Utente:Tripodi Antonia/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Padre Vittorio Dante Forno, Fondatore Figlie di Maria SS. Corredentrice

Dante Vittorio Forno.[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Dante Forno[1], meglio noto come Padre Forno (Porto Alegre, Brasile 02 giugno 1916 – Reggio Calabria, 15 dicembre 1975). Presbitero, fondatore della Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice, dedito all'educazione dei giovani[2].

1. Cenni biografici[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Dante Forno è l’ultimo dei cinque figli di Gioacchino Forno e Maria Marletta, di origine siciliana ma emigrati in Brasile in cerca di lavoro. Dopo la morte del papà, di Luigi e delle due sorelle, nel 1925 la famiglia Forno ritorna in Sicilia, a Leonforte (EN), presso una zia materna.

Nel 1928, Vittorio Dante viene affidato dalla mamma ai padri salesiani di Pedara (CT) per curarne la preparazione scolastica e la formazione. Qui, egli avverte i segni della sua vocazione alla vita religiosa e sacerdotale e la manifesta ai Superiori, che lo trasferiscono al noviziato salesiano di San Gregorio (CT), dove approfondisce la sua vocazione, studia Filosofia (1932-34) e si prepara al Sacerdozio.

Al termine del triennio del noviziato, i Superiori, lo inviano all’ Università Gregoriana di Roma per compiere gli studi teologici.

A causa dell’imminenza della II guerra mondiale, Dante ottiene dalla Santa Sede la dispensa dall’impedimento per la giovane età (24 anni) ed il 9 giugno 1940 viene ordinato Sacerdote da S.E. Mons. Luigi Traglia, Vicegerente della diocesi di Roma, nella Basilica del Sacro Cuore di Roma, e celebra la sua prima Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dinanzi alla Madonna “Salus Populi Romani”.

L’anno seguente consegue la Licenza in Teologia con la nota: “Cum laude probatus”  e viene subito destinato all’insegnamento di Lettere e Filosofia al Liceo del Seminario Salesiano di S. Gregorio (CT).

Per l’anno scolastico 1942/43 l’ispettore salesiano don Secondo Manione lo invia nell’aspirantato salesiano di Pedara (Catania) a insegnare greco e lo designa confessore ordinario,  benché abbia appena 26 anni; qui il Direttore dell’aspirantato, don Antonio Di Falco, gli dà l’incarico di Direttore dell’oratorio.[3]

2. Attività tra i Salesiani[modifica | modifica wikitesto]

Conclusasi la guerra, ne restano le disastrose conseguenze. Le rovine materiali sono spaventose, ma di più vaste proporzioni sono le rovine delle anime: lutti familiari, disgregazione delle famiglie, migliaia di ragazzi affamati, scalzi, laceri, spesso orfani, che vagano per le città e le campagne, sfruttando ogni occasione per trovar da mangiare, ma avviati così irrimediabilmente alla malavita. Si accresce, quindi,  il fenomeno della delinquenza minorile preoccupando autorità politiche e religiose.

Don Berruti, Prefetto maggiore per l’Italia meridionale, dà a don Secondo Manione l’incarico di scegliere un confratello capace di salvare i ragazzi, vittime della immane guerra. Viene scelto don Forno, il quale inventa l’opera denominata “La SPIGA”  (Soccorso Per I Giovani Abbandonati), al fine di raccogliere fondi ed organizzare aiuto ed assistenza ai giovani “sciuscià” di Catania.

Per tre anni, dal 1945 al 1947, Don Forno, validamente collaborato dall’entusiasmo dei Chierici salesiani dello studentato di Pedara (CT), attua le più svariate iniziative a favore di questi giovani bisognosi di tutto: sfamandoli, vestendoli, allontanandoli dalla strada e dai vizi. L’opera è economicamente sostenuta non solo dall’Ispettoria Salesiana Sicula, ma anche dalla Carità del Papa Pio XII che giunge attraverso la P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza), da generose donazioni di importanti personalità politiche e dal locale “Comitato Cittadino pro Figli della Strada”.

L’impegno di Don Forno a favore degli ultimi continua poi a Palermo (1947-50), dove, per incarico del Card. Ernesto Ruffini, si occupa della P.O.A , delle A.C.L.I. (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani) e dei Comitati Civici (1950-e 54) successivamente a Messina, nella Parrocchia di S. Matteo a La Giostra , dove il suo zelo si concretizza in numerose iniziative spirituali e sociali.

