Virus Zika

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Virus Zika (ZIKV)
Zika virus al microscopio elettronico (diametro particelle di 40 nm)
Classificazione dei virus
Dominio Acytota
Gruppo Gruppo IV (virus a ((+)ssRNA))
Famiglia Flaviviridae
Genere 'Flavivirus'
Specie Zika virus
Presenza del virus Zika nel mondo al marzo 2013[1]

Il virus Zika (ZIKV) è un virus a RNA della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, gruppo Spondweni, specie Zika, isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda,[2] nella Foresta Zika, una riserva naturale vicino ad Entebbe.[3] Negli anni 2010 si sono registrati occorrenze della malattia in tutti i continenti e dei casi isolati si sono registrati anche in Europa[4], su soggetti che erano reduci da viaggi in zone tropicali e senza che sia documentata alcuna forma di trasmissione del virus in Europa[5].

Negli esseri umani provoca una malattia nota come "zika" o febbre Zika. Il virus è strettamente correlato a quelli che provocano il dengue, la febbre gialla, l'encefalite del Nilo occidentale e l'encefalite giapponese, tutti trasmessi soprattutto da punture d'insetto e pertanto definiti arbovirus.[6]

Il virus è trasmesso da numerose zanzare del genere Aedes, negli ambienti equatoriali soprattutto da Aedes aegypti. Studi sui vettori implicati nella trasmissione del virus hanno permesso di isolare il virus Zika anche in alcune popolazioni di Aedes albopictus (zanzara tigre) provenienti dal Gabon.[7] Poiché questa zanzara è divenuta assai comune anche nei climi temperati dell'emisfero boreale, come in Nord America, la penisola italiana, e altre zone del bacino mediterraneo, potrebbe in futuro rappresentare un serio rischio per l'espansione del virus anche in queste aree del pianeta[8]. A tale proposito, tuttavia, non esistono però casi documentati di trasmissione del virus in Europa da parte di questa zanzara[9].

Virologia

Un Flavivirus al microscopio elettronico

Come gli altri virus in questa famiglia, il virus Zika è avvolto da un capside icosaedrico e il genoma è costituito da una singola elica di RNA a senso positivo, lunga 10794 nucleotidi. Dal punto di vista filogenetico, esso è strettamente imparentato con il virus Spondweni, un virus che con lo Zika forma un proprio gruppo (clade) Spondweni all'interno al genere Flavivirus.

Condivide con gli altri membri del genere le stesse caratteristiche strutturali e lo stesso ciclo di replicazione, così come la stessa organizzazione genetica, tranne che per la regione 3' UTR.[10] Altri membri appartenenti allo stesso genere sono il virus Ilheus (ILHV), quello dell'encefalite di Rocio o virus Rocio (ROCV) e dell'encefalite di Saint-Louis.[11]

Si segnalano casi di possibile co-infezione virale Dengue + Chikungunya + Zika.[12]

Trasmissione del virus

La Febbre Zika si contrae prevalentemente tramite punture di artropodi (zanzare), pur essendo possibile un contagio diretto attraverso emoderivati o per via sessuale, stante la presenza di virioni nel liquido seminale di uomini malati.[13]

Serbatoi del virus

Principali serbatoi animali dell'infezione sono i primati, alcuni grandi mammiferi (ippopotami, impala, elefanti, capre, pecore, alcelafi, leoni, gnu, zebre), e i roditori.[1] Durante la prima settimana di infezione, il virus Zika è presente in circolo e può essere isolato nel sangue del soggetto.[14]

Vettori del virus

Previsione del 2015 della diffusione mondiale della Aedes aegypti nel 2016 (blu=assente; rosso=molto presente)

Molte specie di zanzara sono state identificate come vettori del virus, appartenenti ai generi Aedes, Anopheles, Mansonia ed Eretmapodites.[15] Nei climi caldi il vettore principale è costituito da A. africanus e A. aegypti[16] e, in misura minore, da A. polynesiensis, A. unilineatus, A. vittatus e A. hensilli.[17] Durante l'epidemia di Febbre Zika nell'Isola Yap nel 2007, l'Aedes hensilli venne identificata come principale vettore.[18] Negli altri climi più temperati, un potenziale vettore potrebbe diventare la zanzara tigre (Aedes albopictus), abbondantemente distribuita in tutto il mondo.[19] Tuttavia non sono stati documentati casi di trasmissione del virus nelle aree europee[5] sebbene questa zanzara sia ormai piuttosto comune in alcune zone come la penisola italiana o altre zone del bacino mediterraneo e dell'Europa centrale[20].

