Vittorio Cannaviello

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Vittorio Cannaviello
Vittorio Cannaviello
NascitaNapoli, 25 febbraio 1906
MorteCanale di Sicilia, 12 agosto 1943
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Regia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
Specialitàbombardamento
aerosiluranti
Reparto278ª Squadriglia, 132º Gruppo Autonomo Aerosiluranti
Anni di servizio1926-1943
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo agosto
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
dati tratti da Tre destini per un sacrificio[1]
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Vittorio Cannaviello (Napoli, 25 febbraio 1906Canale di Sicilia, 12 agosto 1943) è stato un aviatore e militare italiano, pilota delle specialità bombardamento e aerosiluramento, partecipò alla seconda guerra mondiale dove si distinse particolarmente come comandante del 132º Gruppo Autonomo Aerosiluranti.[2] Decorato di Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, di Medaglia d'oro alla memoria,[3] di sei Medaglie d'argento, di due Croci di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Napoli[1] il 25 febbraio 1906,[3] frequentando quindi l'Istituto Nautico Duca degli Abruzzi della città natale, dove si diplomò capitano di lungo corso. Nel 1926 si arruolò nella Regia Marina come allievo ufficiale di complemento,[1] ma nell'ottobre dello stesso anno presentò domanda di trasferimento presso la Regia Aeronautica. La sua domanda fu accettata, ed egli venne ammesso a frequentare il Corso Drago della Regia Accademia Aeronautica che aveva sede nella Reggia di Caserta.

Il 1º ottobre 1928 fu nominato sottotenente pilota in servizio permanente effettivo, poi tenente, ed ottenne il brevetto di pilota d'aeroplano nel corso del 1930.[4] Nel settembre 1935 fu promosso capitano, assegnato al 13º Stormo Bombardamento Terrestre.[4] Passò quindi a militare nel 10º e poi nel 12º Stormo B.T., per divenire quindi insegnante presso la Scuola centrale di pilotaggio.[4] Nel marzo del 1937 sposò Dorotea Obradovich, una signorina austriaca di Pola, dalla quale ebbero due figli.

Nel luglio dello stesso anno partì volontario per la guerra di Spagna,[4] operando sui cieli spagnoli dal 3 luglio al 13 marzo 1938,[4] al comando di una squadriglia da bombardamento.[5] Durante la sua permanenza in Spagna venne decorato con due Medaglie d'Argento al valor militare, oltre a ricevere un encomio solenne e svariate decorazioni spagnole.[5] Rientrato dalla Spagna andò quasi subito in Ungheria, operando in terra magiara come istruttore della specialità bombardamento della locale aeronautica, dal 1º settembre 1938 al 14 maggio 1939.[5]

Due bombardieri S.79 Sparviero ripresi in volo.

L'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, lo vide comandante, con il grado di maggiore, del 34º Gruppo B. T. stanziato all'Aeroporto di Comiso in seno all'11º Stormo Bombardamento. Poco dopo lo scoppio delle ostilità il 34º Gruppo fu trasferito ad operare nel settore dell'Egeo.[5] Il 4 luglio guidò una formazione di 10 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero in un'incursione su Alessandria d'Egitto. Il suo velivolo fu pesantemente colpito[N 1] dalla reazione contraerea inglese e dai Gloster Gladiator del No. 80 Squadron[6] della Royal Air Force basato ad Amreya (Alessandria d'Egitto)[5], e rientrò all'Aeroporto di Gadurrà con due morti e feriti a bordo il motorista Serg. Magg. Dante Zirioli ed il marconista 1º Aviere Vincenzo Dragone.[7] Due membri dell'equipaggio, il capitano Ugo Pozza e il sergente maggiore Armando Di Tullio, furono decorati con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria ed il Maresciallo secondo pilota Giuseppe Fugaroli della Medaglia di bronzo al valor militare.

