Vergine consacrata

Nella Chiesa cattolica, una vergine consacrata è una donna vergine che è stata consacrata dalla Chiesa come sposa di Cristo. Le vergini sono consacrate dal vescovo diocesano secondo il rito liturgico approvato, sono tenute a mantenere la verginità perpetua in quanto sposate a Cristo e si dedicano al servizio della Chiesa.
Le vergini consacrate dedicano il loro tempo alle opere di penitenza e di misericordia, all'attività apostolica e alla preghiera, secondo il loro stato di vita e i loro doni spirituali. Una vergine consacrata può vivere o come monaca in alcuni ordini monastici o "nel mondo" sotto la vigilanza del suo vescovo.
Nel 1962 fu rivisto il rito di consacrazione delle vergini (in latino: De Benedictione et Consecratione Virginum, "La benedizione e la consacrazione delle vergini"), la prima revisione di questo tipo dal 1595. Il Concilio Vaticano II richiese un'ulteriore revisione. Dopo aver creato diverse bozze del rito, il comitato incaricato della revisione introdusse una variante che permetteva alle vergini "viventi nel mondo" di ricevere nuovamente la consacrazione di vergini, abrogando un divieto che era stato introdotto circa 800 anni prima. Così, il rituale vigente, l'Ordo Consecrationis Virginum contenuto nel Pontificale Romano e promulgato da papa Paolo VI nel 1970,[1] permette sia alle monache di alcuni ordini che alle vergini "viventi nel mondo" di essere consacrate. Questa solenne preghiera consacratoria da parte del vescovo fu conferita ininterrottamente nei secoli alle vergini fin dall'età apostolica.
Il Codice di Diritto Canonico del 1983 e l'esortazione apostolica Vita Consecrata di papa Giovanni Paolo II del 1996 parlano del "rifiorito Ordine delle Vergini" (Ordo Virginum), i cui membri sono entrambi spose di Cristo e rappresentano la Chiesa come Sposa dell'Agnello. Secondo le stime ricavate dai registri diocesani, al 2023 il numero di vergini consacrate viventi in tutto il mondo si aggira intorno alle 5.000 unità.[2][3]
In vista dell'imminente 50º anniversario della reintroduzione, il Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica ha emanato nel luglio 2018 l'istruzione Ecclesia Sponsae imago.[4] Secondo il diritto canonico, le vergini consacrate non fanno la professione pubblica dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza.[5]
Storia
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La castità è una delle sette virtù della tradizione cristiana, elencata da Gregorio Magno alla fine del VI secolo. L'elogio della castità o del celibato come virtù religiosa è già presente nel Nuovo Testamento, soprattutto in 1 Corinzi 7,34[6], in cui l'apostolo Paolo suggerisce un ruolo speciale per le vergini o le donne non sposate (ἡ γυνὴ καὶ ἡ παρθένος ἡ ἄγαμος) in quanto più adatte alle "cose del Signore" (μεριμνᾷ τὰ τοῦ κυρίου). In 2 Corinzi 11,2[7], Paolo allude alla metafora della Chiesa come sposa di Cristo rivolgendosi alla comunità: "Vi ho sposato a un solo sposo, per presentarvi come una vergine casta a Cristo".
Nell'agiografia cristiana si trovano numerose testimonianze di vergini martiri pre-nicene, come Margherita di Antiochia, Agnese di Roma, Eufemia di Calcedonia e Lucia di Siracusa.
