Costacciaro

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Costacciaro
comune
Costacciaro – Stemma
Costacciaro – Bandiera
Costacciaro – Veduta
Costacciaro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Umbria
Provincia Perugia
Amministrazione
SindacoAndrea Capponi (lista civica Costacciaro per tutti) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate43°21′37.47″N 12°42′44.56″E / 43.360409°N 12.712378°E43.360409; 12.712378 (Costacciaro)
Altitudine567 m s.l.m.
Superficie41,06 km²
Abitanti1 081[1] (30-6-2022)
Densità26,33 ab./km²
FrazioniCosta San Savino, Rancana, Villa Col de' Canali
Comuni confinantiFabriano (AN), Gubbio, Sassoferrato (AN), Scheggia e Pascelupo, Sigillo
Altre informazioni
Cod. postale06021
Prefisso075
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT054016
Cod. catastaleD108
TargaPG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 403 GG[3]
Nome abitanticostacciaroli
Patronobeato Tommaso da Costacciaro
Giorno festivoprima domenica di settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Costacciaro
Costacciaro
Costacciaro – Mappa
Costacciaro – Mappa
Posizione del comune di Costacciaro all'interno della provincia di Perugia
Sito istituzionale

Costacciaro è un comune italiano di 1 081 abitanti[1] della provincia di Perugia in Umbria.

L'antico castello difensivo Castrum Costacciarii, sorto sulle pendici del massiccio del Monte Cucco e lungo la via consolare romana Flaminia, è oggi un piccolo borgo appartenente alla diocesi di Gubbio e, un tempo, al mandamento di Gubbio, inserito dal 1995 nell'area naturale protetta del Parco del Monte Cucco.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lungo la via Flaminia[modifica | modifica wikitesto]

Anche se la data di fondazione del borgo non è conosciuta, la sua origine è certamente da collegare alla vicinanza della via Flaminia, la strada consolare romana fatta costruire a partire dal 220 a.C. dall'allora censore Gaio Flaminio Nepote e che collegava Roma a Rimini e, più tardi, a Ravenna tramite la via Popilia (per questo chiamata in epoca medievale anche "via Ravegnana" o "via Romea"). Nei pressi dell'importante via di comunicazione sorsero ben presto edifici di vario genere: templi e santuari a scopo religioso, terme e taverne per il riposo dei viaggiatori, ripari e stalle per gli animali, case e intere borgate per la residenza e il commercio. Quando poi, nei primi secoli dell'era cristiana, in Italia si verificarono le continue scorrerie e invasioni di popolazioni germaniche, tali costruzioni in alcuni casi vennero fortificate a scopo difensivo, divenendo talora vere e proprie sedi di signorie rurali feudali. Una di queste fu quella dei Guelfoni (o De Guelfonibus) di Gubbio e Costacciaro, risalente forse all'epoca degli scontri fra longobardi e bizantini per la conquista o, al contrario, la protezione del cosiddetto "corridoio bizantino", cioè la stretta fascia di territorio montano che garantiva il collegamento diretto fra Roma e Ravenna e in cui rientravano città come Perugia e Gubbio con i loro castra che, al pari appunto del Castrum Costacciarii, più volte bloccarono l'espansione longobarda.[4]

Gubbio e i Montefeltro[modifica | modifica wikitesto]

