Diocesi di Lucera-Troia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Vescovo di Lucera)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Lucera-Troia
Dioecesis Lucerina-Troiana
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino
Regione ecclesiasticaPuglia
 
Mappa della diocesi
 
VescovoGiuseppe Giuliano
Vicario generaleDonato D'Amico
Presbiteri67, di cui 45 secolari e 22 regolari
850 battezzati per presbitero
Religiosi22 uomini, 29 donne
Diaconi5 permanenti
 
Abitanti61.065
Battezzati56.988 (93,3% del totale)
StatoItalia
Superficie1.336 km²
Parrocchie33
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
ConcattedraleBeata Vergine Maria Assunta in Cielo
IndirizzoPiazza Duomo 13, 71036 Lucera [Foggia], Italia
Sito webwww.diocesiluceratroia.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Lucera-Troia (in latino: Dioecesis Lucerina-Troiana) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino appartenente alla regione ecclesiastica Puglia. Nel 2021 contava 56.988 battezzati su 61.065 abitanti. È retta dal vescovo Giuseppe Giuliano.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende le città di Lucera e Troia e diciassette piccoli comuni dei monti della Daunia nella provincia foggiana: Alberona, Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Faeto, Motta Montecorvino, Orsara di Puglia, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, Volturara Appula, Volturino. Inoltre, è parte del territorio diocesano la località di Santa Cecilia, in agro di Foggia.

Sede vescovile è la città di Lucera, dove si trova la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta. A Troia sorge la concattedrale, anch'essa dedicata all'Assunzione di Maria Vergine.

Parrocchie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Lucera-Troia.

Il territorio è suddiviso in 33 parrocchie, cui si aggiunge la comunità di Santa Cecilia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lucera[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione agiografica e liturgica, avallata da storici locali, attribuisce a Lucera quattro vescovi di dubbia storicità: Basso, Pardo, Giovanni e Marco, che avrebbero governato la diocesi di Lucera in un periodo compreso fra il I e il IV secolo.

Basso fa parte della "tradizione petrina", ossia di quella tradizione, non anteriore al VII secolo, che attribuisce a san Pietro, nel suo viaggio verso Roma, la fondazione di diverse diocesi pugliesi, tra cui quella di Lucera. Basso, consacrato dall'Apostolo, avrebbe subito il martirio all'epoca dell'imperatore Traiano. Non è tuttavia accertata storicamente né la figura di questo santo né il suo episcopato a Lucera. È probabile che vi sia stata confusione con san Basso, venerato a Nizza, a sua volta confuso con un san Basso, martire di Nicea in Bitinia.[1]

L'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta a Lucera.

Pardo sarebbe stato un vescovo greco del Peloponneso che, dovendo abbandonare la sua terra natale, si rifugiò a Roma e poi a Lucera, dove morì; in seguito, il suo corpo fu traslato a Larino, dove è venerato come patrono. Nei documenti agiografici che ci trasmettono la sua vita, non vi sono tuttavia elementi per dire che fosse vescovo di Lucera.[2]

Circa la figura di Marco, «la critica storica ha convincentemente dimostrato trattarsi del Marco vescovo di Aeca negli anni a cavallo tra III e IV secolo». Nella sua vita, si riporta che Marco fu consacrato sacerdote dal vescovo di Lucera, Giovanni, unico tra i primi quattro vescovi lucerini «più o meno storicamente attendibile».[3]

La prima menzione storicamente certa dell'esistenza di un episcopato lucerino risale al V secolo, «un'epoca cioè molto avanzata rispetto a quella in cui presumibilmente [Lucera] ricevette il messaggio cristiano»[4]. Un anonimo vescovo è infatti menzionato in due lettere di papa Gelasio I, scritte tra la fine del 493 e l'agosto del 495. Invece il primo nome di un vescovo storicamente attestato risale alla metà del VI secolo; si tratta di Anastasio, menzionato in una lettera di papa Pelagio I nel 559.

