Utente:Goemon/Sandbox3

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Questa è una cronologia degli eventi della Guerra Fredda, una situazione di tensione politica e militare dopo la Seconda Guerra Mondiale tra le potenze del Blocco occidentale (gli USA, i suoi alleati nella NATO e altri) e le potenze del Blocco orientale (l'URSS, i suoi alleati nel Patto di Varsavia e più tardi la Cina).

Anni 1940[modifica | modifica wikitesto]

1945[modifica | modifica wikitesto]

Roosevelt, Churchill e Stalin alla Conferenza di Jalta.
Fungo atomico su Nagasaki.
  • 6 agosto: Truman segue il consiglio del Segretario della Guerra Henry Stimson e dà il permesso per il primo uso militare al mondo di un'arma atomica contro la città giapponese di Hiroshima.
  • 8 agosto: l'Unione Sovietica onora il suo impegno di dichiarare guerra contro il Giappone entro tre mesi dalla vittoria in Europa ed invade la Manciuria.
  • 9 agosto: in assenza di risposta giapponese all'ultimatum, Truman dà il permesso per un secondo uso militare di un'arma atomica contro la città giapponese di Nagasaki.
  • 2 settembre: Resa del Giappone. Le forze statunitensi comandate dal generale Douglas MacArthur prendono il controllo del Giappone escludendo i rappresentanti russi e alleati.[6]
  • 5 settembre: Igor Gouzenko, un lavoratore russo presso l'ambasciata sovietica in Canada, diserta e fornisce prova alla Royal Canadian Mounted Police di un anello di spie sovietiche in Canada e Stati Uniti. La rivelazione fomenta il cambio di percezione riguardo l'Unione Sovietica da figura alleata a nemica.[7]

1946[modifica | modifica wikitesto]

La cortina di ferro.

     NATO

     Patto di Varsavia

     Paesi neutrali

     Paesi non allineati

1947[modifica | modifica wikitesto]

Manifesto del Piano Marshall.
  • 1° gennaio: le zone di controllo statunitensi e americane in Germania vengono unite per formare la cosiddetta Bizona.
  • 12 marzo: il presidente statunitense annuncia la dottrina Truman che inizia col fornire aiuto a Grecia e Turchia in modo da prevenire una loro possibile caduta nella sfera di influenza sovietica.
  • 16 aprile: Bernard Baruch, in un discorso fatto durante la presentazione del suo ritratto nella Camera dei Rappresentanti della Carolina del Sud, conia il termine "Guerra Fredda" per descrivere le relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
  • 22 maggio: gli Stati Uniti finanziano 400 milioni di dollari in aiuto militare a Grecia e Turchia, segnalando il loro intento di contenere l'ideologia comunista nel Mediterraneo.
  • 5 giugno: Piano Marshall. Il segretario di stato statunitense George Marshall delinea le linee guida per un programma onnicomprensivo di assistenza economica per i Paesi dell'Europa occidentale devastati dalla guerra.
  • 11 luglio: gli Stati Uniti annunciano nuove politiche di occupazione in Germania. La direttiva di occupazione JCS 1067, la cui sezione economica aveva proibito "passi per consentire la riabilitazione economica della Germania [o] ideati per mantenere o rafforzare l'economia tedesca", viene rimpiazzata dalla nuova direttiva JCS 1779 in cui si afferma che "un'Europa ordinata e prosperosa richiede i contributi economici di una Germania stabile e produttiva".
  • 14 agosto: India e Pakistan ottengono l'indipendenza dal Regno Unito.
  • Settembre: l'Unione Sovietica crea l'Ufficio d'informazione comunista (Cominform) attraverso il quale comanda le azioni dei leader e i partiti comunisti nella sua sfera di influenza.
  • 14 novembre: le Nazioni Unite approvano una risoluzione circa il ritiro di soldati stranieri dalla Corea, elezioni libere in ognuna delle due amministrazioni, e la creazione di una commissione ONU dedicata all'unificazione della penisola.
  • 30 dicembre: in Romania, il re Michele I di Romania è costretto ad abdicare da Gheorghe Gheorghiu-Dej, la monarchia viene abolita e viene istituita la Repubblica Socialista di Romania. Il Partito Comunista Rumeno governerà il Paese fino al 1989.