Nell’autunno del 1954 Don Forno viene trasferito a S. Gregorio (CT) e l’anno successivo a Riesi (CL), nella parrocchia affidata ai Salesiani, come viceparroco e addetto alle attività sociali (1955-58). Qui egli si occupa dell’assistenza spirituale degli ex allievi e delle A.C.L.I., costituisce un autonomo “Circolo di Lavoratori Cattolici” ed un “Comitato Cittadino di Iniziativa Sociale” ed ancora organizza in “Pie Unioni” coltivatori agricoli, piccoli allevatori di bestiame, minatori ed altre categorie di diseredati.

L' incorruttibilità di don Forno, i suoi successi nella saggia amministrazione, che porta in attivo i bilanci a lui affidati, l’effettivo recapito degli aiuti a quelli che erano realmente indigenti, suscitano contro di lui disappunti e propositi di rivalsa, da parte di coloro ne approfittavano ingiustamente.

Ci sono inchieste sul suo operato, ma le stesse si risolvono in lodi per la sua gestione. Nel luglio del 1950 Don Forno viene chiamato a Roma, presso la Congregazione del Santo Uffizio, per chiarire alcune denunce contro di lui: la dolorosa vicenda dura cinque mesi, ma ne  esce indenne[4].  

Cofondatrice Suor Maria Salemi delle Figlie di Maria SS. Corredentrice presso la Casa Madre. Villa Bethania. Reggio Calabria.

3. Un Ideale di vita[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1951 Don Dante viene trasferito a Messina, dove si reca portando nel cuore l’urgenza di associarsi e di associare altri cuori all’olocausto di Cristo Sacerdote e Vittima per meritare ai sacerdoti un particolare aiuto di grazia nel compimento del loro difficile ministero.

A Messina egli viene assegnato come viceparroco alla parrocchia di S. Leonardo in S. Matteo, nel rione Giostra. Qui nel 1952 Don Forno incontra la giovane universitaria Maria Salemi, che desidera  realizzare la donazione totale di sé a Dio e si affida alla sua direzione spirituale[5].

Don Forno sente in pieno il sacerdozio come donazione in Cristo al Padre e, nello stesso tempo, capisce il ruolo  della Vergine Madre Maria accanto al Cristo Redentore: il Redentore e la Corredentrice, il Sacerdote e le vergini Corredentrici, attraverso la donazione totale, con i voti religiosi, unite nell’azione e nella contemplazione.

Maria Salemi è per Don Forno la prima incarnazione del suo Ideale di immolazione sacerdotale, il seme della Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice, che inizia a svilupparsi concretamente a Catania nel 1956. Oltre a lei alcune giovani di Azione Cattolica, che condividono l’ideale della Corredenzione presentato loro da Don Forno si riuniscono e danno inizio alla prima forma di vita religiosa, sotto la guida di Maria Salemi che diventa la loro Direttrice.

Alla formazione spirituale, umana e religiosa di queste sue Figlie, Padre Forno dedica gli anni e le energie migliori della sua vita e  del suo Sacerdozio: per loro traccia un ideale di vita, sulle orme della Vergine Corredentrice, intessuto di preghiera, di sacrificio, di assoluta donazione di sé a Dio nel Sacerdozio di Cristo, nella Chiesa, per le anime.

Nel 1958 Padre Forno si trasferisce a Reggio Calabria, dove viene accolto dall’Arcivescovo, S.E. Mons. Giovanni Ferro, che lo impegna in vari settori dell’apostolato: Assistente del Movimento Studenti di A.C., Direttore Diocesano della Legio Mariae e delle PP. OO. MM[6], Insegnante di Religione nelle Scuole Statali.

4. Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice[modifica | modifica wikitesto]

Il 1° novembre 1959 le giovani della nascente comunità raggiungono Padre Forno trovando un’amorevole accoglienza da S.E. Mons. Ferro, che le invita a lavorare  nel campo sociale[7], per cui esse aprono le scuole materne ed elementari. Il 25 marzo 1963, S.E. Mons. Ferro le erige ufficialmente in Pia Associazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice. Nel 1967  Padre Forno e le  sue Figlie accolgono  gli orfani che vengono loro affidati dall' E.N.A.O.L.I[8] e per loro istituiscono le prime Case-famiglia[9].