A seguito dell'invasione longobarda, scomparvero molte diocesi pugliesi; dalle lettere di Gregorio Magno emerge che alla fine del VI secolo l'unica diocesi della Capitanata sopravvissuta era quella di Siponto. Anche Lucera subì i contraccolpi demografici ed economici del resto della regione, tanto che non è possibile seguire l'ordinaria presenza di un presule almeno fino a quando il vescovo Marco non partecipò al sinodo indetto a Roma da papa Zaccaria nel 744. Si attribuisce all'iniziativa di questo vescovo il ritorno della venerazione dell'immagine della Vergine Maria presso la diocesi[5], culto confermato nel 1300 da Carlo II d'Angiò attraverso l'intitolazione della città a santa Maria, mantenuta fino al primo quarto del secolo successivo.

Il palazzo vescovile di Lucera, sede del museo diocesano.

All'epoca del vescovo Landenolfo (fine X secolo), Lucera era ancora dipendente politicamente dai Bizantini, i quali la insignirono del titolo di arcidiocesi seguendo la loro politica di riorganizzazione demografica, economica e religiosa della Daunia. L'esperimento, però, si rivelò effimero, tanto che il titolo scomparve con la morte di Landenolfo.[6] Dopo alcuni decenni di incertezza, nella seconda età dell'XI secolo la diocesi passò alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Benevento, alla quale rimase unita fino al 1979. La prima testimonianza di quest'adesione è la presenza del vescovo Azzo ad una sinodo indetta dal metropolita Milone nel 1075.

Il 18 gennaio 1302, all'epoca del vescovo Aimando (o Aimardo), Carlo II d'Angiò riformò il capitolo dei canonici della cattedrale, portando il numero dei canonici a venti. Lo stesso re donò alla diocesi, durante l'episcopato di Stefano (1302-1304), le terre di Apricena e di Guardiola, ingrandendo così la base fondiaria delle pertinenze dirette dell'episcopio lucerino. Questo avveniva pochissimi anni dopo la dispersione della colonia saracena presente in città (agosto 1300)[7], passaggio cruciale per la storia della diocesi, la cui città capoluogo assunse il nome di Civitas Sanctae Mariae per volontà di re Carlo II.[8]

Nel XV secolo, la diocesi di Lucera si ampliò a più riprese includendo alcune diocesi che furono soppresse: la diocesi di Fiorentino (circa 1410) e la diocesi di Tortiboli (1425); dal 1439 al 1471 la diocesi di Civitate fu unita aeque principaliter a Lucera. Nel corso di questo secolo, si distinse in particolare il vescovo Pietro Ranzano, umanista «che ha offerto un valente contributo e alla chiesa e alla cultura del tempo.».[9]

Nel XVI secolo i vescovi Carafa di Lucera e di Luigi di Sant'Agata de' Goti, dopo aver già fatto una permutazione delle diocesi, si accordarono perché alla morte di uno dei due, le sue sedi fossero unite aeque principaliter, ma l'unione non ebbe mai luogo.

In seguito al concordato del 1818 tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie, le diocesi di Vulturara e di Montecorvino furono soppresse in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818, e il loro territorio unito a quello di Lucera.

Il 2 aprile 1914 il territorio di Roseto Valfortore passò dalla diocesi di Ariano a quella di Lucera;[10] il 23 febbraio 1916 Lucera acquisì anche la parrocchia di Casalnuovo Monterotaro dall'arcidiocesi di Benevento in forza del decreto Archidioecesis Beneventana della Sacra Congregazione concistoriale.[11]

Nel 1970 fu stabilita l'unione in persona episcopi tra le diocesi di Lucera e di San Severo; furono vescovi di entrambe le diocesi Angelo Criscito e Carmelo Cassati.

Il 21 gennaio 1983 per effetto del decreto Ad uberius della Congregazione per i vescovi cedette la giurisdizione sul comune di San Bartolomeo in Galdo all'arcidiocesi di Benevento.

