Verbi latini

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Voce principale: Grammatica latina.

In latino il verbo è quella parte variabile del discorso che indica l'azione senza la quale non è possibile formare una frase. In latino, si distinguono quattro coniugazioni, due diatesi, tre modi, cinque forme verbali nominali e sei tempi.

Essendo il latino una lingua tendenzialmente SOV, il verbo si trova di solito alla fine di ogni proposizione. Il verbo, a seconda di forma, modo e tempo cambia la sua parte finale: questa modifica è chiamata coniugazione.

Il paradigma[modifica | modifica wikitesto]

In latino, ogni verbo ha un proprio paradigma.

Questo è solitamente composto da cinque voci che indicano:

  1. La prima persona singolare del presente indicativo attivo;
  2. La seconda persona singolare del presente indicativo attivo;
  3. La prima persona singolare del perfetto indicativo attivo;
  4. Il supino attivo del verbo;
  5. L'infinito presente attivo.

Nei lemmi dei verbi che si trovano su un dizionario latino, i verbi sono ordinati secondo la prima persona singolare del presente indicativo attivo e subito segue l'intero paradigma.

Dalla prima e dalla seconda voce si risale al tema del presente, utile per formare i tempi dell'infectum, dalla seconda e dalla quinta voce si risale alla coniugazione (la presenza della seconda persona personale è fondamentale per i verbi in io di terza coniugazione), dalla terza si ricava il tema del perfetto, che serve a formare alcuni tempi del perfectum e dalla quarta il tema del supino, indispensabile per i tempi composti passivi e per alcuni nomi o aggettivi verbali.

Per esempio:

laudo prima persona singolare presente indicativo attivo
laudas seconda persona singolare presente indicativo attivo lauda- tema del presente con vocale tematica a
laudavi prima persona singolare perfetto indicativo attivo laudav- tema del perfetto
laudatum supino attivo laudat- tema del supino
laudare infinito presente attivo -are: il verbo appartiene alla prima coniugazione

Le quattro coniugazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le coniugazioni si distinguono, esclusivamente nei tempi derivati dal tema del presente, in base alla vocale tematica e sono:

  1. tema in a, ad esempio laud-are;
  2. tema in ē, ad esempio mon-ēre;
  3. tema senza vocale tematica, con l'aggiunta:
    • di una ĕ, ad esempio leg-ĕre
    • di una ĭ, come cap-ĭo (infinito cap-ĕre per analogia: sono i cosiddetti verbi in -io di terza);
  4. tema in ī, ad esempio aud-īre.

Tutti i verbi regolari rientrano in una di queste coniugazioni.

Forme, modi e tempi[modifica | modifica wikitesto]

Forme[modifica | modifica wikitesto]

Sono due le forme che possono avere i verbi latini:

  • Attiva (cioè quando il soggetto compie l'azione)
  • Passiva (quando il soggetto subisce l'azione). Solo i verbi transitivi hanno forma passiva.

Esistono poi verbi detti deponenti che hanno forma passiva e significato attivo, e altri chiamati semideponenti che hanno alcuni tempi di forma e significato attivo, e alcuni tempi di forma passiva e significato attivo.

Modi[modifica | modifica wikitesto]

Indicativo: come il corrispondente italiano, è il modo della certezza. Al suo interno si distinguono sei tempi:

  • Presente;
«Mater laudat puellam»
«La madre loda la fanciulla»
  • Imperfetto;
«Mater laudabat puellam»
«La madre lodava la fanciulla»
  • Futuro semplice;
«Mater laudabit puellam»
«La madre loderà la fanciulla»
  • Perfetto;
«Mater laudavit puellam»
«La madre ha lodato/lodò/ebbe lodato la fanciulla»
  • Piuccheperfetto;
«Mater laudaverat puellam»
«La madre aveva lodato la fanciulla»
  • Futuro anteriore.
«Mater laudaverit puellam»
«La madre avrà lodato la fanciulla»

Congiuntivo: indica il dubbio, l'incertezza e la possibilità. È usato per tradurre anche il condizionale italiano. Ha quattro tempi:

  • Presente;
«Mater laudet puellam»
«Che la madre lodi la fanciulla»
  • Imperfetto;
«Mater laudaret puellam»
«Che la madre lodasse la fanciulla/La madre loderebbe la fanciulla»
  • Perfetto;
«Mater laudaverit puellam»
«Che la madre abbia lodato la fanciulla»
  • Piuccheperfetto;
«Mater laudavisset puellam»
«Che la madre avesse lodato la fanciulla/La madre avrebbe lodato la fanciulla»

Imperativo: è il modo dell'ordine. Diversamente dall'italiano, in latino esiste sia un imperativo presente che uno futuro.

«Mater, lauda puellam!»
«Madre, loda la fanciulla!»

Forme verbali nominali[modifica | modifica wikitesto]

Sono cinque e sono:

Tempi[modifica | modifica wikitesto]

I modi finiti hanno i seguenti tempi:

  • Tempi che si formano dal tema del presente (chiamati anche sistema dell'infectum):
    • Presente: indica azioni contemporanee a chi parla.
    • Imperfetto: corrisponde al tempo italiano e indica azioni che si svolgevano nel passato. Il congiuntivo imperfetto equivale anche al condizionale presente italiano.
    • Futuro semplice: indica azioni che si svolgeranno.
  • Tempi che si formano dal tema del perfetto (detti anche sistema del perfectum):

Coniugazione dei verbi regolari[modifica | modifica wikitesto]

Le desinenze personali[modifica | modifica wikitesto]

Esistono alcune desinenze caratteristiche di ognuna delle sei persone e si trovano in gran parte dei modi e dei tempi. Queste sono solitamente precedute dalla vocale tematica del verbo. Si distinguono tra l'attivo e il passivo e sono:[1][2]

Persona Attivo Passivo
1ª sing. /-m -r
2ª sing. -s -ris/-re
3ª sing. -t -tur
1ª plur. -mŭs -mur
2ª plur. -tis -mĭnī
3ª plur. -nt -ntur

Indicativo[modifica | modifica wikitesto]

Presente[modifica | modifica wikitesto]

Per formare il presente indicativo attivo si prende il tema del presente (1° voce del paradigma), si toglie la o e si aggiungono le desinenze personali. La prima persona singolare fa eccezione: nella prima e nella terza coniugazione sostituisce con una -o la vocale tematica e la -m; nella seconda e nella quarta solo la -m con la -o. La terza coniugazione cambia il tema e utilizza una i al posto della e.[3]

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-ō mon-ěō leg-ō aud-ĭō
laud-ăs mon-ĕs leg-ĭs aud-is
laud-ăt mon-ĕt leg-ĭt aud-it
laud-āmus mon-ēmus leg-ĭmus aud-īmus
laud-ātis mon-ētis leg-ĭtis aud-ītis
laud-ant mon-ent leg-unt aud-ĭunt

Stessa cosa per il passivo, con la sola differenza delle desinenze personali. La prima persona singolare aggiunge -or e non -r.

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-or mon-eor leg-or aud-ior
laud-aris mon-eris leg-eris aud-iris
laud-atur mon-etur leg-itur aud-itur
laud-amur mon-emur leg-imur aud-imur
laud-amini mon-emini leg-imini aud-imini
laud-antur mon-entur leg-untur aud-iuntur

Imperfetto[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda l'imperfetto, dopo il tema del presente si inserisce la vocale tematica, il suffisso ba e la desinenza personale. La quarta coniugazione utilizza a mo' di tema il dittongo ie. Questo, assieme all'allungamento della e di legebam per analogia con la seconda coniugazione.

La vocale a in latino identifica il passato (in effetti anche eram, imperfetto di sum ha una a), la b fu aggiunta per evitare confusioni con la prima persona plurale dell'indicativo presente attivo (si avrebbe avuto ama-a-mus che sarebbe diventato amāmus e quindi amavamo uguale ad amiamo).[4]

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-ābam mon-ēbam leg-ēbam aud-iēbam
laud-ābas mon-ēbas leg-ēbas aud-iēbas
laud-ābat mon-ēbat leg-ēbat aud-iēbat
laud-abāmus mon-ebāmus leg-ebāmus aud-iebāmus
laud-abātis mon-ebātis leg-ebātis aud-iebātis
laud-ābant mon-ēbant leg-ēbant aud-iēbant

Così per il passivo (si cambiano come sempre le desinenze personali)

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-ābar mon-ēbar leg-ēbar aud-iēbar
laud-abāris (-are) mon-ebāris (-are) leg-ebāris (-are) aud-iebāris (-are)
laud-abātur mon-ebātur leg-ebātur aud-iebātur
laud-abāmur mon-ebāmur leg-ebāmur aud-iebāmur
laud-abamĭni mon-ebamĭni leg-ebamĭni aud-iebamĭni
laud-abāntur mon-ebāntur leg-ebāntur aud-iebāntur

Futuro semplice[modifica | modifica wikitesto]

Il futuro semplice attivo presenta delle differenze tra le prime due coniugazioni e le altre. Infatti nelle prime la desinenza è formata dal tema, il suffisso bi e la desinenza personale (eccezion fatta per la prima singolare che va in -abo ed -ebo e per la terza plurale, che fa -abunt ed -ebunt). Per quanto riguarda la terza, la prima singolare esce in -am, le altre persone in e + la desinenza personale. La quarta aggiunge una i davanti alle uscite della terza.

