Vasilij Ivanovič Čujkov
Vasilij Ivanovič Čujkov | |
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Soprannome | "L'uomo dalla volontà di ferro", "La roccia", "L'Accademico" |
Nascita | Serebryanye Prudy, 12 febbraio 1900 |
Morte | Mosca, 18 marzo 1982 (82 anni) |
Luogo di sepoltura | Mamaev Kurgan, Volgograd |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() |
Anni di servizio | 1917 - 1972 |
Grado | Maresciallo dell'Unione Sovietica |
Guerre | Guerra civile russa Seconda guerra sino-giapponese Seconda guerra mondiale |
Campagne | Invasione sovietica della Polonia Guerra d'inverno Fronte orientale Operazione Bagration Operazione Vistola-Oder |
Battaglie | Battaglia di Stalingrado Battaglia di Poznań Battaglia di Berlino |
Comandante di | Gruppo di forze sovietiche in Germania Distretto militare di Kiev 4ª Armata 8ª Armata della Guardia 62ª Armata 64ª Armata |
Decorazioni | Eroe dell'Unione Sovietica (2) |
Pubblicazioni | La battaglia di Stalingrado La fine del terzo Reich |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Vasilij Ivanovič Čujkov | |
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Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS | |
In carica | |
Legislatura | II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X |
Circoscrizione | Circoscrizione speciale (II), Circoscrizione militare (III), Oblast' di Čerkassy (IV, V, VI, VII, VIII, IX, X) |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Università | Accademia militare M. V. Frunze e Special Faculty of the Frunze Military Academy |
Firma | ![]() |
Vasilij Ivanovič Čujkov (in russo: Васи́лий Ива́нович Чуйко́в?; Serebrjanye Prudy, 12 febbraio 1900 – Mosca, 18 marzo 1982) è stato un generale e politico sovietico, maresciallo dell'Unione Sovietica. Divenne celebre durante la seconda guerra mondiale per la sua azione di comando della 62ª Armata nella drammatica battaglia di Stalingrado, nel corso della quale riuscì, dimostrando straordinaria tenacia e combattività, a bloccare gli attacchi della 6. Armee tedesca.
Dopo la vittoria nella grande battaglia sul Volga, Čujkov continuò a guidare la sua armata fino al termine della guerra, partecipando con un ruolo decisivo anche alla battaglia di Berlino. Alcuni storici ritengono che Čujkov sia stato il "più abile comandante di prima linea" e il "generale più aggressivo della seconda guerra mondiale"[1].
Origini contadine e guerra civile[modifica | modifica wikitesto]
Nacque da una famiglia contadina nel villaggio di Serebrjanye Prudy, nell'Oblast' di Tula (oggi però appartenente a quello di Mosca). Durante i disordini della rivoluzione russa del 1917, Čujkov rimase disoccupato. Nello stesso anno, un fratello maggiore fece in modo che Čujkov fosse reclutato nelle Guardie Rosse; si arruolò come volontario nell'Armata Rossa nel 1918, durante la Guerra civile. Trascorse i primi quattro mesi in addestramento, quindi venne nominato, giovanissimo, comandante di compagnia.
L'anno seguente, nel 1919, Čujkov operò, sempre in qualità di comandante di reggimento, nel fronte orientale contro le armate bianche e successivamente, nel 1920, nel fronte polacco. A 18 anni entrò nel Partito Comunista. Al termine del conflitto interno, Čujkov compì i propri studi presso l'Accademia Militare "M. V. Frunze", per poi passare all'Accademia di meccanizzazione e motorizzazione "J. V. Stalin".
Prima della grande guerra patriottica[modifica | modifica wikitesto]
Comandante di un corpo d'armata di fanteria nel 1938, partecipò nel biennio seguente alla liberazione della Bielorussia occidentale (ovvero all'invasione congiunta della Polonia con i tedeschi) ed alla Guerra russo-finlandese come comandante d'armata. Addetto militare in Cina nei primi mesi dell'Operazione Barbarossa, nel maggio del 1942 fu nominato comandante di un'armata della riserva presso Tula (la futura 64ª Armata).