Troia[modifica | modifica wikitesto]

La concattedrale di Troia.
Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Eca.

La città di Troia fu fondata nel 1019, ereditando la sede vescovile dell'antica Aecae o Eca, eretta nel III secolo e distrutta secondo la tradizione nel 663.

Nel 1022 abbandonò il rito bizantino per adottare il rito romano e contestualmente papa Benedetto VIII la elevò al rango di diocesi. Nel 1030 papa Giovanni XIX la dichiarò diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel XII secolo la città e i suoi vescovi assunsero un ruolo di prestigio nella regione di Capitanata. Quattro furono i concili celebrati a Troia, presieduti personalmente da diversi pontefici (1093, 1115, 1120 e 1127). Il vescovo Gualtieri di Pagliara ricoprì l'importante incarico di cancelliere del Regno di Sicilia e fece parte del consiglio di reggenza durante la minore età di Federico II. Segno di questa accresciuta importanza della città fu la costruzione della cattedrale in stile romanico, iniziata nel 1093 e ultimata nel 1119.

All'inizio del XVIII secolo fu istituito il seminario diocesano, dovuto al vescovo Emilio Cavalieri, che promosse anche le missioni diocesane. A Marco De Simone si deve invece la costruzione del palazzo vescovile.

Nel 1855 cedette una porzione del suo territorio comprendente la città di Foggia a vantaggio dell'erezione della diocesi di Foggia (oggi arcidiocesi di Foggia-Bovino).

Il 29 settembre 1933 la diocesi di Troia entrò a far parte della regione ecclesiastica beneventana in forza del decreto Iam pridem della Congregazione Concistoriale.

Nel 1974 fu stabilita l'unione in persona episcopi tra le diocesi di Troia, di Foggia e di Bovino; furono vescovi delle tre diocesi Giuseppe Lenotti e Salvatore De Giorgi.

Al momento dell'unione con Lucera nel 1986, la diocesi di Troia comprendeva 12 parrocchie nei comuni di Troia (6), Biccari, Orsara di Puglia (2), Castelluccio Valmaggiore, Faeto e Celle di San Vito.[12]

Sedi unite[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 aprile 1979 la sedi di Lucera e di Troia entrarono a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Foggia.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, le due diocesi furono unite plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Contestualmente ebbe termine l'unione in persona episcopi di Lucera con San Severo e di Troia con Foggia e Bovino. Lo stesso giorno i due vescovi di Lucera e Troia, Carmelo Cassati e Salvatore De Giorgi, dettero le dimissioni e il 13 febbraio successivo fu nominato il primo vescovo delle diocesi unite, Raffaele Castielli.

Contestualmente alla nascita della nuova circoscrizione ecclesiastica, i territori di Apricena e Sannicandro Garganico sono stati ceduti alla diocesi di San Severo.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Lucera[modifica | modifica wikitesto]

