Utente:DedaloNur/Sandbox2

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Tecniche di lavorazione[modifica | modifica wikitesto]

Al momento non esistono molti studi sulle tecniche scultoree delle statue. Le uniche considerazioni effettuate a tal riguardo sono di Peter Rockwell in seguito alla conclusione del restauro. Tale studio è limitato, per ammissione dell'autore, da due problemi di fondo: non esistono statue non finite che possano gettare luce sulle fasi intermedie dell'opera; non esistono statue più antiche di quelle finora scoperte - ma della cui esistenza, per Rockwell, è difficile dubitare[1] - in grado di spiegare l'evoluzione dello stile, la maturazione delle abilità artistiche e dunque, da ultimo, l'eccellente tecnica raggiunta. Le sculture, sebbene possano apparire primitive nel disegno, sono scolpite con un'abilità che è propria dei secoli storici più avanzati, proprio per questo, l'esistenza di una statuaria più antica è un presupposto necessario all'esperienza artistica di Prama[1]. Data l'antichità delle sculture, tale maestria stupisce sotto almeno quattro aspetti.

Il primo aspetto inconsueto e stupefacente è l'assenza di appoggio e di sostegno. Le uniche altre figure scolpite prive di sostegno sono le statue arcaiche greche dei Kouroi. Tuttavia, le statue arcaiche greche venivano scolpite in posizione prona, con una piccola base da inserirsi successivamente  all'interno di una base quadrata più grande. Le statue nuragiche, invece, sembrano esser state scolpite in posizione eretta, data la grandezza delle loro basi: queste avrebbero reso estremamente difficoltoso la rotazione della scultura in posizione prona. Le statue di Mont'e Prama dunque si reggevano unicamente sulle loro caviglie, particolarità che da un lato pone il quesito - data la massa ed il peso della parte superiore - se la statua potesse autosostenersi, ma dall'altro lato "dimostra una sorprendente esperienza nell'applicazione delle tecniche scultoree" giacchè è fuor di dubbio che furono concepite per autoreggersi ed esser viste da ogni lato[2].

Una seconda particolarità dei Giganti lascia basiti: le parti sporgenti. Anche la comprensione di questo aspetto è facilitato dal confronto con i Kouroi. Nei Giganti,  sia nei Pugili come negli arcieri, sono le parti aggettanti, "sospese", ad avere grande rilievo. Per riuscire ad ottenerle  si dovettero asportare grandi quantità di pietra, accettando e calcolando il rischio che la statua potesse spezzarsi. Gli scultori greci dei Kouroi evitarono sistematicamente simili rischi; le statue arcaiche greche, presentano le braccia distese sui fianchi, e le mani sulle gambe, sono completamente prive di parti aggettanti. Dal confronto, pertanto si desumono le grandi differenze strutturali tra statue greche e nuragiche, differenze che sottolineano le abilità tecniche degli scultori di Monte Prama[3].

Il terzo aspetto è la precisione degli artigiani nuragici nei dettagli geometrici. Gli occhi sono resi con cerchi concentrici perfetti. Per essi si


Baccio di arciere N. 5 con segni di vari tipologie di strumenti
Braccio di arciere N. 5: riquadro rosso con segni di gradina, riquadro verde con segni di rachietto, riquadro giallo con segni di scalpello.
dettaglio braccio N. 5 con segni di scalpello e raschietto
Braccio di arciere N.5, con guantone scolpito con lo scalpello e forse un regolo


esclude  attualmente l'impiego di un compasso; pur essendo noto alle popolazioni nuragiche non v'è traccia della punta del compasso al centro dell'occhio. Altrettanta precisione fu posta nella realizzazione delle linee parallele, un'operazione apparentemente banale, ma la cui difficoltà di realizzazione è in realtà nota solo a chi ha dimestichezza con la scultura. Se ad esempio si osserva la precisa equidistanza tra le incisioni parallele dei guantoni degli arcieri o delle fasce decorate a chevron, si potrebbe anche ipotizzare l'utilizzo di un regolo, in ogni caso, tali decorazioni non possono essere scolpite senza grande abilità ed esperienza[4].

