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Guido Barroero

«Il mare neurale delle rappresentazioni, dei concetti, delle idee e dei pensieri non è periglioso come l'oceano reale, con le sue tempeste e i suoi naufragi. Le bufere ideali possono essere dominate con tratti di penna, con saggi e con libri. Ciò consente ai navigatori esperti (il ceto degli intellettuali di professione) di mascherare le loro peregrinazioni con la ricerca dell'Isola Perduta, colma di tesori di saggezza, di sapienza e di verità.»

Guido Barroero (Genova, 10 giugno 194Torriglia, 24 novembre 2015) è stato un anarchico e storico italiano, studioso ed autore di numerosi testi sul movimento anarchico, sul movimento operaio e sull'anarco-sindacalismo. Questi suoi scritti, colmando svariate lacune, permettono di conoscere in modo approfondito una parte importante della nostra storia, ancora poco nota, ad esempio la storia dei G.A.A.P[[|1]], la storia della Camera del Lavoro di Sestri[[|2]], le biografie di quasi tutti gli anarchici liguri[[|3]]. Barroero non solo è stato uno storico, è stato anche un militante, fin dall’età giovanile, dedicando la sua vita al tentativo di mettere in pratica e realizzare l'ideale anarchico, al quale si era accostato presto, dopo una breve esperienza nella giovanile federazione comunista. Chi lo conosceva e lo frequentava lo definiva una mente libera ed eclettica, un intellettuale rigorosamente al di fuori dell'accademia, e un militante capace di unire la passione della lotta alla passione della ricerca storica. Barroero amava molto la ricerca storica, era appassionato di fonti e documenti, meglio ancora se inediti. Contribuiva alla riflessione teorica in modo lucidamente critico, era un nemico dichiarato dell'impoverimento e della disonestà intellettuale. Delle sue variegate esperienze politiche non ne ha rinnegata alcuna, ne ha fatto un bagaglio e un patrimonio, rielaborando queste esperienze al fine di proseguire il suo percorso, che dalle stesse si è via via arricchito e sviluppato. Le sue ricerche e le sue analisi sono state sempre rigorose e attente, libere da personalismi di qualsiasi genere, aveva la capacità di osservare con il dovuto distacco vicende o correnti di pensiero che pure l'avevano visto partecipe. La sua indipendenza e libertà di pensiero l'hanno portato ad avere numerosi ammiratori e seguaci ma anche acerrimi nemici, che mai però lo hanno sviato dai suoi intenti e propositi[[|4]].

Barroero ha reso nota la storia di tanti “anonimi” anarchici ed operai: ha guadagnato a tutti gli effetti il diritto, dopo la scomparsa, di essere a sua volta conosciuto, e non solo nell’ampio e variegato ambiente anarchico, libertario e sindacale[[|5]].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gioventù[modifica | modifica wikitesto]

Guido Barroero nacque il 10 giugno del 1946 a Genova Sampierdarena, da famiglia operaia e comunista. Il nonno materno era socialista, zii, madre e padre antifascisti, operai, partigiani. Crebbe in un contesto proletario ed operaio (Sampierdarena, Cornigliano, le fabbriche), assistendo agli scioperi durissimi di quegli anni Cinquanta. Ascoltò e fu testimone di resoconti e fatti come i picchetti a cui partecipavano intere famiglie, gli insulti dei crumiri, la fame e la miseria, lo sfruttamento e la discriminazione in fabbrica, il cottimo. Rimasto orfano di padre a soli sei anni, fu destinato alla scuola di avviamento industriale, mentre il suo sogno sarebbe stato quello di proseguire gli studi. In casa circolava tutta la vecchia stampa del PCI, e Guido bambino ebbe anche l'occasione di frequentare la sezione “Jursè” di Sampierdarena. E' facile comprendere quale tipo di storia lo interessò poi per il resto della sua vita: la storia proletaria e operaia, la storia degli sfruttati e delle loro lotte.