Nella teologia dei Padri della Chiesa, il prototipo della sacra vergine è la Beata Vergine Maria, consacrata dallo Spirito Santo al tempo dell'Annunciazione.[8] La verginità perpetua di Maria fu ampiamente sostenuta come dogma dai Padri della Chiesa a partire dal IV secolo. La tradizione di una forma rituale della consacrazione risale anch'essa al IV secolo, ma è opinione diffusa che una consacrazione più informale sia stata impartita alle donne consacrate dai loro vescovi fin dall'età apostolica.[9]
Il primo rito formale di consacrazione conosciuto è quello di santa Marcellina, del 353 d.C., citato nel De Virginibus da suo fratello sant'Ambrogio. Un'altra vergine consacrata è santa Genoveffa di Parigi (422- 512 ca). Le prime copie del rito provengono da alcuni dei primi sacramentari, come il sacramentario leonino del VII secolo.
Durante il periodo medievale, il rito della consacrazione fu mantenuto dagli ordini monastici, come i Benedettini e i Certosini. Questa consacrazione poteva avvenire in concomitanza o qualche tempo dopo la professione dei voti solenni. Tra le monache certosine, c'era la pratica unica di far indossare a queste vergini, oltre alla corona, una stola e un manipolo,[10] paramenti che in tutti gli altri casi erano riservati al clero maschile.
Nell'Alto Medioevo, la Consecratio Virginum è nota ai monasteri benedettini e cistercensi, è menzionata nella regola di santa Chiara d'Assisi e il suo conferimento facoltativo è previsto anche nelle costituzioni delle prime monache domenicane.[11]
Storia moderna
[modifica | modifica wikitesto]La rinascita del rito di consacrazione delle vergini in età moderna, per le donne che vivono al di fuori delle comunità religiose, è associato ad Anne Leflaive (1899-1987). La consacrazione delle vergini secondo l'uso della Chiesa antica fu sostenuta da alcuni vescovi francesi all'inizio del XX secolo. Leflaive fu indirizzata verso questa vocazione da François de Rovérié de Cabrières, vescovo di Montpellier. Ricevette la consacrazione nella cappella del Carmelo a Paray-le-Monial il 6 gennaio 1924, nel giorno del suo 25° compleanno, dal vescovo di Autun, Hyacinthe-Jean Chassagnon.
Negli anni Venti la richiesta di tali consacrazioni era in aumento e i vescovi chiesero chiarimenti alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata. La risposta data il 25 marzo 1927 fu negativa.[12] La Congregazione proibì la ripresa di questo tipo di consacrazione. Il decreto del 1927 sosteneva che la consacrazione delle vergini viventi nel mondo (in saeculo viventes) era da tempo caduta in disuso ed era in contraddizione con l'allora vigente Codice di diritto canonico del 1917. Si sosteneva inoltre che la consacrazione delle vergini, che avveniva nel modo più solenne in una Messa pontificale con una "cerimonia molto imponente", poteva rischiare di indurre le donne così consacrate a giudicare il loro status come superiore a quello delle monache, i cui voti solenni non sono accompagnati da cerimonie simili, e persino di distogliere alcune donne che altrimenti avrebbero scelto una vocazione monastica.[13]
Grazie all'impegno di Anne Leflaive nei decenni successivi, il divieto fu abolito nel 1970. Nel 1939, Leflaive fondò le missionarie laiche dell'Azione Cattolica, un istituto di donne celibi o vedove che vivevano nel mondo, che tuttavia fu soppresso nel 1946. A partire dagli anni '40, Leflaive entrò in contatto con Angelo Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII, e con Giovanni Montini, il futuro papa Paolo VI, che si dimostrarono ricettivi nei confronti delle sue idee. Negli anni Cinquanta, Leflaive si recò a Roma una volta all'anno per fare pressione in Vaticano per il ripristino del rito di consacrazione delle vergini. Nel 1934 pubblicò Study of the Consecrations of Virgins in the Roman Pontifical, riedito come Espouse du Christ nel 1956 e come La Femme et l'Eglise nel 1968. In un periodo in cui le confessioni riformate iniziavano a introdurre l'ordinazione delle donne, Leflaive respingeva rigorosamente tale possibilità, sostenendo che "Cristo e la sua Chiesa offrono alla donna un dono di grande abbondanza" nella forma della consacrazione delle vergini, già iscritta nel Pontificale Romano.[14]
