Valérie André

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Valérie André
Il generale di divisione Valérie André all'inaugurazione di una piazza a Bretigny-sur-Orge a lei intitolata.
Soprannome"Miss Ventilateur"
NascitaStrasburgo, 21 aprile 1922
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Francia
Forza armataArmée de l'air
Specialitàelicotteri
Anni di servizio1949-1981
GradoGenerale di divisione
GuerreSeconda guerra mondiale
Guerra d'Indocina
Guerra d'Algeria
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
Dati tratti da The International Who's Who of Women 2002[1]
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Valérie André ((audio); Strasburgo, 21 aprile 1922) è una generale e aviatrice francese, combattente nella Resistenza durante la seconda guerra mondiale, medico e pilota in prima linea durante le guerre d'Indocina e d'Algeria, insignita della Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore e prima donna ad essere elevata al rango di generale. È inoltre membro fondatore dell'Académie de l'air et de l'espace[2] di Tolosa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Strasburgo il 21 aprile 1922, figlia di Philibert e Valérie André,[1] adolescente fu affascinata dal mondo dell'aviazione[3] e nel 1939 beneficiò della crescita dell'"aviazione popolare" per prendere lezioni di volo presso l'Aero Club della sua città natale. Dopo aver preso delle lezioni di volo su un velivolo Potez, con lo scoppio della seconda guerra mondiale dovette abbandonare il corso.

Con l'invasione tedesca nel maggio-giugno 1940, fuggì dall'Alsazia per raggiungere Clermont-Ferrand, dove si era temporaneamente trasferita la Facoltà di Medicina dell'Università di Strasburgo. L'invasione del sud della Francia nel novembre del 1942 la costrinse, per sfuggire alle autorità tedesche che ricercavano gli studenti alsaziani nella ex zona franca, a raggiungere Parigi.

Dopo la fine della guerra conseguì la laurea in medicina presso l'Università di Parigi[1] nell'anno accademico 1946-1947. Nello stesso periodo seguì un corso come paracadutista.[4] a Beynes fino a prendere il relativo brevetto nel corso del 1948 lo stesso anno si recò in Indocina come medico militare con il grado di capitano,[1][5] Assegnata dapprima all'ospedale di My Tho, in seguito divenne assistente di neurochirurgia presso l'ospedale di Saigon.

Visto che la André era anche paracadutista, i suoi superiori le chiesero di seguire in corso come chirurgo di guerra e di prestare servizio in una isolata zona di confine tra Indocina ed il Laos[6] che poteva essere raggiunta solo paracadutandosi sul posto.[7]

Ritornò in Francia per conseguire[8] il brevetto di pilota di elicottero presso la scuola di volo di Pontoise: per gli elicotteri era molto più semplice l'atterraggio in zone di guerra impervie[9] Rientrata in Indocina il 26 maggio 1950, si specializzò nel servizio di evacuazione medica pilotando elicotteri Hiller 360[10] Sikorsky S-51. Tra la sua prima missione,[11] avvenuta il 16 marzo 1952, e la sua partenza dall'Indocina nel corso del 1953, eseguì 129 voli operativi[12] assicurando l'evacuazione di 165 feriti alle stazioni medici o l'ospedale più vicino.[13]

L'11 dicembre 1951 fu coinvolta in un caso di evacuazione immediata di alcuni feriti da Tu Vu, sul fiume Nero. L'unico elicottero disponibile, di stanza nei pressi di Saigon, venne parzialmente smontato e trasportato in volo, a bordo di un velivolo Bristol Freighter, ad Hanoi dove venne riassemblato. A bordo dell'elicottero volò poi a Tu Vu, nonostante la pesante nebbia e l'intenso fuoco antiaereo, dove operò d'urgenza alcuni feriti e gli evacuò, a coppie, ad Hanoi.

Rientrata in Francia il 5 settembre 1953[1] fu assegnata al centro sperimentale di volo di Brétigny-sur-Orge, dove fornì assistenza medica agli equipaggi, conseguì l'abilitazione al pilotaggio di velivoli Morane-Saulnier MS.733 Alcyon, Nord 1101 e degli elicotteri Aérospatiale Djinn e Sikorsky S-55, prendendo parte a diversi voli sperimentali. In questo periodo partecipò alla creazione del laboratorio di medicina aerospaziale.

Dal 1959 al 1962 prestò servizio[1] in Algeria come vice comandante del servizio medico nella base di Boufarik, e poi come comandante del servizio soccorso elicotteristico di stanza sulla base di Reghaia, Orano. Conseguita l'abilitazione al pilotaggio dell'elicottero Aérospatiale SA-318 Alouette II[14] e poi di Sikorsky H-34, svolse, in tre anni di servizio, oltre 350 missioni. Nel 1961 fu nominata capo medico di tutta la base di Reghaia. Alla fine della guerra in Algeria ritornò Francia, continuando la carriera di ufficiale del servizio sanitario, promossa tenente colonnello nel 1965, e colonnello nel 1970. Primo chirurgo della base aerea di Villacoublay, viene poi nominata consigliere presso il Comando del trasporto aereo militare (Commandement du transport aérien militaire, COTAM).

