Utente:Rodolfo Baraldini/Sandbox

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Caricatura del 1790 su pazienti sottoposti a magnetoterapia

Con magnetoterapia si intendono trattamenti e processi terapeutici che utilizzano campi magnetici di vario genere e per estensione le apparecchiature elettromedicali con cui generare i suddetti campi magnetici. La magnetoterapia comporta alcuni trattamenti riconosciuti dalla medicina ufficiale ma soprattutto anche diverse pratiche di medicina alternativa, oggetto storicamente di critiche da parte della comunità scientifica e accuse di frode.[1] Coloro che attuano o promuovono questa pratica affermano che sottoporre determinate parti del corpo ai campi magnetici prodotti da magneti produrrebbe effetti benefici sulla salute. La magnetoterapia è stata proposta per trattare artrite, artrosi, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, prostatite, il dolore, le fratture ossee, lesioni e dolori tendinei o muscolari ma anche asma, calvizie, impotenza sessuale, il cancro e le più disparate patologie. L'efficacia della terapia con magneti o con elettromagneti, anche di alcuni trattamenti riconosciuti dalla medicina ufficiale, è oggetto di controversia. Il meccanismo d'azione per cui la magnetoterapia dovrebbe essere efficace non è stato esattamente compreso. In molti ambiti applicativi dove è stata proposta la magnetoterapia, specialmente quando si tratta di campi magnetici statici prodotti da magneti permanenti, non c'è alcuna prova scientifica né un razionale a supporto [2][3][4]. La magnetoterapia non va confusa con terapie o elettromedicali basati sull'esposizione del corpo o suoi tessuti a campi elettrici ( elettroterapia, TENS ecc. ) o campi elettromagnetici ( stimolatori a alta frequenza, radiofrequenza medicale, radarterapia, marconiterapia, diatermia, elettrobisturi, fototerapia, laser medicale, magnetoencefalografia).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo studio delle interazioni dei campi magnetici con la salute umana è di origini antichissime per quanto l'effetto dei magneti permanenti sulla vita umana abbia una valenza molto limitata e più che altro psicologica.[1]

Alcuni fanno risalire all'antica Grecia l'utilizzo di anelli magnetici per alleviare l'artrite. Si riporta che Theophrastus Bombast von Hohenheim (1493–1542) noto come Paracelso abbia studiato gli effetti dei magneti su epilessia, artrite ed emoraggie.[1]

I primi riferimenti compiuti nell'utilizzo di magneti permanenti per la cura di patologie umane possono essere fatti risalire al mesmerismo della fine '700, inizio '800. Dimostrata l'infondatezza degli effetti terapeutici vantati da Franz Anton Mesmer la magnetoterapia per lungo tempo è stata considerata appannaggio soprattutto di ciarlatani.[1]

Con le scoperte di Hans Christian Ørsted (1820) e Michael Faraday delle relazioni che legano i campi magnetici a quelli elettrici la ricerca è proseguita focalizzandosi sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici e a frequenze estremamente basse dei campi elettrici e magnetici separatamente, ma molte ricerche, specie dopo il 1970, si sono concentrate sui potenziali rischi per la salute derivanti dall'esposizione a campi magnetici statici o variabili in particolare dopo che alcune ricerche epidemiologiche hanno indicato un sospetto rischio di leucemia nei bambini che vivono in prossimità di linee ad alta tensione.[5][6] Dopo la seconda guerra mondiale gli studi sul potenziale utilizzo terapeutico dei campi magnetici si sono intrecciati con quello sulle onde elettromagnetiche. Alcune ricerche hanno attribuito a campi magnetici pulsati a frequenza estremamente bassa un effetto benefico nei processi di riparazione dei tessuti alla luce delle proprietà elettrochimiche e piezoelettriche di alcuni tessuti [7][8][9][10] Gli studi sugli effetti biologici dei campi magnetici non statici non si sono chiaramente differenziati dagli studi sugli effetti soprattutto termici indotti da campi elettromagnetici prodotti da radiofrequenza o analoghe onde elettromagnetiche se non per la frequenza e lunghezza d'onda del segnale. Molte ricerche peccavano di gravi carenze metodologiche, scarsa conclusività delle prove, mancata valutazione della esposizione effettiva a campi magnetici o elettrici o elettromagnetici separatamente. Una svolta importante si è avuta con l'introduzione di strumenti di indagine basati su forti campi magnetici, risonanza magnetica nucleare, di cui si è dovuto cercare eventuali effetti collaterali positivi o negativi[11] e di cui si è osservata una specifica interazione con i tessuti nervosi con il fenomeno dei fosfeni indotti da campi magnetici.[12][13][14]

