Virginia Oldoini
Virginia Oldoini | |
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Virginia Oldoini, conte di Castiglione in un ritratto fotografico di Pierre-Louis Pierson, 1861-67 ca., Metropolitan Museum of Art, New York | |
Contessa di Castiglione | |
In carica | 1854 – 1867 |
Predecessore | Vittoria Martini di Cigala |
Nome completo | Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini |
Altri titoli | Contessa di Costigliole d'Asti e Castiglione Tinella |
Nascita | Firenze, Toscana, 22 marzo 1837 |
Morte | Parigi, Francia, 28 novembre 1899 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Père-Lachaise, Parigi |
Dinastia | Oldoini per nascita Verasis Asinari per matrimonio |
Padre | Filippo Oldoini |
Madre | Isabella Lamporecchi |
Consorte | Francesco Verasis Asinari |
Figli | Giorgio |
Religione | Cattolicesimo |
Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini, coniugata Verasis Asinari e storiograficamente nota come Contessa di Castiglione (Firenze, 22 marzo 1837 – Parigi, 28 novembre 1899), è stata una nobildonna e patriota italiana.
Figlia del marchese spezzino Filippo Oldoini e della marchesa Isabella Lamporecchi[1], cugina di Camillo Benso, conte di Cavour, e dei Marchesi De Nobili di Vezzano, era considerata tra le donne più belle e affascinanti della sua epoca. Tra i suoi amanti si annovera Napoleone III di Francia.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Infanzia[modifica | modifica wikitesto]
Il padre di Virginia, il marchese Filippo Oldoini, era nato a La Spezia il 25 febbraio 1817; fu primo deputato della Spezia, nel 1848, al Parlamento del Regno di Sardegna e in seguito ambasciatore d'Italia a Lisbona. Sua madre, la marchesa Isabella Lamporecchi, era nata a Firenze, figlia di Luisa Chiari, ballerina[1] di teatro, e del grande giureconsulto Ranieri Lamporecchi.
La sua infanzia non fu felice: la educò[senza fonte] il nonno Ranieri, col soprannome singolare di "verginicchia"[2], essendo stata in certi aspetti trascurata dal padre.[senza fonte] Un giorno il padre le trovò dei bigliettini sconvenienti e la portò in convento, dove per una settimana simulò una profonda fede cattolica prima di essere rinviata a casa dalle monache[2].
Giovinezza e matrimonio[modifica | modifica wikitesto]
Irrequieta, estremamente consapevole della propria bellezza e intrigata fin da giovanissima in storie galanti, ambiziosa e intelligente, Virginia sposò a 17 anni Francesco Verasis Asinari, conte di Costigliole d'Asti e Castiglione Tinella, dal quale ebbe un figlio, Giorgio Verasis Asinari, erede del titolo.
Il matrimonio la introdusse alla corte dei Savoia, dove ebbe gran successo con il re Vittorio Emanuele II, ma anche con i fratelli Doria, il banchiere Rothschild e Costantino Nigra, ambasciatore del Regno di Sardegna in Francia.
In Francia[modifica | modifica wikitesto]
Considerando la sua intraprendenza e le sue doti di fascino, utili per il politico, il cugino Cavour nel 1855 la inviò in missione alla corte francese di Napoleone III per perorare presso l'imperatore l'alleanza franco-piemontese. Durante il periodo parigino Virginia Oldoini, in modo forse simile a qualche biglietto della tenera età, tenne un diario personale in codice dei numerosi amanti, con sigle per indicare dal bacio al rapporto completo[2] nel soggiorno parigino la Contessa maturo’una profonda nostalgia per i luoghi di origine tanto da chiedere al pittore Agostino Fossati di farle un quaadro in cui si potesse vedere le bellezze del golfo e in particolare il borgo di Pitelli che le fu sempre caro , nel borgo il Francesco Verasis Asinari, conte di Costigliole aveva un forte sostegno elettorale ereditato dal suocero tanto che alle elezioni per il Senato furono proprio i cittadini di Pitelli a consentirgli la elezione , il seggio sarà poi annullato per un’indagine di voto di scambio. La Oldoini si contraddistinse anche per la passione per l'autoritratto fotografico: collaborò infatti tra il 1856 e il 1895 col fotografo francese Pierre-Louis Pierson in una serie di oltre 450 scatti, che la ritraevano in una moltitudine di personaggi differenti.