Nel 1950 Pio XII promulgò la Sponsa Christi, una costituzione apostolica che trattava della vocazione delle monache e del loro ruolo nel preservare il patrimonio separato delle prime vergini. Ciò ravvivò l'interesse per la consacrazione di quest'ultime. Il Papa decretò che solo le monache che vivevano in clausura potevano ricevere la consacrazione liturgica delle vergini. Nel 1954 citò la Sponsa Christi nella sua enciclica Sacra virginitas per mostrare l'importanza dell'ufficio di coloro "che hanno fatto voto di castità a Dio"[15][16]:
Nel 1962 il rito De Benedictione et Consecratione Virginum fu rivisto per la prima volta dal XVI secolo. Nel 1963 il Concilio Vaticano II richiese un'ulteriore revisione.[17] Il rito rivisto fu approvato da papa Paolo VI e pubblicato nel 1970.[18]
Questa consacrazione poteva essere conferita sia alle monache degli ordini monastici che alle donne che vivevano nel mondo,[19] forma di vita che era stata riscontrata nella Chiesa primitiva.[20]
Il rito del 1970 dell'Ordo Consecrationis Virginum stabilisce i seguenti requisiti per le donne che vivono nel mondo per ricevere la consacrazione[1]:
La vergine appena consacrata riceve ancora un velo come segno della sua consacrazione, come nei tempi antichi. Il simbolismo nuziale del rito si manifestava in particolare nel conferimento del velo alla vergine da parte del vescovo, come si evince dagli scritti di Ambrogio di Milano e dalle più antiche fonti liturgiche.[21]
Le vergini consacrate appartengono alla vita consacrata. Quelle che vivono nel mondo non sono sostenute economicamente dal loro vescovo, ma devono provvedere da sole al proprio mantenimento.[22] Tuttavia, nella Chiesa primitiva, una parte delle decime era destinata al sostegno economico delle vergini (Cost. Apost. VIII, 30). Le vergini consacrate svolgono professioni che variano da quella di insegnante e avvocato a quella di vigile del fuoco.[23]
Nel 1972 Elizabeth Bailey fu la prima vergine ad essere consacrata secondo il rito rivisto in Inghilterra e la prima vergine consacrata vivente al mondo dal III secolo (residente in Gran Bretagna).[24]
Il numero di vergini consacrate con il rito del 1970 è cresciuto a migliaia nel corso di quattro decenni. Nel 2008, l'Associazione delle Vergini Consacrate degli Stati Uniti (USACV) ha fornito un'ipotesi di un numero totale di 3.000 vergini consacrate in 42 Paesi.[25] In un sondaggio del 2015, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha stabilito un numero stimato di 4.000 vergini consacrate in 78 Paesi, con una tendenza alla crescita, con un aumento previsto a circa 5.000 entro il 2018.[26]
Il decreto del 1970 stabilisce come requisito che le candidate "non si siano mai sposate né abbiano vissuto in aperta violazione della castità". Mentre la mancanza di un requisito rigoroso di verginità era solo implicita per omissione nel documento del 1970, il 4 luglio 2018 il Vaticano rilasciò una dichiarazione chiarificatrice, ammettendo esplicitamente che:
La dichiarazione fu pubblicata in risposta ai dubia sollevati dai vescovi a causa del crescente numero di donne che mostravano interesse per la vocazione. La nuova clausola lasciò al "buon giudizio e all'intuito" del vescovo il compito di discernere l'idoneità di una candidata alla sua vocazione.[4]
L'Associazione statunitense delle vergini consacrate divulgò una dichiarazione in cui definiva la nuova guida "scioccante" e "profondamente deludente", oltreché "intenzionalmente contorta e confusa"[27]:
L'istruzione Ecclesiae Sponsae Imago sull'Ordo virginum fu pubblicata dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica nel luglio 2018.[28] Nel giugno 2020 papa Francesco indirizzò una lettera alle vergini consacrate in occasione del 50° anniversario della promulgazione del rito rivisto della Consacrazione delle Vergini, definendo la loro vocazione come "un segno di speranza".[29]
Rito di consacrazione
[modifica | modifica wikitesto]Con il rito della consacrazione, il vescovo diocesano rende la vergine una persona sacra. La vergine che riceve la consacrazione appartiene alla vita consacrata e diventa membro dell'Ordine delle Vergini. Ricevendo la consacrazione sacramentale costitutiva, viene "elevata alla dignità di sposa di Cristo e unita da un vincolo indissolubile al Figlio di Dio". Il rito del Pontificale Romano ha due forme: una per conferire la consacrazione alle donne "che vivono nel mondo" e l'altra per le monache. Pertanto, l'Ordine delle Vergini ha membri che vivono nel mondo e membri che sono suore.