Nel maggio 1941 fece domanda di transitare presso la nuova specialità degli aerosiluranti, andando in azione già il 23 dello stesso mese, nel corso di un'azione a sud di Creta.[7] Nel febbraio 1942, ormai tenente colonnello, assunse il comando del 2º Nucleo Addestramento Aerosiluranti di Napoli-Capodichino.[8]

Tra l'11 ed il 13 agosto prese parte valorosamente alla Battaglia di mezzo agosto,[8] ma nel dicembre dello stesso anno fu destinato alla Stato Maggiore della Regia Aeronautica.[8] Nella primavera del 1943 fu destinato ad operare come addetto aeronautico presso la Legazione italiana di Belgrado,[8] ma visto il precipitare degli eventi bellici fece richiesta di essere assegnato nuovamente alle unità da combattimento.[8]

Quando la Sicilia fu invasa rientrò in azione aggregato al 132º Gruppo Autonomo Aerosiluranti[9] di stanza a Littoria. Il 12 agosto[3] trovò la morte nel corso di un'azione contro unità nemiche operanti nelle acque siciliane,[3] nel settore Palermo, Trapani e il canale di Sicilia.[8] nessuno dei tre aerei entrati in azione rientrò alla base, e di essi non si seppe più nulla. Alla sua memoria fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare.[3]