Vie di trasmissione del virus

Le vie di trasmissione note sono:[21]

  • perinatale,[22]
  • trasmissione sessuale,[23][24]
  • saliva,
  • urine,
  • sperma,
  • latte materno.

È inoltre verosimile la possibilità di contagio materno-fetale, essendo stato trovato il virus all'interno della placenta e nel liquido amniotico di malate gravide, con conseguenti effetti teratogeni segnalati sull'embrione, soprattutto nel I trimestre di gravidanza.[25]

Viene segnalata la possibilità di una trasmissione del virus con la saliva/bacio, questa via però è molto remota, per la scarsa carica virale nella saliva, secondo gli esperti infettivologi dell'ospedale Spallanzani.[26] La possibilità di una trasmissione con lo sperma al contrario è invece documentata, essendo stato accertato ufficialmente nel mese di febbraio 2016 il secondo caso accertato di trasmissione del virus per via sessuale, in Texas in una donna contagiata dal partner tornato da un viaggio in Sud America.[27][28]

Uno studio brasiliano pubblicato su The Lancet il 17 febbraio 2016 ha suggerito una possibile conferma della trasmissione materno-fetale con il liquido amniotico (trasmissione verticale). Il ceppo che interessa il Brasile nel 2016 è un ceppo geneticamente correlato a quello trovato nella Polinesia Francese nel 2013; inoltre, i ricercatori scrivono che questo ceppo è responsabile dei casi di microcefalia trovati in Brasile in misura abnormemente alta rispetto a prima dell'epidemia da Zika virus, pur mancando ancora la prova definitiva del tropismo del virus sulle cellule nervose umane.[29]

Storia

Il virus fu isolato nel 1947 da un esemplare di macaca mulatta presente nella Foresta Zika dell'Uganda, e successivamente nel 1968 fu isolato per la prima volta in esseri umani in Nigeria. Dal 1951 al 1981, analoghi campioni umani sono risultati positivi anche in Uganda, Tanzania, Egitto, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Senegal e il Gabon. In Asia si è riscontrata in India, Malaysia, Filippine, Thailandia, Vietnam e Indonesia dove è stato trovato nel 2006.[18]

La prima epidemia nota da virus Zika fuori dall'Africa si ha nel 2007 nell'isola di Yap, nella Micronesia.[30] Il virus Zika è stato trovato nel 2015 anche in Colombia, Suriname, El Salvador, Guatemala, Capo Verde, Figi, Vanuatu, Samoa, Nuova Caledonia, isole Salomone, Indonesia,[31] Messico[3] e Brasile.[32]

L'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò, nel febbraio 2016, che l'epidemia da Zika virus è una Public Health Emergency of International Concern (PHEIC) ovvero «un'urgenza di sanità pubblica di portata internazionale»; ciò a pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi del 2016 che si sarebbero svolte ad agosto in Brasile.[33]

Aborto preventivo

Sempre l'OMS,[34] in attesa che venga approntato un vaccino, suggerisce di ricorrere all'aborto terapeutico ai governi dei paesi coinvolti dall'epidemia, tutto ciò per scongiurare una possibile crescita esplosiva dei casi di microcefalia nei nascituri di gestanti contagiate.[35]

Epidemiologia

Mappa della diffusione mondiale dell'epidemia al dicembre 2015
Situazione dell'infezione in America al febbraio 2016

Gli studi che hanno analizzato l'intero RNA dell'agente infettivo hanno dimostrato un'alta omologia genomica tra il ceppo latino-americano e quello che ha circolato nel Pacifico tra il 2013 e il 2014.[36]

Nel 2015 in Brasile la prevalenza di nuovi casi fu stimata fra i 440.000 e 1.300.000, mentre casi autoctoni furono registrati in Colombia, El Salvador, Guatemala, Messico, Paraguay, Porto Rico e Venezuela.[36] Inoltre, sempre in Brasile, nel 2015 si sono registrati nei neonati ben 3500 casi di microcefalia, a fronte dei precedenti 150 casi/anno.[37]