La gran presenza mondana e seduttiva della contessa (la principessa di Metternich la definì «una statua di carne») diede i risultati attesi: ospitata lussuosamente a Compiègne, mondanissima, costosissima, la contessa fu per un anno l'amante pressoché ufficiale dell'imperatore, suscitando invidie, grande scandalo e la furia della cattolicissima imperatrice Eugenia[senza fonte]. La rivalità con l'imperatrice Eugenia giunse al punto che, essendo stato l'imperatore oggetto di un attentato nella casa della contessa in Rue Montaigne, si disse che si fosse trattato di una messinscena orchestrata dall'imperatrice stessa per danneggiare la rivale. L'intrigo diede comunque i suoi frutti con l'appoggio francese alla partecipazione del Regno di Sardegna alla Guerra di Crimea, ma la fortuna della contessa cominciò ad appannarsi[3].

Il marito, rovinato economicamente dalle spese di sua moglie, ne rimase sempre innamorato, malgrado i noti tradimenti e malgrado il disprezzo che ella professava nei suoi confronti (era solita dire, che se invece di maritarla a Castiglione sua madre l'avesse portata a Parigi, invece di una spagnola - Eugenia, consorte di Napoleone III - ci sarebbe stata un'italiana sul trono di Francia[senza fonte]). Francesco Verasis morì il 30 maggio 1867, durante i preparativi per le nozze di Amedeo d'Aosta con la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna. Dopo la morte del marito, la Contessa di Castiglione proseguì la sua carriera. Malgrado le ricchezze accumulate (mediante i sussidi ottenuti dal Re o mediante speculazioni borsistiche in combutta coi Rothschild, durante le guerre di indipendenza),[senza fonte] Virginia era incapace di accettare l'inesorabile scorrere del tempo che la condannava ad abbandonare il suo ruolo di "una delle più belle donne del secolo". Rancorosa, sempre più ripiegata su sé stessa, si stabilì a Parigi in un ammezzato di Place Vendôme (che aveva battezzato "la mia colonna", così come in altri tempi la collina dei Cappuccini, dove a La Spezia aveva trascorso l'infanzia, era chiamata "la mia montagna" e "la mia torre"), chiudendosi nel lutto per la propria bellezza in disfacimento.
Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]
Trascorse gli ultimi anni in solitudine con segni di ipocondria[2], finché morì nella sua casa parigina di Rue Cambon 14, dove era stata costretta a trasferirsi dopo essere stata sfrattata, nel 1893, dal prestigioso appartamento di Place Vendôme, quando l'intero stabile fu acquistato dal gioielliere Boucheron.

Conservò fino a vecchiaia avanzata, come reliquia, all'interno di una piccola teca sferica di cristallo, la vestaglia di seta verde con la quale, secondo lei, durante la notte passata con Napoleone III di Francia cambiò la storia d'Italia. Avrebbe voluto essere sepolta proprio con quell'indumento, ma i suoi eredi non rispettarono le sue volontà. Le sue carte, che testimoniavano i contatti da lei avuti con molti importanti personaggi dell'epoca, furono recuperate da Carlo Sforza, all'epoca giovane consigliere dell'Ambasciata d'Italia a Parigi e futuro Ministro degli Esteri del Regno[4], e - si dice - bruciate[1] subito dopo la sua morte. È sepolta al cimitero di Père-Lachaise, a Parigi[2].
Omaggi[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2011 il Comune della Spezia le ha intitolato il "Largo Virginia Oldoini" nei giardini di fronte al Conservatorio e già dal 2001 è stato collocato un busto in bronzo a lei dedicato, opera dell'artista Francesco Vaccarone, all'ingresso del palazzo (oggi Palazzo De Nobili) in cui abitava.