Campo magnetico verso campo elettrico e campo elettromagnetico[modifica | modifica wikitesto]

Nella magnetoterapia si presume che agiscano solo o prevalentemente campi magnetici statici o variabili generati da materiali magnetici/magnetizzati o da induttori. Il campo magnetico è prodotto dal movimento di una carica elettrica mentre quello elettrico è prodotto dalla differenza di potenziale e possono essere descritti come la zona di influenza in cui le forze sulle cariche elettriche variano nel tempo e nello spazio. Il campo elettromagnetico si propaga per mezzo di campi elettrici e magnetici fortemente accoppiati.

Nel campo elettromagnetico la grandezza del campo elettrico può essere calcolata esattamente se il campo magnetico è noto e viceversa. Le relazioni tra i due campi sono descritte dalle equazioni di Maxwell. Ma a frequenze estremamente basse (ELF < 3 kHz) con lunghezze d'onda superiori di 100 km, i campi elettrici e magnetici sono effettivamente disaccoppiati e possono essere valutati separatamente come se provenissero da fonti indipendenti.[15][16][14]

In questo senso, con campi statici o a frequenze estremamente basse, si può distinguere la magnetoterapia dalla elettromagnetoterapia. L'intensità del campo magnetico ( H ), si misura in ampere al metro (A/m) ma per valutare la forza esercitata dal campo magnetico sulle cariche elettriche può essere utilizzata una grandezza associata, l’induzione magnetica ( B ) o densità di flusso magnetico (di solito misurata in microtesla, µT, o in millitesla, mT).[17] Le due grandezze sono strettamente legate dalla equazione dove μ è la permeabilità magnetica del mezzo (1,257 nel vuoto). L’intensità del campo magnetico diminuisce con la distanza dalla sorgente ma, contrariamente al campo elettrico, il campo magnetico non viene attenuato o schermato attraversando materiali conduttivi e la permeabilità magnetica dei tessuti biologici è sostanzialmente analoga quella del vuoto o dell'aria.

campi magnetici (valori tipici)[18][19][16][20]
Sorgente Induzione in µT (distanza-posizione)
Campo magnetico terrestre 25 (equatore) - 65 (poli)
Asciugacapelli 6 – 2000 (3 cm)
Rasoio elettrico 15 – 1500 (3 cm)
Aspirapolvere 2 – 20 (30 cm)
elettrodotto 380KV ( max 2 kA) 1 - 20 (al suolo - 40 m)
Varchi con antitaccheggio magnetici o metal detector 50 - 1000 (1 m )
Apparecchiature per magnetoterapia "corpo" 1000 -10000 (30cm sull'asse del solenoide)
Apparecchiature per stimolazione magnetica transcranica 300000 - 700000 (3 cm sull'asse del soleoide)
Risonanza magnetica 1000000 - 2500000 (30 cm)

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

anello in magnetite con presunti effetti benefici

Non esistono norme tecniche o standard internazionali che definiscano specificamente le caratteristiche delle apparecchiature per magnetoterapia. Il termine "magnetoterapia" può essere utilizzato da venditori di bracciali o anelli magnetici con presunti effetti benefici o terapeutici della magnetite, da fornitori di elettromedicali per utilizzo clinico e ospedaliero[21] o da fornitori di tappetini o corsetti magnetici per uso domiciliare.[22]