Sia la consacrazione di una vergine che vive nel mondo che quella di una suora sono riservate al loro vescovo diocesano; spetta a lui decidere le condizioni alle quali una vergine che vive nel mondo deve intraprendere una vita di verginità perpetua.
Il rito liturgico approvato con cui il vescovo consacra la candidata è il rito solenne della Consecratio Virginum. Il ministro abituale del rito di consacrazione è l'ordinario diocesano. La vergine consacrata si impegna alla verginità perpetua e a condurre una vita di preghiera e di servizio. Le viene "caldamente consigliato" di recitare quotidianamente la liturgia delle ore ed è incoraggiata -ma non obbligata- adire anche le lodi mattutine e i vespri.[1][30]
Il Codice di diritto canonico del 1983, afferma[31]:
§2. Le vergini possono riunirsi in associazioni per osservare più fedelmente il loro proposito e aiutarsi reciprocamente nello svolgere quel servizio alla Chiesa che è confacente al loro stato.
§3.n Il riconoscimento e l’erezione di tali associazioni a livello diocesano compete al Vescovo diocesano, nell’ambito del suo territorio, a livello nazionale compete alla Conferenza episcopale, nell’ambito del proprio territorio.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Ordo Consecrationis Virginum (31 maggio 1970), AAS 62 (1970) 650
- ^ Bernadette Mary Reis, "Church reproposes Order of Virgins 50 years after its restoration", Vatican News, 4 luglio 2018.
- ^ (EN) Southern Nebraska Register, Consecrated virgins living in the world, su Catholic Diocese of Lincoln, 3 novembre 2023. URL consultato il 30 luglio 2024.
- ^ a b João Braz de Aviz, José Rodríguez Carballo, Istruzione "Ecclesiae Sponsae Imago" sull'"Ordo virginum", pubblicato il 4 luglio 2018 e datato 8 giugno 2018 ("approvato dal Santo Padre in udienza l'8 giugno 2018"). Paragrafo 88: "Nell'orientamento vocazionale e quando è necessario descrivere le caratteristiche di questa vocazione e i requisiti per l'ammissione alla consacrazione, la condizione di verginità sarà presentata a partire dal ricco simbolismo dei suoi fondamenti biblici, nel quadro di una visione antropologica solidamente fondata sulla rivelazione cristiana. Su questa base le diverse dimensioni, fisica, psicologica e spirituale, vengono integrate e considerate nella loro connessione dinamica con la storia vissuta della persona e nell'apertura all'azione incessante della grazia divina che la orienta, la guida e la rinvigorisce sul cammino della santità. Come un tesoro di inestimabile valore che Dio riversa in vasi di argilla (cfr. 2 Cor 4,7), questa vocazione è davvero un dono immeritato. Incontra la persona nella sua effettiva umanità, sempre bisognosa di redenzione e desiderosa del senso pieno della sua esistenza. Essa trova la sua origine e il suo centro dinamico nella grazia di Dio, che agisce incessantemente con la tenerezza e la forza del suo amore misericordioso nelle vicende spesso complesse e talvolta contraddittorie della vita umana, aiutando la persona a cogliere la sua unicità e l'unità del suo essere, consentendole di fare un dono totale di sé. In questo contesto va tenuto presente che la chiamata a testimoniare l'amore verginale, sponsale e fecondo della Chiesa per Cristo non è riducibile al simbolo dell'integrità fisica. Pertanto, l'aver mantenuto il proprio corpo in perfetta continenza o l'aver praticato in modo esemplare la virtù della castità, pur essendo di grande importanza ai fini del discernimento, non sono requisiti essenziali in assenza dei quali non è possibile l'ammissione alla consacrazione. Il discernimento richiede quindi buon senso e intuito e deve essere effettuato individualmente. Ogni aspirante e candidata è chiamata a esaminare la propria vocazione in relazione alla propria storia personale, in onestà e autenticità davanti a Dio e con l'aiuto di un accompagnamento spirituale."
