Virginia Bourbon del Monte

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Virginia Bourbon del Monte, vedova Agnelli
Virginia Agnelli con Gianni Agnelli e gli altri figli
Nobile dei Principi di San Faustino e Marchesi di Santa Maria
Stemma
Stemma
Nome completoVirginia Borbon del Monte Agnelli, Nobile dei Principi di San Faustino e Marchesi di Santa Maria
TrattamentoNobildonna signora Agnelli
NascitaRoma, 24 maggio 1899
MortePisa, 30 novembre 1945
DinastiaBourbon del Monte
PadreCarlo Bourbon del Monte, Principe di San Faustino
MadreJane Allen Campbell, Principessa di San Faustino
ConsorteEdoardo Agnelli
FigliClara Agnelli, Principessa von Fürstenberg
Gianni Agnelli
Contessa Susanna Agnelli
Contessa Maria Sole Agnelli
Contessa Cristiana Agnelli Brandolini D’Adda
Giorgio Agnelli
Umberto Agnelli
ReligioneCattolicesimo

Virginia Bourbon del Monte vedova Agnelli (Roma, 24 maggio 1899Pisa, 30 novembre 1945) fu la moglie di Edoardo Agnelli e madre di Gianni Agnelli, Susanna Agnelli e Umberto Agnelli.

Era figlia di Carlo Bourbon del Monte, principe di San Faustino e marchese di Santa Maria (1867 - 1917), discendente dall'antica famiglia tosco-umbra dei Bourbon del Monte Santa Maria, e dell'ereditiera statunitense d'origine scozzese Jane Allen Campbell (1865 - 1938).[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 giugno 1919 Virginia sposò a Roma Edoardo Agnelli, figlio del senatore e cofondatore della FIAT Giovanni Agnelli. Il 14 luglio 1935 rimase vedova del marito Edoardo, perito in un incidente aereo nell'idroscalo di Genova.

Dopo alcuni mesi dalla morte del marito, Virginia iniziò un'intensa relazione con il giornalista e scrittore Curzio Malaparte, che avrebbe dovuto concludersi con il matrimonio, la cui data fu fissata per l'ottobre del 1936[2]; successivamente tutto andò a monte a causa dell'ostinata opposizione del suocero di Virginia, il senatore Giovanni Agnelli. Nell'avversione a Malaparte aveva contribuito anche il fatto che il giornalista, in precedenza acceso sostenitore del fascismo, era divenuto successivamente inviso alle massime autorità del regime,[3] al punto da essere espulso dal PNF e inviato nel 1933, per un certo tempo, al confino sull'isola di Lipari. Nello stesso tempo Virginia dovette affrontare una dura lotta contro lo stesso suocero che, avendo appreso la volontà dei due di sposarsi, cercò in tutti i modi di sottrarle la patria potestà sui sette figli, cosa che, infine, avvenne dietro sentenza del tribunale di Torino; la disputa proseguì con vicende alterne, fino a quando, trasferitasi Virginia a Roma ed essendovi buone probabilità che la magistratura romana le fosse favorevole, il suocero acconsentì, alla fine del 1937, a formalizzare un compromesso il cui aspetto più importante era l'affidamento a lei dei figli, i quali per altro caldeggiavano proprio questa soluzione.[4]

Successivamente, durante la seconda guerra mondiale, l'8 settembre 1943, essendo Virginia figlia di una cittadina statunitense, quindi di un paese in guerra contro la Germania, fu arrestata a Roma e confinata in una villa sul Celio[5], dalla quale riuscì infine ad allontanarsi[6]. La detenzione «leggera» della signora Agnelli durò poco: "una (vera o finta) malattia ne consigliò il ricovero in una casa di cura privata, da dove presto si trasferì a villa Marocco, nel Veneto, lontano da quella Roma che era divenuta ormai per lei insicura"[7].