L'arrivo a Stalingrado[modifica | modifica wikitesto]
Nel maggio del 1942 Čujkov venne nominato comandante di armata e, in quella estate, da Tula, la 64ª Armata entrò in servizio nelle steppe del Don (fiume Russia). L'abilità del generale emerse già in questa prima fase: a digiuno di esperienza di guerra moderna, dopo gli anni passati in Cina e lontano dal fronte, studiò a fondo la tattica di guerra tedesca, individuandone i punti deboli. In particolar modo, Čujkov approfondì il rapporto fra le truppe a terra della Wehrmacht e le incursioni aeree, concludendo che la Luftwaffe era chiamata ad intervenire in battaglia ogni volta che i tedeschi preparavano un attacco o provavano a disperdere le concentrazioni di soldati sovietici oltre la linea del fronte.
Il generale provò allora subito a scombinare la tattica dell'avversario spingendo continuamente avanti le proprie truppe e piazzandole il più vicino possibile a quelle della Wehrmacht, in modo da rendere di fatto impossibile l'intervento aereo e sfruttare le macerie del campo di battaglia come teatro dei combattimenti corpo a corpo, in cui i soldati sovietici erano più esperti. Le sue audaci manovre difensive permisero al resto delle truppe del Fronte del Don di schierarsi lungo il Volga, a difesa di Stalingrado.
L'inizio della battaglia[modifica | modifica wikitesto]

L'11 settembre Čujkov fu convocato presso il comando del fronte, dove lo attendevano il generale Erëmenko ed il commissario politico Chruščëv. Gli comunicarono di aver destituito il comandante della 62ª Armata, generale Lopatin, perché sfiduciato di poter continuare a tenere Stalingrado nella disumana battaglia ingaggiata coi tedeschi, e gli offrirono il comando.
Čujkov rispose con le seguenti parole, da lui stesso riportate nelle sue memorie: "Non possiamo lasciare Stalingrado al nemico; la città è particolarmente cara a tutti i sovietici, e la sua resa avrebbe un'influenza nefasta sul morale della popolazione. Verrà fatto l'impossibile pur di mantenere la città; per il momento non ho alcuna richiesta da avanzare al consiglio di guerra, ma vorrei che lo stesso mi accordasse gli aiuti che le necessità della lotta indicheranno. Quanto a me giuro di non lasciare la città; noi terremo Stalingrado o vi moriremo".[2]
Si considerò quindi scherzosamente il "fondatore" dell'Accademia di combattimento urbano di Stalingrado, fatto che spinse l'allora corrispondente di guerra Vasilij Grossman, presente a Stalingrado durante la battaglia, ad attribuirgli il soprannome di "Accademico"[3].
Dopo Stalingrado[modifica | modifica wikitesto]
Dopo aver eroicamente difeso Stalingrado, Čujkov con le sue truppe iniziò una travolgente marcia verso Berlino. Partecipò alla liberazione del Donbass, alla liquidazione della testa di ponte tedesca di Zaporižžja, prese parte all'offensiva di Nikopolie-Kryvyj Rih ed alla liberazione di Odessa. Nel 1944 operò in Bielorussia occidentale ed in Polonia.
Nel 1945, infine, prese parte alle operazioni Vistola-Oder ed alla battaglia di Berlino. Fu Čujkov ad incontrare il generale Hans Krebs, che, dopo il suicidio di Hitler, tentò invano di aprire una trattativa di pace con i sovietici per conto del nuovo governo.
Dopo la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Comandante delle truppe sovietiche in Germania, fu poi trasferito a Kiev per comandare le truppe di quella regione militare. Per i suoi meriti di guerra, Čujkov fu onorato per quattro volte dell'Ordine di Lenin, due volte Eroe dell'Unione Sovietica, quattro Ordine della Bandiera rossa, tre Ordine di Suvorov di primo grado, dell'Ordine della Stella rossa e varie medaglie al merito.
Fu eletto quindi deputato al Soviet Supremo dell'URSS e al Soviet Supremo della Repubblica Ucraina. Divenne membro del Comitato Centrale e membro candidato alla presidenza del CC del Partito Comunista dell'Ucraina. Dal XIX Congresso del PCUS Čujkov è membro candidato del CC del PCUS. Nel marzo 1955, con decreto del presidente del Soviet Supremo dell'URSS, Vasilij Čujkov è stato nominato Maresciallo dell'Unione Sovietica. È l'unico generale sovietico sepolto non a Mosca, bensì a Stalingrado (oggi Volgograd).
Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- Il maresciallo Vasilij Čujkov è apparso brevemente nel film tedesco del 2004 La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, durante l'incontro con il generale tedesco Hans Krebs, interpretato dall'attore russo Aleksandr Slastin.