  • San Basso
  • San Pardo
  • Beato Giovanni I † (tra III e IV secolo)
  • San Marco I
  • Anonimo † (prima del 493 - dopo il 495)
  • Anastasio † (menzionato nel 559)
  • Marco II † (menzionato nel 744)
  • Adelchi † (circa 940 - 957 deceduto)
  • Alberto I † (prima del 963 - dopo il 964)
  • Landenolfo † (circa 980 - novembre 1005 deceduto)
  • Pietro † (menzionato nel 1024)
  • Giovanni II † (prima del 1032 - dopo il 1039)
  • Lando † (1061 - 1068)
  • Azzo † (1071 - 1077)
  • Teodelgaldo (o Teodelgardo) † (prima del 1083 - dopo 1089)
  • Benedetto † (1093 - 1099)
  • Giovanni III † (menzionato nel 1100)
  • Roberto † (menzionato nel 1127)
  • Rao † (menzionato nel 1147)
  • Rainaldo (prima del 1179 - †1181)
  • Luterio † (1215 - 17 ottobre 1218 deceduto)[13]
  • Andrea (13 gennaio 1221 - dicembre 1221)
  • Bartolomeo I † (13 gennaio 1222 - dopo il 1238)[14]
    • Sede vacante (circa 1247 - 1255)[15]
  • Alferio † (3 agosto 1255 - dopo il 1259 deceduto)
  • Guglielmo de Ricia † (? - 1294 dimesso)[16]
  • Aimando (o Aimardo) † (ottobre 1294 - 9 giugno 1302 nominato vescovo di Salpi)[17][18]
  • Stefano † (9 giugno 1302 - 1304 o 1307)[19]
  • Giacomo da Fusignano, O.P. † (1308 - 2 agosto 1322 nominato vescovo di Modone)
  • Beato Agostino Kažotić, O.P. † (21 agosto 1322 - 3 agosto 1323 deceduto)[20]
  • Giacomo, O.P. † (1324 - dopo il 1325)
  • Domenico † (menzionato nel 1328)
    • Sede vacante (1332-1336)
  • Ruggero di Lavello, O.S.A. † (prima del 1337 - 1338 o 1339 deceduto)[21]
  • Marino (o Martino) † (1340 - 1340 deceduto)
    • Sede vacante (1341-1348)[22]
  • Antonio di San Severo † (21 gennaio 1348 - 1363 deceduto)[23]
  • Giacomo Gurga † (21 aprile 1363 - 1373 deceduto)
  • Bartolomeo di Aprano † (17 ottobre 1373 - 5 novembre 1378 nominato vescovo di Aversa)
  • Obbedienza avignonese:
    • Antonio, O.F.M. † (8 novembre 1378 - ? deceduto)
    • Nicola Giacomo de Barulo † (30 marzo 1393 - ?)
    • Nicola Antonio di San Pietro, O.P. † (4 luglio 1394 - 22 aprile 1422 nominato vescovo di Salpi)
  • Obbedienza romana:
    • Tommaso † (menzionato il 16 ottobre 1381)
    • Tommaso di Acerno †
    • Bartolomeo II † (1384 - 1396 deceduto)[24]
    • Bassistachio de Formica I † (13 novembre 1396 - ? deceduto)
  • Bassistachio de Formica II † (22 aprile 1422 - 1450 deceduto)[25]
    • Antonio Angeli † (5 maggio 1450 - 1º luglio 1450 nominato vescovo di Potenza) (vescovo eletto)
  • Ladislao Dentice † (1º luglio 1450 - 1476 deceduto)
  • Pietro Ranzano, O.P. † (5 ottobre 1476 - 1492 deceduto)
  • Giambattista Contestabili † (2 dicembre 1493 - 1496 deceduto)
  • Antonio Torres, O.S.H. † (7 novembre 1496 - 17 aprile 1497 nominato vescovo di Sutri e Nepi)