Nell'antico indoeuropeo, non esisteva una vera forma per il futuro, ma si usava il congiuntivo. Nel latino arcaico le due forme, del congiuntivo presente e del futuro semplice si stavano separando, con forme in -am, -as... per il congiuntivo e in -am, -es per il futuro. Si spiegano così le desinenze della terza e della quarta coniugazione, i suffissi in -bo- delle prime due hanno un'origine oscura, ma molti glottologi sono ormai concordi nell'affermare che sia l'evoluzione di una forma perifrastica: si partirebbe da "laudare bhuo", cioè "io sia (sarei/sarò) nel lodare". "Bhuo" sarebbe un antico congiuntivo di sum, il cui congiuntivo attivo nel periodo classico è, infatti, "sim", residuo non di un congiuntivo proprio, bensì di un ottativo, scomparso in latino ma attivo in molte lingue indoeuropee. "Bh" ha dato vita, per esempio, al tema del perfetto "-fu-", bhui>fui. Ad ogni modo, "laudare bhuo" si sarebbe evoluto in "laudabo". Rimane poi un'antica forma di futuro in -so, come capso o faxo[5] (da capio e facio) (vedere il greco λύσω) rapidamente scomparsa ma che si può trovare negli autori più antichi.

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-ābo mon-ēbo leg-am aud-ĭam
laud-ābis mon-ēbis leg-es aud-ĭes
laud-ābit mon-ēbit leg-et aud-ĭet
laud-abĭmus mon-ebĭmus leg-ēmus aud-ĭemus
laud-abĭtis mon-ebĭtis leg-ētis aud-ĭetis
laud-ābunt mon-ēbunt leg-ent aud-ĭent

Per quanto riguarda il passivo, si ha tema + vocale tematica + bi + desinenza personale nelle prime due coniugazioni; per le altre tema + -e o -ie + desinenza . Ma:

  • la prima persona singolare di prima e seconda coniugazione fanno -or anziché -r;
  • la seconda persona singolare di prima e seconda coniugazione sostituisce -abi o -ebi con -abĕ o -ebĕ.
  • la prima persona singolare di terza e quarta coniugazione fa -ar o -iar al posto di -er o -ier.
  • la terza persona plurale di prima e seconda coniugazione fa -abu o -ebu anziché -abi o -ebi
1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-ābor mon-ēbor leg-ar aud-ĭar
laud-abĕris mon-ebĕris leg-ēris aud-iēris
laud-abĭtur mon-ebĭtur leg-ētur aud-iētur
laud-abĭmur mon-ebĭmur leg-ēmur aud-iēmur
laud-abimĭni mon-ebimĭni leg-emĭni aud-iemĭni
laud-abūntur mon-ebūntur leg-ēntur aud-iēntur

Perfetto[modifica | modifica wikitesto]

Il perfetto latino ha un suo tema (la terza voce del paradigma) e delle sue desinenze particolari. Corrisponde al Passato prossimo, Passato remoto, Trapassato remoto italiano. Per formare quello attivo si prende il tema del perfetto, si toglie la i finale e si aggiungono queste desinenze:[6]

Desinenze Esempio
-i laudav-i
-īstī laudav-isti
-it laudav-it
-ĭmus laudav-imus
-īstis laudav-istis
-ērunt laudav-erunt

Il passivo, invece, si comporta in maniera diversa nei tempi composti: aggiunge al participio perfetto del verbo, che si forma togliendo dal tema del supino -um e aggiungendo le desinenze di un aggettivo della I classe (-us, -a, -um), il verbo sum a un tempo particolare: per il perfetto sarà il presente.

Maschile Femminile Neutro
laudātus sum laudata sum laudatum sum
laudātus es laudata es laudatum es
laudātus est laudata est laudatum est
laudāti sumus laudatae sumus laudata sumus
laudāti estis laudatae estis laudata estis
laudāti sunt laudatae sunt laudata sunt

Ovviamente, quando le persone sono plurali, anche il participio perfetto viene declinato.[7]

Piuccheperfetto[modifica | modifica wikitesto]

Dal tema del perfetto deriva anche il piuccheperfetto. Corrisponde al Trapassato prossimo italiano. Per formarlo si aggiunge al tema del perfetto si aggiunge l'imperfetto del verbo sum (che è irregolare).[8] Si avrà quindi:

laudav-eram
laudav-eras
laudav-erat
laudav-eramus
laudav-eratis
laudav-erant

Per il passivo, si aggiunge al participio perfetto l'imperfetto di sum:

Maschile Femminile Neutro
laudātus eram laudata eram laudatum eram
laudātus eras laudata eras laudatum eras
laudātus erat laudata erat laudatum erat
laudāti eramus laudatae eramus laudata eramus
laudāti eratis laudatae eratis laudata eratis
laudāti erant laudatae erant laudata erant

Futuro anteriore o futuro secondo[modifica | modifica wikitesto]

E così anche per il futuro anteriore o futuro secondo[9], con la differenza che al posto dell'imperfetto è utilizzato il futuro semplice di sum, ma laudav-erint viene usato al posto di laudav-erunt. Anche questa è solo una regola pratica. -er- è un vero suffisso, derivato da -is- e la i è la vocale del futuro[senza fonte].

Infatti, una definizione dice che il futuro anteriore o futuro secondo si forma con il tema del perfetto, unito a -eri- o -er- nella prima persona singolare e alle desinenze personali.[10]

laudav-ero
laudav-eris
laudav-erit
laudav-erimus
laudav-eritis
laudav-erint

Come per il piuccheperfetto si coniuga il futuro anteriore passivo, posponendo al participio perfetto il futuro semplice di sum:

Maschile Femminile Neutro
laudātus ero laudata ero laudatum ero
laudātus eris laudata eris laudatum eris
laudātus erit laudata erit laudatum erit
laudāti erimus laudatae erimus laudata erimus
laudāti eritis laudatae eritis laudata eritis
laudāti erunt laudatae erunt laudata erunt

Congiuntivo[modifica | modifica wikitesto]

Presente[modifica | modifica wikitesto]

Il Presente congiuntivo attivo denota un cambiamento della vocale tematica dei verbi: per la prima coniugazione il tema diventa e, per la seconda le due vocali ea (che non formano dittongo), a per la terza e il dittongo ia per la quarta.

Della formazione di queste voci si è già trattato nella sezione relativa al futuro semplice indicativo, ma esiste un altro tipo di congiuntivo presente, che si può trovare, per esempio, in sum (sim, sis, sit...) rimanenza di un antico presente ottativo.

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-em mon-eam leg-am aud-iām
laud-es mon-eas leg-as aud-iās
laud-et mon-eat leg-at aud-iāt
laud-ēmus mon-eāmus leg-āmus aud-iāmus
laud-ētis mon-eātis leg-ātis aud-iātis
laud-ent mon-eant leg-ant aud-iant

Il passivo è uguale all'attivo, con la sola differenza delle desinenze personali.

1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
laud-er mon-ear leg-ar aud-iar
laud-ēris mon-eāris leg-āris aud-iāris
laud-ētur mon-eātur leg-ātur aud-iātur
laud-ēmur mon-eāmur leg-āmur aud-iāmur
laud-emĭni mon-eamĭni leg-amĭni aud-iamĭni
laud-ēntur mon-eāntur leg-āntur aud-iāntur

Per ricordare più facilmente le vocali tematiche del congiuntivo presente, si può fare ricorso a una formuletta: "Enea va via" ,che contiene in sequenza le vocali tematiche di tutte e quattro le coniugazioni -e- per la prima, -ea- per la seconda -a- per la terza ed -ia- per la quarta

Imperfetto[modifica | modifica wikitesto]

Per l'imperfetto congiuntivo, le desinenze personali vengono aggiunte all'infinito presente attivo del verbo (quinta voce del paradigma).[11] In verità, re è un vero e proprio suffisso temporale, che anticamente era *-se-. La s si è poi trasformata per rotacismo in r venendo a congiungersi con la forma dell'infinito. Soltanto nel verbo sum (infinito presente: esse) è rimasto l'antico suffisso. Così la regola pratica vale per tutte e quattro le coniugazioni e anche per i verbi irregolari. Sarà quindi:

lauda-rem
lauda-res
lauda-ret
lauda-remus
lauda-retis
lauda-rent

lo stesso per il passivo (al solito cambiano le desinenze)

lauda-rer
lauda-reris
lauda-retur
lauda-remur
lauda-remini
lauda-rentur

Perfetto[modifica | modifica wikitesto]

Il perfetto congiuntivo si forma aggiungendo al tema del perfetto -er-[12], una -i- (tipica dell'antico ottativo) e le desinenze personali:

laudav-erim
laudav-eris
laudav-erit
laudav-erimus
laudav-eritis
laudav-erint

Il passivo aggiunge al participio perfetto il congiuntivo presente di sum.

