Utente:Idris.albadufi/intercultura

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Intercultura è un neologismo di origine inglese. In Italia il termine si afferma inizialmente come aggetivo in ambito pedagogico e scolastico, nella forma educazione interculturale. Tuttavia l'intercultura o l'interculturalità hanno trovato un impiego in parte autonomo nell'ambito del dibattito filosofico e teologico, oltre che più di recente nelle scienze sociali.

Se in inglese si usa parlare di interculturality (a cui corrisponde l'italiano interculturalità) o di intercultural (aggettivo), non trova impiego il termine interculture.

In concorrenza con intercultural in inglese viene preferito in molti casi l'aggettivo cross-cultural, proveniente dagli studi postcoloniali. Molto difficile e sottile è invece la distinzione tra interculturalismo (dall'inglese interculturalism) e intercultura/interculturalità: si potrebbe dire che, se l'interculturalismo è, sulla falsa riga del multiculturalismo e come evidenzia il suffisso -ismo, il pensiero o la dottrina che studia e propugna la rilevanza degli scambi culturali, l'interculturalità allude a una dimensione di pratiche e di esperienze, anche ma non solamente di ordine intellettuale.

Storia del concetto[modifica | modifica wikitesto]

L'affermazione in Europa del concetto, limitatamente all'ambito scolastico e associativo, risale agli anni Ottanta come campo di riflessione pedagogica e di intervento volti ad affrontare temi e problemi emersi dall’eterogeneità linguistica e culturale che si affermavano in maniera sempre più rilevante nelle scuole dei paesi interessati dal fenomeno dell’immigrazione.

Progressivamente è andata però affermandosi una definizione di educazione interculturale non tanto a partire dai bisogni specifici degli allievi figli degli immigrati, ma da un’interpretazione di intercultura in senso molto più ampio e non solamente pedagogico.

Intercultura e immigrazione[modifica | modifica wikitesto]

Abitualmente si tende ad associare il termine intercultura a una serie di approcci pedagogici, di misure sociali e amministrative o di comportamenti e attitudini legati alla gestione del fenomeno migratorio, nell'orizzonte di una risoluzione pacifica dei conflitti. In realtà sempre più la questione interculturale sta svincolandosi da tale problematica: la pluralità essendo fattore di articolazione non tra le culture, ma interno alla cultura, la riflessione intercultura tende a diventare una riflessione su tale elemento plurimo e stratificato della cultura oggi, in cui l'accento non va sulla fissità identitaria corrispondente alla cultura ma sul suo elemento performativo e inventivo.

Legislazione e documenti ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Si segnala tra i primi interventi legislativi in ordine di tempo in Italia la Circolare Ministeriale 8 settembre 1989, n. 301, che ha per oggetto l'Inserimento degli stranieri nella scuola dell´obbligo: promozione e coordinamento delle iniziative per l´esercizio del diritto allo studio.

Interculturalismo versus multiculturalismo[modifica | modifica wikitesto]

Tra le polemiche che più hanno animato il dibattito sulla differenza culturale in ambito di politiche sociali, dell'eguaglianza e di battaglie per la tutela e affermazione della differenza vi è quello sviluppatosi in ambito nordamericano (in particolare canadese), in rapporto alla preferibilità di un approccio multiculturalista piuttosto che interculturale.

Filosofia e interculturalità[modifica | modifica wikitesto]

Dalla una fenomenologia della contemporaneità si può transitare a una filosofia delle differenze: dalla presa d'atto della coesisentenza nello stesso spazio, come conseguenza dei processi di globalizzazione (turismo, capitalismo, migrazione) e delle nuove tecnologie, di lingue-mondo differenti quando non tradizionalmente alternative tra loro, derivano vari tentativi di mettere in rapporto tra loro i due termini filosofia e intercultura.

Ciò che solo precariamente potremmo definire filosofia interculturale, che ha tra i suoi autori Raimon Panikkar, Giangiorgio Pasqualotto o Raul-Fornet Betancourt, parte dalla considerazione come presupposto di esercizio del pensiero del riconoscimento di una propria intrinseca dimensione culturare. Certo, uno dei rischi impliciti nell'attribuzione di rilevanza al fattore culturale in relazione alla filosofia è la reificazione di questo stesso fattore e la trasformazione della filosofia in culturalismo.