Il termine in Italia viene prevalentemente utilizzato per trattamenti e apparecchiature elettromedicali destinate alla fisioterapia, terapia fisica e riabilitazione. Queste apparecchiature operano prevalentemente con frequenze tra 0-1000 Hz [23] e sono caratterizzate da un induttore, normalmente solenoidi configurati come bobine di Helmholtz per avere un campo magnetico relativamente uniforme, dove fluendo la corrente, continua o variabile, si genera il campo magnetico. Il segnale variabile può essere sinusoidale o pulsato con forme d'onda variabili: rettangolari, trapezoidali o triangolari ecc. visto che alcuni studi attribuirebbero ad una specifica forma d'onda ed in particolare al dB/dt, cioè al fronte di salita o discesa nella variazione del campo, i maggiori o minori presunti effetti. Nelle apparecchiature "corpo" il solenoide ha un diametro sufficientemente ampio per consentire l'inserimento del corpo della persona da trattare al suo interno dove la densità di flusso magnetico è più alta. In Italia queste apparecchiature sono classificate come dispositivo medico nella classe Z120606[23] e per essere utilizzate in ambito clinico o ospedaliero dovrebbero essere registrate nell'apposito repertorio presso il Ministero della salute. [24]Sono stati sviluppati anche stimolatori a campi elettromagnetici con treni di impulsi con frequenza portante relativamente alta ( superiore a 100 Khz ) che si ripetono con frequenza estremamente bassa ( inferiore a 3 kHz ), dove gli effetti dei campi magnetici, secondo chi le vende, si sovrapporrebbero a quelli diatermici dei campi elettrici. Nessuna di queste apparecchiature è registrata come apparato per magnetoterapia nel repertorio del Ministero per la salute.[25][24] Altre apparecchiature elettromedicali che utilizzano campi magnetici statici o variabili a frequenza estremamente bassa, come quelle per la risonanza magnetica o quelle per la stimolazione magnetica transcranica, non sono classificate come apparecchiature per magnetoterapia.[24]

Negli USA e nel mondo anglosassone il termine "magnet therapy" si riferisce prevalentemente a presunte terapie con campi magnetici statici, per lo più prodotti da magneti permanenti o calamite da indossare o inserite in materassini, supportate da teorie considerate "pseudoscientifiche" e senza alcuna prova di efficacia.[4][26][27][28] Nel 1979 la FDA ha autorizzato la commercializzazione di apparecchiature per trattare le fratture ossee al fine di agevolarne/accelerarne la saldatura. La tecnica utilizzata, analoga a molte apparecchiature per magnetoterapia registrate al Ministero della salute italiano, comporta un induttore che genera campi pulsati, normalmente con un'onda rettangolare come segnale. Anche quando opera con induttori a frequenze inferiori a 3kHz dove campo magnetico ed elettrico sono disgiunti, è stata denominata Pulsed electromagnetic field therapy , in sigla PEMFT. I primi e principali utilizzi, negli USA, sono stati in ambito veterinario, tipicamente per trattare i cavalli da corsa.[29][30][31]

La autorizzazione a commercializzare, nota come 510k clearance, non comporta una approvazione della FDA[32], e le apparecchiature classificate dalla FDA come "stimolatori non invasivi della crescita delle ossa"[33][34] rientrano nella classe 3 (alto rischio) mentre la maggioranza delle apparecchiature che sfruttano campi magnetici sul mercato USA rientrano nelle apparecchiature "benessere", cioè senza una specifica attività terapeutica.[35]

Negli USA sono considerati PEMF anche i campi prodotti dagli stimolatori magnetici transcranici.[36]

È invece stata proibita negli USA, a seconda dei casi, la sperimentazione, importazione e commercializzazione di apparecchiature per magnetoterapia considerate fraudolente o pericolose o non dotate della 510k clearance.[37][25][38]