Dopo l'istituto di avviamento industriale A.Volta di Cornigliano (dove partecipò al suo primo sciopero, uno sciopero di protesta per le pessime condizioni dell'edificio scolastico), frequentò l'istituto tecnico industriale G. Galilei, ambiente molto meno proletario del precedente, ma non esitò a far conoscere le sue idee comuniste, e nel 1962 si iscrisse alla FGCI. In quell'anno ci fu l'uccisione di uno studente a Milano durante una manifestazione, e Barroero prese parte alle proteste che ne seguirono. Nel 1963 venne inviato alla scuola di partito a Bologna. Nel 1965 scelse di non iscriversi al partito, e, verso la fine del '66 o gli inizi del '67 iniziò a conoscere e ad accostarsi all'anarchismo.

Nel movimento anarchico[modifica | modifica wikitesto]

La transizione dal comunismo all'anarchismo di Guido Barroero fu graduale, le sue letture in quel periodo consistevano soprattutto nei pochi testi di Marx che riusciva a reperire. Dell'anarchismo colse inizialmente l'aspetto anticonformista, ribellistico e intransigente rispetto al precedente modo di fare politica che aveva conosciuto. In quegli anni Barroero aderì alla Lega degli Operai e degli Studenti di Sampierdarena, e questo fu finalmente per lui un momento di vera formazione politica. La Lega si spaccò, intellettuali da una parte, operai dall'altra, Barroero si schierò con gli operai. La Lega si esaurì nel 1969, e Barroero intraprese contatti più stretti con il movimento anarchico genovese. L'impressione che ne ricavò non fu delle migliori, nonostante questo iniziò a frequentare le riunioni della Gioventù Anarchica Genovese, che di lì a poco aprì la sua sede in Vico Vegetti, nel centro storico genovese. Successivamente nacque il circolo “A. Borghi”, in salita San Matteo. Aderirono ai G.A.F. (Gruppi Anarchici Federati, terza componente organizzata del movimento anarchico, con F.A.I., Federazione Anarchica Italiana, e G.I.A., Gruppi di Iniziativa Anarchica), parteciparono ad alcuni convegni ed uscì il primo articolo di Guido Barroero su “A” (n. 4 del 1971), sull'anarcosindacalismo. Proprio questo articolo portò ad una frattura che divenne insanabile e il gruppo GAF genovese si sciolse, il circolo Borghi chiuse e iniziò il periodo del gruppo Kronstadt, nuova sede Via Orefici. Successivamente, verso la fine del 1971, contribuì alla costituzione dell'O.d.C.L. (Organizzazione dei Comunisti Libertari), nuova sede in Vico Stampa, che entrò in contatto con il gruppo anarco-comunista di Savona (in seguito O.R.A.), si collegò all'Organizzazione Anarchica Ligure (O.A.L.), costituita nel 1972, e si strutturò territorialmente nei Circoli di Azione Proletaria, e categorialmente con i Collettivi Studenteschi Libertari e la commissione sindacale. L'ambizioso progetto politico era quello di reclutare militanti nelle scuole per intervenire nel sociale, quartieri e fabbriche, ma solo il primo punto venne attuato. Questa esperienza si chiuse di lì a circa tre anni, non prima di aver portato i suoi componenti alla costituzione di un fronte piattaformista che si contrapponeva alle tre componenti organizzate del movimento anarchico nazionale, F.A.I., G.I.A., G.A.F. Fu un triennio molto intenso, tra polemiche anche molto aspre e battaglie politiche, che vide ancora una volta l'annosa contrapposizione tra organizzatori classisti e antiorganizzatori aclassisti. Si giunse così all'uscita dell'O.d.C.L. dall'O.A.L. e infine al suo scioglimento. Guido Barroero, che nel 1984 poté iscriversi a una facoltà universitaria che in precedenza gli era preclusa, Filosofia, ebbe l'occasione di approfondire le sue letture giovanili, e maturare il suo pensiero politico. L'ultimo aspetto di questa maturazione, oltre all’approfondimento delle teorie marxiane, fu proprio la concezione dell'anarchismo, che per Barroero divenne riconoscimento di una pratica radicale di rovesciamento dell'esistente e del suo auspicabile radicamento a livello di massa, a prescindere dalle varie teorizzazioni. Dal 1991 al 1997 visse l'esperienza del circolo “Ombre Rosse”, circolo che raggruppava molte anime, con diverse storie politiche, la sede era a Pegli. Venne prodotto il bollettino Ombre Rosse – Materiali di discussione, di cui uscirono sei numeri, dal '94 al '97. A causa dei continui contrasti politici e a fronte della “fragilità” del progetto del circolo, Barroero decise di osare un “salto di qualità” e fondare una vera e propria attività culturale, nacque così l'”Archivio Storico e Centro di Documentazione di Pegli”, poi “Archivio Mauro Guatelli”, che pubblicò il bollettino AltraStoria, (ne uscirono otto numeri, dal 1996 al 2003) e raccolse, grazie soprattutto al personale impegno di Barroero, una gran quantità di materiale, tutt’ora conservato. Nel 1996, in occasione del sessantesimo anniversario della mancata rivoluzione spagnola, Barroero ed altri compagni entrarono in contatto con la sede anarchica di Piazza Embriaci, al fine di una collaborazione per una serie di iniziative in memoria dell'evento spagnolo. (In quello stesso anno Barroero aderì alla FAI, dalla quale uscirà un certo numero di anni dopo) e da quel momento in poi Guido Barroero frequentò la sede anarchica di piazza Embriaci, prima con il tentativo, fallito presto, di dare vita ad un gruppo FAI genovese, dal nome “E. Grassini”, quindi con la fondazione del Coordinamento Anarchico Genovese, che durò più o meno fino al 2000. Barroero si impegnò al massimo per sviluppare un dibattito serio e iniziative concrete, e intanto diede un fattivo e instancabile contributo al riordino e alla catalogazione dei libri e delle riviste della biblioteca Ferrer. Venne promosso un comitato contro la guerra, nel 2000 ci fu la mobilitazione contro il convegno sugli OGM di Genova, e nel 2001 il G8, con il faticoso e lungo percorso di “Anarchici contro il G8”, incontri nazionali, riunioni organizzative, predisposizione della logistica a carico dei compagni di Genova. Barroero si dedicò senza risparmio alla preparazione della manifestazione nazionale, assumendo anche il ruolo di portavoce verso stampa ed emittenti televisive.

