Vulture Culture

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Vulture Culture
album in studio
ArtistaThe Alan Parsons Project
Pubblicazione15 febbraio 1985
Durata37:01
Dischi1
Tracce8
GenereRock progressivo
Art rock
Musica elettronica
EtichettaArista Records
ProduttoreAlan Parsons, Eric Woolfson (produttore esecutivo)
Registrazionemaggio-luglio 1984
Abbey Road Studios (Londra)
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera della Germania Germania[1]
(vendite: 250 000+)

Bandiera della Spagna Spagna (1)[2]
(vendite: 100 000+)

Bandiera del Canada Canada (1)[3]
(vendite: 40 000+)

The Alan Parsons Project - cronologia
Album precedente
(1984)
Album successivo
(1985)
Singoli
  1. Vulture Culture
    Pubblicato: 1984
  2. Let's Talk About Me
    Pubblicato: 1985
  3. Days are Numbers
    Pubblicato: 1985

Vulture Culture è l'ottavo album in studio del gruppo progressive rock britannico The Alan Parsons Project, fondato da Alan Parsons ed Eric Woolfson, pubblicato nel 1985 dalla Arista Records.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Un antico Uroboro, con al centro la testa di un leone sull'anta di un portone.
Chris Rainbow nel 2001. Session man del Project dal 1979, in Vulture Culture canta il brano Days Are Numbers (The Traveller).

Parsons e Woolfson registrano i brani per Vulture Culture dal maggio al luglio del 1984 per poi pubblicarlo il febbraio 1985. Come concept si utilizza l'aspra critica alla società moderna, definita nel titolo "cultura dell'avvoltoio", in cui i più furbi tentano di fare profitto alle spalle del prossimo. Come cantanti, oltre ad Eric Woolfson che canta in tre brani, vengono scelti Colin Blunstone, David Paton, Chris Rainbow e Lenny Zakatek con un brano ciascuno.

La registrazione analogica multitraccia viene mixata sul sistema digitale Sony PCM 1610.

Mentre nei paesi di lingua inglese viene accolto freddamente, entra in top ten in quasi tutti i paesi europei con i soliti ottimi risultati nei Paesi Bassi con il terzo posto, Spagna e Svizzera con il secondo e il primo posto in Germania. Vulture Culture è anche l'ultimo album del Project a ricevere i dischi d'oro in più di una nazione.

In origine, l'album era destinato ad essere il secondo LP di un doppio album, di cui Ammonia Avenue[4] doveva essere il primo. Dopo che i dischi furono divisi in album separati, a Vulture Culture fu dato un trattamento in studio più moderno (per l'epoca) con tamburi e dinamiche più potenti.

Vulture Culture è l'unico album del The Alan Parsons Project che non presenta l'orchestrazione di Andrew Powell, infatti il direttore d'orchestra era impegnato nella realizzazione della colonna sonora per il film Ladyhawke.

Vulture Culture è stato l'ultimo album dei Project registrato su apparecchiature analogiche e, come i due precedenti[5], mixato direttamente sul nastro master digitale.

Copertina e grafica[modifica | modifica wikitesto]

La grafica di Vulture Culture viene curata dalla ICON, che all'epoca era una sigla di copertura per Storm Thorgerson per sfuggire alle questioni legali che lo avevano portato a sciogliere la Hipgnosis. Sulla copertina viene rappresentato un velluto rosso sul quale poggia un bracciale d'oro rappresentante un uroboro, il serpente che si mangia la coda, nella versione con testa di avvoltoio e piume che progressivamente sfumano in squame di serpente. Sul retro della copertina rimane solo il velluto con delle bruciature al posto dell'uroboro.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Vulture Culture - Album originale (1985)[6]

Testi e musiche di Eric Woolfson e Alan Parsons; edizioni musicali Arista Records.

  1. Let's Talk About Me – 4:22 – Voce: David Paton • Coro: Chris Rainbow • Pianoforte: Eric Woolfson • Sintetizzatore: Richard (Trix) Cottle • Chitarra: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott • Interpretazione orale: Mr. Laser Beam
  2. Separate Lives – 4:42 – Voce: Eric Woolfson • Armonia vocale: Chris Rainbow • Sintetizzatore e sequencers: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
  3. Days Are Numbers (The Traveller) – 4:02 – Voce: Chris Rainbow • Tastiere e Sintetizzatore Yamaha DX7 sequenza Clav: Alan Parsons e Eric Woolfson • Tastiere e sassofono: Richard (Trix) Cottle • Chitarra: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  4. Sooner Or Later – 4:26 – Voce e tastiere: Eric Woolfson • Cori: Chris Rainbow • Tastiere: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  5. Vulture Culture – 5:21 – Voce: Lenny Zakatek • Cori: Chris Rainbow • Tastiere e sassofono: Richard (Trix) Cottle • Tastiere: Eric Woolfson • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  6. Hawkeye (Strumentale) – 3:48 – Sintetizzatore Yamaha DX7 e Fairlight CMI: Alan Parsons • Sassofono e sintetizzatori addizionali: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton • Interpretazione orale: Monica (Abbey Road Canteen)
  7. Somebody Out There – 4:56 – Voce: Colin Blunstone • Tastiere: Richard (Trix) Cottle e Eric Woolfson • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  8. The Same Old Sun – 5:24 – Voce e tastiere: Eric Woolfson • Tastiere: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton

Durata totale: 37:01

Vulture Culture - Expanded Edition (2007)[7]

Testi e musiche di Eric Woolfson e Alan Parsons; edizioni musicali Sony BMG, Legacy, Arista Records.

  1. Let's Talk About Me – 4:29 – Voce: David Paton • Coro: Chris Rainbow • Pianoforte: Eric Woolfson • Sintetizzatore: Richard (Trix) Cottle • Chitarra: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott • Interpretazione orale: Mr. Laser Beam
  2. Separate Lives – 4:38 – Voce: Eric Woolfson • Armonia vocale: Chris Rainbow • Sintetizzatore e sequencers: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
  3. Days Are Numbers (The Traveller) – 4:52 – Voce: Chris Rainbow • Tastiere: Alan Parsons e Eric Woolfson • Tastire e sassofono: Richard (Trix) Cottle • Chitarra: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  4. Sooner Or Later – 4:24 – Voce e tastiere: Eric Woolfson • Cori: Chris Rainbow • Tastiere: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  5. Vulture Culture – 5:22 – Voce: Lenny Zakatek • Cori: Chris Rainbow • Tastiere e sassofono: Richard (Trix) Cottle • Tastiere: Eric Woolfson • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  6. Hawkeye (Strumentale) – 3:48 – DX7 Sintetizzatore e Fairlight CMI: Alan Parsons] • Sassofono e sintetizzatori addizionali: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton • Interpretazione orale: Monica (Abbey Road Canteen)
  7. Somebody Out There – 4:54 – Voce: Colin Blunstone • Tastiere: Richard (Trix) Cottle e Eric Woolfson • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  8. The Same Old Sun – 5:26 – Voce e tastiere: Eric Woolfson • Tastiere: Richard (Trix) Cottle • Chitarre: Ian Bairnson • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Basso: David Paton
  9. No Answers Only Questions (final version) – 2:10
  10. Separate Lives (alternative mix) – 4:16
  11. Hawkeye (demo) – 3:17
  12. The Naked Vulture – 10:42
  13. No Answers Only Questions (the first attempt) – 2:57

Durata totale: 61:15

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Il primo lato dell'LP (CD tracce 1-4) è interamente costituito da canzoni pop, della durata massima di 4 minuti, mentre il secondo lato è molto vario, dal funk sommesso della title track vulture Culture alla strumentale rimbalzante Hawkeye.

