Vladimir Medinskij

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Vladimir Medinskij
Владимир Мединский
Vladimir Medinskij nel 2018

Assistente del Presidente della Federazione Russa
In carica
Inizio mandato24 gennaio 2020
PresidenteVladimir Putin

Ministro della cultura della Federazione Russa
In carica
Inizio mandato21 maggio 2012
Capo del governoDmitrij Medvedev
PredecessoreAleksandr Avdeev
SuccessoreOl'ga Borisovna Ljubimova

Dati generali
Partito politicoRussia Unita
Titolo di studioDottorato in scienze politiche e storia
UniversitàMGIMO

Vladimir Rostislavovič Medinskij (in russo Владимир Ростиславович Мединский?; Smila, 18 luglio 1970) è un politico russo, Ministro della cultura[1] dal maggio 2012 al 20 gennaio 2020,[2][3] Consigliere di Vladimir Putin e Assistente del Presidente della Federazione Russa dal 24 gennaio 2020, è stato nominato a fine febbraio 2022 capo della delegazione russa per i negoziati di pace con l'Ucraina per la risoluzione del conflitto armato scoppiato tra i due paesi.[4][5][6] Ha il grado civile di Consigliere di Stato effettivo della Federazione Russa di 1ª classe.[7]

Membro della Duma di Stato dal 2004 al 2011, membro dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Supremo del partito politico Russia Unita, è stato sanzionato dagli Stati Uniti dal 2017 e dal Canada dal 2022 per "coinvolgimento nella diffusione di disinformazione e propaganda russa". Specialista professionista in tecnologie di pubbliche relazioni, Medinsky è definito da Forbes come "un uomo del clan ideologico" di Putin.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Medinskij è nato nella città di Smila nell'Oblast' di Čerkasy della RSS Ucraina (l'attuale Ucraina),[8] in una famiglia militare russa.Insieme alla famiglia, si trasferì spesso da guarnigione a guarnigione fino a quando i genitori si stabilirono a Mosca nei primi anni 1980. Lì si diplomò alla scuola secondaria n. 434 (ora n. 1362).

Affascinato dalla storia militare dopo aver letto il "Libro dei futuri comandanti" di Anatolij Mitjaev da bambino, fece domanda alla Scuola superiore di comando militare di Mosca, ma non passò la commissione d'esame. In seguito, nel 1987, Medinskij entrò nell'Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca del Ministero degli Affari Esteri dell'URSS e continuò ad essere appassionato di storia militare. Secondo le memorie di Sergei Mikhailov, un compagno di classe di Medinskij, frequentava costantemente lezioni aperte della Facoltà di Storia dell'Università Statale di Mosca e si distingueva per una memoria fenomenale sugli eventi storici.

Nel 1991 è stato tirocinante nel servizio stampa dell'ambasciata dell'Urss negli Stati Uniti, a Washington D.C., si è quindi laureato nel 1994 in relazioni internazionali con lode. Corrispondente per un certo periodo di varie pubblicazioni (dal giornale distrettuale Zabaikalets nella regione di Čita all'agenzia di stampa Novosti, all'edizione internazionale della TASS e al giornale Rossija), successivamente ha preso un dottorato in scienze politiche.

Presidente dell'agenzia pubblicitaria privata denominata "Ya-Corporation" dal 1992 al 1998, quindi consigliere del Direttore del Servizio Federale di Polizia Fiscale della Federazione Russa, e in seguito Presidente del Dipartimento per la Politica Informativa presso il Ministero delle Imposte e delle Entrate. Iscritto al Partito dell'Unità, dal 2000 consigliere del Vice Presidente della Duma di Stato, Georgij Boos, dal 2002 capo dello staff della campagna politica di "Russia Unita", a Mosca, viene eletto nel 2003 membro della 4ª sessione della Duma di Stato.

Dal 2006 al 2008 presidente dell'Associazione russa delle comunicazioni sociali, nel 2007 eletto come membro della 5ª sessione della Duma di Stato, dal gruppo regionale della Russia Unita dell'Oblast di Lipetsk. Ha lavorato come coordinatore della Duma di Stato con il Parlamento della Corea del Sud. Dal 2010 al 2012 membro della Commissione presidenziale per contrastare i tentativi di falsificare la storia, nel novembre 2011 capo della Commissione per la Cultura della Duma di Stato.