- Nella quinta stagione della serie televisiva “la Casa di Carta” Palermo individua nei metodi di difesa utilizzati dal maresciallo Čujkov la via per vincere un importante duello.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze sovietiche[modifica | modifica wikitesto]
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Eroe dell'Unione Sovietica (2) |
— 19 marzo 1944 e 6 aprile 1945 |
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Ordine di Lenin (9) |
— 26 ottobre 1943, 19 marzo 1944, 21 febbraio 1945, 11 febbraio 1950, 11 febbraio 1960, 12 febbraio 1970, 11 febbraio 1975, 21 febbraio 1978 e 11 febbraio 1980 |
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Ordine della Rivoluzione d'Ottobre |
— 22 febbraio 1968 |
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Ordine della Bandiera Rossa (4) |
— 1920, 1925, 1944 e 1948 |
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Ordine di Suvorov di I Classe (3) |
— 28 gennaio 1943, 23 agosto 1944 e 29 maggio 1945 |
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Ordine della Stella Rossa |
— 1940 |
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Medaglia commemorativa per il giubileo dei 100 anni dalla nascita di Vladimir Il'ich Lenin al valor militare |
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Medaglia per la difesa di Stalingrado |
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Medaglia per la vittoria sulla Germania nella grande guerra patriottica 1941-1945 |
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Medaglia per il giubileo dei 20 anni della vittoria della grande guerra patriottica del 1941-1945 |
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Medaglia per il giubileo dei 30 anni della vittoria della grande guerra patriottica del 1941-1945 |
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Medaglia per la cattura di Berlino |
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Medaglia per la liberazione di Varsavia |
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Medaglia del veterano delle forze armate dell'Unione Sovietica |
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Medaglia per il giubileo dei 20 anni dell'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini |
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Medaglia per il giubileo dei 30 anni dell'esercito e della marina sovietica |
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Medaglia per il giubileo dei 40 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
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Medaglia per il giubileo dei 50 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
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Medaglia per il giubileo dei 60 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Ordine di Sukhbaatar (Mongolia) |
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Ordine al Merito per la Patria in Oro (2 - Repubblica Democratica Tedesca) |
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Grande Stella dell'Ordine della Stella dell'Amicizia tra i Popoli (Repubblica Democratica Tedesca) |
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Gran Croce dell'Ordine della Polonia Restituta (Polonia) |
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Croce d'Oro dell'Ordine Virtuti Militari (Polonia) |
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Ordine della Croce di Grunwald di II Classe (Polonia) |
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Medaglia per Varsavia 1939-1945 (Polonia) |
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Medaglia dell'Oder, di Nisa e del Baltico (Polonia) |
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Distinguished Service Cross (Stati Uniti) |
Note[modifica | modifica wikitesto]
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Vasili Ciuikov, La battaglia di Stalingrado, Roma, Editori Riuniti, 1961.
- Vassili Ivanovic Ciuikov, La fine del Terzo Reich, Milano, Baldini & Castoldi, 1969.
- Vassili Ivanovic Ciuikov, L'inizio della riscossa, Milano, Baldini & Castoldi, 1969.
- Vasilij Cuikov, Obiettivo Berlino, Roma, Editori Riuniti, 1968.
- Vasilij Ivanovic Cujkov, Da Brest a Berlino, Milano, Mondadori, 1981.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Seweryn Bialer, I generali di Stalin, Arnoldo Mondadori Editore, 1972.
- Alan Clark, Operazione Barbarossa: il conflitto russo-tedesco 1941-1945, Garzanti, 1965.
- Richard Overy, Russia in guerra 1941-1945, Milano, il Saggiatore, 2000, ISBN 88-428-0890-3.
- Friedrich Paulus, Stalingrado, Garzanti, 1961, ISBN non esistente.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Vasilij Ivanovič Čujkov
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vasilij Ivanovič Čujkov
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Čuikov, Vasilij Ivanovič, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Vasilij Ivanovič Čujkov / Vasilij Ivanovič Čujkov (altra versione), su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 108865342 · ISNI (EN) 0000 0001 0797 3153 · LCCN (EN) n84089965 · GND (DE) 118666266 · BNF (FR) cb15591615h (data) · J9U (EN, HE) 987007308762005171 · NSK (HR) 000191472 · NDL (EN, JA) 00435998 · CONOR.SI (SL) 32939619 · WorldCat Identities (EN) lccn-n84089965 |
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