Maschile Femminile Neutro
laudātus sim laudata sim laudatum sim
laudatus sis laudata sis laudatum sis
laudatus sit laudata sit laudatum sit
laudāti simus laudatae simus laudata simus
laudati sitis laudatae sitis laudata sitis
laudati sint laudatae sint laudata sint

Piuccheperfetto[modifica | modifica wikitesto]

Per il piuccheperfetto congiuntivo invece si prende l'infinito perfetto del verbo (cioè il tema del perfetto seguito da -isse)[13] seguito dalle desinenze personali:

laudav-issem
laudav-isses
laudav-isset
laudav-issemus
laudav-issetis
laudav-issent

e, al passivo, il participio perfetto con l'imperfetto congiuntivo di sum:

Maschile Femminile Neutro
laudātus essem laudata essem laudatum essem
laudatus esses laudata esses laudatum esses
laudatus esset laudata esset laudatum esset
laudāti essemus laudatae essemus laudata essemus
laudati essetis laudatae essetis laudata essetis
laudati essent laudatae essent laudata essent

Usi del congiuntivo[modifica | modifica wikitesto]

  • il congiuntivo esortativo esprime una preghiera, un'esortazione o un incitamento. Il suo tempo è il congiuntivo presente e la sua negazione è ne (oppure nemo, nihil, nullus, umquam).

Esempio. Cum dignitate moriamur.[Moriamo con dignità]

  • Il congiuntivo dubitativo, la cui negazione è non, esprime dubbio, incertezza ed è sempre sotto forma di interrogazione diretta. In italiano per lo più è introdotto dal futuro o dal condizionale dei verbi servili "dovere" o "potere" che in latino sono fraseologici, quindi non espressi direttamente. Si usa il congiuntivo presente se l'incertezza riguarda il presente o il futuro; il congiuntivo imperfetto se l'incertezza riguarda il passato.

Esempi. Rogem te ut venias? non rogem ? [Dovrò pregarti di venire? non dovrò pregarti?]

Cur illum non defenderem ? [Perché non avrei dovuto difenderlo?]

  • Il congiuntivo potenziale esprime la possibilità di un fatto puramente immaginario. Il suo soggetto è quasi sempre indeterminato. È introdotto dal futuro o dal condizionale dei verbi servili "potere" o "dovere" che in latino sono fraseologici. La sua negazione è non. In latino si esprime con il congiuntivo presente o perfetto se la possibilità è riferita al presente o al futuro; con il congiuntivo imperfetto se la possibilità è riferita al passato. Reggono il congiuntivo potenziale anche le espressioni fieri potest ut (= può accadere che) e forsitan (= può darsi che).

Esempi. Hic dixĕrit quispiam [A questo punto qualcuno potrebbe dire] (Cicerone)

Quis hoc putaret ? [Chi avrebbe potuto credere questo?] (Cicerone)

  • Il congiuntivo ottativo o desiderativo esprime un desiderio o un augurio. In italiano è di solito introdotto dalle espressioni "volesse il cielo che..", "chissà se...", "oh se...!", ecc. In latino si usa la particella utinam. Il congiuntivo ottativo ha quattro tempi: il presente se il desiderio è ritenuto possibile nel presente, l'imperfetto se è ritenuto impossibile nel presente; il perfetto, se il desiderio è ritenuto possibile nel passato, il piuccheperfetto se è ritenuto impossibile nel passato.

Esempi. Utinam venias ! [Oh, se tu venissi!] (e ciò è possibile)

Utinam Fabius viveret ! [Oh, se Fabio vivesse!] (irreale poiché è morto)

Utinam id fecĕrit ! [Oh, se avesse fatto questo!] (possibile, dato che non so se l'abbia fatto o no).

Utinam id fecisset ! [Oh, se l'avesse fatto!] (irreale, poiché so che non l'ha fatto).

  • Il congiuntivo concessivo esprime cosa che si accetta come vera, anche se non sempre è ritenuta tale. In italiano è introdotto dalle espressioni "ammetto pure che...", "concediamo pure che..." che in latino si rendono con le particelle sane che segue subito il verbo o licet che solitamente lo precede.. La sua negazione è ne. Si usa il congiuntivo presente, se la concessione riguarda il presente, il congiuntivo perfetto se la concessione riguarda il passato.

Esempi. Ne sint in senectute vires; ne postulantur quidem [Ammettiamo che nella vecchiaia non vi siano le forze; ma in essa non si richiedono neppure] (Cicerone)

Fremant omnes licet, dicam quod sentio [Si mettano pure tutti a strepitare, io dirò quello che penso] (Cicerone)

  • Il congiuntivo suppositivo esprime una supposizione o un'ipotesi. In italiano è introdotto dalle espressioni "supponiamo" o "supposto che", "poniamo" o "posto che...". La sua negazione è non. I tempi usati sono il presente o il perfetto, se la supposizione è considerata come possibile rispettivamente nel presente o nel passato; l'imperfetto o il piuccheperfetto, quando la supposizione è considerata irreale.

Esempi. Roges me; nihil respondeam [Supponiamo che tu m'interroghi; io non ti risponderei nulla] Cicerone). (Qui c'è l'idea di possibilità).

Dedisses huic animo par corpus, fecisset quod optabat [Supponiamo che tu avessi potuto dare a questo animo un corpo conforme: egli avrebbe fatto ciò che desiderava] Plinio). (Supposizione irreale).[14]

Imperativo[modifica | modifica wikitesto]

L'imperativo latino, ha, a differenza dell'italiano, oltre ad un tempo presente anche uno futuro. Le sue forme sono tutte derivate dal tema del presente, ma le desinenze sono proprie. Per il presente, esistono soltanto la seconda persona singolare e plurale, mentre per il futuro esistono uscite sia per le seconde persone che per le terze.

Presente[modifica | modifica wikitesto]

Attivo

Si forma con il tema del presente seguito dalla vocale tematica e desinenza zero per la seconda singolare, il plurale si forma aggiungendo semplicemente te al presente, ma la vocale tematica della terza coniugazione passa da e a i.

Persona 1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
2° sing. laud-a mon-e leg-e aud-i
2° plur. laud-ate mon-ete leg-ite aud-ite
Passivo
Persona 1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
2° sing. laud-are mon-ere leg-ere aud-ire
2° plur. laud-amini mon-emini leg-imini aud-imini

Futuro[modifica | modifica wikitesto]

L'imperativo futuro non esiste in italiano, e in latino ha anche le terze persone.

Attivo

L'imperativo futuro attivo si forma aggiungendo una particella to alla forma presente. Il to viene posposto alla vocale tematica, che per la terza coniugazione diventa i alla seconda e terza singolare. La terza plurale si forma aggiungendo alla forma presente una n e to, ma per la terza e la quarta coniugazione la vocale tematica diventa, rispettivamente, u e iu.

Persona 1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
2° sing. laud-āto mon-eto leg-ito aud-ito
3° sing. laud-āto mon-eto leg-ito aud-ito
2° plur. laud-atote mon-etote leg-itote aud-itote
3° plur. laud-anto mon-ento leg-unto aud-iunto
Passivo

La forma passiva dell'imperativo futuro è usata pochissimo[15] e si forma semplicemente aggiungendo una r alle voci attive. Secondo rarissime testimonianze letterarie, in particolare inerenti al linguaggio sacrale, e come riportato nel trattato di grammatica antica De Verbo[16], esisterebbe una forma di seconda persona plurale, formata aggiungendo il suffisso minor alle forme dell'imperativo futuro attivo in tote, dopo aver rimosso questo suffisso: amaminor, moneminor, audiminor, legiminor.

Persona 1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
2° sing. laud-ātor mon-etor leg-itor aud-itor
3° sing. laud-ātor mon-etor leg-itor aud-itor
2° plur. laud-aminor mon-eminor leg-iminor aud-iminor[17]
3° plur. laud-antor mon-entor leg-untor aud-iuntor
Imperativo negativo

Per la seconda persona singolare e plurale l'imperativo negativo si rende con ne e il perfetto congiuntivo, se il comando è energico (es.: Ne fugĕritis, milites! = non scappate, soldati!). Si rende con la perifrasi noli, nolīte e l'infinito (anche con cave, cavēte o fac, facĭte ne e il congiuntivo presente) se il comando è dolce (es.: noli flēre; cave fleas = non piangere). Per le altre persone si usa ne e il congiuntivo presente, cioè il congiuntivo esortativo (es.: Ne difficilia optemus = non desideriamo le cose difficili).

Infinito[modifica | modifica wikitesto]

Il modo infinito ha tre tempi: presente, perfetto e futuro. Quest'ultimo si può tradurre in italiano con una perifrasi del tipo essere per/stare per + l'infinito presente del verbo.

Presente[modifica | modifica wikitesto]

Il presente si forma aggiungendo al tema del presente:

  • -are per la prima coniugazione;
  • -ēre per la seconda;
  • -ĕre per la terza;
  • -ire per la quarta.

Il passivo invece aggiunge queste desinenze:

  • -ari per la prima coniugazione;
  • -ēri per la seconda;
  • -i per la terza;
  • -iri per la quarta.
Forma 1ª coniugazione 2ª coniugazione 3ª coniugazione 4ª coniugazione
Attiva laud-are mon-ēre leg-ĕre aud-ire
Passiva laud-ari mon-ēri leg-i aud-iri

Perfetto[modifica | modifica wikitesto]

L'infinito perfetto invece aggiunge al tema del perfetto la desinenza isse, formata dal tipico -is- dei tempi del sistema del perfectum e dal -se dell'infinito presente. Si avrà quindi, per esempio, laudav-isse.

