Vittore Baroni

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Ritratto di Vittore Baroni in una mail art di Piermario Ciani

Vittore Baroni (Forte dei Marmi, 17 gennaio 1956) è un artista, critico musicale e musicista italiano noto specialmente per la sua attività di mail artist, curatore d'arte e studioso delle controculture. Negli ultimi tre decenni ha curato mostre d'arte, eventi, pubblicazioni e progetti collettivi nei campi della mail art, sound art, Poesia visiva, fumetto underground e street art. Fu poi fra i promotori di nomi collettivi come Lieutenant Murnau e Luther Blissett, lo Stickerman project e F.U.N. (Funtastic United Nations).

Ha inoltre contribuito a importanti lavori sulla mail art degli ultimi decenni, fra cui Eternal Network di Chuck Welch[1], I am a Networker (Sometimes) dmi H.R. Fricker[2] e Mail Art, Art postal - Art posté di Renaud Siegmann[3]. Ha poi scritto e pubblicato alcuni libri su vari aspetti delle "networking culture" che anticiparono alcuni aspetti legati ad internet[4]. Un esempio ne è la guida alla mail art dal titolo Arte Postale- Guida al network della corrispondenza creativa.

Come musicista e sound artist, oltre al suo nome, ha usato gli pseudonimi A086, Abstemious Youth, Kibbo Kift, Lieutenant Murnau, Unit 02. Suona inoltre con Le Forbici di Manitù e i Cop Killers[5].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi e la giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Vittore Baroni nasce a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, il 17 gennaio 1956. Dopo essersi laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sul cut-up di William S. Burroughs all'Università di Pisa[6], nel 1977 conosce Guglielmo Achille Cavellini che lo introduce alla mail art, coinvolgendolo in numerosi progetti ed esposizioni. Fin dalla fine degli anni '70 fu uno dei più importanti agitatori e documentatori della mail art[4]. Nel 1979 inizia a curare una serie di mostre di mail art per la biblioteca del comune di Forte dei Marmi e nello stesso anno fonda la rivista Arte Postale!, una rivista che, nel corso degli anni, pubblicò 100 numeri.

1980 - 1984: Da Lieutenant Murnau alle prime esperienze giornalistiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1980 inizia a costruire strutture sonore su cassetta con lo pseudonimo di Lieutenant Murnau, nei suoi progetti una specie di progetto interpersonale oggi considerato precursore del nome collettivo Luther Blissett. L'esordio di questo esperimento fu una cassetta che, citando i Residents, si intitolò "Meet Lieutenant Murnau", ed in cui Vittore Baroni iniziò ad elaborare la sua idea di "plagiassimo attivo", specialmente nel brano "The Mercy Bit (MITTHBTLS)", in cui rubando piccoli brandelli e porzioni da tutti i brani dei Beatles, li elabora in un taglia e cuci in cui riconoscerne la provenienza diventa spesso impossibile a causa della rielaborazione (rallentamenti, accelerazioni, reverse) che ne crea una serie di drone e loop[7].

Sempre con questo pseudonimo Baroni collaborò con Maurizio Bianchi a due album Techno-logy (1981) e I Should Be Used Only Once (1981) dove appaiono evidenti le distanze poetiche tra i due, in una miscela che somma l'attitudine di matrice concreta di Bianchi, all'approccio più legato al cut-up di Baroni con risultati interessanti per la radicalità dell'operazione[7].

Nel 1981 fonda Trax assieme a Piermario Ciani e Massimo Giacon, allora membro dei Spirocheta Pergoli. Trax era un progetto aperto ad interconnessioni che coinvolse oltre 500 artisti e musicisti di diversi paesi in produzioni di dischi, cassette, audiomagazine, serigrafie, fumetti, T-shirt e performance[8][9]. Il progetto si concluse nel 1987.

Nel 1982 entra come giornalista e critico musicale nella redazione di Rockerilla dove recensisce soprattutto autori di area industriale e di musica sperimentale[10][11].

Con il progetto a nome Lieutenant Murnau sono poi numerose le partecipazioni a compilazioni per etichette come la Sterile Records, Selektion, Sound Recycling Terminal, Illuminated 666 e molte altre, fino al 1984, anno che programmaticamente, in memoria a 1984 di George Orwell, doveva segnare la fine dello pseudonimo, anche se poi, negli anni a seguire, verrà riesumato per varie occasioni.

Fine anni '80: Dalle Forbici di Manitù alla rivista Rumore[modifica | modifica wikitesto]

Sul finire degli anni '80 inizia a collaborare con Andrea Landini ed Enrico Marani al gruppo Le Forbici di Manitù[5], che lo vedrà entrare in pianta stabile a partire dal 1992[7]. Nello stesso anno, assieme a Piermario Ciani sviluppa il progetto di arte su adesivo chiamato Stickerman Museum all'interno del quale pubblica i libri di John Held Jr. Rubber Stamp Art nel 1999 e Artistamps di James Warren Felter nel 2002 e fonda assieme a Claudio Sorge ed Alberto Campo il mensile di musica rock Rumore nella quale svolge l'attività di giornalista e critico musicale[10].

