher, spalle alla telecamera, suonare la chitarra acustica seduto su uno sgabello. Poco dopo compaiono gli altri membri del gruppo, fra cui Liam, circondati da giocolieri e violinisti. Il video è ambientato in un enorme sgabuzzino, dove la band, oltre che a suonare il brano, è impegnata in altre attività. Liam, per esempio, tenta la fortuna a una slot machine, mentre il chitarrista ritmico Paul "Bonehad" Arthurs e il batterista Alan White gareggiano a freccette. Non compare il bassista Paul "Guigsy" McGuigan, che in quel periodo aveva brevemente lasciato la band a causa di un esaurimento nervoso, sostituito da Scott McLeod. Il video si conclude con il clown che toglie l'LP dal giradischi e se ne va.

La casa discografica della band aveva rifiutato categoricamente la prima versione del video, la quale non prevedeva nessun gioco di luce né altri effetti visivi. Solo dopo l'introduzione di questi ultimi il video ha avuto il benestare.[13]

«L'unica informazione che mi era stata data era 'Noel vuole qualcosa in bianco e nero con delle macchie di colore'. Avevo letto molte cose riguardo alla grande influenza che i Beatles esercitavano su di loro [gli Oasis]. E così ho pensato 'beh, li copierò! senza vergogna!'»

Il videoclip è stato premiato ai Brit Awards del 1996 come British Video of the Year.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

CD (Regno Unito)
  1. Wonderwall – 4:19
  2. Round Are Way – 5:42
  3. The Swamp Song – 4:19
  4. The Masterplan – 5:23
CD (Stati Uniti)
  1. Wonderwall – 4:14
  2. Round Are Way – 5:41
  3. Talk Tonight – 4:11
  4. Rockin' Chair – 4:33
  5. I Am the Walrus (live) – 8:14

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Cover[modifica | modifica wikitesto]

Il grande successo ottenuto dal brano ha spinto molti artisti a realizzarne cover:

Per la colonna sonora del telefilm The OC è stata realizzata una cover della canzone da Ryan Adams.

Nel 2007 il Dj statunitense Nick Terranova ne ha realizzato una versione House, dal titolo Shake The Wall.

Al brano si sono ispirati i Travis quando hanno composto Writing to Reach You.

Alla fine di in una puntata del telefilm Smallville è stata inserita una cover di Wonderwall.

Nel 2011 la band The Pretty Reckless ha realizzato una cover in un programma televisivo in Francia.

La cantante statunitense Anastacia ne ha registrato una cover per il proprio album di cover rock maschili It's a Man's World pubblicato nel 2012.

Nel 2012 la boy band inglese One Direction, per il dietro le quinte del loro primo video musicale, ha realizzato una cover acustica sulla spiaggia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Oasis – Wonderwall – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  2. ^ (ES) Certificaciones – Oasis, su Asociación Mexicana de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 19 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2015).
  3. ^ (NO) IFPI Norsk Platebransje, su ifpi.no, IFPI. URL consultato il 15 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2012).
  4. ^ (EN) Dean Scapolo, The Complete New Zealand Music Charts: 1966–2006, Wellington, Dean Scapolo and Maurienne House, 2007, ISBN 978-1-877443-00-8.
  5. ^ a b (EN) Oasis - Wonderwall – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 maggio 2015.
  6. ^ (EN) ARIA Accreditations - September 2022 (PDF), su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 4 ottobre 2022.
  7. ^ (EN) Wonderwall, su British Phonographic Industry. URL consultato il 3 settembre 2023.
  8. ^ Wonderwall (certificazione), su FIMI. URL consultato il 2 novembre 2021.
  9. ^ A search on the BPI website, su bpi.co.uk. URL consultato il 14 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2018).
  10. ^ everyHit.com - Best Selling Singles Of All Time
  11. ^ Video sottotitolato - Noel Gallagher: "Vi racconto come sono nate Wonderwall e i classici che ho scritto. Non ci fregava un cazzo di piacere alla gente, ce la spassavamo", OasisNotizie, 16 luglio 2015.
  12. ^ Video - Noel Gallagher racconta com'è nata Wonderwall, la hit degli Oasis, OasisNotizie, 31 maggio 2010.
  13. ^ Videoclip Story: Oasis - Wonderwall, su soundsblog.it, 19 ottobre 2007.
  14. ^ Video Killed the Radio Star - Oasis (sottotitoli in italiano), su youtube.com, Sky Arte HD, 2013.
  15. ^ a b c d e f g h i j k l (NL) Oasis - Wonderwall, su Ultratop. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  16. ^ (EN) Top Singles - March 4, 1996, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  17. ^ (EN) Rock/Alternative - January 15, 1996, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  18. ^ (EN) Nielsen Business Media, Inc., Hits of the World - Denmark, in Billboard, 16 marzo 1996, p. 67. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  19. ^ (EN) Nielsen Business Media, Inc., Hits of the World - Eurochart, in Billboard, 9 marzo 1996, p. 51. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  20. ^ (EN) Database, su The Irish Charts. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  21. ^ Hit Parade Italia - Indice per Interprete: O, su Hit Parade Italia. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  22. ^ (EN) Official Singles Chart Top 100: 05 November 1995 - 11 November 1995, su Official Charts Company. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  23. ^ a b c d e f (EN) Oasis – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 24 febbraio 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  24. ^ (EN) End of Year Singles Chart Top 100 - 2022, su Official Charts Company. URL consultato il 5 gennaio 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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