Utente:Kaga tau/ATAC

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ATAC
Sede centrale ATAC in via Prenestina, 45
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni unipersonale
Fondazione1909 a Roma
Sede principaleRoma
Persone chiave
SettoreTrasporto
Prodottitrasporto pubblico
Utile netto- € 22 084 457[2] (2020)
Dipendenti11 293[2] (2020)
Slogan«Lavoriamo con trasporto»

ATAC - Azienda per la mobilità di Roma Capitale S.p.A. (acronimo di Azienda Tramvie e Autobus del Comune di Roma) è la società in house di Roma Capitale concessionaria di gran parte del servizio di trasporto pubblico locale e della gestione dei servizi integrativi al trasporto pubblico, quali la sosta tariffata e i parcheggi di scambio, nel territorio di Roma. L'azienda gestisce anche, in via residuale, un servizio di noleggio con conducente di vetture gran turismo e tram storici a cui si aggiunge l'eventuale distrazione di vetture dal servizio di linea per riprese cinematografiche o eventi particolari previa autorizzazione da parte dell'ente comunale.

Nel quadro del trasporto pubblico locale romano ATAC gestisce l'80% della rete autobus urbana oltre che la rete filoviaria, metropolitana e tranviaria della città per conto di Roma Capitale mentre opera per conto della Regione Lazio, in qualità sia di impresa ferroviaria che di gestore dell'infrastruttura, le tre ferrovie ex concesse: Roma-Civita Castellana-Viterbo, Roma-Giardinetti e Roma-Lido. Si tratta di una delle più grandi aziende di trasporti pubblici d'Europa ed è la prima in Italia.

Fondata nel 1909 nell'ambito della municipalizzazione dei servizi di Roma, promossa dall'allora sindaco Ernesto Nathan, l'azienda fu riformata una prima volta nel 2000, quando fu scissa in due componenti separate e trasformata in agenzia per la mobilità, con funzioni di pianificazione e coordinazione della mobilità pubblica, e nuovamente nel 2010 con la fusione delle altre due aziende del trasporto pubblico romano, nate con la precedente riforma: Trambus (gestore della rete di superficie e fuoriuscita da ATAC nel 2000) e Met.Ro. (gestore della rete metroferroviaria e fuoriuscita da ACOTRAL nel 2000). Nel corso degli anni successivi dall'azienda sono state scorporate ATAC Patrimonio (divenuta poi Roma Patrimonio), proprietaria dei beni immobili e poi messa in liquidazione, e Roma Servizi per la Mobilità, che ha assunto le funzioni di agenzia della mobilità del comune che ATAC aveva perfezionato nel 2005 con l'incorporazione della Società Trasporti Automobilistici (STA). Nel 2018 ATAC, in forte dissesto finanziario, è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo per scongiurarne il fallimento.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1909 agli anni '40: fondazione e primi anni[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione dell'azienda risale al periodo delle municipalizzazioni dei servizi pubblici in Italia portate avanti dopo l'approvazione della legge Giolitti nel 1903. A Roma in particolare il servizio di trasporto pubblico locale, composto in larga parte da tram a trazione elettrica, era gestito in regime di quasi totale monopolio dalla Società Romana Tramways Omnibus (SRTO), detta "la Romana". I costi sempre maggiori del servizio, uniti alla totale inadeguatezza dello stesso, spinsero verso la municipalizzazione, che era parte del programma elettorale di Ernesto Nathan, eletto sindaco di Roma nel 1907; Nathan, infatti, promosse un referendum comunale sulla municipalizzazione di diversi servizi pubblici tra cui appunto quello del trasporto e quello della fornitura elettrica. Il risultato positivo del referendum portò alla fondazione, poco dopo, dell'Azienda Autonoma Tranviaria Municipale (AATM), che mutò rapidamente nome in Azienda Tranvie Municipali (ATM). Quest'ultima, dopo l'approvazione del regolamento aziendale nel 1910, inaugurò il servizio il 21 marzo 1911 con la linea tranviaria III[4], tra piazza Colonna e la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nei pressi della quale era situato il primo deposito-officina.[5] Al netto della tariffa piuttosto economica, minore rispetto a quella offerta da SRTO, la società chiudeva i bilanci in attivo e al termine del primo anno d'esercizio contava 202 dipendenti.[6]