Il passivo aggiunge al participio perfetto l'infinito presente di sum (esse)

Numero Maschile Femminile Neutro
Singolare laudatum esse laudatam esse laudatum esse
Plurale laudatos esse laudatas esse laudata esse

Futuro[modifica | modifica wikitesto]

L'infinito futuro attivo si forma con il participio futuro + l'infinito presente di sum

Numero Maschile Femminile Neutro
Singolare laudaturum esse laudaturam esse laudaturum esse
Plurale laudaturos esse laudaturas esse laudatura esse

Il passivo vuole invece il supino del verbo (4° voce del paradigma) + iri (forma derivata dal verbo irregolare eo, che significa andare) Sarà quindi, per esempio, laudatum iri (traducibile come essere per essere lodato). In genere quindi si può dire che la forma infinita del futuro passivo esprime una intenzione o una volontà di fare qualcosa (quindi traducibile anche come intenzione di essere lodato)

Infinito storico-narrativo[modifica | modifica wikitesto]

L'infinito storico o descrittivo (detto anche narrativo) è usato al presente al posto dell'indicativo imperfetto con lo scopo di dare maggiore vivacità alla narrazione.

Esempio. Diem ex die ducĕre Haedui; conferri, comportari, adesse dicĕre [Gli Edui tiravano le cose in lungo; dicevano che lo si raccoglieva, che era in viaggio, che era in arrivo] (Cesare)

Gerundio[modifica | modifica wikitesto]

Il gerundio è la declinazione dell'infinito presente utilizzato come verbo sostantivato. Questa declinazione ha cinque casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, ablativo), ma il nominativo è l'infinito presente stesso. Le desinenze sono quelle di un nome della seconda declinazione con radice il tema del presente, ma prima di queste si aggiunge la vocale tematica (a per la prima, e per la seconda e l terza, ie per la quarta) il suffisso nd. Sarà quindi:

Caso In latino In italiano
Nom. laud-are lodare
Gen. laud-andi di lodare
Dat. laud-ando a lodare
Acc. (ad) laud-andum per lodare
Abl. laud-ando per lodare

Come si evince dalla tabella, solo il gerundio ablativo corrisponde al gerundio italiano in quanto rende il complemento di tempo assoluto e andrebbe tradotto nel lodare e cioè lodando. Il gerundio accusativo, utilizzato per le proposizioni finali, è quasi sempre accompagnato dalla preposizione ad, anche se molte volte non si ricorre per le finali al gerundio ma al gerundivo.

Il gerundio può essere accompagnato da un oggetto diretto solo nei casi genitivo o ablativo senza preposizione; negli altri casi (dativo, accusativo e ablativo con preposizione) si utilizza di norma il gerundivo. Anche nei due casi in cui si può utilizzare il gerundio, si preferisce l'uso del gerundivo, eccetto quando l'oggetto è rappresentato da un pronome neutro.

L'infinito declinato che dipende da un verbo non si traduce con il gerundio: infatti nella frase Decisi di venire, non si esprime una declinazione dell'infinito, ma una subordinata oggettiva.

Gerundivo[modifica | modifica wikitesto]

Il gerundivo è un aggettivo verbale di sola forma passiva che indica necessità e bisogno.

«Puella laudanda »
«La fanciulla da lodare»

Si forma aggiungendo al tema del presente i suffissi:

  • -and- per la prima coniugazione;
  • -end- per la seconda e la terza;
  • -iend- per la quarta

e le uscite di un aggettivo della prima classe (-us, -a, -um)

Caso Masc. sing. Masc. plur. Femm. sing. Femm. plur. Neutro sing. Neutro plur.
Nom. laud-andus laud-andi laud-anda laud-andae laud-andum laud-anda
Gen. laud-andi laud-andorum laud-andae laud-andarum laud-andi laud-andorum
Dat. laud-ando laud-andis laud-andae laud-andis laud-ando laud-andis
Acc. laud-andum laud-andos laud-andam laud-andas laud-andum laud-anda
Voc. laud-ande laud-andi laud-anda laud-andae laud-andum laud-anda
Abl. laud-ando laud-andis laud-anda laud-andis laud-ando laud-andis

Questo modo è molto utilizzato nella costruzione chiamata perifrastica passiva (gerundivo + verbo essere) che esprime l'idea passiva del dovere:

«Puella laudanda est matri»
«La fanciulla è da lodare/va lodata dalla madre»

L'agente va in dativo, ma per evitare confusioni si può trovare anche nella solita costruzione di a/ab e ablativo.

Participio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Participio latino.

In latino il participio ha tre tempi: presente, perfetto e, a differenza dell'italiano, anche il futuro.

Presente[modifica | modifica wikitesto]

Di significato uguale all'italiano, si forma aggiungendo al tema del presente le desinenze:

  • -ans, -antis per la prima coniugazione;
  • -ens, -entis per la seconda e la terza;
  • -iens, -ientis per la quarta.

Si declina poi come un nome del terzo gruppo della terza declinazione. L'ablativo singolare esce in -e quando il participio è usato come sostantivo, in -i quando aggettivo.

Caso Singolare Plurale maschile o femminile Plurale neutro
Nominativo laud-ans laud-antes laud-antia
Genitivo laud-antis laud-antium laud-antium
Dativo laud-anti laud-antibus laud-antibus
Accusativo laud-antem laud-antes laud-antia
Vocativo laud-ans laud-antes laud-antia
Ablativo laud-anti/e laud-antibus laud-antibus

Perfetto[modifica | modifica wikitesto]

Il participio perfetto, oltre ad avere un significato proprio identico al participio passato italiano, come nella nostra lingua è importante per formare i tempi composti della forma passiva. Come già detto in precedenza, si forma posponendo al tema del supino (4° voce del paradigma), le desinenze di un aggettivo della prima classe. Sarà quindi:

Caso Masc. sing. Femm. sing. Neutro sing. Masc. plur. Femm. plur. Neutro plur.
Nominativo Laudat-us Laudat-a Laudat-um Laudat-i Laudat-ae Laudat-a
Genitivo Laudat-i Laudat-ae Laudat-i Laudat-orum Laudat-arum Laudat-orum
Dativo Laudat-o Laudat-ae Laudat-o Laudat-is Laudat-is Laudat-is
Accusativo Laudat-um Laudat-am Laudat-um Laudat-os Laudat-as Laudat-a
Vocativo Laudat-e Laudat-a Laudat-um Laudat-i Laudat-ae Laudat-a
Ablativo Laudat-o Laudat-a Laudat-o Laudat-is Laudat-is Laudat-is

Futuro[modifica | modifica wikitesto]

Il participio futuro non esiste più in italiano: può essere tradotto tramite una perifrasi del tipo che + il verbo al futuro semplice (laudaturus sarà che loderà). Questa forma rimane però in alcune parole italiane che terminano in -uro, come nascituro (che nascerà) o futuro (futurus è il participio futuro di sum e quindi che sarà). Per formarlo si aggiunge al tema del supino il suffisso -ur- e le desinenze di un aggettivo della prima classe.

Caso Masc. sing. Femm. sing. Neutro sing. Masc. plur. Femm. plur. Neutro plur.
Nominativo Laudat-urus Laudat-ura Laudat-urum Laudat-uri Laudat-urae Laudat-ura
Genitivo Laudat-uri Laudat-urae Laudat-uri Laudat-urorum Laudat-urarum Laudat-urorum
Dativo Laudat-uro Laudat-urae Laudat-uro Laudat-uris Laudat-uris Laudat-uris
Accusativo Laudat-urum Laudat-uram Laudat-urum Laudat-uros Laudat-uras Laudat-ura
Vocativo Laudat-ure Laudat-ura Laudat-urum Laudat-uri Laudat-urae Laudat-ura
Ablativo Laudat-uro Laudat-ura Laudat-uro Laudat-uris Laudat-uris Laudat-uris

Supino[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Supino.

Il supino è un nome verbale della quarta declinazione, 4° voce del paradigma di ogni verbo, che però presenta solo due casi:

  • Il supino attivo, o accusativo con desinenza -um (per esempio laudat-um)
  • Il supino passivo, o ablativo con desinenza -u (laudat-u). Si forma sostituendo la -um del tema del supino con una -u

Il supino attivo ha un valore di direzione o fine di un movimento (è a tutti gli effetti un accusativo). Si trova quindi nelle proposizioni che contengono verbi di moto con funzione finale e va quindi tradotto con una proposizione finale implicita:

«Mater ivit Romam laudatum puellam»
«La madre andò a Roma per lodare/a lodare la fanciulla.»

Il supino passivo ha una funzione di ablativo di limitazione usato spesso in relazione ad aggettivi come facilis, difficilis, horribilis:

«Facilis dictu »
«Facile a dirsi»

Verbi in -io della terza coniugazione[modifica | modifica wikitesto]

Quindici verbi della terza coniugazione, dodici attivi e tre deponenti, hanno alcune forme con tema in i tanto che questi sono a volte inseriti nella cosiddetta coniugazione mista. Questi verbi (come cupio, -is, cupivi, cupitum, cupere) sono perfettamente regolari tra i tempi del perfectum, mentre nelle forme dell'infectum il tema è in -i-, ma diventa -e- davanti ad una r o a fine parola, per il fenomeno del frangimento.