Meccanismo di azione[modifica | modifica wikitesto]

Sono state formulate varie ipotesi sui presunti meccanismi d'azione della magnetoterapia,

  • correnti e campi elettrici indotti [14]
  • effetto Hall [14]
  • modifica della conducibilità dei nervi [13][39]
  • modifiche nello stato dello spin elettronico
  • interferenze specifiche con il sistema neuroendocrino [40][41]

con una plausibilità discutibile in ambito fisiologico considerato il comportamento debolmente diamagnetico o paramagnetico di alcuni tessuti biologici e l'energia effettivamente erogata dalle apparecchiature per magnetoterapia. [42] Nella comunicazione per promuovere la magnetoterapia come medicina alternativa sono presenti anche toni e linguaggio tipico della cultura "new age" con riferimenti alla bioenergia, modifiche dello stato dell'acqua ( memoria dell'acqua e acqua armonizzata ), fusione fredda ed altre meno plausibili teorie.[28][25]

Magnetoterapia statica[modifica | modifica wikitesto]

Le pratiche descritte non sono accettate dalla medicina, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute. Le informazioni hanno solo fine illustrativo. Wikipedia non dà consigli medici: leggi le avvertenze.

La magnetoterapia basata sui campi magnetici statici, a campo stabile, è considerata una pseudoscienza[43], sia perché non è una teoria plausibile e conciliabile con la fisica e con la biologia, sia per la mancanza di effetti positivi accertati per la salute[44][45].

L'emoglobina è debolmente diamagnetica. I magneti usati sono tuttavia troppo deboli in termini di forza per avere un minimo effetto misurabile sul flusso del sangue[46][47] così come l'effetto Hall prodotto dal rapido movimento all'interno del campo magnetico terrestre di un passeggero in aereo, non ha effetti fisiologici rilevabili.[14]

Anche per modificare la conducibilità dei nervi sono richiesti campi magnetici statici migliaia di volte più intensi di quelli prodotti dalle apparecchiature per magnetoterapia offerte al pubblico.[48][13][49]

Magnetoterapia con campi magnetici variabili[modifica | modifica wikitesto]

La magnetoterapia a bassa frequenza consiste nell'applicare, tramite un solenoide attraversato da una corrente elettrica variabile, in genere pulsata, un campo elettromagnetico. Viene indicata anche con l'acronimo PEMFT, dall'inglese pulsed electromagnetic fields therapy.

I sostenitori della pratica evidenziano l'importanza che avrebbe la costanza e durata delle applicazioni e la forma d'onda nel determinarne l'efficacia e sostengono che la magnetoterapia a bassa frequenza può essere indicata in casi artrite, artrosi, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, osteoartropatia e prostatite. Le molte ricerche sull'efficacia della magnetoterapia nei diversi impieghi hanno tratto conclusioni contrastanti.[50][51][52][53]

Effetti sulla salute[modifica | modifica wikitesto]

File:Avvertimento11.gif
norme UNI EN 12198: segnale di avvertimento per il rischio di esposizioe a intensi campi magnetici

A volte confusa con l'elettroterapia o con la elettrostimolazione, la magnetoterapia avrebbe, secondo i sostenitori, numerosi campi e numerose modalità di applicazione, ma opererebbe nella regolarizzazione dell'equilibrio elettrochimico della cellula interferendo con la permeabilità della membrana cellulare.[54] [42] Gli studi sulla efficacia e sui meccanismi d'azione della magnetoterapia si sono intrecciati con quelli sugli effetti del inquinamento elettromagnetico.[55][56][57][20]

Lo IARC ha inserito nel "Gruppo 2B" cioè "possibili cancerogeni per l'uomo" i campi magnetici a frequenza estremamente bassa.[16]