Al vertice dell'azienda era posto il presidente e una commissione amministratrice (al pari di un consiglio di amministrazione) scelta dal consiglio comunale a cui si affiancava il direttore tecnico, un ingegnere scelto tramite concorso per titoli che ne dirigeva i settori amministrativo-finanziario e tecnico. I servizi erano divisi in cinque reparti: movimento, deposito, magazzino, officina riparazioni, manutenzione e trazione; per i primi tre servizi vi era il capo-movimento, coadiuvato da due ispettori, il capo-deposito e il magazziniere mentre negli altri due erano presenti direttori coadiuvati da due ingegneri. Il personale salariato oltre che dai capi squadra e dagli ispettori era costituito da: fattorini, conducenti, operai di 1ª, 2ª e 3ª classe a cui si aggiungevano i cantonieri e gli avventizi; questi ultimi erano chiamati a lavorare in caso di malattia del personale in organico o per effettuare corse fuori orario ed erano pertanto retribuiti solo quando lavoravano. I salariati erano integrati nel sistema previdenziale varato dal governo Giolitti, la Cassa Nazionale di Previdenza per la Vecchiaia e l'Invalidità degli Operai, cui erano corrisposte dall'azienda sei quote annuali di sei lire per ogni iscritto. Le promozioni si svolgevano per merito ed anzianità mentre il passaggio da conducenti e fattorini a ispettori e da operai a capisquadra era ad arbitrio dell'azienda. Il carico di lavoro per i salariati era di 63 ore a settimana, salvo il diritto al riposo, con un giorno di congedo retribuito ogni 15 di lavoro, cui si aggiungevano 10 giorni di congedo retribuiti ogni anno. Si prevedeva la distribuzione degli utili di bilancio nella misura del 22% al personale dei salariati ed impiegati "da ripartirsi in ragione dello stipendio o salario percepito": i capi squadra e gli ispettori avrebbero percepito 6 lire al giorno, la paga massima di un conducente era fissata a 4 lire, quella di un operaio poteva raggiungere le 4,50 lire, quella di un fattorino 3,70 lire.[7]

Negli anni successivi, con lo scadere delle concessioni assegnate ad SRTO, l'azienda procedette al graduale assorbimento delle linee, degli impianti e del parco mezzi della Romana, che si perfezionò nel 1929 con il riscatto della linea 16 e la conseguente dissoluzione di SRTO, confluita in SEFI. L'ampliamento delle linee gestite rese necessaria anche la progettazione di un nuovo deposito che sarebbe poi sorto al posto della piazza d'Armi, nel quartiere Della Vittoria, dopo il termine della prima guerra mondiale. Contestualmente all'avanzata del tram nel 1920, su autorizzazione del comune, l'azienda municipale iniziò l'esercizio della prima linea autobus e tale servizio riscosse un discreto successo, contrariamente a quanto avvenuto con la sperimentazione portata avanti da SRTO agli inizi del '900. Nonostante ciò la rete automobilistica fu ceduta nel 1924 alla Società Trasporti Ugolini (STU).

