Villa romana di Nérac

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Ruines romaines de Nérac
Mosaico della villa
CiviltàGallo-romani
Utilizzoabitazione
EpocaI secolo - VI secolo
Localizzazione
StatoBandiera della Francia Francia
ArrondissementNérac
Scavi
Data scoperta1832
Date scavi1833, 1966-1988
ArcheologoMaximilien Théodore Chrétin
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 44°08′02.15″N 0°20′30.41″E / 44.13393°N 0.34178°E44.13393; 0.34178
Monumento storico di Francia dal 1840

La villa romana di Nérac è un sito archeologico sito nella città di Nérac, nel Lot-et-Garonne, in Francia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È Lespinault, amministratore municipale di Nérac, che per primo intraprende degli scavi nel parco de La Garenne, dove mette alla luce le rovine di una villa gallo-romana nel 1832[1]. L'anno successivo si associa con l'archeologo e scultore Maximilien Théodore Chrétin per la supervisione del sito.

La villa contiene dei mosaici che la datano al IV secolo. Una struttura termale adiacente alla villa è stata ricostruita lungo il fiume Baïse alla fine del IV secolo.

Nel 1833, Théodore Chrétin vende alla Société archéologique de Toulouse, la società archeologica del capoluogo Tolosa, alcune iscrizioni e dei bassorilievi che pretendeva aver scoperto nella villa di Nérac. Viene felicitato da storici e personalità del tempo, fra cui Alexandre Du Mège, Prosper Mérimée, Ludovic Vitet, François Jouannet e Joseph Léonard de Castellane, presidente della Société archéologique du Midi de la France, in particolare per un bassorilievo che rappresenta i due imperatori Tetrico e che lascia supporre che a Nérac vi fosse stata una villa imperiale. Poco tempo dopo, le iscrizioni ed il bassorilievo sono riconosciuti come falsi, cosa ammessa dallo stesso Chrétin nel 1835[2]. Dopo il processo che condanna il falsario, gli scavi sono abbandonati e le rovine ricoperte. Le false iscrizioni e bassorilievi sono poi trasferiti nelle riserve del museo Saint-Raymond a Tolosa.

Dei lavori pubblici, intrapresi sulla strada di Nazareth, hanno messo alla luce altri resti della villa romana. Con la ripresa degli scavi, nel 1966 e poi nel 1970, si trovano nuovi frammenti di mosaici su una lunghezza di 45 metri. I mosaici vengono staccati e depositati nel comune nel 1986 e nel 1988. Viene evidenziata un'occupazione del sito lungo la Baïse per un periodo lungo di 6 secoli: dal I secolo al VI[3][4].

Le rovine romane sono state inserite nella lista dei monumenti storici nel 1840[5][6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Villa gallo-romaine de Nérac - Visites en Aquitaine [collegamento interrotto], su visites.aquitaine.fr. URL consultato il 17 luglio 2017.
  2. ^ (FR) Hubert Delpont, Histoire d'une arnaque. Maximilien-Théodore Chrétin et l'Empire de Tétricus, Nérac, 2006.
  3. ^ (FR) J. Croupy, Circonscription d'Aquitaine, in Gallia, n. 25-2, 1967, p. 363.
  4. ^ (FR) J. Croupy, Circonscription d'Aquitaine, in Gallia, n. 29-2, 1971, p. 355.
  5. ^ PA00084196, base Mérimée, su culture.gouv.fr, Ministero francese della Cultura.
  6. ^ IA47000326, base Mérimée, su culture.gouv.fr, Ministero francese della Cultura.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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