Tra il 1972 e il 1977 Bassett e il suo gruppo di ricerca introdusse un nuovo approccio al trattamento delle fratture che non si risaldano o che si risaldano in ritardo inducendo nell'area della fratture campi magnetici generati da uno specifico segnale a bassa frequenza [58][59][60][61] [62][63]

Controversie sull'efficacia[modifica | modifica wikitesto]

Le affermazioni di numerosi venditori della magnetoterapia si basano su un linguaggio pseudoscientifico e New Age, e non sono supportate da risultati scientifici o studi clinici.[28]

La maggior parte delle critiche concettuali mosse nei confronti della magnetoterapia sono relative ai seguenti aspetti:

  • Non esiste un consenso scientifico sul meccanismo d'azione terapeutica dei campi magnetici, statici o variabili, a alta o bassa intensità e neppure viene chiaramente specificata la natura dei campi, magnetici o elettromagnetici, con che frequenza e intensità [42][64]
  • I tipici magneti usati producono un insufficiente campo magnetico così da non potere avere alcun effetto su muscoli, sangue, ossa o altri organi[45].
  • Alcuni produttori di apparecchi per la magnetoterapia affermano che il campo magnetico aiuterebbe a fare circolare il sangue interagendo con il ferro contenuto nella emoglobina. Tuttavia in merito non vi è alcuna evidenza scientifica. Inoltre questo assunto non tiene in considerazione il fatto che il ferro interagisce coi campi magnetici solo quando si trova in uno stato solido cristallino e dal momento che il ferro contenuto nel corpo si trova solo ed esclusivamente in forma molecolare solubilizzata nei liquidi biologici non è in grado di risentire della forza che dovrebbe indurre il campo magnetico.
  • Non vi è evidenza scientifica che i magneti siano in grado di restaurare la bilancia dell'energia elettromagnetica del corpo umano.
  • Persino con i molto più potenti campi magnetici utilizzati nell'Imaging a risonanza magnetica si rilevano effetti nulli o poco significativi[65].
  • Molti dei siti che promuovono la magnetoterapia appartengono a persone o aziende che traggono profitto dalla vendita di prodotti magnetoterapici.
  • I presunti effetti proliferativi sui tessuti ossei sono gli unici tra tutti i benefici vantati per la magnetoterapia per cui la FDA ha autorizzato la commercializzazione di apparecchiature che inducono campi magnetici a frequenza bassa o estremamente bassa.[42]
  • Molte ricerche a supporto dell'efficacia forniscono prove scarse e poco significative.

In un test randomizzato condotto dall'Energy Medicine Developments, Inc. e pubblicato in Alternative Therapies in Health and Medicine nel 2003 si sostiene che l'elettromagnetismo abbia avuto "piccoli" effetti benefici in pazienti con sclerosi multipla anche se gli stessi autori segnalano che i risultati avrebbero la necessità di essere replicati per essere presi in considerazione[66]. Il National center for complementary and integrative health dichiara che "i magneti, statici o permanenti, pur essendo ampiamente commercializzati per il controllo del dolore non è stato dimostrato che funzionino per qualsiasi scopo sanitario."[67]

Nel 2006/2007 una review sistematica condotta dalla Cochrane Collaboration non riscontrò alcuna prova che la terapia elettromagnetica fosse utile nella cura di lesioni da pressione[68] o di ulcera varicosa[69]. Nel 2013 una review sistematica condotta dalla Cochrane Collaboration sui trattamenti con campi elettromagnetici per alleviare il dolore dovuto all'osteoartrosi del ginocchio o cervicale ha concluso che "le attuali e limitate prove dimostrano un moderato beneficio clinicamente rilevante. Ulteriori prove sono necessarie in questo campo. Nuove ricerche dovrebbero confrontare diversi trattamenti e fornire una descrizione accurata della durata del trattamento, del dosaggio e della frequenza delle applicazioni. Sono necessari trial più grandi per confermare se i risultati statisticamente significativi mostrati negli studi inclusi in questa revisione forniscono vantaggi clinicamente importanti".[64]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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