  • Raffaele Rocca † (17 aprile 1497 - 21 ottobre 1500 nominato vescovo di Capri)
  • Giovanni di Luigi, O.Carm. † (25 ottobre 1500 - 27 agosto 1512 nominato vescovo di Sant'Agata de' Goti)
  • Alfonso Carafa † (27 agosto 1512 - 1534 deceduto)
  • Michele Visconti † (26 febbraio 1535 - 1538 deceduto)
  • Enrique de Villalobos † (29 luglio 1538 - 5 novembre 1540 nominato vescovo di Squillace)
Medaglia di Fabio Mignanelli, vescovo di Lucera
  • Fabio Mignanelli † (15 novembre 1540 - 17 maggio 1553 nominato amministratore apostolico di Grosseto)
  • Pietro De Petris † (17 maggio 1553 - 1580 deceduto)
  • Giulio Monaco † (4 novembre 1580 - 1581 deceduto)
  • Scipione Bozzuti † (14 febbraio 1582 - 5 o 6 maggio 1592 deceduto[26])
  • Marco Magnacervo, C.R. † (21 giugno 1593 - 29 luglio 1600 deceduto)
  • Fabio Aresti † (11 maggio 1601 - 30 aprile 1609 deceduto)
  • Lodovico Magio † (29 aprile 1609 - 1618 deceduto)
  • Fabrizio Suardi † (28 gennaio 1619 - 9 febbraio 1637 nominato vescovo di Caserta)
  • Bruno Sciamanna † (17 agosto 1637 - 10 marzo 1642 nominato vescovo di Caserta)
  • Tommaso d'Avalos, O.P. † (24 marzo 1642 - 4 dicembre 1642 deceduto)
  • Silvestro D'Afflitto, C.R. † (23 febbraio 1643 - agosto 1661 deceduto)
  • Giambattista Eustachio † (12 febbraio 1663 - settembre 1687 deceduto)
  • Domenico Morelli † (17 maggio 1688 - 15 luglio 1715 deceduto[27])
  • Domenico Maria Liguori, C.R. † (10 gennaio 1718 - 8 febbraio 1730 nominato vescovo di Cava)
  • Vincenzo Ferreri, O.P. † (8 febbraio 1730 - 4 ottobre 1733 deceduto)
  • Michele Marculli † (2 dicembre 1733 - prima del 25 maggio 1759 deceduto)
  • Giuseppe Maria Foschi † (28 maggio 1759 - 15 novembre 1776 deceduto)
    • Giuseppe Maria Rugilo † (1776 - 1778) (vescovo eletto)[28]
    • Sede vacante (1778-1792)
  • Giovanni Arcamone, C.R. † (27 febbraio 1792 - 13 agosto 1793 deceduto)
  • Alfonso Maria Freda † (29 gennaio 1798 - 12 agosto 1817 deceduto[29])
  • Andrea Portanova † (6 aprile 1818 - 12 luglio 1840 deceduto)
    • Sede vacante (1840-1843)
  • Giuseppe Jannuzzi † (19 giugno 1843 - 21 agosto 1871 deceduto)
  • Giuseppe Maria Cotellessa † (23 febbraio 1872 - 22 maggio 1889 deceduto)
  • Carmelo Ciotola † (14 dicembre 1891 - 20 febbraio 1892 deceduto[30])
  • Giuseppe Consenti, C.SS.R. † (12 giugno 1893 - 13 novembre 1907 deceduto)
  • Lorenzo Chieppa † (23 giugno 1909 - 15 ottobre 1918 deceduto)
  • Giuseppe di Girolamo † (21 aprile 1920 - 1º gennaio 1941 dimesso[31])
  • Domenico Vendola † (21 luglio 1941 - 7 gennaio 1963 dimesso[32])
  • Antonio Cunial † (21 marzo 1963 - 9 marzo 1970 nominato vescovo di Vittorio Veneto)
  • Angelo Criscito † (27 giugno 1970 - 7 settembre 1985 ritirato)
  • Carmelo Cassati, M.S.C. † (7 settembre 1985 - 30 settembre 1986 dimesso)