Ministro della Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Dal maggio 2012 al gennaio 2020 è stato Ministro della Cultura nel Governo Medvedev[1] e nel 2014 ha ricevuto una honorary fellowship presso l'università Ca' Foscari di Venezia, provocando numerose polemiche tra gli studenti e il corpo docente, sospesa soltanto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022[9] e poi definitivamente revocata.[10] Medinskij è stato descritto come un "nazionalista innamorato del classicismo e dei valori tradizionali".[11] Sostiene la rimozione del corpo di Vladimir Lenin dal Mausoleo di Lenin per seppellirlo.[12][13] Medinskij ritiene che le statue di Stalin dovrebbero essere erette in luoghi in cui la maggioranza della popolazione locale sia a favore.[14]

Nel 2013, il Ministero della Cultura di Medinskij ha proposto un progetto aggiornato di politica culturale. Chiedendo "un rifiuto dei principi di tolleranza e multiculturalismo", sottolinea i "valori tradizionali" russi e mette in guardia contro la "pseudo-arte" che potrebbe essere in contrasto con quei valori.[15] Nel 2015, Medinskij ha chiesto la creazione di un "Internet patriottico" russo per combattere le idee occidentali, aggiungendo che coloro che sono contro la Russia sono contro la verità.[16]

Nel 2019, Medinskij ha definito la serie di Chernobyl "magistralmente realizzata" e "filmata con grande rispetto per la gente comune".[17] Il padre di Medinskij era uno dei liquidatori di Černobyl'.[18] Nel gennaio 2020 è diventato assistente del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Il 28 febbraio 2022 è stato nominato capo della delegazione russa nei negoziati con l'Ucraina a Homel, in Bielorussia, in seguito all'invasione della Russia dell'Ucraina.[5] Durante l'invasione russa, Medinskij ha dichiarato che "Noi siamo per la pace".[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Vladimir Medinsky, su ilpost.it, 9 maggio 2014.
  2. ^ (RU) Vladimir Melinsky, su echo.msk.ru.
  3. ^ Venezia, Medinsky ancora prof onorario a Ca' Foscari, Nuova polemica [collegamento interrotto], su corrieredelveneto.corriere.it, 2 marzo 2022.
  4. ^ Al via i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina, su treccani.it.
  5. ^ a b I nomi e i ruoli dei negoziatori russi e ucraini, su rainews.it, febbraio 2022.
  6. ^ Strano ticket Medinsky-Abramovich, pugno di ferro e carezza, su ilgiornale.it.
  7. ^ (RU) Указ Президента Российской Федерации от 05.03.2020 года №163 "О присвоении классных чинов государственной гражданской службы Российской Федерации федеральным государственным гражданским служащим Администрации Президента Российской Федерации", su pravo.gov.ru.
  8. ^ (EN) Why ethnopolitics doesn't work in Ukraine, in al-Jazeera, 9 aprile 2019.
  9. ^ Vladimir Medinskij, Ca’ Foscari e l’onorificenza congelata (di A. Catalano), su HuffPost Italia, 13 aprile 2022. URL consultato il 23 aprile 2022.
  10. ^ Ca' Foscari toglie il titolo accademico al capo delegazione di Putin alle trattative con Kiev della primavera scorsa, su la Repubblica, 26 ottobre 2022. URL consultato il 20 novembre 2022.
  11. ^ (EN) Charlemagne: Russian culture wars, su economist.com.
  12. ^ (RU) Министр культуры предлагает торжественно похоронить Ленина, su Vesti.ru.
  13. ^ (RU) Мединский: Тело Ленина пора выносить из мавзолея, su er.ru.
  14. ^ (EN) A battle for truth and glory as Russia marks Victory Day, su Telegraph.co.uk. URL consultato il 6 giugno 2017.
  15. ^ (RU) Минкультуры изложило "Основы государственной культурной политики", in Izvestia, 10 aprile 2014. URL consultato il 28 giugno 2017.
  16. ^ (EN) Russia’s culture minister calls for new ‘patriotic Internet’ to combat Western spin, in Washington Post. URL consultato il 6 giugno 2017.
  17. ^ (RU) Мединский назвал сериал "Чернобыль" "мастерски сделанным фильмом", su RBC. URL consultato il 14 giugno 2019.
  18. ^ (RU) Светлана Рейтер, Иван Голунов, Расследование РБК: зачем Мединскому Военно-историческое общество, in РБК, 13 luglio 2015. URL consultato il 2 novembre 2015.
  19. ^ (EN) "There are now 368,000 Ukraine refugees, UN estimates", in CNN, 27 febbraio 2022.

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