La precisione e l'abilità del decoro geometrico, introducono il quarto aspetto mirabile ma problematico delle statue di Mont'e Prama: gli strumenti utilizzati per la loro creazione. Le tracce lasciate nelle sculture indicano l'impiego di strumenti senza paragoni in culture coeve, ma solo nell'armamentario degli scultori moderni [5].  

 Le tracce dimostrano l'impiego della gradina a sei denti. l'uso di tale strumento è visibile nel lato interno del braccio dell'arciere N.5; essa fu utilizzata per portare il lavoro quasi al livello finale in un numero indeterminabile di statue, giacchè, i segni della gradina sono eliminati dalle successive fasi di lavorazione. La gradina è normalmente usata dopo la subbia, per definire la forma della statua. Dopo la gradina si interviene normalmente con lo scalpello, ma nel caso dei Giganti parrebbe essere stato usato un abrasivo per rifinire, anziché lo scalpello, il quale fu comunque ampiamente utilizzato per rifinire vari dettagli [6]

 Nel frammento di braccio n.1809 si presentano dei fori che possono essere stati creati grazie ad un trapano o ad uno strumento denominato ferro tondo. In epoca greca arcaica non è noto l'utilizzo del trapano, impiegato invece dagli egizi. Altri frammenti, ma stavolta di modelli di nuraghe, presentano dei fori molto più profondi, la loro realizzazione è ardua senza l'impiego di un trapano. Se così fosse è possibile l'utilizzo del trapano ad archetto[7].

Sempre dal frammento di una mano di arciere, si deduce l'uso di un raschietto, da non confondersi con la gradina. La differenza tra i due strumenti si evince dalla lunghezza delle linee incise, e dalla mancanza di qualsiasi segno di percussione propri della gradina, dal fatto che lo strumento venne utilizzato "avanti e indietro" sulle superfici. Occorre tuttavia essere cauti nell'attribuire l'uso del raschietto ai Nuragici, poiché in altre aree non è conosciuto prima del II secolo a.C. Ma anche in questo caso resta arduo ipotizzare quale altro strumento possa aver lasciato simili tracce.

Dunque, malgrado la mancanza di evidenze dell'impiego di raschietto e gradina in colture coeve, poichè "non è possibile immaginare un altro strumento che abbia prodotto segni simili (...) si può pertanto prendere in considerazione la possibilità, che gli strumenti dentati, quali il raschietto e la gradina, furono di fatto inventati dagli scultori di Mont'e Prama"[8].   

L'uso di un abrasivo, invece è segnalato nella testa del pugilatore 15, e dell'arciere n. 5. Forse la pomice, presente in Sardegna, di un abrasivo si dovette naturalmente fare un impiego esteso su tutte le statue.  

strumenti nuragici
Da sinistra a destra: punta di scalpello e di trapano da vari siti nuragici. Museo nazionale di Cagliari
compasso. Museo Sanna, Sassari


 In sintesi, le teniche di lavorazione dei giganti prevedevano che la pietra utilizzata per le sculture fosse un bio calcare tenero di cui non è possibile ancora conoscere il grado di durezza della pietra, a meno di non provare a scolpirle. Su di esso si agiva in almeno quattro distinte fasi di lavorazione: 

  1. fase di sbozzatura tramite la subbia, con il blocco gia in posizione verticale. Tramite la subbia si rimuoveva la pietra per far emergere la scultura. L'impiego di tale strumento è provato nella base del modello di nuraghe N.11 
  2. fase di lavorazione attraverso uno strumento simile alla gradina,  sin quasi al livello finale dell'opera (es. braccio di arciere N.5).  
  3. successivamente doveva essere impiegato un abrasivo, oppure un raschietto (es. mano di arciere N. 1678).  
  4. quindi si interveniva con scalpelli ad angoli vivi e delle più svariate dimensioni per la rifinitura oppure con una punta secca, per i dettagli più delicati.    
  1. ^ a b Peter Rockwell, Le tecniche antiche, in Marco Minoja, Alessandro Usai (a cura di), Le scultre di Mont'e Prama, conservazione e restauro, Gangemi, 2014, p. 356.
  2. ^ ibidem, pag. 353-354
  3. ^ ibidem, pag. 357
  4. ^ pag. 354 ss
  5. ^ ibidem, pag. 356
  6. ^ ibidem, pag. 357
  7. ^ ibidem, pag. 359
  8. ^ ibidem, pag. 360