Vittorio Granchi

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Vittorio Granchi mentre restaura il Crocifisso di Cimabue 1966-1967.

Vittorio Granchi (Firenze, 20 ottobre 1908Firenze, 30 novembre 1992) è stato un pittore e restauratore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente ad una famiglia di "artieri" fiorentini con botteghe di "doratura" e "restauro" attive già nel XIX secolo, dopo l'apprendistato giovanile nella bottega paterna, completò la sua formazione negli anni venti all'Istituto d'Arte di Porta Romana a Firenze sotto la guida di Luigi Cavalieri per la decorazione industriale e Giacomo Lolli per la figura.
La sua lunga carriera artistica, in parallelo con quella più nota di restauratore dello Stato, è stata segnata da esposizioni e riconoscimenti. Sue opere sono conservate alla Galleria degli Uffizi[1][2], alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti[3] e all'Accademia delle arti del disegno[4].

Il contributo più significativo di Vittorio Granchi emerge nel campo della conservazione e restauro delle opere d'arte dipinte, sia per le metodologie da lui messe a punto a fianco di restauratori di consolidata esperienza quali Augusto Vermehren e Gaetano Lo Vullo, sia per le specifiche e talvolta inedite tecniche applicate nei suoi restauri.

L'attività del Granchi restauratore è attestata dai numerosi interventi condotti sui dipinti dei maggiori musei fiorentini e in particolare della Galleria degli Uffizi, come è documentato dall'elenco dei restauri da lui eseguiti, recentemente reso noto[5].

Nel 1934 lo storico dell'arte Ugo Procacci lo chiamò a far parte del Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie fiorentine, ove prestò la sua opera per quarant'anni[6] fino al 1973, conducendo singolarmente, o a capo di équipe, restauri oggi considerati storici, come quelli alle tavole vasariane nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e ai polittici del Beato Angelico e del Sassetta di Cortona danneggiati dalla guerra[7]. Molti, definiti di “alta chirurgia”[8], appartengono a quella drammatica circostanza che lo vide impegnato, assieme a Umberto Baldini e ai colleghi del Gabinetto Restauri, nel recupero delle opere danneggiate dall'alluvione di Firenze del 1966, come il Crocifisso di Cimabue, in cui il Granchi, con una soluzione inedita e innovativa, separò il colore dal supporto ligneo consentendo il salvataggio di entrambi[9]. Questo intervento, nella sua complessità, rimane uno dei riferimenti della “Scuola Fiorentina del Restauro” della quale Vittorio fu uno dei maggiori esponenti.

Sin dagli anni cinquanta dedicò la sua operatività anche all'insegnamento ai più giovani lasciandone una concreta traccia nelle “Lezioni di restauro”[10], da lui tenute su incarico di Ugo Procacci prima e di Umberto Baldini poi, presso il Laboratorio Restauri della Soprintendenza.

Vittorio Granchi
Il mio vecchio tavolo di lavoro
olio su tela (1931)
(collezione della famiglia Granchi)

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Alinari per il restauro, 1991

Opere più rappresentative[modifica | modifica wikitesto]