Con l'istituzione del governatorato di Roma nel 1925[8] l'azienda mutò nome prima in Azienda Tranvie del Governatorato (ATG) e poi, nel 1927, Azienda Tranvie e Autobus del Governatorato (ATAG); proprio nel 1927, infatti, nonostante la scadenza della concessione accordata a STU fosse nel 1935 ATG rientrò in possesso delle linee automobilistiche romane, includendo nella propria ragione sociale anche l'autobus. Benito Mussolini, durante il discorso di insediamento del primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, palesò l'intenzione di eliminare le linee tranviarie dal centro storico e ciò fu effettivamente realizzato con la riforma tranviaria del 1930, che sostituì l'autobus al tram nel centro e ridisegnò i percorsi rimanenti. Sette anni dopo, sempre su impulso delle politiche fasciste che miravano alla promozione dell'efficienza, dell'ordine e della funzionalità dei servizi pubblici della capitale ma anche a causa delle forti sanzioni inflitte dalla Società delle Nazioni, furono inaugurate le prime due linee filoviarie: 137 e 138, nel quartiere Flaminio.[9] Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nel 1939, l'azienda disponeva di tre depositi tranviari (Santa Croce, Porta Maggiore e Vittoria), nove sottostazioni elettriche di conversione e 12 rimesse per autobus e filobus a cui si aggiungevano le Officine centrali di via Prenestina, realizzate nel 1925 rilevando i locali delle Officine meccaniche Tabanelli.

Dagli anni '40 agli anni '90: la guerra e lo sviluppo della rete autobus[modifica | modifica wikitesto]

Tram MRS e Lancia 703 Viberti su via Liberiana nel 1970

L'ampliamento della rete di trasporto pubblico locale fu bruscamente bloccato dalla seconda guerra mondiale anche se l'impatto maggiore si registrò solo sul finire del conflitto a causa sia delle crescenti penurie di ricambi e materiali per l'esercizio che per il bombardamento alleato sullo scalo di San Lorenzo dell'estate 1943, che danneggiò fortemente il deposito di Porta Maggiore e le Officine centrali; inoltre, dopo l'armistizio di Cassibile, diverse vetture autofiloviarie e tranviarie furono requisite dai tedeschi in ritirata. A cavallo tra il 1943 e il 1944 si imposero dunque forti limitazioni al servizio con la sospensione di diverse linee e la riduzione di orario per quelle poche rimaste in servizio; nello stesso periodo l'azienda sub-affidò le linee autobus di Ostia alla Società Autoservizi Marzano (SAM).

Autobus sperimentale elettrico Iveco durante le prove di servizio nel dicembre 1984

Il 9 agosto 1944, con il ritorno del governatorato allo status di comune, ATAG assunse la denominazione di Azienda Tranvie e Autobus del Comune, meglio nota attraverso l'acronimo ATAC, rimasto invariato, seppur con diversi significati, nel corso dei decenni successivi. L'azienda si trovò dunque ad affrontare il difficile compito della ricostruzione della rete e del parco rotabile; per i primi anni del dopoguerra un servizio minimo fu assicurato da alcune camionette e solo da febbraio 1947 ATAC ripristinò le prime sei linee, mentre il ritorno alla rete prebellica si raggiunge solo nel 1948. I successivi anni furono caratterizzati da una forte espansione della rete automobilistica ai danni della rete tranviaria mentre iniziò il declino della rete filoviaria, culminato con la soppressione nel luglio 1972 delle linee 47 e 47 rosso.

Dagli anni 2000: riforme, accorpamenti e crisi finanziaria[modifica | modifica wikitesto]

Fiat Cityway Roma II in servizio sulla linea 3 nei pressi di porta San Paolo

In ossequio alla riforma del settore del trasporto pubblico locale iniziata a livello statale nel 1997, nel corso del 2000 Regione e Comune hanno portato avanti una riforma del settore che ha coinvolto anche ATAC, con l'implementazione del cosiddetto "modello romano". Il 18 dicembre 2000 la società fu quindi scissa in due componenti separate: Trambus, a cui fu affidata la gestione operativa della rete di superficie, e ATAC, con funzione di pianificazione, regolazione e controllo del trasporto pubblico romano.[10] Proprio sotto questa veste l'azienda gestì il sub-affidamento di parte della rete autobus diurna e successivamente dell'intera rete notturna in favore del consorzio privato Tevere TPL (formato dalle aziende SITA, APM Perugia e CoTrI). Nel corso del 2001 la società Met.Ro., gestore della metropolitana di Roma e delle tre ferrovie ex concesse (Roma-Civita Castellana-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Pantano), cedette ad ATAC il ramo d'azienda concernente diverse attività: staff patrimonio e vigilanza, affari generali legali e istituzionali (AGLI) e servizi vollettivi, funzione amministrazione e finanza, servizio controllo di gestione, funzione innovazioni e ricerca, funzione marketing, comunicazione e commerciale, funzione ingegneria, funzione personale (formazione e sviluppo risorse umane), funzione sistemi informativi e servizi patrimoniali.[11]

