Vittorio Francesco Stancari

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Schedae mathematicae post ejus obitum collectae ejusdem Observationes astronomicae, 1713

Vittorio Francesco Stancari (Bologna, 29 luglio 1678Bologna, 28 marzo 1709) è stato un matematico e astronomo italiano, professore di matematica presso l'Università di Bologna dove condusse ricerche sulla misura del suono, sull'ottica e sull'idrostatica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Francesco Stancari nacque a Bologna nel 1678. Nel 1698 divenne professore di matematica all'Università.[1] Stancari faceva parte di un gruppo di giovani scienziati che si interessarono di geometria analitica e di calcolo differenziale e che eseguirono vari esperimenti scientifici e osservazioni astronomiche. Altri appartenenti al gruppo erano Eustachio Manfredi, suo fratello Gabriele e Giuseppe Sentenziola Verzaglia. Nel 1708 Stancari ottenne la cattedra di calcolo infinitesimale a Bologna.[2]

Morì l'anno successivo, a Bologna, a 31 anni di età.[1]

Ricerche[modifica | modifica wikitesto]

Le dissertazioni e i manoscritti di Stancari mostrano che egli applicò il calcolo infinitesimale di Leibniz a problemi di fisica, idrodinamica, meteorologia e meccanica.[2]

Era anche a conoscenza dei Principia Mathematica di Isaac Newton e discusse le sue teorie in lezioni tenute all'Accademia degli Inquieti di Bologna.[3]


Nel 1706 Stancari sviluppò un metodo per misurare l'altezza del suono, usando un foglio fatto vibrare dalla rotazione di ruote dentate.[1]

Stancari ed Eustachio Manfredi scoprirono la cometa C/1707 W1 nella notte fra il 25 e il 26 novembre 1707. Essi la descrissero come visibile ad occhio nudo, bianca, irregolare, delle stesse dimensioni apparenti di Giove e con una piccola e debole coda.[4]

Contemporaneamente a Guillaume Amontons Stancari sperimentò i termometri ad aria: in essi la temperatura viene misurata usando la spinta causata dall'espansione dell'aria nel bulbo in seguito all'aumento della temperatura. Sigillando l'altra estremità del tubo, Stancari riuscì a ridurre sensibilmente l'influenza della pressione dell'aria, rendendo le misure di questi strumenti più precise.[5] Inoltre scoprì che l'umidità dell'aria presente nel bulbo aveva effetti significativi nelle letture del termometro.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Francesco Stancari, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • Olschki, L.S., Physis; rivista internazionale di storia della scienza, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1996.
  • (EN) Mordechai Feingold, The Newtonian moment: Isaac Newton and the making of modern culture, New York, New York Public Library, 2004, ISBN 978-0-19-517735-0.

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