Finite le drammatiche e convulse giornate del G8, col ritorno alla quotidianità, nella sede di piazza Embriaci riemersero i vecchi problemi mai risolti, né si riuscì a trarre un bilancio politico dai fatti appena trascorsi. Barroero si rese amaramente conto che tutto ciò che pensava di aver costruito si era infine concluso con un nulla di fatto.

Esperienze sindacali[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alle esperienze politiche, Barroero ha anche partecipato intensamente alla vita sindacale. Lavorava in una grossa azienda informatica americana di stanza all'Italsider, in via San Giovanni d'Acri a Cornigliano, al centro elaborazione dati. Intorno al 1970, lui e i suoi colleghi decisero di iscriversi al sindacato, e scelsero inizialmente la UILM (Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici), il sindacato più moderato. A breve si costituì il Consiglio di Fabbrica dell'azienda, e Guido Barroero entrò a farne parte. Nella sede di Genova, a differenza di quella di Milano, l'attività sindacale era piuttosto “tiepida”, e Barroero diede le dimissioni da delegato per un certo numero di anni, riprendendo poi l'attività all'inizio degli anni novanta, in occasione della crisi e della ristrutturazione dell'azienda. Molti lavoratori, tra cui lo stesso Barroero, vennero messi in mobilità. Intrapresero una dura lotta ma ne uscirono sconfitti. Tra le varie organizzazioni sindacali frequentate da Barroero, ricordiamo la FLM, la FIOM, la FIM, infine la FLM-CUB, in tempi più recenti, nei quali si adoperò, nel 2002, per la stabilizzazione lavorativa degli LSU (lavoratori socialmente utili) con un discreto successo. In tempi ancora più recenti, l'Unione Sindacale Italiana.

