Utente:Pegasovagante/Sandbox/8

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Fonti[modifica | modifica wikitesto]

L'originaria stesura manoscritta di Jacob Grimm è fondata su una narrazione nel romanzo Schilly, di Karl Nehrlich. Ne fu influenzata anche la prima edizione del 1812, che per il resto proviene dalla tradizione orale, trasmessa da Dortchen Wild. Nel 1816 Albert Ludwig Grimm creò una versione, Brunnenhold und Brunnenstark, rifacendosi ai fratelli Grimm, della quale a loro volta risentirono le edizioni successive di questi ultimi.

Riguardo alle fonti, la nota al testo dei Grimm segnala, accanto a quella dell'Assia che udirono dalla Wild, una variante di Paderborn (presumibilmente raccolta dai von Haxthausen). In questa, la fanciulla dorme sopra un albero e viene condotta a corte dai boscaiuoli che lo abbattono. La zuppa è tanto buona che la protagonista deve sedersi tutti i gioni vicino al re e spidocchiarlo, finché, avendole guardato dentro alle maniche, questi le fa strappare il mantello di pelli da sopra gli abiti splendenti. In un'altra variante ancora, «dei dintorni di Paderborn», si fa passare per muta. Il re strappa il mantello con un colpo di frusta. Come anche in quella precedente, rinunzia egli stesso alla corona, per castigo. In una versione ulteriore (da Schilly del Nehrlich), la protagonista viene scacciata dalla matrigna, perché Dognipelo (e non la sorellastra) ha avuto in dono un anello da un principe, anello che, alla corte di quest'ultimo, verrà trovato sotto il pane bianco (cfr. la 93) o nel brodo (Musäus 2, 188).

In una leggenda delle Fær Øer, il re sposerà solo colei cui starà la taglia delle vesti della moglie defunta (Sagabibliothek 2, 481). Inoltre i Grimm citano lo Zingerle, p. 231, la n. 48 del Meier, la n. 10 dalle Märchen für die Jugend (Fiabe pella gioventú) del Pröhle, Cenerentola, Pelle d'asino del Perrault, la Doralice (1, 4) dello Straparola, L'orsa (Lo cunto de li cunti, 2, 6), e die Kaisertochter im Schweinestall (La figliuola dell'imperatore nel porcile), n. 3 dello Schott (nella parlata dei Valacchi di Moravia[1]).

Oltre alle varianti richiamate del Basile e del Perrault, Hans-Jörg Uther cita Straparola, Piacevoli notti, 1,4, e Die Nymphe des Brunnens (La ninfa del pozzo) (1783), da Volksmährchen der Deutschen (Fiabe popolari dei tedeschi) di Johann Karl August Musäus. Che un re vedovo intenda sposare la propria figlia, si ritrova sovente come motivo autonomo, a partire dal sec. XII, nella letteratura occidentale. Matilde, figlia d'Enrico III, chiede al demonio d'imbruttirla, per non doverlo sposare. Fiabe dei Grimm dalla struttura simile (21, 71a[2]) spiegano diversamente la fuga della protagonista.[3]

Varianti[modifica | modifica wikitesto]

Una variante del finale, raccolta da ignoto presumibilmente fra il 1812 e il 1815, venne riportata dai Grimm, con modifiche, nel volume delle note.[4]

Il tema principale è simile a L'orsa (Lo cunto de li cunti, sesta novella della seconda giornata) di Giovan Battista Basile.

Si veda Aschenpüster mit der Wünschelgerte nel Neues deutsches Märchenbuch, raccolta di fiabe tedesche di Ludwig Bechstein.

Note (sezione provvisoria per la leggibilità della sandbox utente)[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Albert Schott, Rumänische Volkserzählungen aus dem Banat, a cura di Rolf Wilhelm Brednich e altri, Bucarest, 1973.
  2. ^ Prinzessin Mäusehaut, la n. 71 della prima edizione del 1812.
  3. ^ (DE) Hans-Jörg Uther, Handbuch zu den „Kinder- und Hausmärchen“ der Brüder Grimm. Entstehung, Wirkung, Interpretation, Berlino/New York, de Gruyter, 2008, pp. 158-161, ISBN 978-3-11-019441-8.
  4. ^ (DE) Jacop Grimm, Willhelm Grimm, Märchen aus dem Nachlass der Brüder Grimm, a cura di Heinz Rölleke, 5ª ed., Treviri, WVT Wissenschaftlicher Verlag Trier, 2001, pp. 59–60, 110-111, ISBN 3-88476-471-3.