- ^ La vocazione della vita eremitica/anacoretica è regolata dal canone 603 CIC, mentre la definizione di vocazione delle vergini consacrate è normata dal canone 604 CIC
- ^ 1 Corinzi 7,34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2 Corinzi 11,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Ai partecipanti al congresso internazionale dell'Ordo Virginum, su vatican.va, 15 maggio 2008. URL consultato il 18 marzo 2022.
- ^ Amy Brown Hughes, Virginity in the Christian Tradition, in St Andrews Encyclopaedia of Theology, 29 giugno 2023.
- ^ Carthusian Nuns and the Use of the Maniple and Stole, su liturgicalartsjournal.com.
- ^ Marianne Schlosser, Alt – aber nicht veraltet, Die Jungfrauenweihe als Weg der Christusnachfolge, in Ordenskorrespondenz Köln p. 27, 1992
- ^ AAS 19, 15 marzo 1927.
- ^ "Maroto ritiene che l'antico uso di conferire la Consecratio Virginum a donne in saeculo viventes sia stato o espressamente abolito da leggi ecclesiastici o caduto in disuso da molto tempo; inoltre, rileva che il Codice di diritto canonico all'epoca vigente non contiene alcuna norma a questo proposito, per cui la disciplina applicabile è solo quella desumibile dal Pontificale, anzi l'antica disciplina della Consecratio Virginum risulta essere inconciliabile con le norme giuridiche allora vigenti: innanzitutto, per il CIC/1917 solo lo stato religioso, con la professione dei tre consigli evangelici e la vita in comune, può dare un riconoscimento canonico pubblico; inoltre, solo il voto solenne di castità costituisce un impedimento matrimoniale dirimente e solo i membri di Ordini religiosi approvati possono emettere questo voto, per cui l'impegno di una vergine consacrata in saeculo viventes è equivalente a un voto semplice, privo di efficacia irritante di eventuali nozze, pur non essendo un voto privato e segreto. Jombart, pur ammettendo il valore della scelta verginale anche fuori del contesto della vita religiosa, sostiene che essa non può procurare tutti i mezzi di perfezione che si trovano invece nella clausura, nella vita in comune, nelle costituzioni e nella paterna vigilanza dei superiori; inoltre, il ricevere la consacrazione in una cerimonia molto imponente, potrebbe indurre le consacrate che vivono nel mondo a giudicare il loro stato superiore a quello delle religiose, distogliendo anche qualche donna dall'entrare in monastero." Katiuscia Scarpone, L'Ordine Delle Vergini, Sviluppo Storico e Profilo Canonico, Pontificia Università Lateranense, Instituto Teolotico Marchigiano (2003/4), 31f., citing F. Maroto, Sacra Congregatio de religiosis. De consecratione virginum in saeculo degentibus, CRM (1927), 160f.; E. Bolchi, La consacrazione nell'Ordo Virginum. Forma di vita e disciplina canonica, Pontificia Università Gregoriana (2002), 32–34.