Vescovi di Troia[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi di Lucera-Troia[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 61.065 persone contava 56.988 battezzati, corrispondenti al 93,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 104.700 105.000 99,7 103 84 19 1.016 27 85 21
1969 97.271 98.153 99,1 78 54 24 1.247 34 118 24
1980 94.300 96.000 98,2 74 53 21 1.274 23 96 25
1990 75.000 78.100 96,0 90 69 21 833 23 86 32
1999 73.000 76.280 95,7 82 62 20 890 2 24 86 33
2000 74.000 77.000 96,1 82 62 20 902 3 27 86 33
2001 74.000 77.000 96,1 83 64 19 891 4 26 86 33
2002 74.000 77.000 96,1 83 64 19 891 4 26 86 33
2003 74.000 76.543 96,7 84 65 19 880 4 26 86 33
2004 74.000 76.543 96,7 83 64 19 891 4 26 86 33
2013 66.000 67.000 98,5 74 54 20 891 7 26 28 33
2016 66.300 67.600 98,1 75 55 20 884 6 24 28 33
2019 59.850 66.840 89,5 66 51 15 906 5 18 29 33
2021 56.988 61.065 93,3 67 45 22 850 5 22 29 33

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Schiraldi, La diocesi di Lucera..., pp. 256-257 e 263-264. Giorgio Otranto, Agiografia e origini del cristianesimo in Puglia, in Bizantini, Longobardi e Arabi in Puglia nell'Alto Medioevo, Atti del XX Congresso internazionale di studio sull'alto medioevo, Spoleto, 2012, pp. 165-166.
  2. ^ Schiraldi, La diocesi di Lucera..., pp. 264-265. Otranto, Agiografia e origini..., p. 166.
  3. ^ Schiraldi, La diocesi di Lucera..., pp. 265-266. Otranto, Agiografia e origini..., p. 166.
  4. ^ Ada Campione, Donatella Nuzzo, La Daunia alle origini cristiane, Bari, Edipuglia, 1999, p. 87.
  5. ^ Dionisio Morlacco, Il culto di Santa Maria Patrona, in Benignitas et Humanitas, a cura di Giuseppe Trincucci, Foggia, Litostampa, 2007, p. 201.
  6. ^ Antonetti, Alcune note sulla Chiesa lucerina..., pp. 105-106.
  7. ^ Tonino Del Duca, Origine, vita e distruzione della colonia saracena di Lucera.
  8. ^ Schiraldi, La comunità cristiana di Lucera..., pp. 67-68.
  9. ^ Schiraldi, Rinascimento cristiano..., pp. 181-184.
  10. ^ (LA) Immutatio finium dioecesum, AAS 6 (1914), p. 188
  11. ^ (LA) Decreto Archidioecesis Beneventana, AAS 8 (1916), pp. 102-103.
  12. ^ Gazzetta ufficiale, Serie generale, Anno 127, nº 261, decreto del 25 ottobre 1986, art. 1, pp. 23-24.
  13. ^ Potrebbe trattarsi nell'anonimo vescovo che secondo Ferdinando Ughelli sarebbe morto nel 1219.
  14. ^ Kamp, Kirche und Monarchie..., I, p. 277.
  15. ^ Secondo i registri di papa Alessandro IV, la diocesi era vacante da octo annos et amplius quando il papa impose sulla sede di Lucera il vescovo Alferio.
  16. ^ Kamp, Kirche und Monarchie..., I, pp. 278-279..
  17. ^ Antonetti, I vescovi di Lucera del XIII secolo..., pp. 65-72.
  18. ^ Il sigillo di Aymardo, vescovo di Lucera durante gli anni della depopulatio, su Lucera: memoria e cultura.
  19. ^ Ughelli e Gams parlano di due Stefano distinti; Schiraldi (La comunità cristiana di Lucera nell'alto e basso medioevo, p. 62) ipotizza che il successivo Giovanni potesse avere come secondo nome Stefano.
  20. ^ Massimiliano Monaco, Agostino da Traù. Un domenicano croato vescovo di Lucera, Lucera, 2001.
  21. ^ Antonio Antonetti, Ruggero di Lavello, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani - Volume 89, 2017