Una delle cabine del personale di capolinea in uso dagli anni '30 al 2000 in piazza di Porta San Giovanni.

Il 15 luglio 2005 si conclude l'iter di incorporazione di Società Trasporti Automobilistici (STA), società interamente controllata dal comune di Roma e incaricata della gestione della sosta tariffata, delle corsie preferenziali, dei semafori, delle zone a traffico limitato (ZTL), dei parcheggi di scambio e dei servizi di car sharing. Successivamente il 20 dicembre 2005, su indirizzo del consiglio comunale di Roma, venne istituita la società ATAC Patrimonio S.p.A., interamente controllata dalla municipalizzata a cui fu trasferito il patrimonio immobiliare di pertinenza aziendale. Nel corso dell'anno successivo ATAC acquisì le azioni di Officina Grandi Revisioni S.r.l., azienda costituita dal comune di Roma per officiare la revisione e manutenzione di filobus, tram e treni romani e non.[12]

Con il 2009 il consiglio comunale approvò una delibera per un'ulteriore riorganizzazione del settore: da ATAC fuoriuscirono Roma Patrimonio S.r.l., interamente controllata dal comune di Roma e posta in liquidazione nel 2011 che assunse le competenze di ATAC Patrimonio, e Roma Servizi per la Mobilità, che assunse le competenze ereditate da ATAC con l'incorporazione di STA; contestualmente furono incorporate le due società incaricate della gestione operativa del trasporto pubblico locale su ferro e su gomma, ossia Trambus, e le relative controllate Trambus Electric e Trambus Engineering, e Met.Ro. Inoltre ATAC scelse di portare avanti, coerentemente con gli indirizzi del proprio socio unico, un processo di semplificazione delle proprie partecipate incorporando ATAC Patrimonio e Officina Grandi Revisioni, procedura portata a compimento nel 2014.[13] Da Trambus ATAC ereditò anche una partecipazione del 60% in Trambus Open, azienda poi posta in liquidazione nel 2013 e dichiarata fallita nel 2016. Tra i suoi ultimi compiti di agenzia della mobilità ATAC fu la stazione appaltante della gara che assegnò il 20% della rete autobus, in parte già gestito da Tevere TPL, al consorzio privato Roma TPL, costituito in larga parte dai soci del precedente operatore che fu incorporato nel 2011.

