Utente:Whitewolf/sandbox2

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Nascita del concetto di eutanasia in Germania[modifica | modifica wikitesto]

Nel difficile clima tedesco successivo al primo conflitto mondiale, caratterizzato da una generale delusione e una profonda crisi sociale dovuta al crollo dell'Impero germanico, nacquero nuove idee relative al riscatto del popolo (Volk) ottenibile attraverso l'eliminazione dei disabili, considerati un peso sociale che sottraeva risorse alla ripresa. Tale visione fu profondamente influenzata dall

L'eutanasia sociale ed economica[modifica | modifica wikitesto]

In questo contesto fu essenziale l'opera di Alfred Hoche e Karl Binding intitolata Die Freigabe der Vernichtung Lebensunwertem Lebens («L'autorizzazione all'eliminazione delle vite indegne di vita») pubblicata nel 1920. In quest'opera lo psichiatra Hoche, con il supporto del giurista Binding, affermava la necessità di eliminare coloro che non avessero nessun valore per la società al fine di far progredire la società stessa. Hoche e Binding, utilitaristicamente, asserirono che la situazione tedesca dell'epoca non permetteva inutili sentimentalismi: l'eliminazione delle «vite indegne di vita», che impegnavano «inutilmente» strutture sanitarie tedesche, avrebbe permesso la liberazione di importanti fondi da spendere in favore delle persone sane e produttive. Il disabile veniva visto come un «peso» che gravava non solo su se stesso e sulla sua famiglia, bensì sull'intero Stato che avrebbe dovuto trovare una soluzione e redistribuire equamente le ricchezze così risparmiate:

«Se si pensa contemporaneamente ad un campo di battaglia coperto da migliaia di giovani morti, o ad una miniera dove una tempesta ha sepolto vivi centinaia di bravi lavoratori, e lo si confronta con un'istituzione per imbecilli e le sue cure dovute ai pazienti, si rimane profondamente scossi per la chiara dissonanza tra il sacrificio per il più grande tesoro dell'umanità da una parte e dall'altra con le grandi attenzioni che devono essere fornite a vite che non sono solo assolutamente inutili, ma che trascinano altre degne creature nella depressione di un'esistenza negativa.»

L'eutanasia razziale nazionalsocialista[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso periodo il nascente Partito nazionalsocialista, favorevole al progetto di eutanasia sociale ed economica preconizzato da Hoche e Binding, introdusse l'idea di un programma eugenetico per preservare la purezza razziale del popolo tedesco. Nell'ideologia nazista i disabili non erano più visti solo come «pesi sociali», da eliminare per motivi economici, ma anche come veicoli di «inquinamento genetico», da eliminare per migliorare il patrimonio genetico la razza ariana.
In una naturale estensione di quest'ideologia gli «indegni di vita» non erano più solamente i disabili ma tutti coloro che avrebbero potuto «corrompere» la razza ariana: ebrei, zingari ed «asociali» (alcoolisti, omosessuali, vagabondi, ecc.). Quest'idea, sviluppata principalmente da Hitler stesso, fu il fondamento ideologico che condusse successivamente all'Olocausto.

Propaganda nazionalsocialista in favore dell'eutanasia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'ascesa al potere del partito nazista avvenuta il 30 gennaio 1933, la propaganda del regime operò massiccie campagne per convincere l'opinione pubblica e la comunità medica tedesca della necessità di un programma di eutanasia, riducendo il problema della malattia mentale (o dell'infermità fisica) ad una semplice questione genetica ed economica.

Come spesso avvenne nel periodo del Terzo Reich la propaganda fu particolarmente solerte nell'indirizzare il proprio messaggio verso i giovani e gli adolescenti, più facilmente malleabili. Un esempio dell'ideologia nazista riguardo al problema dell'eutanasia venne prodotto nell'autunno 1940 in una pubblicazione destinata agli studenti quattordicenni al termine della scuola dell'obbligo. Il libro, intitolato Du und dein Volk («Tu e il tuo popolo»), riportava in uno specifico capitolo intitolato «La prevenzione della prole geneticamente malata»:

«Dovunque la natura sia lasciata a se stessa, le creature che non possono competere con i loro prossimi più forti sono eliminate dal flusso della vita. Nella lotta per l'esistenza questi individui sono distrutti e non possono riprodursi. Questo [processo] è chiamato selezione naturale. Gli allevatori e gli orticoltori che desiderano particolari peculiarità eliminano sistematicamente quegli [elementi] con caratteristiche indesiderate, e «allevano» quelle creature che dispongono dei geni desiderati. L'«allevamento» è [considerato] selezione artificale.
Nel caso degli esseri umani il completo rifiuto della selezione ha condotto a risultati indesiderabili ed inaspettati. Un esempio particolarmente chiaro è l'incremento delle malattie genetiche. In Germania nel 1930 c'erano circa 150.000 persone in istituti psichiatrici e circa 70.000 criminali in carceri e prigioni. Essi erano, tuttavia, solo una piccola parte del numero reale di handicappati. Il loro numero è stimato in oltre mezzo milione. Essi richiedono un'enorme spesa da parte della società: 4 RM [Reichsmark] al giorno per un malato mentale, 3,5 RM per un criminale, 5-6 RM per un mutilato o un sordomuto. All'opposto un lavoratore non specializzato guadagna 2,5 RM al giorno, un impiegato 3,5 RM ed un impiegato statale di basso livello 4 RM (il Ministro del Reich Dr. Frick ha fornito questi dati per il 1933). Precedentemente, coloro affetti da tali handicap, se non [rinchiusi in apposite] istituzioni, erano liberi di riprodursi ed in particolare nel caso di alcoolisti ed handicappati mentali il numero di figli era spesso molto elevato. Una singola alcoolista nata nel 1810 aveva 890 discendenti nel 1939. Metà [dei discendenti] era mentalmente ritardata. 181 erano prostitute, 146 accattoni, 76 criminali, 7 assassini, 40 [vivevano] in ospizio. La donna è costata allo stato 5 milioni di marchi, che sono stati pagati dalla gente in buona salute. [Questo] ha alzato le tasse e ridotto le opportunità per gli altri. Questo mostra la saggezza delle parole di Goethe: «L'intelletto diviene un'assurdita, la carità una piaga». [...]»

L'eutanasia sul fronte orientale[modifica | modifica wikitesto]

Si veda questo paragrafo per spunti sul tema...