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William Parsons

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William Parsons, III conte di Rosse
Conte di Rosse
In carica1841 –
1867
PredecessoreLaurence Parsons, II conte di Rosse
SuccessoreLaurence Parsons, IV conte di Rosse
Altri titoliVisconte Oxmantown
Barone Oxmantown
NascitaYork, 17 giugno 1800
MorteCastello di Birr, 31 ottobre 1867 (67 anni)
DinastiaParsons
PadreLaurence Parsons, II conte di Rosse
MadreAlice Lloyd
ConsorteMary Field

William Parsons, III conte di Rosse, anche noto come Lord Rosse (York, 17 giugno 1800Castello di Birr, 31 ottobre 1867), è stato un astronomo irlandese[1][2].

Era il figlio di Laurence Parsons, II conte di Rosse[3], e di sua moglie, Alice Lloyd. Frequentò il Trinity College di Dublino e al Magdalen College, dove si laureò con lode in matematica nel 1822.

Il telescopio "Leviathan of Parsonstown", ricostruito nel parco del castello di Birr

Divenne il terzo conte di Rosse alla morte del padre Laurence Parsons, II conte di Rosse, nel 1841.

Nel 1840, a Birr nella contea di Offaly, costruì il suo Leviatano di Parsonstow, un telescopio da 182 centimetri di diametro, che fu per molti decenni il più grande telescopio del mondo[4]. Parsons dovette inventare molte delle tecniche usate nella costruzione, sia a causa delle dimensioni senza precedenti, sia perché i costruttori di telescopi del passato avevano protetto i loro segreti o semplicemente non erano riusciti a pubblicare i loro metodi.

Lo specchio del telescopio fu fatto in una lega di Rame e Stagno (il cosiddetto speculum metal). Dato che nel clima umido anneriva rapidamente, lo specchio doveva essere ripulito ogni sei mesi, e così Lord Rosse costruì due specchi, per poterne usare uno mentre l'altro veniva ripulito. La costruzione del telescopio fu sospesa durante la Grande Carestia, ma nel 1847 fu terminato. Le capacità del telescopio andarono ben oltre le aspettative: fu possibile per la prima volta osservare le stelle fino alla 18ª magnitudine.

Lord Rosse eseguì pionieristici studi astronomici e scoprì la natura a spirale di alcuni oggetti nebulosi, che sappiamo trattarsi di galassie a spirale. La prima galassia a spirale che scoprì fu M51, ed i suoi disegni della galassia assomigliano molto alle fotografie moderne (nel ventunesimo secolo M51 è nota come Galassia vortice).

Dette il nome alla Nebulosa del Granchio, basandosi su un precedente disegno fatto usando il suo vecchio telescopio da 91 centimetri, nel quale assomigliava ad un granchio. Alcuni anni più tardi, usando il telescopio più grande, produsse un disegno migliore e dall'aspetto notevolmente diverso, tuttavia il nome rimase lo stesso[5][6].

Oltre alle sue ricerche astronomiche, Parsons fu anche membro del Parlamento dal 1821 al 1834[7], alla camera dei Pari dopo il 1845, presidente della Royal Society (1848-1854), e rettore dell'Università di Dublino dal 1862.

Sposò, il 14 aprile 1836, Mary Field (1813-22 luglio 1885), figlia di John Field. Ebbero tredici figli ma solo quattro raggiunsero l'età adulta[8]:

Onorificenze britanniche

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  1. ^ Michael Parsons, 6th Earl of Rosse, William Parsons, third Earl of Rosse (PDF), in Hermathena, n. 107, Trinity College Dublin, Autumn 1968, pp. 5–13, JSTOR 23040086. URL consultato il 18 giugno 2013.
  2. ^ Williams Parson, Earl of Rosse, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 29, n. 4, Royal Astronomical Society, 1869, pp. 123–130, Bibcode:1868MNRAS..29....2T. URL consultato il 7 giugno 2017.
  3. ^ The York Courant, Monday 23 June 1800; Archives and Local History, York Explore Centre, Museum Street, York YO1 7DS
  4. ^ Telescopes: Lord Rosse’s Reflectors, su amazing-space.stsci.edu. URL consultato il 3 settembre 2012.
  5. ^ H. C. King, The History of the Telescope, High Wycombe, England, Charles Griffin and Co., 1955, pp. 206–217, Bibcode:1955hite.book.....K.
  6. ^ P. Moore, The Astronomy of Birr Castle, Birr, Ireland, Tribune Printing and Publishing Group, 1981, Bibcode:1981abc..book.....M.
  7. ^ Knight, Charles (a cura di), Rosse, William Parsons, 3rd Earl of, in Biography: Or, Third Division of "The English Cyclopaedia", vol. 5 (beginning with RABELAIS), London, Bradbury, Evans, & Co., 1867, pp. 166–167.
  8. ^ Hughes, Stefan (2012). Catchers of the Light: The Astrophotographers' Family History. Google Books. p. 1085. ISBN 978-1620509616. https://books.google.com/books?id=iZk5OOf7fVYC&pg=PA1085.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN9670149296300680670003 · ISNI (EN0000 0000 8232 2468 · CERL cnp00539986 · LCCN (ENn87822627 · GND (DE117595888 · BNF (FRcb17808791h (data) · J9U (ENHE987007423721605171