Dal 2013 collabora con il mensile Blow Up.

Nel 1998, grazie all'interessamento di Nigel Aynes dei Nocturnal Emissions, Baroni assieme alle Forbici di Manitù riprendono in mano il vecchio materiale di Lieutenant Murnau per risuonarlo e rielaborarlo. Questo lavoro portò alla pubblicazione di "Play And Remix Lieutenant Murnau (1980-1984)" edito dalla Earthly Delights nello stesso anno[7].

Nel 2000 è curatore della sezione mail art dell'esposizione d'arte sulle avanguardie dal titolo Sentieri Interrotti al Palazzo Bonaguro di Bassano del Grappa.

Nel 2004 assieme ad altri artisti tra cui Antonino Bove fonda a Viareggio la rivista d'artista BAU[12].

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittore Baroni, Luigi Marinoni e Matteo Guarnaccia, Psychedeli years. I colori del rock (The), Nuovi Equilibri, 1992, ISBN 88-7226-076-0.
  • Vittore Baroni, Psychic Tv. Genesis. P. Orridge. Con mini CD, Nuovi Equilibri, 1992, ISBN 88-7226-029-9.
  • Vittore Baroni e Fabio De Luca, Elettronica, collana Le guide pratiche di RUMORE, Apache edizioni, 1996.
  • Vittore Baroni e Giona A. Nazzaro, Film e colonne sonore, Apache edizioni, 1999.

Mail Art[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittore Baroni, Mail art recycled book, S. l., s. n., 1990
  • Vittore Baroni, Postcards, Cartoline d'artista, Coniglio editore, 1996, ISBN 88-88833-73-0.
  • Vittore Baroni, Arte Postale - Guida al network della corrispondenza creativa,, AAA Editrice, 1997, ISBN 88-88833-73-0.

Riviste e contenitori d'artista[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Come Vittore Baroni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1986 - Psicofonie Tracksound 7 (Cassetta, Trax)

Come Lieutenant Murnau[modifica | modifica wikitesto]

  • 1980 - Meet Lieutenant Murnau (Cassetta, VEC Audio Edition)
  • 1981 - Techno-logy - in collaborazione con MB (Cassetta, Flowmotion)
  • 1981 - It Should Be Used Only Once – Tabu - in collaborazione con MB (Cassetta, Flowmotion)
  • 1982 - Ut Fona Res - in collaborazione con Oxidized Man (Cassetta, Sound Recycling Terminal)
  • 2007 - Meeteem (File, Radical Matters)

Vittore Baroni nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eternal Network, A Mail Art Anthology, Chuck Welch (University of Calgary Press, 1995)
  2. ^ I am a Networker (Sometimes), H.R. Fricker (Verlag VEXER, 1989)
  3. ^ Mail Art, Art postal - Art posté, Renaud Siegmann (Éditions Alternatives, 2002)
  4. ^ a b Tatiana Bazzichelli, Networking. La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006
  5. ^ a b (EN) Vittore Baroni, su Discogs, Zink Media.
  6. ^ Baroni su guzzardi.it, su guzzardi.it. URL consultato il 24 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).
  7. ^ a b c d Marcello Ambrosini, Post-industriale. La scena italiana anni '80, Goodfellas, 2016, ISBN 978-88-99770-01-3.
  8. ^ (EN) Vittore Baroni, su Discogs, Zink Media.
  9. ^ Trax sul blog Italia und New Wave
  10. ^ a b "Storia della critica rock italiana" di Mario Ruobbi dal sito Scarruffi.com
  11. ^ Filmato audio Dario C., Rockerilla negli anni '80, su Youtube, 21 settembre 2015, a 3 min 00 s. URL consultato il 6 ottobre 2022.
  12. ^ L'associazione BAU di Viareggio alla prestigiosa Fondazione Mudima di Milano.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Ambrosini, Post-industriale. La scena italiana anni '80, Goodfellas, 2016, ISBN 978-88-99770-01-3.
  • Antonello Cresti, Solchi Sperimentali Italia. 50 anni di italiche musiche altre, CRAC Edizioni, 2015, ISBN 978-88-97389-24-8.
  • Luca Frazzi, Edicola Rock. Riviste musicali italiane, collana Le guide pratiche di RUMORE, Torino, Homework edizioni, 2021.
  • Luca Frazzi, Sniffando Colla. Fanzine musicali italiane, collana Le guide pratiche di RUMORE, Torino, Homework edizioni, 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN38978971 · ISNI (EN0000 0000 7847 6800 · SBN RAVV102910 · Europeana agent/base/37040 · ULAN (EN500202501 · LCCN (ENno97026324 · GND (DE1056303646 · BNF (FRcb15081639f (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no97026324