Let's Talk About Me[8]
Brano di apertura del disco che contiene, proprio nella parte iniziale, il commento fuori campo di Lee Abrams, accreditato nell'album come "Mr. Laser Beam" (un anagramma del suo nome), registrato a Londra durante una cena presso il ristorante italiano "Villa Bianca". All'inizio del 1985, il singolo raggiunge la Top 40 in Svizzera, Paesi Bassi e Germania. Per il brano viene realizzato anche un videoclip[9].
Un sequencer simile a quello utilizzato da Richard Cottle nel brano Separate Lives.
Separate Lives[10]
Cantata da Eric Woolfson ha una melodia che, abilmente mixata da Parsons, nonostante le diverse sequenze alle tastiere sembrano sovrapporsi, l'ascoltatore riesce a seguire in ogni singola linea strumentale.
Days Are Numbers (The Traveller)[11]
È considerata una delle migliori canzoni del The Alan Parsons Project, tanto da meritarsi, come poche altre, di venir utilizzata come titolo di una prestigiosa compilation del 2006 Days Are Numbers. Il telefono che si sente squillare all'inizio del brano è un vero telefono registrato da Alan Parsons negli Abbey Road Studios a Londra.
Sooner Or Later[12]
È stato recentemente definito da Parsons come "il terzo tentativo di cercare di ottenere un altro successo con la linea di chitarra di Eye In The Sky. Prime Time da Ammonia Avenue è stato il secondo, che penso era un po' più famoso in questo senso".
Vulture Culture[13]
La title track, cantata da Lenny Zakatek, ha un notevole giro di basso, eseguito da David Paton, che percorre tutto il brano. Parsons costella la canzone con numerosi effetti sonori, che si possono apprezzare in particolare nel minuto finale, dove accompagnano l'assolo soft di sassofono. Diversi di questi effetti sonori saranno poi ripresi nell'album successivo, Stereotomy, in particolare nella strumentale Where's The Walrus.
Un sintetizzatore Yamaha DX7, utilizzato da Alan Parsons nel brano strumentale Hawkeye.
Hawkeye[14]
È una traccia strumentale, ma contiene una battuta di Monica, una donna della mensa agli Abbey Road Studios. La frase che dice è: "solo cosa c'è nel menu" ("only what's on the menu"). Questo brano fu usato in Italia come sigla del telefilm Henry e Kip. Il nome è un chiaro riferimento al film di cui Parsons è produttore della colonna sonora Ladyhawke.
Somebody Out There[15]
Il brano, cantato da Colin Blunstone, narra episodi realmente accaduti ad Eric Woolfson, infatti nei mesi che hanno preceduto le registrazioni di Vulture Culture si erano ripetute delle segnalazioni di impostori che spacciandosi per Eric Woolfson si presentavano a giornalisti o artisti. In particolare la prima segnalazione riguardava un personaggio che spacciandosi per Eric Woolfson cercava di ottenere anticipi di denaro su fittizie compravendite di auto e yacht di lusso. Una seconda segnalazione riguardava, forse lo stesso truffatore, che spacciandosi per Woolfson aveva contattato un giornalista della rivista di settore Billboard rilasciando addirittura un'intervista. L'episodio venne a galla quando Woolfson incontrando il giornalista, che conosceva bene, circa un mese dopo l'episodio, e commentando il fatto che era bello rivedersi dopo quasi due anni, il giornalista rispose "non essere ridicolo, ci siamo sentiti il mese scorso". Nello stesso periodo Eric incontrando per la prima volta in vita sua il chitarrista Al Di Meola ad una convention discografica, veniva da questi rimproverato per averlo fatto volare dall'altra parte del paese per partecipare ad una sessione di registrazione inesistente. Eric scusandosi ebbe la conferma che l'impostore aveva colpito per la terza volta[16].
Same Old Sun[17]
Il brano che chiude l'album è il terzo cantato da Woolfson, molto malinconico e triste, che esprime appieno con la sua voce il disincanto del narratore che non è riuscito a realizzare i suoi sogni. Molto gradevoli i ritornelli che contrastano volutamente col tono cupo del brano. L'assolo in chiusura di Bairnson esalta il brano realizzando la perfetta chiusura per un album concept[18].

Formazione[19][modifica | modifica wikitesto]

Leader[modifica | modifica wikitesto]

  • Alan Parsons – sintetizzatore Yamaha DX7 (traccia 6), sintetizzatore Yamaha DX7 sequenza Clav (traccia 3), fairlight CMI (traccia 6), tastiere (traccia 3), autore testi e musiche (tracce 1,2,3,4,5,6,7,8), programming, ingegnere di registrazione, produttore
  • Eric Woolfson – voce (traccia 2,4,8), tastiere (traccia 3,4,5,7,8), pianoforte (traccia 1), autore testi e musiche (tracce 1,2,3,4,5,6,7,8), produttore esecutivo

Session Man[modifica | modifica wikitesto]

Cantanti
Musicisti
  • Ian Bairnson – chitarre (traccia 1,2,3,4,5,6,7,8)
  • David Paton – basso (traccia 1,3,4,5,6,7,8)
  • Stuart Elliott – batteria (traccia 1,2,3,4,5,6,7,8), percussioni (traccia 2,3,5,6,7,8)
  • Richard (Trix) Cottle – tastiere (traccia 3,4,5,7,8), sassofono (traccia 3,5,6), sintetizzatore (traccia 1,2), sintetizzatore addizionale (traccia 6), sequencers (traccia 2)
  • Mr. Laser Beam (Lee Abrams) - interpretazione orale (traccia 1)
  • Monica (Abbey Road Canteen) - interpretazione orale (traccia 6)

Videoclip[modifica | modifica wikitesto]

Let's Talk About Me
Il video clip viene pubblicato in contemporanea con l'uscita dell'album nel febbraio 1985[9].

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Vulture Culture - Expanded Edition (2007)
La versione rimasterizzata del 2007 contiene anche 5 tracce bonus. Masterizzata a cura di Dave Donnelly e Alan Parsons al DNA Mastering a Studio City in California. La bonus track No Answers Only Questions, presente in due versioni final version e the first attempt, era rimasto inedito in quanto accantonato nel 1983. Nel 2006, un anno prima del rilascio della Expanded Edition, è stato inserito come bonus track nella compilation Days Are Numbers nella versione final version.