Indicativo presente attivo cup-i-o cup-i-s cup-i-t cup-i-mus cup-i-tis cup-i-unt
Indicativo imperfetto attivo cup-i-ebam cup-i-ebas cup-i-ebat cup-i-ebamus cup-i-ebatis cup-i-ebant
Indicativo futuro attivo cup-i-am cup-i-es cup-i-et cup-i-emus cup-i-etis cup-i-ent
Congiuntivo presente attivo cup-i-am cup-i-as cup-i-at cup-i-amus cup-i-atis cup-i-ant
Congiuntivo imperfetto attivo cup-e-rem cup-e-res cup-e-ret cup-e-remus cup-e-retis cup-e-rent
Imperativo presente attivo cup-e cup-i-te
Imperativo futuro cup-i-to cup-i-to cup-i-tote cup-i-unto

Verbi deponenti e semideponenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Verbi latini deponenti e semideponenti.

Alcuni verbi hanno deposto la forma attiva per quella passiva ma hanno mantenuto lo stesso significato. Questi sono detti deponenti. Formano come un regolare verbo passivo tutte le loro forme, ma hanno:

  • forma passiva e significato passivo per gerundivo e supino ablativo;
  • forma attiva e significato attivo per infinito futuro (hortaturus esse e non hortatum iri), gerundio e supino accusativo.

I verbi semideponenti hanno le forme derivate dal presente deponenti, ma regolari quelle dal perfetto. Il verbo revertor invece ha le voci dal perfetto regolari, quelle dal presente deponenti.

Coniugazione dei verbi irregolari[modifica | modifica wikitesto]

I verbi irregolari, o atematici sono quelli che non presentano temi fissi o non hanno la vocale tematica. Le irregolarità si presentano quasi esclusivamente tra le voci derivate dal tema del perfetto.

Sum, es, fui, esse[modifica | modifica wikitesto]

Il verbo essere in latino ha una funzione importantissima, ma una coniugazione altamente irregolare. È un verbo intransitivo quindi non ha forma passiva.

L'irregolarità principale di sum sta nel tema del presente (es), che diventa: s davanti a [i] o [u], er prima di un'altra vocale (rotacismo).

Indicativo presente s-um e-s e-st su-mus es-tis s-unt
Indicativo imperfetto er-am er-as er-at er-amus er-atis er-ant
Indicativo futuro semplice er-o er-is er-it er-imus er-itis er-unt
Indicativo perfetto fu-i fu-isti fu-it fu-imus fu-istis fu-erunt
Indicativo piuccheperfetto fu-eram fu-eras fu-erat fu-eramus fu-eratis fu-erant
Indicativo futuro anteriore fu-ero fu-eris fu-erit fu-erimus fu-eritis fu-erint
Congiuntivo presente s-im s-is s-it s-imus s-itis s-int[18]
Congiuntivo imperfetto es-sem es-ses es-set es-semus es-setis es-sent
Congiuntivo perfetto fu-erim fu-eris fu-erit fu-erimus fu-eritis fu-erint
Congiuntivo piuccheperfetto fu-issem fu-isses fu-isset fu-issemus fu-issetis fu-issent
Imperativo presente es es-te
Imperativo futuro es-to es-to es-tote s-unto

Si trovano, nel congiuntivo presente, anche le forme siem, sies, siet... e fuam, fuas, fuat...; per l'imperfetto congiuntivo esiste anche forem, fores, foret... Sono regolari le voci derivati dal tema del perfetto (fu-) Il verbo sum non ha supino, né gerundio, ha solo il participio futuro: futurus, -a, -um; l'infinito presente è esse[19], quello futuro futur-us, -a, -um, -i, -ae, -a esse oppure l'invariabile fore, quello perfetto fa regolarmente fu-isse Come sum si coniugano i composti, ma

  • absum e praesum hanno i participi presenti absens e praesens
  • prosum, che è formato da prod e sum mantiene la d prima delle vocali nei tempi derivati dal presente (proderam) ma la perde davanti a consonanti (prosunt)
  • possum (pot + sum) mantiene la t nei tempi derivati dal presente davanti a vocale (potes), ma la trasforma in s davanti a consonante (possunt). Manca dell'imperativo e ha il participio presente potens utilizzato però solo come aggettivo.

Fero, fers, tuli, latum, ferre[modifica | modifica wikitesto]

Questo verbo (portare) ha un'enorme diversità tra i temi (fer per il presente, tul per il perfetto e lat per il supino) e manca della vocale tematica, anche se a volte aggiunge una i. All'imperativo non ha desinenza, o meglio, ha desinenza zero.[20]

Indicativo presente attivo fer-o fer-s fer-t fer-i-mus fer-tis fer-unt
Indicativo presente passivo fer-or fer-ris fer-tur fer-i-mur fer-i-mini fer-untur
Indicativo imperfetto attivo fer-ebam fer-ebas fer-ebat fer-ebamus fer-ebatis fer-ebant
Indicativo imperfetto passivo fer-ebar fer-ebaris fer-ebatur fer-ebamur fer-ebamini fer-ebantur
Indicativo futuro attivo fer-am fer-es fer-et fer-emus fer-etis fer-ent
Indicativo futuro passivo fer-ar fer-eris fer-etur fer-emur fer-emini fer-entur
Congiuntivo presente attivo fer-am fer-as fer-at fer-amus fer-atis fer-ant
Congiuntivo presente passivo fer-ar fer-aris fer-atur fer-amur fer-amini fer-antur
Congiuntivo imperfetto attivo fer-rem fer-res fer-ret fer-remus fer-retis fer-rent
Congiuntivo imperfetto passivo fer-rer fer-reris fer-retur fer-remur fer-remini fer-rentur
Imperativo presente attivo fer fer-te
Imperativo futuro fer-to fer-to fer-tote fer-unto

Tutto il resto è regolare; non esiste imperativo passivo, l'infinito presente è ferre (passivo ferri). Per participio presente, gerundio e gerundivo fero si comporta come un verbo della seconda coniugazione.

Sul modello di fero si coniugano i suoi composti, ma il perfetto e il supino di suffero (avendo ceduto questi due modi a tollo,is,substuli,sublatum,tollere che li ha perduti per fero) sono, rispettivamente, sustinui e sustentum.[21]

Volo, nolo e malo[modifica | modifica wikitesto]

I tre verbi volo, nolo e malo significano volere, non volere e preferire. I loro paradigmi sono i seguenti:

volo vis volui velle
nolo non vis nolui nolle
malo mavis malui malle
Volo

Questo verbo presenta il tema in tre modi diversi: vol-, vel- e vi-

Indicativo presente volo vis vult volumus vultis volunt
Indicativo imperfetto vol-ebam vol-ebas vol-ebat vol-ebamus vol-ebatis vol-ebant
Indicativo futuro vol-am vol-es vol-et vol-emus vol-etis vol-ent
Congiuntivo presente vel-im vel-is vel-it vel-imus vel-itis vel-int[22]
Congiuntivo imperfetto vellem velles vellet vellemus velletis vellent

Mancano i tempi dal supino, l'imperativo; l'infinito presente è velle, il participio presente volens ha solo valore di aggettivo. Regolari i tempi derivati dal perfetto. Accanto a vult e vultis, arcaicamente, si trova volt e voltis; le forme di cortesia si vis e si vultis (se vuoi/se volete) possono essere contratte in sis e sultis

Nolo

Il verbo è formato da non e volo (significa infatti non volere), il non non si fonde nel verbo in alcune forme dell'indicativo presente.

Indicativo presente nolo non vis non vult nolumus non vultis nolunt
Indicativo imperfetto nol-ebam nol-ebas nol-ebat nol-ebamus nol-ebatis nol-ebant
Indicativo futuro nol-am nol-es nol-et nol-emus nol-etis nol-ent
Congiuntivo presente nol-im nol-is nol-it nol-imus nol-itis nol-int
Congiuntivo imperfetto nollem nolles nollet nollemus nolletis nollent
Imperativo presente noli nolite
Imperativo futuro nolito nolitote

Mancano i tempi dal supino, l'imperativo futuro ha solo le seconde persone; l'infinito presente è nolle, il participio presente nolens. Regolari i tempi derivati dal perfetto.

Malo

Il verbo è formato da magis e volo (letteralmente volere di più e quindi preferire) contratto prima in mavolo e poi ridottosi per similitudine a nolo in malo.

Indicativo presente malo mavis mavult malumus mavultis malunt
Indicativo imperfetto mal-ebam mal-ebas mal-ebat mal-ebamus mal-ebatis mal-ebant
Indicativo futuro mal-am mal-es mal-et mal-emus mal-etis mal-ent
Congiuntivo presente mal-im mal-is mal-it mal-imus mal-itis mal-int
Congiuntivo imperfetto mallem malles mallet mallemus malletis mallent

Mancano i temi dal supino, niente imperativo, il participio presente è malens e l'infinito presente malle.

Eo, is, ii/ivi, itum, ire[modifica | modifica wikitesto]

Questo verbo significa andare ed è intransitivo, ma ha forma passiva solo per la terza persona singolare e per le forme verbali nominali. Nelle voci derivate dal presente ha radice e davanti a vocale, i prima di consonante; A differenza di fero e volo, eo ha il futuro in -bo.