Le carte attestano la presenza di Costacciaro nel XIII secolo, quando gli eugubini, attorno al 1250, ne fecero la propria testa di ponte per poter meglio difendere ed ampliare il loro territorio e per creare una spina nel fianco ai nemici perugini della confinante Sigillo. Costacciaro infatti era il castello più importante del distretto di Gubbio e si trovava in un punto strategico, sopra un colle di proprietà di un tale Stacciaro; all'inizio si chiamava Castrum Collis Stacciarii (Castello del Colle di Stacciaro), ma, nel 1300, il suo nome cambiò in Castrum Costacciarii. A Gubbio, nel XIV secolo, s'insediò la magistratura del podestà, che dava una certa autonomia a tutti i castelli; qui veniva, infatti, eletto un capitano, che aveva diritto di vita e di morte sugli abitanti. Costacciaro risentì molto delle lotte interne di Gubbio, soprattutto prima della sua dedizione ad Urbino; alla fine del XIV secolo, mentre si stava svolgendo una battaglia fra Antonio da Montefeltro e i Malatesta, il castello si ribellò, sottomettendosi al nascente stato feltresco. Costacciaro, però, continuò ad avere la sua economia legata a filo doppio con quella di Gubbio. Alla fine del Trecento, anche Gubbio iniziò a subire l'influenza dei Montefeltro che, a partire dal 1384, cominciarono a rinforzare il castello, erigendovi nuove, più ampie e solide mura. Sotto i Feltreschi, Costacciaro fu assai importante come estremo confine meridionale, ma anche come centro militare di concentramento di truppe, capace all'occorrenza di difendere con sicurezza lo stato. A fine Quattrocento venne chiamato al castello il grande architetto militare Francesco di Giorgio Martini da Siena il quale, a partire da 1477, vi costruì il rivellino e, forse nello stesso tempo, anche l'attuale Palazzo Fauni-Massarelli-Chemi. Nel 1400, Costacciaro era formato dal castrum (castello) e da villae (villaggi); ogni villa aveva dei vocaboli (appezzamenti di terra abitati ed ancora esistenti); le più importanti fra queste erano: Villa Col de' Canali, Villa Colfongai (o Colle Fongari), Villa Collalti, Villa Collis Martini, Villa Costa Bagnole, Villa Pie' della Rocca, Villa Rancane, Villa S. Andrea de Giuccole, Villa S. Donato, Villa S. Savino, Villa Scassaiole, Villa Trebbi, Villa Vallaponi.[5][6]

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

La cittadina, di impianto medievale con un reticolato ortogonale di strade, conserva al suo interno, quale monumento più importante, la Chiesa di San Francesco, del XIV secolo, con facciata gotica in pietra e impianto interno a tre navate, ricca di opere d'arte. Vi si conservano le spoglie del Beato Tommaso, monaco camaldolese (1262-1337) patrono della cittadina.

Della Rocca si conservano solo alcuni resti, come delle mura, ma rimangono le interessanti quattro porte: dell'Orologio, del Trióne o del Rivellino, costruita su progetto di Francesco di Giorgio Martini, quella cosiddetta di Guerrino Gambucci, e la porta del Monumento o di San Lorenzo.

L'interesse naturalistico e paesistico è rappresentato dal vicino Parco del Monte Cucco.[7]

Il rivellino, fortificazione eretta dall'architetto militare Francesco di Giorgio Martini a partire dal 1477.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone civico

Festa folcloristica del paese è la Corsa delle botti (sito). Si svolge ogni seconda domenica di novembre per festeggiare il periodo della vinificazione, da qui il premio Trofeo di San Martino. La festa consiste in una vera e propria corsa di due botti che rotolano attorno ad un asse al quale è attaccato un timone, trainato da una formazione di giovani, chiamati “bottaioli”. Le due botti e le relative squadre fanno capo, in competizione, a Costacciaro capoluogo (Hostaria de la Porta) e alle frazioni, in particolare a quella di Villa Col de' Canali (Hostaria de la Rocca).

Ogni anno, il 17 e 18 agosto si svolge la tradizionale Sagra dei Bigoli e dei prodotti del parco del Monte Cucco, organizzata dalla locale proloco (sito). I Bigoli sono una pasta lunga, simile ad un grosso spaghetto, fatti con farina ed acqua che vengono conditi con sugo al pomodoro e ricotta. L'evento ha vinto il terzo premio "Sagra eccellente dell'Umbria" nel 2018 e dal 2019 rientra nelle Sagre di Qualità Italiane.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT[9] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 106 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Romania 32 2,43%

Marocco 31 2,35%

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Costa San Savino[modifica | modifica wikitesto]

Costa San Savino è una frazione del comune di Costacciaro (PG) che sorge ad un'altitudine di 599 m s.l.m. ed è popolata da 139 abitanti (dati Istat, 2001[10]).

