Washi
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Washi, arte tradizionale giapponese della fabbricazione della carta a mano | |
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Esempi di carta washi | |
Stato | ![]() |
Inserito nel | 2014 |
Lista | Lista rappresentativa del patrimonio |
Settore | Artigianato tradizionale |
Scheda UNESCO | (AR, EN, ES, FR) Washi, craftsmanship of traditional Japanese hand-made paper |
Il washi (和紙? chiamato anche carta giapponese) è un tipo di carta che è stata introdotta in Giappone nel 610 da un prete buddista coreano;[1] si tratta di carta fatta a mano, di buona consistenza, resistente e anche traslucida. La sua buona consistenza permette a questa carta di essere utilizzata in molte applicazioni, come nelle arti tradizionali giapponesi origami, shodō e ukiyo-e.
Si dice che resista anche ai danni procurati dagli insetti.[2] Dal novembre 2014 è inserito tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO.[3]
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
La parola washi è composta da wa, che significa "giapponese", e da shi che significa "carta". Si riferisce quindi alla carta giapponese fatta a mano secondo il metodo tradizionale, derivato dall'antica arte cinese di produzione della carta.
Lavorazione[modifica | modifica wikitesto]
Il washi viene tradizionalmente prodotto utilizzando le fibre vegetali del gelso da carta o di altre piante locali come Diplomorpha sikokiana, Edgeworthia papyrifera e Euonymus sieboldianus. Si possono però utilizzare anche fibre di bamboo, canapa, riso e frumento che conferiscono una mano e caratteristiche differenti alla carta così prodotta.
Una variante di questa fibra viene utilizzata dall'Opificio delle pietre dure di Firenze per assorbire gli strati inquinanti sulle superfici dei quadri in fase di restauro, siccome questo tipo di carta non cede collanti.[senza fonte]
Tipologia[modifica | modifica wikitesto]
Esistono innumerevoli tipi di washi, ma i più comuni sono tre:
- Ganpishi (雁皮紙?), chiamato in epoca antica hishi (斐紙?), maggiormente utilizzato per la creazione di oggetti di artigianato o per libri, ha una superficie liscia e maggiormente lucida rispetto alle altre forme
- Kozogami (楮紙?), la più diffusa, ricorda per spessore quello di una tela
- Mitsumatagami (三椏紙?), nel periodo Meiji la si utilizzava per la stampa della carta moneta
Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]
Arti[modifica | modifica wikitesto]
- Ikebana, l'arte della composizione floreale
- Katazome, una tecnica di tintura dei tessuti
- Origami, l'arte di piegare la carta
- Stampa (arte)
- Shibori, diversi metodi di tintura dei tessuti
- Shodō, l'arte della calligrafia
- Ukiyo-e, un genere di xilografie
- Sumi-e, stile pittorico monocromatico
- Sumingashi
- Uova di washi
Abbigliamento[modifica | modifica wikitesto]
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Oggetti[modifica | modifica wikitesto]
Altro[modifica | modifica wikitesto]
Produttori[modifica | modifica wikitesto]

- Awa washi (Tokushima)
- Ecchu washi (Toyama)
- Echizen washi (Fukui)
- Gundo-gami (Tokyo)
- Inshū washi (Tottori)
- Ise washi (Mie)
- Kurotani washi (Kyoto)
- Mino washi (Gifu)
- Najio washi (Hyōgo)
- Nishinouchi-shi (Ibaraki)
- Ogawa washi (Saitama)
- Ozu washi (Ehime)
- Sekishū washi (Shimane)
- Sugihara-gami (Hyōgo)
- Tosa washi (Kochi)
- Uchiyama-gami (Nagano)
- Yame washi (Fukuoka)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ History of Washi, su hiromipaper.com.
- ^ (ES) Pappeles Japon Archiviato il 7 dicembre 2009 in Internet Archive.
- ^ (EN) Washi paper added to list of UNESCO intangible heritage items, in Japan Today, 27 novembre 2014. URL consultato il 27 novembre 2014.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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