Indicativo presente e-o i-s i-t i-mus i-tis e-unt
Indicativo imperfetto i-bam i-bas i-bat i-bamus i-batis i-bant
Indicativo futuro i-bo i-bis i-bit i-bimus i-bitis i-bunt
Congiuntivo presente e-am e-as e-at e-amus e-atis e-ant
Congiuntivo imperfetto i-rem i-res i-ret i-remus i-retis i-rent
Imperativo presente i i-te
Imperativo futuro i-to i-to i-tote e-unto

Le forme passive sono le seguenti (equivalgono alle forme italiane si va e simili); nei tempi composti data l'assenza del participio perfetto, sono formate dal supino seguito dal verbo essere.

Indicativo presente i-tur
Indicativo imperfetto i-batur
Indicativo futuro i-bitur
Indicativo perfetto itum est
Indicativo piuccheperfetto itum erat
Indicativo futuro anteriore itum erit
Congiuntivo presente e-atur
Congiuntivo imperfetto i-retur
Congiuntivo perfetto itum sit
Congiuntivo piuccheperfetto itum esset

Il tema del perfetto può essere indifferentemente i- e iv- e le desinenze sono regolari.

L'infinito presente è ire (passivo iri), quello perfetto e quello futuro regolari, ma quello futuro non ha il passivo.

Il supino attivo è itum, il passivo fa regolarmente itu.

Non c'è participio perfetto, il presente è iens, euntis, il futuro iturus (passivo eundem). Il gerundio è eundi (genitivo), eundo (dativo), eundum (accusativo) e eundo (ablativo).

Composti di eo[modifica | modifica wikitesto]

Così come eo, si coniugano allo stesso modo i suoi numerosi composti. Mentre, però eo è intransitivo, alcuni dei suoi composti sono transitivi per effetto della preposizione (ab, ad eccetera), e ammettono dunque il passivo in diverse forme.

  1. ab-eo, -is, abii, abitum, abire, «andare via»;
  2. ad-eo, -is, adii, aditum, adire, «andare presso» e con significato transitivo, «incontrare»;
  3. ante-eo, -is, anteii, anteitum, anteire, «andare inanzi» e con significato transitivo, «superare»;
  4. circum-eo, -is, circumii, circumitum, circumire, «andare attorno» e con significato transitivo, «circondare»;
  5. co-eo, -is, coii, coitum, coire, «riunirsi» e con significato transitivo, «stringere» (un'alleanza);
  6. ex-eo, -is, exii, exitum, exire, «uscire»;
  7. in-eo,-is, inii, initum, inire, «entrare» e con significato transitivo, «intraprendere»;
  8. inter-eo, -is, interii, interitum, interire, «andare in rovina», «decadere»;
  9. ob-eo, -is, obii, obitum, obire, «andare verso» e con significato transitivo, «affrontare»;
  10. per-eo, -is, perii, perire, «perire», (pereo viene utilizzato come passivo di perdo, «mandare in rovina» ed è mancante di supino. Esiste però il participio futuro che è periturus);
  1. prae-eo, -is, praeii, praeitum, praeire, «precedere»;
  2. praeter-eo, -is, praeterii, praeteritum, praeterire, «passare oltre» e con significato transitivo, «lasciare indietro»;
  3. prod-eo, -is, prodii, proditum, prodire, «avanzare»;
  4. red-eo, -is, redii, reditum, redire, «tornare»;
  5. sub-eo, -is, subii, subitum, subire, «andare sotto» e con significato transitivo, «subire»;
  6. trans-eo, -is, transii, transitum, transire, «passare oltre» e con significato transitivo, «attraversare»;
  7. ven-eo, -is, venii, venitum, venire, «essere venduto» (composto di venum+eo, «andare in vendita», è usato come passivo di vendo, «dare in vendita», che ha soltanto le forme passive venditus e vendendus).

Appartenente alla quarta coniugazione è ambio, -is, ambii (o ambivi), ambitum, ambire, «andare intorno», anch'esso composto di eo (da amb+eo).

Sono composti di eo anche: queo, quis, quivi, quitum, quire, «potere», «essere in grado di», «capaci di» e nequeo, nequis, nequivi, nequitum, nequire, «non potere», «non essere in grado di», «non capaci di». Entrambi i verbi sono mancanti in molte forme (part. futuro, imperativo, supino, gerundivo e gerundio); alcune forme sono arcaiche, altre rare, altre ancora poetiche.

Indicativo presente queo (quis) quit (quimus) (quitis) queunt
Indicativo imperfetto (quibam) (quibat) (quibant)
Indicativo futuro (quibo) quibunt
Perfetto (quivi) quivit (o quiit) quiverunt
Futuro anteriore quivero
Congiuntivo presente queam queas queat queamus (queatis) queant
Congiuntivo imperfetto quirem quiret quirent
Congiuntivo perfetto quiverit (quiverint)
Infinito quire (al presente) quisse (al passato)
Participio Presente quiens queuntis
Indicativo presente nequeo (nequis) nequit (nequimus) nequitis nequeunt
Indicativo imperfetto (nequibam) nequibat nequibant
Indicativo futuro (nequibit) (nequibunt)
Perfetto nequivi nequivisti nequivit quiverunt
Piuccheperfetto nequiverat nequiverant
Congiuntivo presente nequeam nequeas nequeat nequeamus nequeant
Congiuntivo imperfetto nequirem nequiret nequirent
Infinito nequire (al presente) nequivisse o nequisse (al passato)
Participio Presente nequiens nequeuntis

Nota: tra parentesi vengono messe le forme utilizzate solamente da autori del periodo post-classico. Come si può notare molte forme non vengono neanche inserite, alcune vengono usate su queo, altre su nequeo.

Fio, fis, factus sum, fieri[modifica | modifica wikitesto]

Questo verbo significa divenire, accadere (solo nelle terze persone) e viene usato come passivo di facio (fare). È un verbo semideponente, perché ha le voci derivate dal presente attive e quelle dal tema del perfetto passive.

Indicativo presente fi-o fi-s fi-t fi-mus fi-tis fi-unt
Indicativo imperfetto fi-ebam fi-ebas fi-ebat fi-ebamus fi-ebatis fi-ebant
Indicativo perfetto factus, -a, -um (sum, es, est) facti, -ae, -a (sumus, estis, sunt)
Indicativo futuro fi-am fi-es fi-et fi-emus fi-etis fi-ent
Congiuntivo presente fi-am fi-as fi-at fi-amus fi-atis fi-ant
Congiuntivo imperfetto fie-rem fie-res fie-ret fie-remus fie-retis fie-rent
Imperativo presente fi fi-te
Imperativo futuro fi-to fi-to fi-tote

Tutte le voci derivanti dal perfetto si coniugano nello stesso modo, tranne che per il tempo del verbo essere. Si avrà infatti: eram, eras, erat / eramus, eratis, erant (Indicativo Piucheperfetto) ero, eris, erit / erimus, eritis, erunt (Indicativo Futuro Anteriore) sim,sis,sit / simus, sitis, sint (Congiuntivo Perfetto) essem, esses, esset / essemus, essetis, essent (Congiuntivo Piucheperfetto)

Il participio perfetto è factus, -a, -um, manca quello presente, faciendus il participio futuro. L'infinito presente è fiěri, quello perfetto factus esse e quello futuro factum iri.

Manca il gerundio, il gerundivo è faciendus, -a, -um.

Edo, edis, ēdi, ēsum, edĕre[modifica | modifica wikitesto]

Il verbo edĕre (= mangiare) accanto alla flessione regolare, ha in alcuni tempi (indicativo presente, infinito presente e tempi da esso derivati) forme secondarie atematiche che apparentemente coincidono con le voci del verbo sum, ma che in realtà sono diverse per la quantità della vocale radicale. Al presente indicativo seconda singolare si ha ēs oltre ad edis, alla seconda plurale si ha estis. Al congiuntivo imperfetto troviamo, oltre alle voci regolari, anche: essem, esses, esset, essēmus, essētis, essent. All'infinito presente, oltre a edĕre, c'è esse. All'imperativo presente incontriamo anche le forme ēs, este. All'imperativo futuro ci sono anche le forme esto, esto, estōte. Al passivo si trova la doppia forma solo nelle voci impersonali: edĭtur ed estur (= si mangia) edĕretur ed essĕtur (= si mangiasse).[23]

Verbi impersonali[modifica | modifica wikitesto]

I verbi impersonali, in latino, possono dividersi in cinque categorie: i verbi di fenomeni naturali, i verbi assolutamente impersonali e quelli relativamente impersonali, i verbi personali che a volte diventano impersonali e i verbi intransitivi, che, al passivo prendono valore impersonale.

Verbi assolutamente impersonali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Verbi assolutamente impersonali.

I verbi come iuvat, iuvit, iuvare (piacere), detti anche di sentimento hanno solo la terza persona singolare. La loro costruzione è particolare: la persona che prova il sentimento va in accusativo, la cosa verso cui si prova il sentimento in genitivo.

«Me iuvat modi governandi Caesaris»
«Mi piace il modo di governare di Cesare»

Verbi relativamente impersonali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Verbi relativamente impersonali.