Con l’esempio e la parola, P. Forno trasmette alle sue "Figlie" la forte devozione mariana e l’amore per Gesù Crocifisso e all'Eucaristia. Quasi a coronamento di questa sua  spiritualità,  il 10 aprile 1975 riceve in consegna da S.E. Mons. Ferro la Chiesa di Gesù e Maria per istituirvi l’adorazione eucaristica quotidiana[10].

Padre Forno il 15 dicembre 1975 lascia la terra per avviarsi al Cielo. Le sue ultime parole riassumono tutta la sua vita: “Ipse solum manet! Sì, sono nella gioia. Vale la pena vivere un’intera vita per arrivare a quest’istante che illumina tutta l’esistenza. Abbiate la carità… sarà la vostra forza. Vi lascio un tesoro: l’Adorazione ogni giorno. Ai piedi di Gesù ci ritroveremo! […] Promettete amore, fedeltà, rinuncia… Mater mea, fiducia mea. ”.

Il carisma di Padre Forno continua a vivere nelle sue Figlie, che nel 1983 ricevono  dall’Arcivescovo di Reggio Calabria, S. E. Mons. Aurelio Sorrentino, il Decreto di erezione a Congregazione Religiosa di Diritto Diocesano[11].

San Giovanni Paolo II e la Cofondatrice Suor Maria Salemi delle Figlie di Maria SS. Corredentrice. Congresso Eucaristico. Reggio Calabria 1984

Fedeli al carisma del loro Padre e Fondatore,  le Figlie di Maria SS. Corredentrice[12]  operano nelle varie realtà ecclesiali in cui è richiesta la loro presenza[13] impegnandosi, nella loro vita quotidiana, a  “seguire il Cristo della Croce e dell’Alleluia, vivo e adorato nell’Eucaristia, prolungato nel Sacerdozio e nella Chiesa,  a gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli”

  1. ^ Antonino Denisi,, Padre Vittorio Dante Forno (1916 1975) Il Sacerdote che non diceva mai basta, in Rivista di Teologia dell' Evangelizzazione EDB, Anno 21, 42, pp. 483-500.
  2. ^ - AA.VV, Padre Vittorio Dante Forno - Con Cristo nella Chiesa per i giovani, Reggio Calabria, Laruffa Editore, giugno 1989, 5-124..
  3. ^ Raffaele Trotta, Un dinamico sacerdote. Vittorio Dante Forno Fondatore delle Figlie di Maria Corredentrice, in L' osservatore romano, 17 dicembre 1980, p.7.
  4. ^ - C. CAFFARRA – L. PACOMIO – M. PENNISI, Padre Vittorio Dante Forno - Azione pastorale, Carisma, Spiritualità a cento anni dalla nascita, Reggio Calabria, Laruffa Editore, 2017, 5-103.
  5. ^ - P. GIULIANA, Per me il vivere è Cristo - Padre Vittorio Dante Forno, Caltanissetta, Edizione Lussografica s.n.c., 2008, 5-143.
  6. ^ Pontificie opere missionaria, su ppoomm.va.
  7. ^ - ITALICUS, Una piccola storia - Profilo della comunità delle Figlie di Maria Corredentrice, Reggio Calabria, Jason Editore, 1992, 1-42.
  8. ^ Enaoli, su archiviodistatogorizia.beniculturali.it.
  9. ^ Guido Leone, Case accoglienza, rarità in Calabria, in Il popolo, XLVI, n. 80.
  10. ^ Ipse solum manet (a cura delle FIGLIE DI MARIA SS. CORREDENTRICE), nel primo anniversario della morte di Don Vittorio Dante Forno, Reggio Calabria, 1975 - 15 dicembre - 1976, 1-30..
  11. ^ Congregazione Religiosa, su it.wikipedia.org.
  12. ^ Primo capitolo generale delle Figlie di Maria Corredentrice, in L' osservatore romano, p.4, 24 giugno 1984.
  13. ^ Pietro Borzumati, Un apostolato a misura della gente del Sud, in Avvenire, XIII, 277, p.15.