- ^ Roux, Jacqueline, Anne Leflaive: Une vie pour la renaissance d’une vocation oubliée (2004), sintesi in inglese: consecratedvirgins.org.
- ^ Pope Pius XII. Sacra Virginitas, §3, marzo 25, 1954, Libreria Editrice Vaticana.
- ^ Pope Pius XII, Sacra Virginitatis, §15, 25 marzo 1954, su catholicnewsagency.com. URL consultato il 18 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
- ^ Sacrosanctum concilium, su vatican.va. URL consultato il 18 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2008).
- ^ Sacra Congregazione per il Culto Divino, Decree promulgating the new rite for the consecration of a virgin, 31 maggio 1970, AAS 62 (1970) p. 650.
- ^ Consecration to a life of virginity – introduction, No. III 3
- ^ "È motivo di gioia e di speranza assistere nel nostro tempo a una nuova fioritura dell'“antico Ordine delle Vergini”, conosciuto nelle comunità cristiane fin dai tempi apostolici. Consacrate dal vescovo diocesano, queste donne acquisiscono un legame particolare con la Chiesa, che si impegnano a servire pur rimanendo nel mondo. Da sole o in associazione con altre, esse costituiscono “una speciale immagine escatologica della Sposa celeste e della vita futura”, quando la Chiesa vivrà finalmente appieno il suo amore per Cristo Sposo." Vita Consecrata, Aesortazione apostolica di Pope John Paul II, 25 marzo 1996.
- ^ Instruction Ecclesiae Sponsae Imago on the Ordo virginum, 2018
- ^ Istruzione Ecclesia Sponsae Imago, n. 87 d)
- ^ Who are consecrated virgins? | United States Association of Consecrated Virgins, su consecratedvirgins.org. URL consultato il 17 luglio 2016.
- ^ Ann Treneman, The Vatican's virgin soldier | Lifestyle, in The Independent, 5 novembre 1996. URL consultato il 17 luglio 2016.
- ^ Who are consecrated virgins? | United States Association of Consecrated Virgins, su consecratedvirgins.org. URL consultato il 18 marzo 2022.
- ^ Does the Church require that consecrated virgins actually be virgins?, su Catholic News Agency. URL consultato il 18 marzo 2022.
- ^ Olivia Rudgard, "Consecrated virgins need not be virgins, says Vatican", The Telegraph, 16 luglio 2018.
- ^ Instruction "Ecclesiae Sponsae Imago" on the "Ordo virginum", su press.vatican.va. URL consultato il 18 marzo 2022.
- ^ Pope to Consecrated Virgins: Be women of mercy, experts in humanity - Vatican News, su vaticannews.va, giugno 2020.
- ^ Central elements of consecrated virginity | United States Association of Consecrated Virgins, su consecratedvirgins.org. URL consultato il 18 marzo 2022.
- ^ sec1 tit1 CIC II.I De Christefidelibus, Can. 604 § 1. Hisce vitae consecratae formis accedit ordo virginum quae, sanctum propositum emittentes Christum pressius sequendi, ab Episcopo dioecesano iuxte probatum ritum liturgicum Deo consecrantur, Christo Dei Filio mystice desponsantur et Ecclesiae servitio dedicantur. § 2. Ad suum propositum fidelius servandum et ad servitium Ecclesiae, proprio statui consonum, mutuo adiutorio perficiendum, virgines consociari possunt.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Suso Mayer OSB, Braut des Königs. Jungfräulichkeit in Kloster und Welt und Jungfrauenweihe. Beuron 1956, OCLC 23600278.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 20238 · LCCN (EN) sh85031240 · GND (DE) 4162911-5 · BNF (FR) cb11986876d (data) · J9U (EN, HE) 987007555411305171 |
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