Rientrata libera in Roma, Virginia organizzò, in collaborazione con il colonnello Eugen Dollmann, l'incontro in Vaticano fra papa Pio XII e il Governatore Militare e Comandante supremo delle SS e della Polizia nel nord d'Italia, il generale Karl Wolff.[8] L'incontro aveva lo scopo, poi raggiunto, di evitare spargimenti di sangue durante l'ormai imminente ritirata tedesca da Roma. Tale mediazione portò anche alla liberazione del giurista ed esponente della Resistenza Giuliano Vassalli dal carcere di via Tasso, ove era detenuto dalle SS.[9]

Virginia morì in un incidente automobilistico nei pressi di Pisa: l'auto sulla quale viaggiava, diretta da Roma a Forte dei Marmi, sulla via Aurelia si scontrò frontalmente, nel tardo pomeriggio del 30 novembre 1945, nei pressi della pineta di San Rossore, con un grosso camion militare americano e la morte di Virginia fu istantanea.[10][11]

Amante dell'arte, Virginia svolse opera di sostegno economico in favore di diversi artisti. La salma di Virginia giace nella tomba della famiglia Agnelli, nel cimitero di Villar Perosa.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Edoardo Agnelli Virginia ebbe sette figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco Bourbon, marchese di Monte Santa Maria Carlo Bourbon, marchese di Monte Santa Maria  
 
Virginia Guglielmi Baleani  
Ranieri Bourbon del Monte, III principe di San Faustino  
Carolina Scarampi di Pruney Bonaventura Scarampi, conte di Pruney  
 
 
Carlo Bourbon del Monte, IV principe di San Faustino  
Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo, II principe di Arsoli Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli  
 
Maria Cristina di Sassonia  
Maria Francesca Massimo  
Maria Giacinta Della Porta Rodiani Filippo della Porta Rodani, conte  
 
Livia Vivaldi-Armentieri  
Virginia Bourbon del Monte  
George Washington Campbell Archibald Campbell  
 
Elizabeth MacKay  
George W. Campbell Jr.  
Harriet Stoddert Benjamin Stoddert  
 
Rebecca Lowndes  
Jane Allen Campbell  
Alexander Watson  
 
 
Virginia Watson  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jane Allen Campbell, originaria del New Jersey, era figlia di un ricco commerciante americano di olio di lino, George W. Campbell, e della sua seconda moglie, Virginia Watson. Dopo la morte del Campbell, avvenuta nella prima metà degli anni 1890, la vedova si trasferì con la figlia Jane a Roma, ove Jane conobbe e sposò nel 1897 Carlo Bourbon del Monte
  2. ^ M. Ripa di Meana e G. Mecucci, Virginia Agnelli, p. 143
  3. ^ In particolar modo a Italo Balbo, che Malaparte aveva fatto oggetto di strali e critiche aspre.
  4. ^ M. Ripa di Meana e G. Mecucci, Virginia Agnelli, pp. 160-171
  5. ^ Fu rinchiusa nel convento di San Gregorio al Celio, "un carcere tutto particolare in cui venivano rinchiusi dalle forze di occupazione tedesca tutti coloro che in qualche modo avevano manifestato ostilità nei confronti degli occupanti ma che per il loro rango sociale non si riteneva di rinchiudere nel carcere «pesante» di Regina Coeli, dove un apposito «braccio» (il VI, per l'esattezza) era destinato ai detenuti politici e da dove uscirono i 335 destinati alla fucilazione alle fosse Ardeatine": Pacelli Mario, La principessa e il lupo, Nuova antologia : 617, 2280, 4, 2016, Firenze (FI) : Le Monnier, 2016.
  6. ^ Angiolo Silvio Ori, op. cit., p. 475
  7. ^ Pacelli Mario, La principessa e il lupo, Nuova antologia : 617, 2280, 4, 2016, Firenze, Le Monnier, 2016.
  8. ^ Eugen Dollmann, Roma nazista, citato in M. Ripa di Meana e G. Mecucci, Virginia Agnelli, pp. 201-206
  9. ^ M. Ripa di Meana e G. Mecucci, Virginia Agnelli, p. 206
  10. ^ M. Ripa di Meana e G. Mecucci, Virginia Agnelli, p. 236
  11. ^ David Saul Landes, Dinastie
  12. ^ È morto Pio Teodorani Fabbri, era marito di Maria Sole, sorella di Gianni Agnelli

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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