1948[modifica | modifica wikitesto]

Un aeroplano del ponte aereo per Berlino in fase di atterraggio sull'aeroporto di Berlino-Tempelhof.
  • 25 febbraio: il KSČ prende il controllo della Cecoslovacchia in un colpo di stato.
  • 10 marzo: viene riportata la notizia che il ministro degli esteri cecoslovacco Jan Masaryk si sarebbe suicidato.
  • 3 aprile: Truman firma il Piano Marshall. Alla fine del programma, gli Stati Uniti avranno dato 12,4 miliardi di dollari in assistenza economica ai Paesi dell'Europa occidentali.
  • 10 maggio: un voto parlamentare in Corea del Sud vede la conferma di Syngman Rhee come presidente della Repubblica di Corea, dopo un boicottaggio della sinistra.
  • 18 giugno: in Malesia scoppia una rivolta comunista contro il Regno Unito e le forze del Commonwealth.
  • 21 giugno: in Germania la Bizona e la zona francese introducono una valuta comune, il Marco tedesco.
  • 24 giugno: Stalin ordina il blocco di Berlino. Tutte le rotte terrestri dalla Germania Ovest a Berlino vengono chiuse nel tentativo di tagliare i rifornimenti alle forze statunitensi, inglesi e francesi in città. In risposta, le tre potenze occidentali organizzano un ponte aereo per rifornire via aerea i cittadini di Berlino.
  • 28 giugno: l'Unione Sovietica espelle la Jugoslavia dal Cominform per la posizione presa da Tito sulla guerra civile greca.
  • 28 giugno - 11 maggio 1949: il ponte aereo di Berlino sconfigge il tentativo russo di tagliare i rifornimenti alle forze occidentali nella città.
  • 9 settembre: l'Unione Sovietica dichiara la Repubblica Popolare Democratica di Corea di Kim Il-sung essere il legittimo governo di tutta la penisola.
  • 20 novembre: il console statunitense e il suo staff a Mudken sono fatti virtualmente ostaggi dalle forze comuniste cinesi. La crisi non finirà prima di un anno dopo, peggiorando le relazioni tra Stati Uniti e Cina.

1949[modifica | modifica wikitesto]

Anni 1950[modifica | modifica wikitesto]

1950[modifica | modifica wikitesto]

  • 5 gennaio: il Regno Unito riconosce la Repubblica Popolare di Cina. La Repubblica di Cina taglia i rapporti diplomatici con il Regno Unito.
  • 19 gennaio: la Cina riconosce ufficialmente il Vietnam come stato indipendente dalla Francia.
  • 21 gennaio: gli ultimi soldati del Kuomintang si arrendono nella Cina continentale.
  • 12 febbraio: Cina ed Unione Sovietica firmano un patto di mutua difesa.
  • 11 marzo: Chiang Kai-shek, leader del Kuomintang, sposta la sua capitale a Taipei, in Taiwan, alzando uno stallo con la Repubblica Popolare di Cina.
  • 14 aprile: Paul Nitze, Direttore della Pianificazione Politica del Dipartimento di Stato statunitense, pubblica la direttiva riservata NSC-68, schierandosi a favore dell'adozione del contenimento come pietra angolare della politica estera statunitense. Tale direttiva influenzerà la politica statunitense per i successivi venti anni.
  • 11 maggio: Robert Schuman descrive la sua ambizione di un'Europa unita. Conosciuta come Dichiarazione Schuman, essa segna l'inizio della creazione della Comunità economica europea.
  • 25 giugno: la Corea del Nord invade la Corea del Sud dando inizio alla Guerra di Corea. L'Unione Sovietica non può porre il veto poiché sta boicottando il Consiglio di Sicurezza sull'ammissione della Cina.
  • 4 luglio: le forze ONU si scontrano con l'esercito nordcoreano per la prima volta a Osan, ma non riescono a fermarne l'avanzata e riparano a sud, verso quello che diventerà il perimetro Pusan.
  • 30 settembre: le forze ONU sbarcano a Inchon e, dopo aver sconfitto l'esercito nordcoreano, si spingono all'interno fino a riconquistare Seoul.
  • 2 ottobre: le forze ONU attraversano il 38° parallelo, entrando in Corea del Nord.
  • 5 ottobre: la Cina mobilita le sue forze lungo il fiume Yalu.
  • 22 ottobre: la capitale della Corea del Nord, Pyongyang, cade sotto le forze ONU. La Cina interviene in Corea con 300.000 soldati, prendendo le Nazioni Unite di sorpresa. Tuttavia, si ritira dopo qualche ingaggio iniziale.
  • 15 novembre: le forze ONU arrivano al fiume Yalu. In risposta, la Cina interviene nuovamente in Corea con un esercito forte di 500.000 soldati. Questa offensiva obbliga le forze ONU a indietreggiare verso la Corea del Sud.