Sul sindacato in genere, sul sindacalismo di base, sull'Unione Sindacale Italiana, Barroero ha scritto e pubblicato molto, tra articoli e libri.

L'Unione Sindacale Italiana e gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine degli anni Sessanta Barroero entrò per la prima volta in contatto diretto con l'Unione Sindacale Italiana. In quel periodo la Segreteria nazionale si trovava a Sestri Ponente, prima in via D'Andrade, 46 poi in via Vigna, al numero 31, un locale da lui descritto nel suo ultimo libro[[|6]] alquanto angusto, in cima ad una ripida scala, poco degno di una Segreteria Nazionale. Qui Barroero incontrò Libero Dall'Olio e Cristoforo Piana, due vecchi compagni, che di lì a poco chiusero la segreteria nazionale e la sede di via Vigna senza essere sostituiti[[|7]]. Barroero frequentò quella sede per qualche tempo, assieme ad altri giovani, collaborando alla stesura e alla distribuzione di volantini per le fabbriche di Sestri e alla diffusione di “Lotta di Classe”, il giornale dell'USI. Alla chiusura della sede da parte dell'USI la ereditarono (nel frattempo si erano costituiti in OdCL, Organizzazione dei Comunisti Libertari), e Barroero, trovando in un armadio un piccolo mazzo di tessere di operai dell'Italcantieri, si appassionò alla storia ancora così poco conosciuta dell'USI e dei suoi militanti, ripromettendosi di ricostruirla e raccontarla.

Molti anni dopo, nel 2007, Barroero e un gruppo di compagni genovesi (con i quali aveva costituito, dopo l'esperienza fallimentare di piazza Embriaci, il Gruppo Libertario di Discussione, poi Gruppo Libertario Genovese) decisero di aderire all'Unione Sindacale odierna.

Nel 2010, al XIX° Congresso dell'Unione Sindacale Italiana, svoltosi ad Ancona dal 10 all'11 aprile, Barroero venne nominato segretario nazionale, a seguito delle dimissioni del precedente segretario dovute all’esproprio della sede storica di viale Bligny da parte dell’Università Bocconi e alla conseguente causa legale. Barroero si impegnò fin da subito a dare il suo contributo alla rivitalizzazione dell’Unione e del giornale Lotta di Classe, con la consueta dedizione e serietà. Nell'estate di quello stesso anno a La Vecilla, Lèon, in Spagna, ebbe luogo dal 13 al 15 agosto una Conferenza internazionale dell'AIT sul lavoro precario, l'autogestione e le cooperative, a cui partecipò Gino Ancona, di Bitonto, segretario nazionale di USI-Arti e Mestieri (assieme ad un rappresentante della Commissione Internazionale dell’USI), con un documento preparato a quattro mani con Guido Barroero, portando un notevole contributo ideale e progettuale. Nei mesi successivi i rapporti improvvisamente si deteriorarono, quando Guido Barroero intervenne in occasione di una pesante accusa mossa nei confronti di Gino Ancona. La situazione continuò a deteriorarsi, con scambi di battute sempre più pesanti sulla mailing list interna. Ci furono frequenti critiche da parte di alcune sezioni dell’USI su quasi tutto l’operato del segretario, sulla gestione dei rapporti internazionali, sul giornale, su una modifica apportata allo statuto di Usi Arti e Mestieri, fino ad assumere tutti gli aspetti di una campagna denigratoria e molto spesso diffamatoria nei confronti di Gino Ancona, di Guido Barroero stesso, della sezione USI di Genova (accusata di aver voluto accentrare troppe cariche in ambito genovese) fino a coinvolgere l'intero sindacato Arti e Mestieri. L'esito fu l'espulsione di questi compagni e del sindacato Arti e Mestieri durante il Congresso straordinario dell'Usi del marzo 2012 (definito congresso del centenario, centenario che cadeva nel mese di novembre; in realtà questo Congresso fu un vero e proprio processo a loro carico, conclusosi con un’immotivata aggressione fisica nei confronti di Gino Ancona. Barroero aveva sperato fino all’ultimo di risolvere i problemi e ricomporre i rapporti proprio in occasione di quel Congresso, che più volte aveva richiesto dopo aver dato le dimissioni l’anno precedente, quando la situazione si era ormai resa intollerabile e ingestibile.)[[|8]]. Barroero intendeva contribuire al centenario dell’Unione Sindacale Italiana con la pubblicazione di un libro sulla storia dell’U.S.I., ma a causa di questi eventi e delle notevoli difficoltà a reperire i fondi (la prefazione che Guido Barroero aveva chiesto a Gino Ancona non piaceva, eliminandola sarebbe stato più facile ottenere finanziamenti e aiuti dal variegato mondo sindacale e anarchico, ma Guido fu irremovibile su questo punto, pur essendo malato e consapevole del rischio di non riuscire a pubblicare in tempo il suo ultimo libro) l'uscita del libro tardò, e quando finalmente fu pronto, Barroero aveva lasciato questo mondo da appena poche ore (“Cento anni di storia operaia: la Camera del Lavoro di Sestri Ponente e l'Unione Sindacale Italiana”, questo il titolo del libro).

