Utente:Distico/Sandbox

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SU BAILLY

La vita di Bailly potrebbe essere descritto in termini di duplice attrazione di scetticismo e credenza. Questi furono i due poli tra i quali fluttuava il suo pensiero. Qualche volta, come nell' Éloge de Leibnitz, egli era attratto dallo scetticismo. Altre volte invece, come nell' Histoire de l'astronomie ancienne e nelle Letters a Voltaire, sotto l'influenza di Court de Gébelin, egli lo respinse. A Voltaire scrisse: «Il dubbio deve avere limiti; non tutte le verità possono essere provate come verità matematiche».[1] Bailly sapeva comunque certamente dubitare ed essere scettico quando la ragione lo richiedeva. La partecipazione all'indagine ufficiale sul mesmerismo ne fu una prova, e gli permise anche di dissipare l'illusione che fosse un frère illuminé.

In prima istanza, si sarebbe potuto immaginare che Bailly si potesse disporre a favore del magnetismo animale, affascinato dal concetto, presente nelle teorie di Mesmer, di armonia universale, dalla soluzione semplice di fenomeni complessi, dalla riconciliazione della Terra e le forze celesti, che egli andava cercando. Infatti il suo mentore, Court de Gébelin, aveva abbracciato il magnetismo animale come una nuova "fede" che aveva l'obiettivo di «ristabilire l'armonia primitiva che regnava tra l'uomo e l'universo».[2] Il fatto che un membro dell'altra commissione, Jussieu, pubblicò un parere dissenziente a quello degli altro, era comunque la prova giusto che ad essi fu permesso di operare in completata libertà.

La Fête de la Fédération[modifica | modifica wikitesto]

Quando iniziò a farsi largo l'idea di organizzare una festa a Parigi, per convocare una federazione di delegati politici e della Garde nationale da tutta la nazione, la Comune di Parigi adottò questi progetto. Si nominò una delegazione, guidata da Bailly, per presentare il progetto all'Assemblea nazionale costituente la quale l'approvò il 5 giugno.[3]

La Fête de la Fédération si tenne il 14 luglio 1790, ad un anno esatto dalla Presa della Bastiglia, e vi parteciparono i rappresentanti di tutte le province della Francia per assistere al solenne giuramento di fedeltà che sarebbe stato pronunciato dal generale La Fayette, da Luigi XVI e da Talleyrand, vescovo di Autun. La cerimonia si svolse al Campo di Marte, dove per l'occasione fu costruito un grande anfiteatro in grado di ospitare 400'000 persone.[4]

Elogi[modifica | modifica wikitesto]

Gli elogi testimoniano lo sviluppo del pensiero di Bailly. Tratto tipico della sua epoca, Bailly è meno interessato alla forma estetica che nello scopo didattico dell'arte. Convinto della superiorità della sua epoca illuminata, Bailly è anche affascinato dal concetto di "uomo naturale", con il quale si intende non l'uomo primitivo, ma il denominatore comune degli uomini in tutte le società in tutti i periodi. Storia, diritto, arte, e scienza sono tutti visti come espressioni del progresso fisico e morale dell'uomo.

La composizione dell′Éloge de Leibnitz in particolare avrebbe avuto un effetto profondo e duraturo sul pensiero di Bailly. Anche se dà voce al credo del philosophe, dell'uomo universale, è stato il système ad averlo attratto, la «verosimigianza sostituita alla verità inaccessibile». Al periodo di questi éloges si potrebbe datare anche la germinazione di numerose idee di Bailly che trovarono la luce nelle opere successive, come l′Histoire de l'astronomie ancienne, le Lettres sur l'Atlantide de Platon e l′Essai sur les fables et sur leur histoire.

Bailly godette di un moderato successo con i suoi éloges. Dei quattro presentati nelle varie competizioni, uno solo vinse il prix d'eloquence, mentre altri due hanno ricevuto una menzione d'onore. Anche se quelli di Carlo V, Molière e Lacaille non sembra fossero andati immediatamente in stampa, gli altri due, quello su Corneille e quello su Leibniz, furono invece pubblicati ognuno per due edizioni. Nel 1770 fu inoltre pubblicata a Berlino e a Parigi da Delalain un'ulteriore edizione che raccoglieva tutti e cinque gli éloges. Eppure, se Bailly era alla ricerca di fama e fortuna con questo tipo di scrittura, si deve comunque ammettere che non colse nel segno. Se il suo obiettivo era quello di ottenere la segreteria dell'Accademia francese delle scienze, come gli era stato promesso da D'Alembert che poi però lo aveva tradito preferendogli Condorcet, non ci riuscì. Alcuni aneddoti, riportati dal biografo di Bailly, Michel de Cubières, sembrano infatti riflettere anche una certa disillusione da parte dell'insigne astronomo sia nei confronti degli éloges sia verso il mondo accademico più in generale.[5] A quanto pare, infatti, Bailly arrivò a dire che «i premi accademici non provano nulla» e che la maggior parte degli éloges non erano altro che «folies de jeuness» ovvero "follie di gioventù".[5]

