Utente:Yiyi/Atletica leggera femminile

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I Giochi Erei[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Giochi Erei.

Nell'antica Grecia, accanto ai Giochi olimpici riservati agli uomini, esisteva una corrispondente manifestazione dedicata alle donne: i Giochi Erei, dedicati alla dea Era. Le donne, a differenza degli uomini, gareggiavano vestite, su una pista più corta ed era suddivise in tre gruppi di età. In genere, comunque, le donne non erano incoraggiate ad essere atlete: facevano eccezione le donne nate a Sparta, e fu proprio spartana la prima donna inserita nell'albo delle Olimpiadi. Si trattava di Cinisca, figlia del re Archidamo II, che vinse la gara della corsa dei carri con quattro cavalli ai Giochi del 396 a.C. e del 392 a.C., unica donna fra tutti atleti uomini.

L'atletica leggera alle Olimpiadi moderne[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione dei Giochi olimpici estivi, quella di Atene 1896, prevedeva espressamente l'esclusione delle donne in tutte le discipline sportive a causa dell'influenza della cultura dell'età vittoriana e della tradizione dei Giochi olimpici antichi che permettevano la partecipazione ai soli uomini greci liberi. Nell'edizione di Parigi 1900 le donne poterono partecipare ad alcune competizioni del programma olimpico, ma l'atletica leggera rimase prerogativa esclusivamente femminile fino al 1928, quando ai Giochi olimpici di Amsterdam le donne poterono prendere parte a cinque discipline dell'atletica leggera: 100 e 800 metri piani, staffetta 4×100 metri, salto in alto e lancio del disco.

Tuttavia, nel 1922 e nel 1926 furono organizzate due edizioni, rispettivamente a Parigi e Göteborg, dei Giochi olimpici femminili, organizzati su iniziativa della canoista e nuotatrice francese Alice Milliat in risposta all'esclusione delle donne dai Giochi olimpici; il programma di questi Giochi comprendeva solo gare di atletica leggera. Quando il Comitato Olimpico Internazionale si rese conto che il successo ottenuto da queste manifestazioni tutte al femminile rischiava di oscurare i Giochi olimpici, optò per includere le donne nel programma olimpico. Nel 1930 e 1934 si tennero ugualmente manifestazioni internazionali riservate alle donne, che assunsero però la denominazione di Giochi mondiali femminili.

La gara degli 800 metri piani ai Giochi olimpici del 1928, con la vincitrice Lina Radke sulla destra e la seconda classificata, la giapponese Kinue Hitomi, a sinistra.

Ai Giochi olimpici di Amsterdam 1928, la prima edizione che vide le donne in gara nell'atletica leggera, furono diverse le reazioni da parte di pubblico e stampa. In particolare, la gara degli 800 metri piani, una delle cinque in programma che vide vincitrice la tedesca Lina Radke, corsa in condizioni di particolare caldo e afa, fu commentata da un giornalista norvegese con queste parole[1]:

«Il binomio "donne e atletica" non dovrebbe mai essere pronunciato perché le due parole sono in totale disaccordo. Lo abbiamo visto molto chiaramente alle olimpiadi di Amsterdam, dove la gara femminile degli 800 metri è stata assolutamente terribile. Sono partite tutte lamentandosi e dimenando le braccia; una si è ritirata a metà strada con un gesto stanco, mentre le altre hanno terminato la gara completamente distrutte. Una di loro piangeva dalla disperazione, i loro volti erano distorti e brutti, tutte tremavano come se avessero la febbre tifoide

Al contrario, un giornalista tedesco scrisse sul giornale Der Leichtathlet un elogio alla prestanza e al fisico della vincitrice[1].

Dopo questa gara che vide diverse atlete crollare a terra al termine del traguardo portò ad escludere gli 800 metri piani alle successive edizioni dei Giochi e tornò a far parte del programma olimpico solo con i Giochi di Roma 1960. L'atletica leggera femminile sulle brevi distanze continuò però a mostrare grandi progressi in Europa, Oceania e negli Stati Uniti[1].