La tradizione dice che questo paese venne fondato dagli abitanti di Scheggia, tra il V e l'VIII secolo, in seguito alla discesa di popolazioni germaniche che distrussero la città. Ufficialmente, da documenti storici, la chiesa di San Savino dette il nome al paese, intorno all'anno 1000. Nel 1262 il borgo diede i natali al beato Tomasso Grasselli, eremita camaldolese, patrono e protettore di Costacciaro, della cui antica dimora rimangono alcuni resti murari.

Villa Col de' Canali[modifica | modifica wikitesto]

Villa Col de' Canali è una frazione del comune di Costacciaro (PG) che sorge a quota 555 m s.l.m. ed è popolata da 253 abitanti (dati Istat, 2001[10]).

L'esistenza di questo paese è certificata da documenti a partire dal XIV secolo, mentre, probabilmente, un antico castelliere d'altura era già occupato dagli antichi umbri. In seguito, nella piana, sarà costruita una villa dai romani.

L'ultima domenica di luglio si celebra la festa del santo protettore del paese: sant'Apollinare.

Ràncana[modifica | modifica wikitesto]

Ràncana è una frazione del comune di Costacciaro (PG) che sorge ad un'altitudine di 625 m s.l.m. ed è popolata da 32 abitanti (dati Istat, 2001[10]).

Il paese si sviluppa attorno al Palazzo Lupini, un'antica palazzina di caccia dei duchi di Montefeltro, di cui rimangono pochi resti, come una parte della torre di guardia, alcuni portali e dei fondaci. Intorno al XV secolo si parla, infatti, di una Villa Ranchane. Già nel 1252, comunque, Giovanni Luca Lupini (un suo probabile abitante) risultava a capo del castello di Costacciaro.

Il nome deriva da ranco, che indica, localmente, un terreno disboscato e dissodato per scopi agricoli.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 giugno 1985 22 maggio 1990 Giuseppe Morelli Partito Comunista Italiano Sindaco [11]
29 maggio 1990 23 aprile 1995 Silvana Tommasoni Democrazia Cristiana Sindaco [11]
24 aprile 1995 13 giugno 1999 Giuseppe Morelli Centro-sinistra Sindaco [11]
14 giugno 1999 13 giugno 2004 Giuseppe Morelli Lista civica Sindaco [11]
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Rosella Bellucci Centro-sinistra Sindaco [11]
8 giugno 2009 25 maggio 2014 Rosella Bellucci Lista civica Sindaco [11]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Andrea Capponi Lista civica Sindaco [11]
27 maggio 2019 in carica Andrea Capponi Lista civica Sindaco [11]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è l'A.S. Costacciaro 1974 che milita nel girone A perugino di 3ª Categoria. È nata nel 1974. I colori sociali sono il rosso ed il blu.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Castello di Costacciaro - Costacciaro (PG), in ..... I Luoghi del Silenzio...., 5 aprile 2015. URL consultato il 22 agosto 2018.
  5. ^ Comune di Costacciaro, Storia e Territorio, su comunecostacciaro.it. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2018).
  6. ^ Storia di Costacciaro, su montecucco.pg.it. URL consultato il 22 agosto 2018.
  7. ^ Passeggiando per Costacciaro, su comunecostacciaro.it. URL consultato il 27 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2021).
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato l'11 marzo 2012 (archiviato il 22 giugno 2013).
  10. ^ a b c dawinciMD - Consultazione dati del 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni, su dawinci.istat.it. URL consultato il 15 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).
  11. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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