Vito Favero
Vito Favero | |||||||||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||||||||
Ciclismo | |||||||||||||
Specialità | Strada | ||||||||||||
Termine carriera | 1962 | ||||||||||||
Carriera | |||||||||||||
Squadre di club | |||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||
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Statistiche aggiornate all'11 agosto 2020 | |||||||||||||
Vito Favero (Sarmede, 21 ottobre 1932 – Sarmede, 16 maggio 2014[1]) è stato un ciclista su strada italiano. Professionista dal 1956 al 1962, vinse due tappe al Giro d'Italia e arrivò secondo al Tour de France 1958.
Dal 2014, anno della sua morte, è a lui dedicata la D+ Ultracycling Dolomitica[2].
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Nativo di Sarmede, iniziò a pedalare per lavoro: faceva infatti il muratore a Conegliano.[3] All'età di diciannove anni prese parte a una corsa per non tesserati a San Pietro di Feletto, classificandosi secondo.[3] Prima di passare professionista nel 1956 trascorse quindi un anno e mezzo nel corpo degli alpini.[3]
Ha legato il suo nome al Tour de France del 1958, nel quale, partito come gregario di Gastone Nencini nella Nazionale italiana diretta da Alfredo Binda, si classificò sorprendentemente secondo dietro al lussemburghese Charly Gaul, con 3 minuti e 10 secondi di distacco dal vincitore. In quella corsa conquistò la maglia gialla nella tappa pirenaica da Pau a Luchon, la tenne quattro giorni, la perdette e la riconquistò, per poi riperderla definitivamente nella cronometro di Digione del penultimo giorno, vinta proprio da Gaul. Complessivamente vestì il simbolo del primato per sei giorni.
Nel Tour del 1959 vinse la tappa di Namur e poi si ritirò, così come nel 1961. Nel Giro d'Italia si dovette accontentare di due vittorie di tappa: la Pescara-Napoli nel 1957 e la Genova-Torino nel 1959. Completano il suo palmarès il Criterium di Ginevra e il Criterium di Montron, nel 1958, la tappa di Nuoro del Giro di Sardegna nel 1959 e, nello stesso anno, due tappe nella Parigi-Nizza e il Criterium di Nantes, l'ultima sua vittoria.
Indossò la maglia azzurra una sola volta, nel 1958, arrivando quarto nel Campionato del mondo su strada di Reims vinto da Ercole Baldini. In quell'occasione condivise la camera con Fausto Coppi, all'ultima partecipazione alla prova iridata.[3] Abbandonò l'attività agonistica nel 1962.
Nel 2012, in occasione del suo ottantesimo compleanno, gli è stato dedicato il documentario Vito Favero - Il gregario in maglia gialla, di Domenico Iannacone e Igor Francescato,[4] che ripercorre la vita e i successi del ciclista veneto attraverso un'intervista realizzata nell'ottobre 2012. Il film, di 70 minuti, contiene immagini inedite tratte dal repertorio RAI con testimonianze di Fausto Coppi, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Ercole Baldini, Gastone Nencini, Charly Gaul e altri campioni.[5] Il documentario è stato presentato al pubblico il 25 novembre 2012 presso il teatro sociale di Sarmede.[6]
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]- 1952 (dilettanti)
- 1957 (Bottecchia, una vittoria)
- 8ª tappa Giro d'Italia (Pescara > Napoli)
- 1959 (Atala, cinque vittorie)
- 5ª tappa Giro di Sardegna (Cagliari > Nuoro)
- 2ª tappa Parigi-Nizza-Roma (Gien > Moulins)
- 5ª tappa, 2ª semitappa Parigi-Nizza-Roma (Vergèze > Manosque)
- 18ª tappa Giro d'Italia (Genova > Torino)
- 2ª tappa Tour de France (Metz > Namur)
Altri successi
[modifica | modifica wikitesto]- 1954 (dilettanti)
- Circuito di Sant'Urbano
- 1959 (Atala)
- Criterium di Nantua
Piazzamenti
[modifica | modifica wikitesto]Grandi Giri
[modifica | modifica wikitesto]Classiche monumento
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni mondiali
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Addio a Favero, secondo al Tour nel 1958 Gazzetta.it
- ^ La ultramaratona in bicicletta dedicata a Favero - Sport - Tribuna di Treviso, su Tribuna di Treviso, 12 febbraio 2015. URL consultato il 28 maggio 2016.
- ^ a b c d Marco Pastonesi, Gli angeli di Coppi - il Campionissimo raccontato da chi ci correva insieme, contro, e soprattutto dietro, Portogruaro, Ediciclo, 1999, pp. 114-116, ISBN 88-85318-35-5.
- ^ sinossi del film (PDF), su igorfrancescato.it.
- ^ Locandina dell'evento Archiviato il 14 maggio 2014 in Internet Archive.
- ^ L'Evento Vito Favero
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vito Favero
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Favero, Vito, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Vito Favero, su procyclingstats.com.
- Vito Favero, su sitodelciclismo.net, de Wielersite.
- Vito Favero, su cyclebase.nl, CycleBase.
- (FR) Vito Favero, su memoire-du-cyclisme.eu.
- (EN, ES, IT, FR, NL) Vito Favero, su the-sports.org, Info Média Conseil Inc.