La Medaglia d'oro alla memoria fu l'ultima di altre onorificenze: 6 medaglie d'argento e due croci di guerra al V.M., conferitegli in precedenti azioni di guerra, e anche l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, conferitogli il 12 gennaio 1942.[10] Fu uno degli aviatori italiani più decorati di tutti i tempi. Nel 2003 gli fu intitolata la Sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Vallo di Diano (SA), e con il suo nome gli sono state intitolate vie in alcune importanti città italiane come Fiumicino e Brindisi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale superiore pilota di grande valore, in un anno di guerra dava continue prove di ardimento e capacità professionale. Alla testa del suo Reparto da bombardamento compiva numerose, audaci, efficaci azioni contro basi aeronavali britanniche del Mediterraneo orientale, contro potenti formazioni navali e convogli fortemente scortati. Comandante del Primo Gruppo Aerosiluranti costituitosi nell'Arma, con entusiasmo e perizia ne faceva un agguerrito strumento di guerra con il quale infliggeva al nemico gravi perdite e lo costringeva per lungo tempo a un forte logorio di mezzi navali per proteggere il proprio traffico. Esempio di fulgide qualità di comandante e di combattente. Mediterraneo orientale 10 giugno 1940-10 giugno 1941.»
— Regio Decreto 12 gennaio 1942[11]
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Già comandante di gruppo aerosiluranti, attraverso molteplici prove di perizia tecnica di eroico ardimento Si affermava comandante e combattente del più alto valore. Addetto aeronautico all'estero, trovandosi in licenza in Italia, in un'ora assai grave per il Paese si offriva volontariamente e chiedeva insistentemente di assumere il comando di un reparto di aerosiluranti destinato ad attaccare una forza navale nemica nelle acque della Sicilia. Scomparso nel cielo della battaglia, lasciava imperituro ricordo della magnanimità del suo spirito, della grandezza del suo esempio di una esistenza serenamente consacrata e consapevolmente offerta alle fortune della Patria. Cielo del Canale di Sicilia, 12 agosto 1943.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, comandante di una squadriglia da bombardamento, già distintosi in precedenza, guidava il suo reparto in azioni di guerra, particolarmente difficili per le avverse condizioni atmosferiche e la violenta reazione nemica, dimostrava di possedere spiccate qualità di comandante e sereno sprezzo del pericolo. Cielo di Spagna, ottobre 1937-febbraio 1938.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, partecipava quale comandante di squadriglia a numerose azioni di bombardamento- noncurante della vivace reazione contraerea nemica, superava brillantemente ardue prove dando esempio di ardimento, calma e sereno sprezzo del pericolo. Cielo di Spagna, 3 luglio-24 settembre 1937.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo equipaggio di velivolo da bombardamento, benché attaccato dalla caccia nemica che colpiva mortalmente due componenti l'equipaggio e feriva due altri, riportava alla base gravemente danneggiato dopo 600 km di volo su mare aperto, l'apparecchio con il glorioso carico di morte. Cielo del Mediterraneo, 4 luglio 1940.»
— Regio Decreto 9 agosto 1940.[12]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo aerosilurante, sempre primo in ogni ardita impresa, in tre successive azioni contro convogli fortemente scortati, nonostante la precisa reazione contraerea e l'attacco dei caccia nemici, affondava due piroscafi armati e colpiva gravemente un incrociatore britannico. Costante esempio di serenop coraggio ed elevate virtù militari. Cielo del Mediterraneo Orientale, 22 marzo-2 aprile 1941.»
— Regio Decreto 8 agosto 1941.[13]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 28 giugno 1943.[14]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Decreto Provvisorio del Capo dello Stato 11 luglio 1947.[15]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di nucleo aerosiluranti partecipava alla testa del reparto ad azione di siluramento contro una imponente formazione navale nemica. Nonostante i furiosi attacchi della caccia avversaria conseguiva brillanti risultati danneggiando gravemente, con siluro, un incrociatore. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 15 giugno 1942.»
— Regio Decreto 28 gennaio 1943.[16]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Gia Comandante di gruppo aerosiluranti, attraverso molteplici prove di perizia tecnica di eroico ardimento si affermava comandante e combattente del più alto valore. Addetto aeronautico all'estero, trovatosi in licenza in Italia in un'ora assai grave per il paese si offriva volontariamente e chiedeva insistentemente di assumere il comando di un reparto di aerosiluranti destinato ad attaccare una forza navale nemica nelle acque della Sicilia. Scomparso nel cielo della battaglia lasciava imperituro ricordo della magnanimità del suo spirito, della grandezza del suo esempio, di esistenza serenamente consacrata e consapevolmente offerta alle fortune della Patria. Cielod el Canale di Sicilia, 12 agosto 1943.»
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ All'atterraggio gli avieri contarono sull'aereo ben 150 buchi di vario genere.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mattioli 2013, p. 32.
  2. ^ Bianchi, Maraziti 2014, p. 104.
  3. ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 143.
  4. ^ a b c d e Mattioli 2013, p. 33.
  5. ^ a b c d e Mattioli 2013, p. 34.
  6. ^ Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Desert Prelude, Early Clashes June-November 1940, Stratus s.c. 2010 - ISBN 978-83-894-5052-4.
  7. ^ a b Mattioli 2013, p. 35.
  8. ^ a b c d e f Mattioli 2013, p. 36.
  9. ^ Unia 1974, pp. 294-295.
  10. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare1969, p. 65.
  11. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  12. ^ Bollettino Ufficiale 1941, dispensa 25ª, registrato alla Corte dei Conti addì 15 settembre 1941-XIX, registro n.6 Aeronautica, foglio n.251.
  13. ^ Bollettino Ufficiale 1940, dispensa 32ª, registrato alla Corte dei Conti addì 6 maggio 1941-XIX, registro n.25 Aeronautica, foglio n.88.
  14. ^ Bollettino Ufficiale 1943, supplemento n.8, pagina 29, registrato alla Corte dei Conti addì 9 agosto 1943, registro n.2 Aeronautica, foglio n.473.
  15. ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 7 ottobre 1947, registro n.4 Aeronautica, foglio n.27.
  16. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 49ª,, registrato alla Corte dei Conti addì 5 marzo 1943, registro n.17 Aeronautica, foglio n.218.
  17. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.277 del 27 novembre 1940.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Martino Aichner, Il gruppo Buscaglia. Aerosiluranti italiani nella seconda guerra mondiale, Milano, Ugo Mursia Editore, 2008.
  • Martino Aichner, Giorgio Evangelisti, Il Gruppo Buscaglia e gli aerosiluranti italiani, Milano, Longanesi & C., 1972.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Guido Maisto, AD Astra. Pionieri Napoletani del Volo, Napoli, Editrice “La Via Azzurra”, 1948.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Carlo Unia, Storia degli aerosiluranti italiani, Roma, Edizioni Bizzarri, 1974.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabio Bianchi, Antonio Marazziti, Gli aerosiluranti italiani 1940-1945. I reparti, le macchine, le imprese, in Storia Militare Dossier, n. 14, Parma, Ermanno Albertelli Editore, giugno 2014.
  • Marco Mattioli, Tre destini per un sacrificio, in Aerei nella Storia, n. 93, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2013, pp. 32-36, ISSN 1591-1071.