  • Autoritratto con la cravatta nera, 1931, Firenze Collezione degli Autoritratti del ‘900 della Galleria degli Uffizi
  • Esodo (Albania), 1942, Firenze, collezione privata
  • Il Ponte all'Asse, 1940, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
  • Le torri Amidei e Baldovinetti (la Firenze distrutta dalle mine tedesche), 1945, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze.
  • Il mio vecchio tavolo di lavoro, olio su tela, 1931. Firenze, collezione della famiglia Granchi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da undo.net
  2. ^ Giovanna Giusti, "Vittorio Granchi restauratore, decoratore, pittore", in "Il Giornale degli Uffizi", periodico quadrimestrale, n° 44, aprile 2009.
  3. ^ Il dipinto "Le torri Amidei e Baldovinetti" fu acquistato dal Comune di Firenze all'indomani della esposizione sulla Firenze distrutta tenutasi a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1950 per il Museo Storico Topografico "Firenze com'era" ed è oggi presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti che concesse in prestito l'opera in occasione della mostra retrospettiva del 1992 all'Accademia delle Arti del Disegno ed è pubblicato assieme alle altre due opere presenti a Pitti in quel catalogo qui inserito in bibliografia.
  4. ^ Andrea Granchi, "Vittorio Granchi nel centenario della nascita. Una donazione di disegni all'Accademia. Due restauri in onore", Bruno Santi e Fabio Torchio in "Atti della Accademia delle Arti del Disegno 2007-2008", monografia n° 14, pagg. 63-76, Leo S. Olschki, 2008.
  5. ^ La cronologia di tutti i restauri compiuti dal Granchi dal 1934 al 1973 figura nel testo di Elisa Zonta, "Vittorio Granchi e il laboratorio restauri", in “Vittorio Granchi e la Scuola Fiorentina del Restauro”, pagg. 151-196, volume 12 della collana “Studi di Storia e Teoria del Restauro”, a cura di Marco Ciatti e Andrea Granchi, Edifir, Firenze, 2010.
  6. ^ Ugo Procacci (Firenze 1905-1991) con lettera del 28 aprile 1966 nominò Vittorio Granchi, per l'alto livello degli interventi effettuati, direttore tecnico di uno dei settori del laboratorio.
  7. ^ Ugo Procacci, "Mostra di opere restaurate trasportate a Firenze durante la guerra e di opere d'arte restaurate", catalogo della mostra, Firenze, 1947.
  8. ^ Umberto Baldini (Pitigliano 1921 – Massa 2006), "Una vita per l'arte", in “Vittorio Granchi pittore e decoratore. Opere 1925-1950”, Morgana Editore, Firenze 1992, pagg.17-18.
  9. ^ Dall'ampia letteratura scientifica su questo intervento si segnala il recente testo di Marco Ciatti in cui, in merito all'intervento del Granchi sul Crocifisso di Cimabue la vittima più illustre dell'alluvione del '66, scrive: “..Si trattava di una rivoluzione copernicana nella tecnica del restauro..”, (cfr. Marco Ciatti, Da Procacci a Baldini: problemi metodologici ed organizzativi del laboratorio fiorentino, pag. 58, in “Vittorio Granchi e la Scuola Fiorentina del Restauro”, op. cit.
  10. ^ Solo parzialmente pubblicate in “Vittorio Granchi e la Scuola Fiorentina del Restauro”, cit.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • U. Procacci, Mostra di opere restaurate trasportate a Firenze durante la guerra e di opere d'arte restaurate, catalogo della mostra, Firenze, 1947.
  • A. Paolucci, Il laboratorio del Restauro a Firenze, pp.61-62, Torino, 1986.
  • Vittorio Granchi pittore e decoratore. Opere 1924-1950, catalogo dell'esposizione retrospettiva all'Accademia delle Arti del Disegno con testi di Enzo Ferroni, Umberto Baldini, Joachim Burmeister, Renzo Chiarelli, Giovanna Dalla Chiesa, Francesco Gurrieri, Lara Vinca Masini, Leonia Romin Meneghello, Tommaso Paloscia, Andrea Granchi, Morgana Edizioni, Firenze, 1992.
  • AA.VV., Francesco Nasini tra “maniera” e “naturalismo”, un dipinto restaurato in onore di Vittorio Granchi, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Siena e Grosseto, 1997.
  • M. Ciatti M. e A. Granchi (a cura di), Vittorio Granchi e la Scuola Fiorentina del Restauro, atti della Giornata di Studi del 20 ottobre 2008 in occasione del centenario della nascita, volume 12 della collana “Studi di Storia e Teoria del Restauro”, Edifir , Firenze, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN26947149 · ISNI (EN0000 0001 0128 2810 · SBN SBLV239587 · ULAN (EN500184347 · LCCN (ENnr94025184 · GND (DE137416245 · WorldCat Identities (ENlccn-nr94025184
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