Se è vero che uno dei presupposti principali e quasi stereotipici di ciò che viene definito filosofia interculturale è la critica dell'aspetto storicista del pensiero moderno (si pensi in particolare alla teoria hegeliana e alla sua lettura da parte di Jacques Derrida), in cui si evidenzia un eurocentrismo difficilmente capace di approssimare la pluralità culturale in termini di parità, allo stesso tempo è la stessa filosofia del Novecento, attraverso autori che si legano alla costellazione ebraica, a indicare tale passaggio come particolarmente decisivo.

Talvolta si è proposta una equivalenza tra la filosofia interculturale e la comparazione filosofica.

Religione e interculturalità[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei versanti più rilevanti della riflessione interculturale, è quello sviluppatosi all'interno delle teologie, in particolare quelle cristiane e più specificamente quella cattolica. Momento propulsore di tale ricerca, soprattutto in contesto cattolico, è stato il Concilio Vaticano II. La stessa esigenza cattolica di abbracciamento dell'universale, in tensione problematica con la forte centralità dell'autorità ecclesiale, ha portato a sviluppi particolarmente arditi in rapporto alla cogenza della dimensione dogmatica, sviluppi talora respinti e sconfessati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) (in latino Congregatio pro Doctrina Fidei), l'organismo della Curia Romana incaricato di vigilare sulla purezza della dottrina della Chiesa Cattolica. Tra gli altri va ricordato il nome di Jacques Dupuis, teologo gesuita, docente alla Pontificia Università Gregoriana e direttore di «Gregorianum», sospeso a causa del suo libro Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso.

Una versione debole della riflessione interculturale in ambito teologico è il dialogo delle culture o dialogo interreligioso, che ha dato luogo nel corso di questi ultimi decenni a numerose iniziative, incontri interconfessionali e interreligiosi, che tendono però a identificare il dialogo come dialogo di posizioni tra rappresentanti ufficiali delle differenti culture e tradizioni religiose.

Intercultura e internet[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli sviluppi più significativi e recenti della riflessione sull'intercultura si lega al rapporto tra identità e rete informatica. La stessa nozione di identità, così centrale nella riflessione filosofica e interculturale subisce numerose sollecitazioni ed è sottoposta a pratiche deformazioni e scomposizioni: come è mostrato da Social network websites: best practices from leading services, interessante Research paper di faberNovel, consultabile in modalità slideshare. Se, come afferma il Merriam Webster, l'identità è "sameness of essential or generic character in different instances", e se "in the real world in how one is described either by self-assertations or by assertation of another", l'identità nella retà è altra cosa:

  • Digital identity is a set of characteristics asserted "by one digital subject about itself or by another digital subject in a digital realm" (Microsoft). This identity is comprised of multiple pieces of formal and informal data, real or fantasized.
  • Digital identity has three particularities:
    • Fragmentation: the identity is broken up between several networks and websites and this different pieces of identity might not be coherent
    • Fantasy: digital identity can be easily fantasized
    • Temporality: identity might not evolve over time (a comment or an old profile is not automatically removed

Oltre a questo aspetto performativo, alcuni sviluppi collaborativi del web 2.0 tendono a mettere sempre meno l'accento sull'autore come individuo, aprendosi a una pratica del testo, del discorso e della scrittura, come pratica collettiva e aperta. In ciò alcune riflessioni del post-strutturalismo si vedono concretamente inverate da questa dimensione di esperienza. Si tratta peraltro una dimensione che in alcuni momenti sembra anche molto antica, se si pensa alla dimensione della glossa nel codice medievale.

Gli sviluppi che il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0 implicano in rapporto alla stessa organizzazione delle comunità e delle reti è in qualche modo tutto da pensare, offrendosi così come spazio di riflessione molto originale sull'identità. La stessa antropologia, come stanno mostrando gli studi di Wim M. J. van Binsbergen, sta aiutando a mostrare come tale incidenza dei nuovi media sulle identità, aperte al globale e riarticolate nel locale, non sia una peculiarità delle economie avanzate, ma rappresenti un punto di particolare mobilizzazione di realtà come quelle africane o asiatiche.

Il Trickster e il Potlatch[modifica | modifica wikitesto]

Riconosciuta una stretta affinità tra intercultura e internet, all'insegna di logiche collaborative e cooperative della produzione di conoscenza e di discorso, del Creative Commons, all'insegna cioè di una interpretazione della cultura (delle culture) come dimensione creativa e non come luogo fisso di definizione identitaria, il plesso intercultura/inernet sembra rendersi leggibile anche attraverso concetti tradizionali della ricerca antropologica, come Trickster e Potlatch, che pongono l'accento su di un'economia del dono e su di una dimensione trasformante dell'identità.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Linkografia[modifica | modifica wikitesto]