In viaggiatori statunitensi sani, di ritorno da paesi dove il virus è endemico, è stata riscontrata una positività sierologica agli anticorpi specifici. Questi casi importati sono destinati ad aumentare e potranno portare alla diffusione locale del virus in alcune zone degli Stati Uniti.[14] Il New York Times del 17 gennaio 2016 riportò del primo caso USA di microcefalia in un neonato, nato a Ohau nelle Hawaii, la cui madre aveva soggiornato in Brasile per alcuni mesi durante la gravidanza.[38][39] Un ulteriore caso è stato segnalato in Texas.[40]

Il 27 gennaio 2016 è stato confermato il primo caso di Zika in Argentina.[41]

In Spagna fu segnalato, il 4 febbraio 2016, il primo caso in Europa di donna incinta contagiata dal virus Zika. Al 6 febbraio 2016 sono segnalati in Italia 9 casi di infezione da virus Zika.[33]

Venne segnalato il 9 febbraio 2016 il primo caso di malattia da Zika virus in Cina.[42]

Clinica

Esantema in un paziente affetto da infezione da Zika virus

Patogenesi

Si ipotizza che l'infezione inizi dalle cellule dendritiche vicine al sito di inoculo, seguito da uno sviluppo nei linfonodi satelliti e quindi attraverso il flusso sanguigno. In genere, i flavivirus si replicano nel citoplasma, ma l'antigene del virus Zika è stato trovato anche nei nuclei di cellule infette.[43]

Il periodo di incubazione della malattia dopo la puntura con il vettore è di circa 10 giorni.[18] La malattia provocata da questo virus è asintomatica nel 25% dei casi (secondo il CDC l'80% delle persone infettate con il virus sono asintomatici),[44] oppure determina una sintomatologia lieve, come nella Dengue, con cui può essere confusa.[18] In tal caso, i sintomi possono essere febbre lieve, eruzione cutanea (esantema), congiuntivite e cefalea.[45] L'infezione virale da virus Zika è in genere mite, con sintomi che durano solo pochi giorni. Non esistendo una terapia eziologica che debelli l'infezione, il trattamento si concentra essenzialmente su come alleviare i sintomi, e prevenire l'ulteriore contagio. La prevenzione e il controllo si basano sulla riduzione dello sviluppo di zanzare del genere Aedes e riducendo al minimo il contatto tra le zanzare vettori e le persone, per mezzo di barriere (repellenti, zanzariere), riducendo i ristagni d'acqua che sostengono lo sviluppo delle pupe e delle larve di zanzara e abbattendo, con disinfestazioni, la popolazione di zanzare adulte nelle comunità a rischio.

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale va posta con le seguenti infezioni: dengue, leptospirosi, malaria, rickettsiosi, streptococco di gruppo A, rosolia, morbillo, parvovirus, enterovirus, adenovirus, alphavirus (Chikungunya, Mayaro virus, Ross River virus, Barmah Forest virus, O'nyong-Nyong virus e Sindbis virus).

I test diagnostici per il virus Zika sono: reazione a catena della DNA polimerasi - trascrizione inversa (RT-PCR) su siero. Gli IgM (anticorpi neutralizzanti) che si sviluppano, in genere, verso la fine della prima settimana di malattia virus specifica; essi sono in cross-reazione con i flavivirus correlati (ad esempio, dengue e febbre gialla), il virus è comune e può essere difficile da distinguere. Al fine di perfezionare la diagnosi, sono stati introdotti test specifici in grado di distinguere lo Zika dagli altri Flavivirus.[46]

Complicanze

Comparazione di un cranio normale con uno microcefalico

I meccanismi con cui si esplicano le complicanze cliniche dell'infezione da Zika sembrano essere da imputare ad una duplicazione/amplificazione dei centrosomi delle cellule nervose. Ciò provoca nei topi una ritardata mitosi, aumento dell'apoptosi, neurali con disorientamento delle cellule staminali, prematura differenziazione neuronale e riduzione del numero delle cellule progenitrici, tutti meccanismi che ben spiegano i casi di microcefalia.[21]

Microcefalia

L'infezione da questo virus nelle donne gravide si ritiene che possa determinare nel nascituro casi di microcefalia e di malformazioni fetali. Nel 2015, nel nord del Brasile vi è stato un incremento molto importante dei casi di microcefalia, la cui causa sembra essere in stretta relazione con l'infezione da Zika virus nelle donne incinte, anche asintomatica.[47] Il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, negli USA, nel gennaio 2016 ha emanato un allerta di livello 2 che riguarda le donne gravide o a rischio di gravidanza affinché, se possibile, evitino di recarsi nei paesi a rischio (Brasile, Colombia, El Salvador, Guyana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Suriname e Venezuela)[48][49][50] o osservino adeguate precauzioni.