Dalle cinque discipline dell'atletica leggera presenti nel programma dei Giochi olimpici del 1928, si arrivò a quattordici a Monaco 1972, la decima edizione aperta alle donne. Il programma femminile ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 si differenziava da quello maschile per un'unica gara: la marcia 50 km, presente solo per gli uomini (a differenza dei campionati mondiali, dove la medesima gara femminile è presente dall'edizione del 2017); le uniche altre differenze ai Giochi olimpici, così come nelle altre competizioni che assegnano titoli internazionali e nazionali, sono relative ai 100 metri ostacoli e all'eptathlon, che corrispondono alle gare maschili dei 110 metri ostacoli e del decathlon.

L'atletica leggera ai campionati mondiali[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera risale al 1983: il programma prevedeva 24 gare maschili e 24 gare femminili. All'edizione di Doha 2019 uomini e donne hanno potuto competere, per la seconda volta dopo il 2017, nelle medesime gare; è stata inoltre introdonna la nuova disciplina della staffetta 4×400 metri mista, dove la squadra è composta da due uomini e due donne.

L'atletica leggera femminile ai campionati continentali[modifica | modifica wikitesto]

Le atlete della nazionale polacca ai campionati europei del 1938.

Ai campionati sudamericani, asiatici, africani, oceaniani e nord-centroamericani e caraibici di atletica leggera le gare femminile erano presenti nel programma delle manifestazioni sin dalla loro prima edizione (Sudamerica: 1919; Asia: 1973; Africa: 1979; Oceania: 1990; Nord-centroamerica e Caraibi: 2007).

Ai campionati europei di atletica leggera, la cui prima edizione si tenne nel 1934, le gare femminili furono introdotte nella seconda edizione del 1938, anche se uomini e donne gareggiavano in due sedi differenti, rispettivamente a Parigi e Vienna. Dalla successiva edizione del 1946 uomini e donne gareggiarono in contemporanea nella stessa sede, a Oslo, anche se le donne disputarono solo nove gare contro le 24 degli uomini.

L'edizione di Helsinki del 2012 fu la prima in cui il programma femminile comprendeva lo stesso numero di gare rispetto a quello maschile. Nella successiva edizione di Zurigo 2014 fu introdotta la gara della 50 km di marcia maschile (ma non quella femminile), rimossa dl programma già a partire dai campionati di Berlino 2018.

Donne e maratona[modifica | modifica wikitesto]

Se, come visto, la partecipazione delle donne a una gara sulla distanza di 800 metri poteva suscitare scandalo, molto più impensabile era la partecipazione di una donna a una maratona. Negli anni 1960, anche grazie a una crescente voglia di emancipazione femminile, ci fu un grande avanzamento delle donne nelle maratone, anche se non senza problemi: il primo record mondiale nella maratona ratificato dalla IAAF risale al 1926 e apparteneva alla britannica Violet Piercy. Nel 1964 la neozelandese Mildred Sampson, spinta dal suo compagno di allenamento Ivan Keats che riteneva avesse le doti per poter registrare un nuovo record del mondo dopo quelli di Merry Lepper e Dale Greig, partecipò a una maratona: si svegliò tardi e arrivò alla partenza senza essere riuscita a fare colazione; nonostante questo e nonostante una sosta al trentesimo chilometro per mangiare un gelato e della cioccolata, concluse la gara nel tempo di 3h19'33", nuovo record del mondo, ma pochissimi nel mondo della stampa e dell'atletica diedero risalto a quell'impresa[2].

Una sorte diversa, suo malgrado, toccò alla statunitense Kathrine Switzer che si iscrisse alla maratona di Boston eludendo il regolamento che vietava la partecipazione alle donne facendosi iscrivere dal suo compagno di allenamento con il nome K.V. Switzer. Durante la gara, un'automobile della stampa informò il codirettore della gara di questa violazione, il quale si fiondò sulla corsa nel tentativo di bloccare la donna, che con l'aiuto del fidanzato riuscì a ultimare la gara. Nonostante il buon tempo di circa 4h20', la Amateur Athletic Association le proibì la partecipazione ad altre gare a causa della sua illegale partecipazione a una corsa più lunga di 2 km. Le foto dell'accaduto fecero però ottenere Switzer le simpatie del pubblico[3]. Dopo questo evento, a partire dagli anni 1970 sempre più donne poterono prendere parte a diverse maratone. Si dovette però aspettare fino al 1984 per vedere la maratona femminile inserita nel programma olimpico ai Giochi di Los Angeles.