Bailly philosophe[modifica | modifica wikitesto]

da pag 453

About the time of Bailly's retirement to Chaillot, we can detect a change in his thinking which was, for a time, to widen the gap between him and the philo- sophes. Bailly seems always to have needed a guide and mentor-first Lacaille, then Clairaut, d'Alembert, and Buffon. The first two directed his efforts in the fields of astronomy and mathematics; d'Alembert and Buffon enocuraged him in the literary field. When he turned to the popularization of astronomy, he came under the influence of Court de Gebelin 51 whose nine volume Monde primitif was just appearing. This work was an attempt to reduce the complexities of civilization, its customs, traditions, speech, etc. to a universal theme. Court de Gebelin felt that the key to the mysteries of nature was to be found in the history of antiquity and that history, properly understood, might lead humanity to a new golden age. His vision of le grand ordre was utopian, and much of his history is inaccurate; but in many ways Court de Gebelin was a precursor of modern thinkers. His theory of fables as allegorical documents foreshadows the work of modern folklorists. Similarly his search for the primitive language which was the source of all languages anticipated the linguistic research of the nineteenth century. If Bailly had acquired from his astronomical research a conviction that truth was basically simple, he had also learned from Leibnitz to substitute "vraisemblance" for "la verite inaccessible." The influence of Court de Ge'belin was to encourage this speculative bent and cause Bailly to be branded "frere illumine" by the more ardent philosophes. Yet the illuminism of Bailly's work, if it can be called that, is not so far removed from the rationalism of his detractors, but is rather symptomatic of the deterioration of systematic doubt which was common towards the end of the century.

Informazioni sulla storia[modifica | modifica wikitesto]

Bailly was creating a model of history based on order, process and pattern, rather than enthusiasm for Christ's coming kingdom. His goal was the Newtonianization of history, the demonstration that historical processes followed a natural path; that astronomy could demonstrate the harmonization of human affairs with nature as a whole; and that history had one way forward - his way.[6]

Letters sur l'Atlantide de Platon[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver descritto dettagliatamente il rapporto di Platone su Atlantide nel Timeo, e dopo aver considerato quanto era stato detto su questo argomento da Sancuniatone, per quanto riguardava la storia dei Fenici, e Diodoro Siculo, per la storia greca, Bailly procedette nella sua indagine di dimostrare che questo antico popolo fondatore delle scienze non abitava né su un'isola immersa nell'Oceano Atlantico opposta alle colonne d'Ercole (di cui le isole Madeira si supponeva fossero i resti) — come voleva la tradizione — né le Canarie e nemmeno il continente Americano. Questo popolo doveva invece abitare nelle regioni brulle e ghiacciate della Siberia, che in epoche remotissime dovevano essere moderatamente temperate e abbastanza fertili, mentre il caldo torrido affliggeva il resto del globo, rendendolo praticamente inabitabile. Tutto questo era previsto dalle ipotesi paleoclimatiche di Mairan e Buffon, secondo cui in passato il clima era globalmente più caldo a causa della maggiore "incandescenza" che la Terra doveva avere primitivamente, e che poi era diminuita nel corso del tempo causando un lento e globale raffreddamento del pianeta. Bailly accettava questa teoria che, a suo giudizio, dava una prova infallibile alle sue ipotesi.

La Siberia, secondo l'ipotesi, anticamente doveva essere ben più calda e quindi abitabile, mentre le zone equatoriali dovevano essere praticamente ardenti, inabitabili e inabitate. Perciò non poteva che ricercarsi a Nord l'origine dell'umanità e dunque delle scienze.

Le remote regioni tartariche, o quelle artiche furono di conseguenza la sede primitiva della scienza, la dimora della più antica razza umana, i celebri Atlantidei che, nei secoli successivi, discendendo a sud dalle pianure della Scizia, attraversarono le steppe caucasiche e portarono con loro nell'Asia meridionale i rudimenti delle arti e delle scienze e il culto del sole e del fuoco, che, come asseriva Bailly, poteva essersi originato soltanto in una zona dal clima freddo, e dunque nel «freddo impero della notte polare». Si capisce dunque perché Bailly individuava gli Atlandidei come la popolazione degli Sciti che abitava le zone settentrionali dell'Asia. Supporre altre possibilità, concepire ad esempio che questi culti si fossero originati in Persia, in India, o in altri regni orientali — dove il sole anticamente «bruciava le foglie e consumava i vegetali» e dove il sole stesso era raffigurato mentre «cavalcava un leone che nella sua furia divorava tutto ciò che gli capitava a tiro» — nell'opinione di Bailly era letteralmente «assurdo».

---OSIRIDE---

Ancora, la festività di Osiride in Egitto, che durava quaranta giorni, durante i quali la divinità veniva persa e poi ritrovata, era esclusivamente appropriata — secondo Bailly — alla mitologia nordica, poiché solo nei pressi della latitudine di 68° nord dove il sole era, come Osiride, perso per quaranta giorni.[7]

Elezioni municipali di Parigi del 1790
Stato Bandiera della Francia Francia
Data
2 agosto 1790
Candidati
Partiti
Voti
12.550
89,6%
1.460
10,4%
1789 1791
Elezioni municipali di Parigi del 1791
Stato Bandiera della Francia Francia
Data
14 novembre 1791
Candidati
Partiti
Voti
6.108
63,1%
3.924
36,9%
1790 1792

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jean Sylvain Bailly, Lettres sur l'Atlantide de Platon.
  2. ^ Lettre de l'auteur du Monde primitif a messieurs ses souscripteurs sur le magnétisme animal, 42, Parigi, Valleyre, 1784.
  3. ^ Fête de la Fédération su cosmovisions.com
  4. ^ 14 luglio 1790: la Festa della Federazione di Giovanni Ligasacchi
  5. ^ a b Michel de Cubières, Recueil des pièces intéressantes sur les arts, les sciences et la littérature, ouvrage posthume de Sylvain Bailly, précédé de la vie littéraire et politique de cet homme illustre, 1810, XX-XXII.
  6. ^ Nicholas Campion, The New Age in the Modern West, 2015.
  7. ^ Bailly, Lettres sur l'Atlantide de Platon, p. 105