All'esame autoptico di un feto di 29 settimane, abortito da una donna affetta da febbre Zika nel primo trimestre di gravidanza, si è osservato che presentava: «agiria quasi completa (mancanza delle circonvoluzioni cerebrali), idrocefalo, e calcificazioni distrofiche multifocali nella corteccia e sostanza bianca sottocorticale, con spostamento corticale associata e mite infiammazione focale.» Il virus Zika è stato trovato nel tessuto cerebrale fetale ed è stato possibile studiarne e avere il genoma completo dello stesso.[51] Con questo lavoro si conferma la relazione tra il Virus Zika e la microcefalia nella gravidanza.

Sindrome di Guillain-Barré

Esiste una correlazione tra l'infezione con lo Zika-virus e la sindrome di Guillain-Barré.[3][52] Sono stati diagnosticati 74 casi di questa malattia in soggetti già colpiti dall'infezione nella Polinesia Francese.[53][54] Il 6 febbraio 2016 sono stati confermati tre decessi dovuti a questa grave sindrome in soggetti con pregressa infezione da virus Zika.[55]

Ricerche hanno dimostrato che 2,4 pazienti ogni 10.000 affetti dal virus Zika[56] va incontro alla Sindrome di Guillain-Barré dopo pochi giorni dall'infezione, con una frequenza di circa 20 volte maggiore rispetto ai casi attesi;[21] di questi il 3-5% va incontro a complicanze mortali. Ciò è fonte di gravi preoccupazioni per i sistemi sanitari e le popolazioni dei paesi colpiti dall'epidemia di virus Zika.[57]

Altre complicanze neurologiche

Un report dal Centro Europeo per la prevenzione delle Malattie e Controllo (ECDC) indica che oltre ad un aumento del numero di casi di sindrome di Guillain-Barré, possa esserci anche un significatvo aumento dei casi di encefalite, meningoencefalite, paralisi facciale, e mieliti.[58]

Apparato oculare

Nel febbraio 2016 un case report brasiliano metteva in possibile correlazione un'uveite ipertensiva con l'infezione da Zika.[59] Altri ricercatori brasiliani hanno riscontrato importanti malformazioni del nervo ottico e della macula in neonati affetti da microcefalia post-Zika.[60]

Terapia

Non esistendo nessun trattamento antivirale specifico, la terapia si basa essenzialmente sul riposo, i fluidi e l'uso di antipiretici al bisogno.[61] A causa della somiglianza sintomatologica, e sino a precisa individuazione dell'agente infettivo, è opportuno considerare i pazienti con sospetta Zika al pari di casi di sospetta dengue o chikungunya. Per tale motivo, può essere sconsigliabile l'assunzione di aspirina o altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), per ridurre il rischio di emorragie, come nella dengue.

Le Autorità ritengono che questo virus possa avere un certo impatto anche nella medicina trasfusionale.[62][63] L'European Centre for Disease Prevention and Control impone infatti di posticipare di 28 giorni la donazione di sangue in soggetti che hanno avuto possibili sintomi della malattia, e di 14 giorni quanti sono rientrati da paesi a rischio.[53]

Tutti i malati di Zika, o sospetti tali, vanno anche subito adeguatamente isolati dal possibile contatto con zanzare, al fine di ridurre il rischio di trasmissione locale.[64]

Prevenzione

In primo luogo evitare, dove possibile, viaggi nelle aree epidemiche, ciò per le donne in gravidanza o rischio di gravidanza durante in soggiorno all'estero. Metodi aggressivi di prevenzione nei confronti dei vettori (zanzare), tra questi i repellenti a base di DEET, picaridin e IR3535; questi sono ritenuti sicuri anche in gravidanza.[44]

Esami sierologici, inclusa la RT-PCR, in donne che sono ritornate da soggiorni in aree endemiche per la febbre di Zika.[44]

Note

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