Nel 2017 l'azienda, con un debito pari a 1,4 miliardi di euro, su iniziativa del sindaco Virginia Raggi ha richiesto l'ammissione alla procedura di concordato preventivo al tribunale fallimentare. L'istanza è stata accolta il 27 settembre 2017 e dopo la presentazione del piano industriale per il rientro del debito il 30 maggio 2018 è stata ammessa alla procedura il 27 luglio 2018;[14] successivamente il 9 gennaio 2019 l'assemblea dei creditori ha approvato il piano concordatario con una maggioranza pari a circa il 70% mentre il 25 giugno 2019 il tribunale fallimentare ha emesso il relativo decreto di omologa.[15] Al fine di permettere il regolare svolgimento della procedura Roma Capitale ha prorogato l'affidamento diretto del servizio all'azienda fino a fine 2021; tale scelta è stata tuttavia osteggiata da alcuni comitati locali e ha portato all'indizione di un referendum consultivo in cui sono stati espressi due quesiti: il primo riguardava la messa a gara dell'intero sistema di trasporto pubblico locale gestito dall'azienda mentre il secondo riguardava la promozione di nuovi sistemi di trasporto pubblico locale non di linea.[16] Il referendum si è tenuto l'11 novembre 2018 dopo un primo rinvio e ha visto la vittoria dei "Sì" sia al primo quesito (291 424, pari al 75,5%) che al secondo (286 747, pari al 74,5%).[17] L'ente comunale si è tuttavia rifiutato, inizialmente, di riconoscere il risultato per via del mancato raggiungimento del quorum, corrispondente al 33% degli aventi diritto al voto; ad aver votato infatti furono circa in 387 700, pari al 16,4% degli aventi diritto.[18] Tuttavia, con due sentenze distinte, il tribunale amministrativo regionale del Lazio si è espresso in favore dei promotori del referendum, sostenendo nel primo caso la non necessità del quorum[19] e criticando con la seconda sentenza la condotta dell'ente comunale, richiedendo la proclamazione del risultato.[20] Anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ha espresso un parere negativo in merito alla proroga del contratto di servizio ritenendola dannosa alla regolare concorrenza.[21]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Trasporto pubblico locale[modifica | modifica wikitesto]

Il capolinea Casaletto del tram 8 nel 1998

ATAC gestisce gran parte del sistema di trasporto pubblico locale a Roma e in particolare opera: circa 243 linee autobus, due linee filoviarie (74 e 90), tre ferrovie ex concesse (Roma-Civita Castellana-Viterbo, Roma-Giardinetti e Roma-Lido), tre linee della metropolitana (A, B/B1 e C) e sei linee tranviarie (2, 3, 5, 8, 14 e 19).

L'azienda è altresì responsabile della manutenzione delle fermate autobus, filobus e tram (circa 6440), delle fermate della metropolitana (73) e delle stazioni ferroviarie (65) oltre che dell'armamento metroferrotranviario.

Servizi integrativi[modifica | modifica wikitesto]

La gestione dei servizi integrativi al trasporto pubblico comprende la gestione e manutenzione degli stalli di parcheggio a pagamento, contrassegnati da una segnaletica orizzontale a strisce blu, e dei parcheggi di scambio, siti presso i principali snodi del trasporto pubblico.

Al 2020 l'azienda gestisce una media annuale di circa 73800 stalli di sosta, tra cui sono ripartiti i 2068 parchimetri multifunzione, e 35 parcheggi di scambio, che dispongono di un totale di 14958 posti auto.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

L'azienda, in via residuale, gestisce un servizio di noleggio con conducente di vetture gran turismo e del proprio tram storico a cui si aggiungono, previa autorizzazione, anche autobus e tram urbani adibiti al servizio di linea utilizzabili in occasione di riprese cinematografiche o eventi particolari.

Dati societari[modifica | modifica wikitesto]

Struttura societaria[modifica | modifica wikitesto]

ATAC è una società per azioni unipersonale soggetta alla direzione e al coordinamento da parte dell'ente Roma Capitale, che ne è socio unico. L'azienda opera il trasporto pubblico locale di Roma in virtù di un contratto di servizio firmato con il comune nel 2015 e con validità fino al 3 dicembre 2021; i servizi complementari quali la gestione dei parcheggi di scambio e la sosta tariffata sono stati assegnati all'azienda nel 2017.[22] ATAC gestisce altresì le tre ferrovie ex concesse in base al contratto stipulato con la regione Lazio nel 2017 e valido fino al 2019[23], poi prorogato fino al 1º gennaio 2022.

Non dispone di società controllate ma presenta una partecipazione azionaria del 13,500% nel capitale di Le Assicurazioni di Roma (AdiR), società di mutua assicurazione controllata da Roma Capitale e partecipata anche da AMA e Cotral.[24] In passato deteneva partecipazioni in: ATAC Patrimonio (100%) e Officina Grandi Revisioni (100%), entrambe incorporate nel 2014, e Trambus Open (60%), posta in liquidazione nel 2013 e dichiarata fallita nel 2016.