I verbi come decet, decuit, decere (addicersi) hanno sia la terza persona singolare che quella plurale. Si costruiscono con l'accusativo della persona cui (per esempio) si addice qualcosa; per quanto riguarda la cosa che si addice, si può trovare, a seconda dei casi, il nominativo (se la cosa è costituita da un nome o un pronome), l'infinito (se la cosa è costituita da un verbo) oppure una frase infinitiva (se la cosa è costituita da una frase.)

«Te decet hymnus, Deus in Sion»
«In Sion, Signore, Ti si addice la lode[24] »

Verbi difettivi[modifica | modifica wikitesto]

Seppure i verbi difettivi sarebbero quelli mancanti anche del solo perfetto, o del supino, quelli che in latino sono solitamente definiti tali si possono dividere in tre gruppi:

  • Verbi a cui mancano i tempi derivati dal tema del presente
  • Verbi che hanno solo poche forme
  • Forme verbali stereotipate

Verbi senza presente[modifica | modifica wikitesto]

I verbi senza presente sono coepi, memini e odi.

Coepi (iniziare) si traduce normalmente, e viene sostituito per i tempi derivati dal tema del presente da un sinonimo.

Memini (ricordare) e Odi (odiare), invece, hanno nella loro coniugazione solo i tempi derivati dal tema del perfetto più alcune forme, ma si traducono come fossero presenti. Cioè memini, che sarebbe un perfetto, non si traduce con io ricordai, ma con io ricordo. E così memineram (piuccheperfetto) si trasforma nell'imperfetto italiano io ricordavo, meminerit (futuro anteriore) diventa nella traduzione il futuro semplice egli ricorderà. La stessa cosa avviene per odi.

Memini possiede anche un imperativo futuro (memento, mementote) che naturalmente si traduce in italiano con l'imperativo presente (ricorda, ricordate).

Odi invece ha anche un participio futuro osurus, -a, -um.

Se però si vuole il vero perfetto, piuccheperfetto o futuro anteriore di memini o odi è necessario utilizzare sinonimi come recordor (ricordare) o, per, odi, la perifrasi odium habeo in aliquem.

Il verbo aio (= affermo). Introduce un discorso indiretto. Si incontrano le seguenti forme: indicativo presente (aio, ais, ait, -, -, aiunt); imperfetto indicativo (aiebam, aiebas, aiebat, aiebamus, aiebatis, aiebant); perfetto (-, -, ait); congiuntivo presente (-, -, aiat); participio presente (aiens).

Il verbo inquam (= dico io). si usa inserito nel discorso diretto. Si trovano le seguenti forme: inquam, inquis, inquit, -, -, inquiunt); imperfetto (-, -, inquiebat); futuro (-, inquies, inquiet); perfetto (-, inquisti, inquit); congiuntivo presente (-, -, inquiat).

Il verbo fari (= parlare). Il suo uso è poetico. Si incontrano: il presente indicativo (-, -, fatur, famur, -, fantur); il futuro (fabor, -, fabitur); l'imperativo (fare); l'infinito (fari); il participio presente (fans, fantis); il participio perfetto (fatus, a, um); il gerundio al genitivo (fandi) ed ablativo (fando); il gerundivo (fandus).[25]

Verbi frequentativi, incoativi, desiderativi, causativi[modifica | modifica wikitesto]

  • Sono verbi frequentativi gli intensivi e iterativi. Morfologicamente sono verbi in derivati dal tema del participio perfetto o del supino: dictus da dictāre; pulsus da pulsāre; raptus da raptāre; terrĭtus da terrĭtāre; dormītum da dormitāre.
  • Gli incoativi sono verbi della III coniugazione caratterizzati dal suffisso -sco ed indicano l'inizio del processo verbale: rubeo (sono rosso) /rubesco (divento rosso); albeo (sono bianco) / albesco (divento bianco); palleo (sono pallido)/ pallesco (divento pallido); caleo (sono caldo)/calesco (mi riscaldo); floreo (fiorisco)/floresco (incomincio a fiorire); etc.
  • I desiderativi sono ad esempio: capesso (voglio prendere); facesso (voglio fare); lacesso (cerco di attirare), etc.
  • Sono causativi i verbi che "causano", "fanno fare" l'azione espressa nella radice. Hanno tema in . Sono ad esempio: mon -e-o (faccio ricordare); noc-e-o (faccio danno); fov-e-o (faccio riscaldare), etc.[26]

Il verbo videor[modifica | modifica wikitesto]

Il verbo videor, vidēris, visus sum, vidēri ("sembrare") in latino ha la costruzione personale e la costruzione impersonale.[27]

  • Costruzione personale

1. Sembra che...

Si prende il soggetto, espresso o sottinteso, della proposizione dipendente e si fa soggetto di videor, mentre la proposizione dipendente si pone all' infinito col nominativo del complemento predicativo, se questo è espresso (Esempio: "Camillus a civibus pulsus esse videtur" = Sembra che Camillo sia stato allontanato dai cittadini).

Sembra di.....

In questo caso soggetto di videor sarà la persona stessa cui sembra, cioè il complemento di termine, che è il soggetto logico della proposizione; per il resto valgono le norme già enunciate. (Esempio: "Beati (nobis) esse videmur" = Ci sembra di essere felici [= noi sembriamo (a noi) essere felici.]

  • Costruzione impersonale

La costruzione impersonale alla terza persona singolare (videtur, videbatur, visum est, visum erit) si ha:

1. Nelle frasi incidentali (Esempio: "Dividamus, si tibi videtur, iniuriam a contumeliā" = Separiamo, se ti piace, l'ingiuria dall'insulto).

2. Quando la proposizione dipendente ha un soggetto indeterminato; il che avviene:

a) nel significato di sembrar bene, sembrare opportuno (Esempio: "Visum est mihi de senectute aliquid conscribĕre" = Mi è parso opportuno scrivere qualcosa intorno alla vecchiaia);

b) quando il verbo "sembrare" è accompagnato da un aggettivo neutro, come iustum, aequum, utile, verisimile, etc. (Esempio: "Optimum visum est consulem revocari" = Parve cosa migliore che si richiamasse il console);

c) quando nella proposizione dipendente si trova un verbo impersonale, come piget, pudet, etc. (Esempio: "Mihi videtur eas studii taedēre" = Mi sembra che esse abbiano a noia lo studio); oppure quando nella dipendente si trova la perifrasi futurum esset o fore ut e il congiuntivo (Esempio: "Mihi visum est fore ut studēres" = mi parve che tu avessi studiato).

Forme isolate[modifica | modifica wikitesto]

Esistono in latino delle forme verbali isolate. [28]

  • Age, agĭte (= orsù ! Suvvia ! Animo!) sono propriamente le forme imperative di ago, usate con valore di interiezione. Esempio: Eia, age, rumpe moras (Virgilio) = Suvvia, rompi gli indugi!
  • Ave, avete (= sta, state bene; salute!). Sono forme disusate dell'imperativo di aveo, disusato. Esempio: Ave, Caesar, imperator ! = Salute, Cesare, comandante!
  • Quaeso, quaesumus (= ti prego, ti preghiamo = di grazia). Sono forme arcaiche di quaero. Esempio: Dicite mihi, quaeso, quid feceritis = Ditemi, di grazia, che cosa avete fatto.
  • Salve, salvete (= buon giorno; ti saluto, vi saluto, ecc.) sono forme dell'imperativo di salveo e si usavano negli incontri.
  • Vale, valete (= sta, state bene; addio), voci del verbo valeo usate come formula di commiato anche nelle lettere.

Forme sincopate ed accorciate[modifica | modifica wikitesto]

  • Forme sincopate. Nei perfetti in -vi (-avi, -evi, -ovi, -ivi) e nei tempi derivati si può sopprimere la sillaba -vi, ve quando trovasi dinanzi a s o r. Per effetto di tale accorciamento o sincope la vocale precedente (a, e, o) si allunga. Esempi: amāram (per amaveram), amārim (per amaverim), delērat (per deleverat); audistis (per audivistis), etc. Invece i perfetti in -ivi, quando al sillaba vi, ve è seguita r, perdono solo la consonante v. Esempi: audieram (per audiveram); audierint (per audiverint).
  • Forme accorciate. Nella terza persona plurale del perfetto indicativo, oltre la forma regolare fuerunt, amaverunt, etc., il cui uso si trova fra poeti e alcuni scrittori. Nella seconda persona singolare dei passivi e deponenti è abbastanza frequente, soprattutto in Cicerone, la terminazione in -re (invece che in -ris), fatta eccezione dell'indicativo presente. Esempi: Monebĕre (per moneberis); legebāre (per legebaris); amarēre (per amareris).[29]

Costruzione a senso[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione a senso (constructio ad sententiam) è quella particolare concordanza in cui il genere e il numero del predicato è determinato più dal soggetto naturale o logico della proposizione, che da quello grammaticale.[30] Questo avviene:

  • con i nomi collettivi al singolare, come multitudo, copia, turba, exercitus, classis, pars, etc. in cui il predicato non solo può essere collocato al plurale, ma, quando sia espresso attraverso un aggettivo o un participio, può prendere anche il genere del soggetto logico (cioè, del genitivo dipendente). Ad esempio: Multitudo hominum occisi sunt.
  • Con i sostantivi neutri milia e capita (= i capi, nel senso di promotori), purché siano accompagnati da un genitivo di persona 8non di cosa).