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Nazione Miglior posizione in classifica Settimane di permanenza
Bandiera della Germania Germania[20] 18
Bandiera della Spagna Spagna[21]
Bandiera della Svizzera Svizzera[22] 13
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[23] 11
Bandiera della Svezia Svezia[24] 7
Bandiera della Norvegia Norvegia[25] 8
Bandiera dell'Austria Austria[26] 10º 12
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[27] 15º 5
Bandiera dell'Italia Italia[28] 17º
Bandiera del Canada Canada[29] 25º
Bandiera dell'Australia Australia[30] 32º
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[31] 40º 5
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[32] 46º 19

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Alan Parsons Project – Vulture Culture – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  2. ^ Gold/Platinum Promusicae, su mediafire.com, Promusicae. URL consultato l'8 maggio 2021.
  3. ^ (EN) Vulture Culture – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 10 aprile 2021.
  4. ^ L'album precedente del 1984.
  5. ^ Eye in the Sky del 1982 e Ammonia Avenue del 1984
  6. ^ Booklet Vulture Culture 1985
  7. ^ Booklet Vulture Culture - Expanded Edition 2007
  8. ^ Let's Talk About Me, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 18 febbraio 2017. URL consultato l'11 maggio 2021.
  9. ^ a b The Alan Parsons Project - Let's Talk About Me., su youtube.com, 14 novembre 2013. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  10. ^ Separate Lives, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 9 aprile 2017. URL consultato il 12 novembre 2021.
  11. ^ Days Are Numbers (The Traveller), Vulture Culture 1985., su youtube.com, 9 aprile 2017. URL consultato l'11 maggio 2021.
  12. ^ Sooner Or Later, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato l'11 maggio 2021.
  13. ^ Vulture culture, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 9 aprile 2017. URL consultato il 12 novembre 2021.
  14. ^ Hawkeye, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 9 aprile 2017. URL consultato l'11 maggio 2021.
  15. ^ Somebody Out There, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 9 aprile 2017. URL consultato il 1º giugno 2021.
  16. ^ Vulture Culture 1985., su the-alan-parsons-project.com, 2021. URL consultato il 1º giugno 2021.
  17. ^ Same Old Sun, Vulture Culture 1985., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato il 12 agosto 2022.
  18. ^ Christophe Carrafang, The Alan Parsons Project Anthology, Camion Blanc, 2015, ISBN 9781541118881.
  19. ^ Booklet Vulture Culture del 1985 e 2007
  20. ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su charts-surfer.de, Classifica Tedesca. URL consultato il 6 giugno 2021.
  21. ^ (ES) El Portal De Musica, su elportaldemusica.es, Classifica Spagna. URL consultato il 6 giugno 2021.
  22. ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su hitparade.ch, Classifica Svizzera. URL consultato il 7 giugno 2021.
  23. ^ (EN) Dutch Chart, DISCOGRAPHY THE ALAN PARSONS PROJECT, su dutchcharts.nl, Classifica Paesi Bassi. URL consultato il 6 giugno 2021.
  24. ^ (SV) Diskografi Alan Parsons Project, su swedishcharts.com, Classifica Svedese. URL consultato il 6 giugno 2021.
  25. ^ (NO) Diskografi Alan Parsons Project, su norwegiancharts.com, Classifica Norvegese. URL consultato il 6 giugno 2021.
  26. ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su austriancharts.at, Classifica Austriaca. URL consultato il 6 giugno 2021.
  27. ^ (EN) New Zealand Chart, DISCOGRAPHY THE ALAN PARSONS PROJECT, su charts.nz, Classifica Nuova Zelanda. URL consultato il 6 giugno 2021.
  28. ^ Hit Parade Italia 1982, su hitparadeitalia.it, Classifica Italiana. URL consultato il 6 giugno 2021.
  29. ^ (EN) Music Canada, su musiccanada.com, Classifica Canada. URL consultato il 6 giugno 2021.
  30. ^ David Kent, Australian Chart Book 1970-1992, Milano, Australian Chart Book, 1993, p. 229.
  31. ^ (EN) Official Charts Alan Parsons Project, su officialcharts.com, Classifica Inglese. URL consultato il 6 giugno 2021.
  32. ^ (EN) Billboard Chart History, The Alan Parsons Project, su billboard.com, Classifica USA Billboard. URL consultato il 6 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Ferrua, The Alan Parsons Project, L'Occhio Nel Cielo, Arcana Edizioni, marzo 2015, p. 336, ISBN 9788862317832.
  • Christophe Carrafang, The Alan Parsons Project Anthology, Camion Blanc, ottobre 2015, p. 214, ISBN 9781541118881.
  • Francesco Ferrua, The Alan Parsons Project, Sul Viale Dell'Ammoniaca, Amazon, settembre 2019, p. 304, ISBN 9791220051880.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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