ATAC serve, nel complesso:

  • 1852 km in superficie su gomma;[22]
  • 135,61 km in superficie su rotaia;[25]
  • 59 km di tratta metropolitana.[22]

Il modello di governo d'impresa è di tipo dualistico e si compone di un consiglio di amministrazione o amministratore unico, in entrambi i casi nominati dal socio unico nella persona del Sindaco previa approvazione dell'assemblea dei soci, e di un collegio sindacale, nominato dall'assemblea dei soci e composto da tre sindaci.

La gestione dell'impresa è assegnata a partire dal 30 giugno 2020 ad un amministratore unico riconosciuto nella persona di Giovanni Mottura.

Indicatori economici[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati del bilancio d'esercizio 2020 il valore della produzione ammonta a 887,6 milioni mentre l'utile d'esercizio registra una perdita di € 22 milioni. In base al bilancio l'azienda ha conseguito:

  • € 507,1 milioni dal contratto di servizio per il TPL con Roma Capitale;
  • € 131,8 milioni dalla vendita di titoli di viaggio;
  • € 76,1 milioni dal contratto di servizio per le ferrovie ex concesse con la regione Lazio;
  • € 26,6 milioni dal contratto di servizio per la mobilità privata con Roma Capitale;
  • € 18,5 milioni dalle coperture dei costi sociali;
  • € 1,8 milioni dal contratto di servizio con Æqua Roma;
  • € 1,7 da sanzioni e altri servizi;
  • € 521584 dalla sosta tariffata e parcheggi di scambio;
  • € 10997 dai servizi NCC e riservati;
  • € 115,7 milioni da altri ricavi.[26]

Immobili e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La rimessa Trastevere di piazza Bernardino da Feltre

ATAC per le proprie attività gestisce un ampio patrimonio immobiliare composto in larga parte dalle rimesse aziendali. Nel corso degli anni l'azienda ha anche dismesso gradualmente parte dei propri immobili non più funzionali all'esercizio tra cui rimesse e sottostazioni elettriche non più attive.

Rimesse attive[modifica | modifica wikitesto]

ATAC possiede 16 impianti aziendali di cui: uno adibito al rimessaggio e officina per i tram, sei adibiti a rimesse ed officine per metropolitana e ferrovie e otto adibite a rimesse e officine per autobus e minibus; a questi si aggiungono le officine centrali in via Prenestina, 45 che ospitano la sede principale dell'azienda nonché parte del parco rotabile tranviario.

Autobus e tram[modifica | modifica wikitesto]

  • Officine Centrali (via Prenestina, 45)
  • Rimessa Acilia (viale Enrico Ortolani, 293)
  • Rimessa Grottarossa (via della Stazione di Grottarossa)
  • Rimessa Magliana (via Luigi Candoni, 101)
  • Rimessa Montesacro (via di Monte Sacro, 18)
  • Rimessa Porta Maggiore (piazza Caballini)
  • Rimessa Portonaccio e Portonaccio Bis (via di Portonaccio, 2)
  • Rimessa Tor Pagnotta (via Mario Carucci, 105)
  • Rimessa Tor Sapienza (via Prenestina, 575)
  • Rimessa Tor Vergata (via di Tor Vergata, 193)
  • Rimessa Trastevere (piazza Bernardino da Feltre)

Metropolitana e ferrovie concesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Deposito Magliana Nuova (viale Egeo - via dell'Oceano Indiano)
  • Deposito Osteria del Curato (via del Casale Ferranti)
  • Deposito Graniti (via Tor Sant'Antonio)
  • Deposito Centocelle (via Riofreddo, 9)
  • Deposito Catalano (via Catalano)

Ex sedi, rimesse e impianti dismessi[modifica | modifica wikitesto]