Le staffette miste alle competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Come visto, ai mondiali di Doha 2019 si è corsa per la prima volta in questa manifestazione una staffetta composta da una squadra mista di uomini e donne, ma non si tratta della prima volta in una competizione internazionale.

Nel 2014, nel programma delle gare di atletica leggera alla seconda edizione dei Giochi olimpici giovanili estivi i giovani atleti hanno potuto cimentarsi nella gara della staffetta 8×100 mista, un'inconsueta gara che prevedeva la partecipazione di quattro atleti maschi e quattro femmine. Tuttavia nelle successive edizioni di questi giochi non si sono più disputate gare miste.

Nel 2017, alla terza edizione delle IAAF World Relays (letteralmente staffette mondiali) si è vista per la prima volta una gara mista in una competizione organizzata dalla IAAF: quattro atleti, due uomini e due donne, hanno infatti concorso per l'oro nella staffetta 4×400 metri mista. Nella successiva edizione del 2019 a questa staffetta mista se ne sono aggiunte altre due, non incluse nel programma olimpico né in quello dei campionati mondiali: la 2×2×400 metri e la staffetta a ostacoli.

Ai Giochi europei, la cui prima edizione si è disputata nel 2015, ha visto l'introduzione delle gare miste nell'atletica leggera nella seconda edizione del 2019: una staffetta 4×400 metri e la cosiddetta The Hunt, una staffetta svedese 800×600×400×200 metri con partenze scaglionate sulla base dei punteggi ottenuti dalle squadre nazionali in tutte le discipline disputate precedentemente, il cui risultato determinava la vittoria della nazionale vincitrice del torneo a squadre.

L'atletica leggera femminile ai campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

Maria Piantanida, una delle prime quattro campionesse italiane di atletica leggera insieme a Giuseppina Ferrè, Bice Redaelli e Sidonia Radice.

La Federazione Italiana di Atletica Leggera riconosce come primo campionato italiano italiano di atletica leggera quello organizzato nel 1906 a Milano dalla sua neonata antenata Federazione Podistica Italiana. Fino al 1922 le gare erano riservate esclusivamente agli uomini, ma nel 1923 fu fondata la Federazione Italiana di Atletica Femminile che lo stesso anno organizzò il primo campionato italiano di atletica leggera femminile, che si tenne a Milano, mentre il corrispondente maschile aveva sede a Bologna. Le gare presenti nel programma di questo primo campionato femminile furono otto: 60 metri piani, 250 metri piani, staffetta 4×75 metri, salto in alto, salto in lungo, getto del peso a due mani e lancio del giavellotto a due mani. Alla manifestazione presero parte solo dieci atlete e cinque delle dieci medaglie d'oro furono vinte da Maria Piantanida, atleta della Società Ginnastica Pro Patria et Libertate.

La prima edizione dei campionati organizzati dalla FIDAL che comprendevano gare maschili e femminili nella stessa sede di gara risale al 1953: si disputò a Roma presso lo Stadio Olimpico dal 25 al 27 settembre.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gotaas, p. 312
  2. ^ Gotaas, p. 314
  3. ^ Gotaas, pp. 315-316

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Thor Gotaas, Storia della Corsa. Sfide e traguardi nei secoli [En verdenshistorie], traduzione di Luca Delponte, Luisa Iori, Bologna, Odoya, 2011 [2008], ISBN 978-88-6288-087-9.
  • Serenella Quarello, Non puoi correre con i pantaloncini corti. 50 donne che hanno fatto la storia dello sport, Milano, Mondadori Electa, 2019, ISBN 978-88-9182-194-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]