  22. ^ Antonio Antonetti, Due vescovi della Capitanata angioina. Qualche spunto per un approccio prosopografico allo studio dell’episcopato del regno di Sicilia nel tardo medioevo, "Itinerari di ricerca storica", XXX 2016 n. 1 (nuova serie), p. 127: "Nel 1341 (Antonio di San Severo, tesoriere della cattedrale lucerina) giunse all’apice della sua carriera con l’elezione a vescovo di Lucera/Città di Santa Maria. L’intervento manu armata di Cristoforo d’Aquino, dominus castri Pontisalbaneti, e di Rinaldo de Fulgineo, i quali irruppero nella cattedrale durante la procedura elettiva, vanificò l’elezione e costrinsero i canonici a votare per Tommaso Aldomorisco, chierico napoletano e domesticus dell’arcivescovo di Benevento, Arnaldo. Antonio si rivolse alla sede apostolica e ottenne giustizia nel gennaio del 1348 con l’intervento di Clemente VI in suo favore."
  23. ^ Antonio Antonetti, op. cit., pp. 121-130, [1]
  24. ^ Secondo Gams, tra Tommaso di Acerno e Bartolomeo II è collocato Luca Gentili.
  25. ^ Vincenzo di Sabato (Storia ed arte nelle chiese e conventi di Lucera, Foggia, 1971, p. 632) inserisce nella cronotassi di Lucera una serie di vescovi non documentati in altre fonti e assenti in Eubel: Francesco (1412-1422 traslato a sede ignota), Giacomo (1440-1443 traslato a Orvieto) e Bartolomeo (1443-1450). Si tratta in realtà di vescovi di Luceriae Christianorum, ossia di Nocera in Campania.
  26. ^ Fabio Mutinelli, Storia arcana ed aneddotica d'Italia, raccontata dai Veneti ambasciatori, Venezia, 1856, vol. II, pp. 167-169.
  27. ^ Liber Defunctorum A. D. 1715, n° 78, Archivio della Cattedrale di Lucera (cf. G. Ottaviano, Cronache di altri tempi. Il canonico Corrado, VI parte, 'il Foglietto' del 17 novembre 1898, p. 1).
  28. ^ AA. VV., Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli ecc., Tomo XII, Napoli, 1827.
  29. ^ Archivio di Stato di Foggia - Sezione di Lucera, Atti dello Stato Civile, Serie I, Morti 1816-1817, n° d'ordine 771 (cf. F. Villani, La Nuova Arpi. Cenni storici e biografici riguardanti la città di Foggia, Salerno, 1876, p. 302).
  30. ^ Necrologio di Mons. Carmine Ciotola, in La carità e l'orfanello del Padre Lodovico da Casoria, Anno XXVI, Vol. XLVI, fasc. IV - Aprile, Napoli, 1892, pp. 250-252.
  31. ^ Nominato arcivescovo titolare di Marcianopoli.
  32. ^ Nominato vescovo titolare di Eudossiade.
  33. ^ Eletto da papa Benedetto VIII; il suo nome appare in una formella della porta minore della cattedrale di Troia, del 1127. Ada Campione, Note per la ricostruzione del dossier agiografico di Secondino vescovo di Aecae, in Vetera Christianorum 40 (2003), p. 286, nota 91 (l'autrice riporta il nome di Onorio). Mario De Santis, La "Civitas Troiana" e la sua Cattedrale Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., pp. 89-90 e p. 105 (nota 9).
  34. ^ a b c d e f g h i j Dal Chronici Trojani fragmentum.
  35. ^ Norbert Kamp, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266 ; 2, Apulien und Kalabrien, p. 525.
  36. ^ a b c d Antonio Antonetti, Le elezioni episcopali e i vescovi della rinascita troiana (1266-1284), in Carte di Puglia, anno XV, nº 2, dicembre 2013, pp. 31-42.
  37. ^ Gams e Cappelletti distinguono erroneamente due vescovi, Pietro de Barbuco e Matteo.
  38. ^ Secondo Eubel, tra Rogerio e Pietro, c'è un altro Pietro de Cateneto, O.F.M.
  39. ^ Vescovo menzionato da Gams; secondo Eubel potrebbe appartenere alla sede titolare di Troade, perché nelle bolle pontificie a Nicola succede Bartolomeo.
  40. ^ Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Areopoli.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Per la sede di Lucera[modifica | modifica wikitesto]

Per la sede di Troia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN159323445 · WorldCat Identities (ENviaf-159323445