L'ex rimessa Tuscolana di piazza Ragusa
  • Palazzo Montemartini (largo Giovanni Montemartini)
  • Rimessa San Paolo (Via Alessandro Severo)
  • Rimessa Tuscolana (piazza Ragusa, 69 - via Tuscolana, 179)
  • Rimessa Vittoria (piazza Bainsizza, 13 - viale Angelico, 52)
  • Deposito Flaminio (via Flaminia)
  • Rimessa Collatina (via Renato Birolli, 6)
  • Deposito Santa Croce (piazza Santa Croce in Gerusalemme)
  • Deposito Lega Lombarda (via della Lega Lombarda)
  • Deposito Trionfale
  • Rimessa Eritrea (via Lucrino)
  • Deposito piazza Caprera (piazza Caprera)
  • Rimessa Portuense
  • Autorimessa Tiburtina
  • Rimessa Ostia (corso Duca di Genova)

Flotta[modifica | modifica wikitesto]

Mercedes-Benz Citaro O530 in servizio sulla linea 63

ATAC per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale a Roma dispone di un'ampia flotta che comprende diversi tipi di veicoli alcuni dei quali di proprietà dell'azienda e altri dei quali proprietà del socio unico Roma Capitale o di altri soggetti.

Al bilancio 2020 la flotta è costituita da:

  • 2065 autobus e minibus di cui 1077 di proprietà, 474 in leasing, 477 in contratto di usufrutto oneroso e proprietà di Roma Capitale e 20 in contratto di usufrutto oneroso e proprietà di Cialone Tour[27];
  • 75 filobus di cui 30 di proprietà e 45 di Roma Metropolitane;
  • 164 tram di proprietà;
  • 93 treni per la metropolitana;
  • 63 treni per le ferrovie.

Ad essi si aggiungono i vari veicoli di servizio e un numero imprecisato di vetture gran turismo.

Autobus[modifica | modifica wikitesto]

Filobus[modifica | modifica wikitesto]

Tram[modifica | modifica wikitesto]

CAF S/300 della linea A presso la stazione Vittorio Emanuele

Metropolitane[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie concesse[modifica | modifica wikitesto]

Treno bloccato STEFER serie 420 (matricola 424)

Roma-Lido (RL)[modifica | modifica wikitesto]

Roma-Civita Castellana-Viterbo (RCV)[modifica | modifica wikitesto]

Roma-Giardinetti (RMG)[modifica | modifica wikitesto]