Breve biografia personale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver conseguito il diploma di perito tecnico, Barroero si iscrisse alla facoltà di matematica (secondo l'ordinamento di allora le facoltà umanistiche, che avrebbe di gran lunga preferito, gli erano precluse) e l'anno dopo insegnò radiotecnica in una scuola professionale.

Tra il 1969 e il 1970 frequentò un collettivo di studio che si riuniva al Carmine, e lì conobbe Gianna Pieraccini, che sposò nel 1970. Iniziò il suo lavoro in una grossa azienda informatica americana di stanza all'Italsider, in via San Giovanni d'Acri a Cornigliano, al centro elaborazione dai, fino alla messa in mobilità e al prepensionamento nel 1998. Nel 1975 nacque sua figlia, Ginevra, e Guido Barroero si ritirò per alcuni anni a vita privata, frequentando solo saltuariamente il movimento anarchico. Nel 1989 si laureò in Filosofia, si iscrisse quindi anche al corso di Storia, dando tutti gli esami ma senza poi conseguire la laurea, pur avendo già pronta la tesi, sul movimento anarchico nella Resistenza, che in seguito pubblicherà.

Nello stesso 1998 si separò dalla moglie e iniziò un vagabondaggio da una casa all'altra, principalmente nel centro storico genovese, e alcune brevi relazioni sentimentali. Nel 2000 conobbe quella che fu poi la sua compagna per il resto della sua vita, Silvia Ferbri, che condivideva con lui la passione per la storia, in gran parte quella politica, (condivisero l'esperienza del gruppo genovese costituitosi nel 2003 e l'adesione all'USI), e la passione per la montagna (partivano spesso con lo zaino in spalla per lunghe camminate sui monti, principalmente in Corsica, che Barroero amava molto). Dal 2002 iniziarono la loro vita insieme, dapprima a Genova, cambiando alcune abitazioni, poi dal 2011 a Torriglia, nell'entroterra genovese, dove alla fine del 2012 comprarono una piccola casa indipendente, in località Acquabuona Superiore, la ristrutturarono e vi si stabilirono nell'aprile del 2013. In questa casa Guido Barroero si spense dopo lunga malattia, il 24 novembre del 2015, alle tre e mezza del mattino.

Il pensiero[modifica | modifica wikitesto]

«L'anarchismo - o meglio quella sua centrale componente che si rifà al comunismo anarchico o libertario che dir si voglia - nasce nel crogiolo delle lotte di classe, tra il proletariato, come ipotesi di emancipazione radicale e totale dalla società dello sfruttamento, del dominio e dell'oppressione. La componente antistatalista e antiautoritaria, che si sostanzia in queste lotte in opposizione alle forme istituzionali della dominazione di classe, completa l'aspirazione all'uguaglianza economica tipica già di forme di comunismo primitivo»

Per Guido Barroero la realizzazione di una società liberata dallo sfruttamento e dall'asservimento al capitale, poteva avvenire solo tramite la lotta di classe con un'azione collettiva e organizzata, quindi dandosi un programma e lavorando responsabilmente per portarlo avanti. Appoggiava infatti le idee piattaformiste, partecipò all'esperienza neo-piattaformista dei primi anni Settanta, condividendone il rigore teorico, l'efficienza organizzativa e la responsabilità collettiva. Detestava l'individualismo fine a se stesso, la dispersione delle energie, il “nullismo anarchico”, come spesso lo definiva.