1951[modifica | modifica wikitesto]

1952[modifica | modifica wikitesto]

1953[modifica | modifica wikitesto]

1954[modifica | modifica wikitesto]

  • 21 gennaio: gli Stati Uniti inaugurano il primo sottomarino nucleare al mondo, lo USS Nautilus. Il sottomarino nucleare sarebbe diventato il deterrente nucleare definitivo.
  • 7 maggio: i Viet Minh sconfiggono i francesi a Dien Bien Phu. La Francia si ritira dall'Indocina, lasciando quattro stati indipendenti: Cambogia, Laos e quelli che diventeranno il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud. Gli Accordi di Ginevra prevedono libere elezioni per unire il Vietnam, ma nessuna delle maggiori potenze occidentali desidera che ciò avvenga nel probabile caso in cui i Viet Minh (comunisti) vincerebbero.
  • Maggio: la rivolta dell'Huk nelle Filippine viene sconfitta.
  • 2 giugno: il senatore Joseph McCarthy sostiene che i comunisti abbiano infiltrati nella CIA e nell'industria bellica nucleare.
  • 18 giugno: il governo di sinistra del Guatemala viene rovesciato in un colpo di stato spalleggiato dalla CIA e sostituito da un regime instabile di destra. L'opposizione capeggiata da ribelli marxisti scatena una guerriglia in cui vengono perpetrate violazioni dei diritti umani da entrambi i fronti. Ad ogni modo, il regime sopravvivrà fino al termine della Guerra Fredda.
  • 8 luglio: il colonnello Carlos Castillo Armas viene eletto presidente della giunta che rovesciò l'amministrazione del presidente del Guatemala Jacobo Arbenz Guzman.
  • 11 agosto: la crisi dello stretto di Formosa inizia con il bombardamento della Cina comunista contro le isole taiwanesi. Gli Stati Uniti ritornano in Taiwan e la crisi si risolve automaticamente in quanto entrambe le parti rinunciano ad attaccare.
  • 8 settembre: la SEATO viene fondata da Australia, Filippine, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Regno Unito e Stati Uniti e Thailandia. Come la NATO, viene fondata per resistere all'espansione comunista nelle Filippine e in Indocina.

1955[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Geoffrey Roberts, "Stalin at the Tehran, Yalta, and Potsdam conferences." Journal of Cold War Studies 9.4 (2007): 6-40. online
  2. ^ (EN) Warren F. Kimball, Churchill and Roosevelt, Volume 3: The Complete Correspondence, Princeton UP, 2015, pp. 567, 571, 585.
  3. ^ (EN) Martin Gilbert, Winston S. Churchill, Volume 7: Road to Victory, 1941–1945 (1986) ch 64.
  4. ^ (EN) Arnold A. Offner, Another Such Victory: President Truman and the Cold War, 1945-1953, Stanford UP, 2002, p. 174.
  5. ^ Milestonesfick so commas: 1937–1945 / The Potsdam Conference, 1945, su history.state.gov, U.S. Department of State Office of the Historian. URL consultato il 18 maggio 2014.
  6. ^ Arthur Herman, Douglas MacArthur: American Warrior, Random House, 2017, p. 639.
  7. ^ Amy W. Knight, How the Cold War began: The Gouzenko affair and the hunt for Soviet spies (2005).
  8. ^ Stalin's Speeches to Voters - 1946, su marx2mao.com, Marx2mao. URL consultato il 17 February 2014.
  9. ^ The Long Telegram, su johndclare.net, John Dclare, 22 February 1946. URL consultato il 17 February 2014.
  10. ^ Harris M. Lentz, Heads of States and Governments Since 1945, Routledge, 2014, p. 118.
  11. ^ Novikov telegram, su academic.brooklyn.cuny.edu, CUNY. URL consultato il 17 February 2014.
  12. ^ Brune, Chronology of the Cold War, 1917-1992 (2006) p 144.
  13. ^ David Holloway, Stalin and the bomb: the Soviet Union and atomic energy, 1939-1956 (Yale UP, 1994).
  14. ^ Hans-Peter Schwarz, Konrad Adenauer: From the German Empire to the Federal Republic, 1876-1952 (Vol. 1. Berghahn Books, 1995).
  15. ^ Bernhard Dahm, Sukarno and the struggle for Indonesian independence (Cornell UP, 1969).
  16. ^ M. Steven Fish, "After Stalin's Death: The Anglo-American Debate Over a New Cold War." Diplomatic History 10.4 (1986): 333-355.
  17. ^ Christian F. Ostermann, and Malcolm Byrne, eds. Uprising in East Germany 1953: the Cold War, the German question, and the first major upheaval behind the Iron Curtain (Central European UP, 2001).
  18. ^ Edward C. Keefer, "President Dwight D. Eisenhower and the End of the Korean War." Diplomatic History 10.3 (1986): 267-289.