Nel mese di aprile del 1976 fu la prima donna ad essere elevata al rango di generale di brigata,[5] e nel 1981, promossa ispettore generale medico, divenne generale di divisione chiudendo la sua carriera militare come direttore del dipartimento di salute della 4ª, e poi della 2ª Regione Aerea.[1] Al suo attivo aveva 3.200 ore di volo e quattro citazioni all'ordine del giorno dell'Armèe, mentre altre sette citazioni[15] decoravano la sua Croce di guerra.[16]

Una volta tornata alla vita civile, divenne capo dello studio progettuale della Commissione delle Donne militari, con la quale lavorava per promuovere l'occupazione delle donne nelle forze armate. Il ritorno alla vita civile fu accompagnato da numerosi riconoscimenti, nel 1987 fu decorata con la Gran Croce dell'Ordre national du Mérite, e nel 1999, fu insignita dal Presidente della Repubblica Jacques Chirac del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore. Nel corso di una apposita cerimonia onorifica, avvenuta il 2 settembre 2010, le fu consegnato il brevetto di pilota militare di elicottero numero 001[16].

Una piazza di Brétigny-sur-Orge porta il suo nome, così come una via di Vélizy-Villacoublay.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze francesi[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di Gran Croce dell'Ordre national du Mérite - nastrino per uniforme ordinaria
Croix de guerre des Théâtres d'opérations extérieurs con sette citazioni - nastrino per uniforme ordinaria
Croix de la Valeur militaire - nastrino per uniforme ordinaria
Croix du combattant volontaire 1939-1945 - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille de l'Aéronautique - nastrino per uniforme ordinaria
Croix du combattant - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille d'honneur vermeil du service de santé des armées - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille commémorative de la campagne d'Indochine - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille commémorative des opérations de sécurité et de maintien de l'ordre - nastrino per uniforme ordinaria
  • Grande médaille d'or de l'Aéro-club de France

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Cross of Valour (Canada) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Nazionale del Vietnam (Vietnam del Sud) - nastrino per uniforme ordinaria
Legion of Merit (USA) - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • La Pathologie du Parachutisme, Thèse, 1948
  • Ici, ventilateur! Extraits d'un carnet de vol, Calmann-Levy, 1954
  • Madame, le general, Perrin, Paris, 1988

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Sleeman 2001, p. 19.
  2. ^ Valerie Andre, su aerodrome-gruyere.ch, Société d'aviation de la Gruyère. URL consultato il 14 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2012).
  3. ^ All'età di tredici anni volò per la prima volta a bordo di un aereo da turismo Caudron C.270 Luciole pilotato da suo fratello.
  4. ^ Mamouth Leader, Le mamouth: Un brevet, 54 ans après..., su Le mamouth, 2 settembre 2010. URL consultato il 1º ottobre 2017.
  5. ^ a b Windrow, Chappell 2013, p. 46.
  6. ^ Le médecin général inspecteur Valérie André à l'honneur, in French Ministry of Defense. URL consultato il 14 agosto 2011.
  7. ^ ''Ventilators'' : Helicopters in Indo-China (1950-54) Archiviato l'11 agosto 2011 in Internet Archive.
  8. ^ Il posto si era reso disponibile in quanto un altro pilota d'elicottero, Fumat, era rimasto vittima di un incidente automobilistico.
  9. ^ Captain Valerie Andre: First Woman to Pilot a Helicopter in a Combat Zone, in Daytips. URL consultato il 14 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2012).
  10. ^ Durante questo servizio inizio a volare insieme al capitano Alexis Santini, che sposò nel 1963. La coppia si stabilì in seguito a Issy-les. -Moulineaux.
  11. ^ L'elicottero Hiller 360 VH12 da lei pilotato Indocina è attualmente esposto presso il museo di Dax.
  12. ^ https://lemamouth.blogspot.com/2010/09/un-brevet-en-or-massif.html
  13. ^ La maggior parte di queste missioni furono particolarmente rischiose per l'intenso fuoco contraereo, anche in presenza di una copertura assicurata dai caccia, come racconterà lei stessa nel libro del 1954 Ici, ventilateur, in quanto l'avvicinarsi del "ventilateur" ossia dell'elicottero rappresentava per i feriti la possibilità di essere soccorsi e salvati ma attirava inevitabilmente il fuoco nemico. In due occasioni, nell'impossibilità di atterrare si lanciò col paracadute per operare immediatamente due soldati feriti.
  14. ^ Conseguì l'abilitazione al pilotaggio dell'Alouette II il 20 agosto 1957.
  15. ^ Cinque conseguite in Indocina e due in Algeria.
  16. ^ a b http://www.defense.gouv.fr/actualites/memoire-et-culture/une-heroine-de-guerre-a-l-honneur, su defense.gouv.fr. URL consultato il 1º ottobre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) François Coulet, Vertu des temps difficiles, Paris, Plon, 1966.
  • (FR) Xavier Massé, Des femmes dans l'Aéronautique, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2009, ISBN 2-7233-2076-6.
  • (EN) Elizabeth Sleeman, The International Who's Who of Women 2002, London, Europa Publications ltd., 2001, ISBN 1-85743-122-7.
  • (EN) Martin Windrow, Mike Chappell, The French Indochina War 1946-54, Botley, Osprey Publishing Company, 2013, ISBN 1-4728-0430-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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