Veicoli di servizio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atac, assemblea rinnova vertici amministrativi. Mottura nominato Amministratore unico, su atac.roma.it, 30 giugno 2020. URL consultato il 1º luglio 2020.
  2. ^ a b Bilancio di esercizio al 31.12.2020, su trasparenza.atac.roma.it. URL consultato il 28 agosto 2021.
  3. ^ Atac, via libera al concordato preventivo anche dalla Giunta, in Il Sole 24 Ore, 8 settembre 2017. URL consultato il 5 luglio 2018.
  4. ^ L'azienda assunse la denominazione in numeri romani proprio per distinguersi dalla concorrente.
  5. ^ Laura Francescangeli (a cura di), I trasporti pubblici a Roma, su archiviocapitolino.it, Archivio Storico Capitolino. URL consultato il 12 agosto 2021.
  6. ^ S.P.Q.R. Regolamento speciale per l’Azienda delle Tramvie Municipali di Roma (…) approvato dal Consiglio comunale nelle sedute del 16 23 30 maggio e 6 giugno 1910 (…), Roma, Tip. F.Centenari, 1910, su archiviocapitolino.it, Archivio Storico Capitolino. URL consultato il 1° settembre 2021.
  7. ^ Allora le retribuzioni massime dei conducenti e dei fattorini di SRTO erano rispettivamente di 3,50 e 3,25 lire giornaliere.
  8. ^ Conversione in legge del Regio decreto-legge 28 ottobre 1925, n. 1949, concernente l'istituzione e l'ordinamento del Governatorato di Roma, su dati.camera.it. URL consultato il 3 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2015).
  9. ^ Curiosità dalla rete...di trasporto pubblico romano parte 1 - Ilmondodeitreni.it, su www.ilmondodeitreni.it. URL consultato il 3 novembre 2019.
  10. ^ Deliberazione del consiglio comunale n. 173 del 19 ottobre 2000, Comune di Roma.
  11. ^ ferpress.it, https://www.ferpress.it/wp-content/uploads/2018/11/doc-concordato-atac.pdf.
  12. ^ Paolo Boccacci, Le riparazioni d'oro dell'Atac. "Pochi interventi e costi milionari", in la Repubblica, 1º giugno 2014. URL consultato il 1º febbraio 2020.
  13. ^ Atac, approvato il bilancio. Incorporate Ogr e Patrimonio, in Il Messaggero, 26 giugno 2014. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  14. ^ Il Tribunale fallimentare ammette Atac al concordato preventivo, esulta Raggi, in AGI, 27 luglio 2018. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  15. ^ Atac, il Tribunale fallimentare ha emesso il decreto di omologa del concordato preventivo in continuità, in ATAC, 25 giugno 2019. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  16. ^ Referendum consultivo Atac per la privatizzazione a Roma: si vota su due quesiti. Incognita quorum, in il Fatto Quotidiano, 11 novembre 2018. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  17. ^ Voti referendum 11 novembre 2018, su elezioni.comune.roma.it, Roma Capitale. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  18. ^ Referendum Atac, quorum lontano: solo il 16,4 % dei romani alle urne. Tra i votanti il Sì raggiunge il 74%, in Repubblica.it, 11 novembre 2018. URL consultato il 12 novembre 2018.
  19. ^ Provvedimento collegiale n° 06761/2019, su giustizia-amministrativa.it, 3 dicembre 2019. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  20. ^ Provvedimento collegiale n° 00719/2021, su giustizia-amministrativa.it, 19 gennaio 2021. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  21. ^ Roma, l'Antitrust blocca un nuovo affidamento ad Atac: "Potrebbe essere illegittimo", in Repubblica.it, 10 novembre 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  22. ^ a b c Carta dei servizi del trasporto pubblico e della sosta Atac 2019 (PDF), su atac.roma.it, ATAC. URL consultato il 1º febbraio 2020.
  23. ^ Carta della qualità dei servizi ferroviari 2019, su atac.roma.it. URL consultato il 24 settembre 2020.
  24. ^ Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2019 (PDF), su adir.it. URL consultato il 17 marzo 2021.
  25. ^ Carta della qualità dei servizi ferroviari 2019 (PDF), su atac.roma.it, p. 7. URL consultato il 29 luglio 2020.
  26. ^ Comprendono anche i proventi da pubblicità, contributi pubblici, ricavi per prestazioni verso terzi, proventi immobiliari oltre che i rimborsi oneri malattia e per integrazioni tariffaria.
  27. ^ Questi ultimi restituiti a febbraio 2021.
  28. ^ TPLITALIA.IT, su www.tplitalia.it. URL consultato il 29 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2018).
  29. ^ Ne erano originariamente previste 60, ma a causa del fallimento della Socimi furono consegnate solo 34

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Grazia Pagnotta, Roma in movimento nelle fotografie dell'archivio ATAC 1900-1970, Roma, Editori Riuniti, 2003, ISBN 8835953235.
  • Vittorio Formigari e Piero Muscolino, Tram e filobus a Roma. Storia dalle origini, II, Calosci, 1999, ISBN 8877851562.
  • Vittorio Formigari e Piero Muscolino, Tram e filobus a Roma. Storia dalle origini, III, Calosci, 2008, ISBN 978-88-7785-229-8.
  • Vittorio Formigari e Piero Muscolino, La metropolitana a Roma : notizie dalle origini e ricordi degli autori, Calosci, 1983.
  • Pietro Spirito, Trasportopoli. Cronache dall'inferno Atac, Guerini e Associati, 10 novembre 2016, ISBN 8862506562.

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