Utente:Giorgio Eusebio Petetti/Sandbox2

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L'Alberone[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere include la zona dell'Alberone, che si sviluppa sul lato destro (sud-ovest) di via Appia Nuova, fra il vallo della ferrovia (ponte Lungo), la villa Lazzaroni e la via Latina. È uno dei primi quartieri operai della città, sorto tra i primi del Novecento e gli anni quaranta.

Il toponimo deriva da un secolare leccio[1], con un aspetto davvero monumentale, essendo alta di più di venti metri, che cresceva lungo via Appia Nuova, nei pressi dell'incrocio con via Gino Capponi; il monumentale albero aveva dato il nome anche alla piazza situata nelle adiacenze[2]. La popolare linea del "tranvetto azzurro" lambiva le chiome dell'albero[3].

La quercia secolare, aggredita dalle termiti, era morta nell'inverno 1980-81 e il suo abbattimento avvenne alla presenza degli abitanti del quartiere, che vollero presenziare al triste momento[3].

La sostituzione del grande albero, ritenuta doverosa anche per il valore simbolico che l'albero aveva assunto nella zona, si è rivelata assai difficoltosa. Nel 1986, essa fu sostituita da un leccio centenario[4]. Anche questo leccio ha avuto una triste sorte: dopo ventotto anni fu gravemente danneggiato da un forte temporale il 7 novembre 2014, e fu abbattuto. Il 21 novembre successivo, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, è stato impiantato, al posto dell'albero abbattuto, un altro leccio, alto dieci metri, con un'età di un secolo e mezzo[5]. Forse per scarsa manutenzione, anche questo esemplare si è seccato nel giro di pochi mesi, nell'ottobre del 2015, non avendo attecchito al terreno. Essendo ancora in garanzia, il vivaio provvide alla sostituzione, ma nel momento dell'impianto il nuovo esemplare fu danneggiato così gravemente che il Comune si rivolse ad un'altro vivaio, che curò l'impianto dell'attuale albero, il quarto della storia: un giovane leccio di venti anni, alto sei metri, piantato all'inizio del novembre 2015[6].

Borghetto Latino[modifica | modifica wikitesto]

La via Latina, a fianco della Valle della Caffarella, ospitava fino a pochi decenni fa la baraccopoli chiamata "Borghetto Latino". Gli abitanti, desiderosi di condizioni abitative più dignitose, nel 1969 occuparono alcuni edifici nella zona dell'Esquilino, di proprietà di una grande società immobiliare. Furono poi protagonisti di un atto che richiamò l'attenzione persino del New York Times: diedero fuoco alle loro vecchie dimore, atto che venne considerato simbolico: la gente di borgata voleva chiudere con il passato e lottare per un migliore futuro[7]

  1. ^ Gemma Belli, Francesca Capano, Maria Ines Pascariello, Federico II University Press, 2018, p. 2791, https://books.google.it/books?id=OMp6DwAAQBAJ&pg=PA2791&dq=alberone+di+roma+appia+nuova&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiCy-ySz5LpAhUCxqYKHcXaD4oQ6AEIKDAA#v=onepage&q=alberone%20di%20roma%20appia%20nuova&f=false. ;
  2. ^ Delibera del Consiglio Comunale n. 1074 del 21 novembre 1950.
  3. ^ a b Fabrizio Falconi, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma.
  4. ^ Roma Sparita, Piazza dell'Alberone.
  5. ^ Ministero dell'Ambiente, Giornata Nazionale degli Alberi 2014.
  6. ^ Antonio Venditti, L'Alberone di via Appia, su www.specchioromano.it.
  7. ^ Gian-Giacomo Fusco, Ai margini di Roma capitale. Lo sviluppo storico delle periferie, Edizioni Nuova Cultura, 2013.