Opere scritte[modifica | modifica wikitesto]

Articoli[modifica | modifica wikitesto]

  • Dagli albori del movimento operaio all'occupazione delle fabbriche, Umanità Nova n. 21, 2002
  • Sestri, oh cara! Una cittadella proletaria, anarchica e sovversiva dall'avvento del fascismo alla resistenza, Umanità Nova n. 37, 2002
  • Impero e moltitudini, Collegamenti Wobbly n. 2, luglio-dicembre 2002 nella rubrica Dossier Sinistra, a firma Walker
  • Anarchismo e Resistenza in Liguria, Genova, Edizioni AltraStoria, 2004
  • Per la storia del movimento anarchico nel dopoguerra. Un'esperienza dell'anarchismo di classe: i “Gruppi Anarchici di Azione Proletaria”, biblioteca marxista on-line
  • Gli anarchici nella resistenza in Liguria, Rivista Storica dell'Anarchismo, n. 2, 1998
  • Pinelli e l'USI milanese, Umanità Nova del 13/12/2009
  • Il sindacato che vorrei, pubblicato su A/Rivista Anarchica on-line
  • Note sulla storia del movimento anarchico a Genova nel dopoguerra, 2005
  • Relazione su “L'eredità di Malatesta nel secondo dopoguerra: la presenza degli anarchici nel movimento operaio”, convegno della Federazione Anarchica Livornese, marzo 2004
  • Numerosi articoli sulla rivista “Collegamenti Wobbly”, di cui fu redattore fino al 2008
  • Il governo comunista dell'economia, la produzione e l'etica del lavoro, Collegamenti Wobbly n. 33, primavera 1994
  • Articoli su “A Rivista Anarchica” e su “L’Internazionale”, giornale on-line di Usi-Arti e Mestieri

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Ret Marut – B. Traven. “Dalla rivoluzione tedesca al Messico in fiamme”, Annexia Edizioni, febbraio 2006
  • Il sogno nelle mani. Torino 1909-1922. Passioni e lotte rivoluzionarie nei ricordi di Maurizio Garino, in collaborazione con Tobia Imperato, Edizioni Zero in condotta, 2011
  • I Figli dell'Officina. I Gruppi Anarchici d'Azione Proletaria (1949-1957), Centro Documentazione Franco Salomone, ottobre 2013
  • Cento anni di storia operaia: la Camera del Lavoro di Sestri Ponente e l'Unione Sindacale Italiana, Edizioni Sindacato U.S.I. Arti e Mestieri – A.I.T., novembre 2015
  • Il sindacalismo rivoluzionario in Italia: l'azione diretta, le lotte, le conquiste proletarie di Alibrando Giovannetti, Edizioni Zero in Condotta, USI e Collegamenti Wobbly, 2004
  • Partecipazione alla stesura del Dizionario Biografico degli Anarchici italiani, edizioni BFS, 2003, con la compilazione delle schede biografiche degli anarchici liguri.

Note[modifica | modifica wikitesto]


  • 1 Cfr. “I figli dell’officina….
  • 2 Cfr. Cento anni di storia operaia…
  • 3 Dizionario..ecc
  • 4 Cfr… introduz Spagnoletti, scritto di Cosimo sul nuovo Collegamenti
  • 5 Al suo funerale…. Presenti da tutta Italia
  • 6 Cento anni di stoia operaia, cit
  • 7 L’USI, nata nel 1912, smantellata dal fascismo e dalla repressione, si ricostituì negli anni Cinquanta del secolo scorso, sciogliendosi poi nel 1971.
  • 8 Riguardo i fatti qui descritti esistono documenti e testimonianze……

Voci[modifica | modifica wikitesto]