Ad esempio: Samnitium caesi (più frequentemente: caesa) sunt tria milia (Livio). Capita coniurationis virgis caesi sunt (Livio).

Legge dell'anteriorità[modifica | modifica wikitesto]

In azione contemporanea l'uso dei tempi è uguale nelle due lingue [Es.: Si vales, bene est = se stai bene, è buona cosa]. In azione non contemporanea, invece, si dovrà osservare la legge dell'anteriorità, mentre in italiano principale e dipendente sono allo stesso tempo.[31] Ciò avviene soprattutto con:

  • l'ipotetica se (anche iterativa = tutte le volte che) [Es.: Si quis puer in hortum intravĕrat, dominus eum mulcabat = se un ragazzo entrava (tutte le volte che...era entrato) nell'orto, il padrone lo conciava per le feste];
  • la temporale quando (pure di valore iterativo = tutte le volte che = cum in latino) [Es.: Cum vidĕrit necari patrem suum filiumve, vir bonus non flebit ? (Seneca) = L'uomo dabbene, quando vedrà (ogni volta che avrà visto) che si uccide o il proprio padre o il proprio figlio, non si metterà a piangere?];
  • i pronomi e avverbi o che raddoppiano o che escono in -cumque (quisquis, quicumque, chiunque; ubicumque, quocumque, ovunque, ecc.); nonché tutte le congiunzioni temporali di valore iterativo.[Es.: Plausum si quis accepĕrat, ne quid peccasset pertimescebat (Cicerone) = Se uno (ogni volta che uno) riceveva (in latino: "aveva ricevuto") un applauso, cominciava a temere d'avere sbagliato in qualche cosa]. [Es.: Si te rogavero aliquid, nonne respondebis? (Cicerone) = Se ti chiederò (in latino: "avrò chiesto") qualcosa, non mi risponderai forse?]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fabio Cupaiuolo, Problemi di lingua latina, Napoli, Loffredo, 1991, pp. 193-197.
  2. ^ "Vocali lunghe nell'ultima sillaba di polisillabi dinnanzi a -t, -r, -s, -l sono ancora lunghe negli antichi scenici, ma sono abbreviate più tardi (Ennio ha talvolta la quantità antica, talvolta la recente): Plauto uxōr, arāt, solēt; Ennio splendĕt, mandebăt, ma anche ponebāt" Giorgio Pasquali, PROSODIA, in Enciclopedia italiana, 1935. URL consultato il 20 agosto 2018.
  3. ^ Per rappresentare con maggior efficacia cose o avvenimenti già passati e per farli rivivere sotto gli occhi del lettore, si trova il presente storico, in luogo del perfetto. Ad esempio: "Caesar suas copias in proximum collem subducit, aciem instruit (Cesare) = Cesare ritira le sue truppe sul più vicino colle e ne prepara lo schieramento". Con la congiunzione temporale dum (= mentre, ma nel senso di nel momento in cui) si usa il presente storico in luogo dell' imperfetto, come accade in italiano, per esprimere un'azione simultanea a quella della principale. Ad esempio:" Dum Romani consultant, Saguntum summa vi oppugnabatur = Mentre i Romani stavano discutendo, Sagunto era stretta d'assedio con tutte le forze". (Italo Bartoli, Sintassi del verbo per la V ginnasio, pag. 15, SEI, Torino, 1975).
  4. ^ L'imperfetto può anche avere valore di conato, quando si vuole esprimere il semplice tentativo di un'azione senza però condurla a termine. In italiano si ricorre ad un verbo fraseologico, come "tentare di....", "cercare di...." [Es.: Britanni nostros intra munitiones ingrĕdi prohibebant (Cesare) = I Britanni cercavano d'impedire ai nostri di penetrare entro le fortificazioni]. L'imperfetto può anche avere il valore di consuetudine, quando si intende indicare il ripetere abituale di un fatto. In italiano si ricorre ad espressioni fraseologiche quali: "soleva....", "era solito....". [Es.: Carthagine quotannis bini reges creabantur (Nepote) = A Cartagine ogni anno si solevano eleggere due re].
  5. ^ La terminazione è in xo anziché in so perché la voce verbale è composta da fac + so e la cs diventa x.
  6. ^ Esistono in latino perfetti in -vi (amavi, implevi, audivi, etc.); perfetti a raddoppiamento (pu- pŭgi da pungĕre; te-tigi da tangĕre; tu-tŭdi da tundĕre; cu-curri da currĕre, etc.); perfetti ad alternanza vocalica radicale rispetto al presente indicativo (ĕdo /ēdi; lĕgo/lēgi; vĕnio/vēni; fŭgio/fūgi; ăgo/ēgi; căpio/cēpi; făcio/fēci); perfetti sigmatici che escono in -sī (dico/dixi; spargo/sparsi, scribo/scripsi, etc.).(Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, pagg. 134-144, Pàtron editore, Bologna, 1981).
  7. ^ In latino esiste il perfetto logico (che corrisponde al nostro passato prossimo) che si ha quando si vuole indicare un’azione compiuta nel presente: vixērunt, sono vissuti = non sono più; oppure quando si vuole indicare un’azione del passato i cui effetti però durano nel presente: Deus mundum creavit = Dio ha creato il mondo. Così, per estensione, alcuni perfetti logici hanno significato di presente, in quanto denotano uno stato presente ottenuto come effetto di un’azione passata. Si indicano qui questi perfetti logici nel loro significato fondamentale e poi nel significato di presente: cognovi, didici, novi (ho imparato a conoscere; so, conosco); consēdi (da consīdo: mi sono seduto; seggo, sto seduto); constĭti (da consisto: mi sono fermato; sto); consuēvi (mi sono abituato, sono solito); decrevi (mi sono deciso; sono deciso); memini (ho richiamato alla memoria, ricordo); oblītus sum (mi sono dimenticato; non ricordo); odi (ho preso in odio; odio); perspexi (da perspicio: ho osservato; conosco bene). (Italo Bartoli, Sintassi del verbo per la quinta ginnasio, pag. 20, SEI, Torino, 1975).
  8. ^ Questa è solo una regola pratica. -er- è un vero suffisso, derivato da -is- e la a è la vocale del passato.
  9. ^ Diotti, p. 28.
  10. ^ Diotti, p. 210.
  11. ^ La regola non è esatta perché il suffisso dell'imperfetto congiuntivo è (lungo), mentre per l'infinito è (breve)
  12. ^ -er- (antico -is) è un suffisso comune tra i tempi derivati dal perfetto
  13. ^ E anche questa è solo una regola pratica: c'è l'-is- dei tempi derivati dal perfetto (stavolta non trasformatosi in -er-) seguito dal -se- del congiuntivo imperfetto.
  14. ^ "Il congiuntivo" in Sintassi latina per la quinta ginnasio di Italo Bartoli, pagg. 41-51, SEI, Torino, 1975.
  15. ^ A tal punto che Vittorio Tantucci, in Urbis et orbis lingua neppure la inserisce nella coniugazione verbale
  16. ^ Sussidi Eruditi 38 - Tre testi grammaticali Bobbiesi - GL V 634-654, pag. 33)
  17. ^ Queste quattro forme sono attestate solo nel suddetto manuale di grammatica antica De Verbo. L'unica forma letterariamente accertata di imperativo futuro passivo alla seconda plurale è Praefamino, con terminazione in mino e non in minor, utilizzata da Catone con scopi sacrali.
  18. ^ Queste forme in i sono rimasugli dell'antico ottativo
  19. ^ Questo se è la desinenza originaria dell'infinito, tramutatasi poi negli altri verbi in re per rotacismo
  20. ^ L'imperativo a desinenza zero si ha anche con la seconda persona singolare di dicĕre (dic), ducĕre (duc) e facĕre (fac).
  21. ^ Forme derivate dal verbo sustineo che condivide con suffero.
  22. ^ Desinenze dell'ottativo
  23. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi per la IV ginnasio, pag. 173, SEI, Torino, 1975.
  24. ^ Dal salmo dell'Introitus della Missa pro Defunctis (Requiem aeternam)
  25. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi, SEI, Torino, 1975, pag. 190, 191.
  26. ^ (Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, pagg. 134-144, Pàtron editore, Bologna, 1981).
  27. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi per la IV ginnasio, pagg. 255-257, SEI, Torino, 1975.
  28. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi per la IV ginnasio, pag. 194, SEI, Torino, 1975.
  29. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi per la IV ginnasio, pag. 89, SEI, Torino, 1975.
  30. ^ Italo Bartoli, Grammatica latina e sintassi dei casi per la IV ginnasio, pag. 244, SEI, Torino, 1975.
  31. ^ Italo Bartoli, Sintassi del verbo per la quinta ginnasio, pag. 24, SEI, Torino, 1975.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Tantucci, Urbis et orbis lingua, Bologna, Poseidonia, 1991 [1946].
  • Angelo Diotti e Emanuela Diotti, Plane discere, vol. 1, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, 2014, ISBN 9788842417316, OCLC 1085646012.
  • Italo Bartoli, Sintassi del verbo per la quinta ginnasio, SEI, Torino, 1975
  • Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Pàtron editore, Bologna, 1981.

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