Il Comune di Castiglione Tinella rievoca annualmente la figura della Contessa di Castiglione, con l'evento "Virginia Day". A Castiglione Tinella è inoltre presente una mostra fotografica sulla sua figura storica; alla Contessa di Castiglione sono intitolate una associazione turistico-culturale, una terrazza presso l’edificio comunale e perfino dei dolci a base di nocciola delle Langhe chiamati “Contessine”.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa |
Influenze sulla cultura[modifica | modifica wikitesto]
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- La contessa Castiglione (1942), regia di Flavio Calzavara, interpretata da Doris Duranti
- La contessa di Castiglione (1954), regia di Georges Combret, interpretata da Yvonne De Carlo
- La comtesse de Castiglione (2000), regia di David Lodge, interpretata da Virginia Garcia cortometraggio
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
- Ottocento (1959), regia di Anton Giulio Majano, interpretata da Virna Lisi sceneggiato televisivo
- CronacaRoma - Processo alla Contessa di Castiglione (1960), interpretata da Anna Maria Ferrero programma televisivo
- Vita di Cavour (1967), regia di Piero Schivazappa, interpretata da Laura Tavanti sceneggiato televisivo
- La Castiglione (1975), regia di Dante Guardamagna, interpretata da Manuela Kustermann sceneggiato televisivo
- La contessa di Castiglione (2006), regia di Josée Dayan, interpretata da Francesca Dellera miniserie televisiva
- Centocinquanta (2011), interpretata da Serena Autieri programma televisivo
- Magnàmose tutto (2017), interpretata da Pamela Prati programma televisivo
Letteratura[modifica | modifica wikitesto]
- La contessa di Castiglione - romanzo di Cesare Bertini del 1935
- La contessa di Castiglione - romanzo di Massimo Grillandi del 1978
- La Primula di Cavour - romanzo di Pietro Soria del 2002
- La Dame de Coeur, un amour de Napoléon III - romanzo di Isaure de Saint-Pierre del 2006
- Sherlock Holmes. La vestaglia della contessa di Castiglione - romanzo di G.P. Rossi del 2016
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Virginia Oldoini Verasis enciclopediadelledonne.it
- ^ a b c d e M. Lupo, Il taccuino proibito della contessa, su lastampa.it, La Stampa (Torino), 14 gennaio 2012. URL consultato il 7 marzo 2018.
«Una giovane studiosa torinese entra nel mito di Virginia di Castiglione, spregiudicata amante di re e imperatori Sconvolse la moda e la morale: liberò la gonna dalle gabbie e catalogò su un libretto tutte le sue conquiste maschili». - ^ M. Chiabrando, Contessa di Castiglione, femme fatale del Risorgimento, in Corriere della Sera, 21 ottobre 2010. URL consultato il 29 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2010).
- ^ Articolo del Corriere dov'è citato il fatto
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Gianni Fazzini, OLDOINI, Virginia, contessa di Castiglione, in Dizionario biografico degli italiani, 79/LXXIX volume, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 26 gennaio 2014.
- Arrigo Petacco, L'amante dell'imperatore. Amori, intrighi e segreti della contessa di Castiglione, Milano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-49555-3.
- Giuseppe Scaraffia, Femme fatale, Firenze, Vallecchi, 2009, ISBN 978-88-8427-144-0.
- Lietta Tornabuoni, L'album della Contessa di Castiglione, Milano, Longanesi, 1980, SBN IT\ICCU\SBL\0634578.
- Anna Rita Guaitoli, La contessa di Castiglione. Il peso della bellezza, Roma, Epsylon Editrice, 2011, ISBN 978-88-96523-06-3.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Virginia Oldoini
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Virginia Oldoini, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Virginia Oldoini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Virginia Oldoini, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Virginia Oldoini, su Find a Grave.
- Opere di Virginia Oldoini, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- Biografia di Virginia Oldoini, in Donne e conoscenza storica. URL consultato il 29 settembre 2015.
- La contessa di Castiglione, in Vogue. URL consultato il 29 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).
- C. Augias, Il mestiere di lady spia strumento di lavoro, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 6 ottobre 1990. URL consultato il 26 febbraio 2018.
- F. Filiasi, Virginia Oldoini, la contessa che fece l'Italia, su radio24.sole24ore.it, "Effetto Notte" su radio24, 31 ottobre 2017. URL consultato il 24 febbraio 2018.
«Cavour spedisce la giovane contessa di Castiglione in missione per conto dell'Italia. In Francia Virginia seduce Napoleone e prepara il terreno per la seconda guerra d'indipendenza italiana e l'unità del popolo.». - I giorni del cielo di Virginia Oldoini, in Dodici Magazine.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 15641563 · ISNI (EN) 0000 0001 1599 6080 · Europeana agent/base/40732 · LCCN (EN) n83201460 · GND (DE) 122038908 · BNF (FR) cb11936071f (data) · BAV (EN) 495/111153 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83201460 |
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