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Studente di ingegneria informatica, con la passione per il mondo dell'elettronica (digitale) e dei computer fin dall'adolescenza. Al momento svolge lavori occasionali per conto di amici e conoscenti, principalmente software specializzato o siti Internet.
Ha iniziato a trovare fra i risultati delle sue ricerche su Google le pagine della Wikipedia sempre più spesso, finché a fine aprile2006 si è deciso a registrarsi per contribuire attivamente.
I contributi sono prevalentemente nell'edizione italiana; gli interventi nelle altre edizioni sono principalmente per aggiungere gli interwiki verso le voci su it.wiki, anche se non mancano piccoli interventi anche sulla wiki inglese. Maniaco della perfezione, spesso interviene su voci che stava leggendo per caso, al fine di migliorarne lo stile, l'italiano, o magari di ampliarle.
Se alcune di queste pagine non sono link, è per lasciarle orfane (si tratta di redirect o disambiguazioni). Non vanno eliminate perché aiutano la ricerca da parte degli utenti, ma le voci che le usano possono puntare direttamente alle pagine più appropriate.
Dopo aver conseguito il diploma di perito informatico nel 2000, si è iscritto ad ingegneria informatica presso l'università "La Sapienza" di Roma, che frequenta tuttora.
Ha iniziato a programmare nel 1997, cioè poco dopo essersi costruito il suo primo computer (svincolandosi quindi dall'utilizzo di quelli del padre). Da allora, la sua conoscenza dei linguaggi di programmazione (e dell'informatica in generale) si è notevolmente ampliata, sia per motivi accademici che (in gran parte) per curiosità personale. L'esperienza universitaria l'ha portato a conoscere nuovi terreni nei quali non si era mai addentrato, in particolare quelli legati alla strutturazione dei linguaggi ed alle tecniche di progettazione del software.
Nel tempo libero, oltre all'informatica, si occupa anche di:
Musica: suona da autodidatta chitarra elettrica e basso, per la sua musica preferita (rock, dal punk al pop, e metal). Si esibisce da amici e conoscenti insieme ad un suo amico (batteria, quando si può) e a suo fratello (altro cantante ed aspirante bassista). Rielabora ed interpreta seconde voci per le sue canzoni preferite, ed ogni tanto compone pezzi generalmente apprezzati da amici e parenti.
Rielaborazione estetico-funzionale di vari oggetti (apparecchiature elettroniche, parti di computer, auto), col duplice scopo di adattarne le funzionalità alle sue esigenze e di renderli unici.
Ha una passione per la lingua italiana prima dell'avvento dei neologisti anglofoni, e aborra ( cit. Mughini) le persone che scrivono/parlano col 50% minimo sindacale di parole straniere (meglio ancora se plurali, tipo i links o le memory cards). La continua ricerca stilistica che ne consegue lo porta, suo malgrado, a volte ad esprimersi in maniera del tutto inusuale ed inappropriata con amici e conoscenti, che lo squadrano (giustamente) allarmati. In realtà odierebbe anche le sigle, ma per motivi lavorativi è costretto ad accettarle e anzi ad usarle spesso; però dal canto suo, quando deve crearne di nuove, cerca di fare acronimi di parole italiane piuttosto che inglesi (e se parlasse latino, li farebbe in quella lingua).
Fra i suoi orari preferiti per suonare, c'è la fascia 1-4 (no, non 13-16), durante la quale viene spesso colto da folgorante ed irrefrenabile ispirazione, che può soltanto assecondare; così non è infrequente che si trovi accovacciato sulla chitarra elettrica (rigorosamente scollegata) a provare l'assolo che ha interrotto le sue ore di cazzeggio/lavoro notturne o che gl'è venuto in mente scendendo dalla macchina e l'ha assillato per tutta la durata della salita in ascensore.
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cit. Mughini) le persone che scrivono/parlano col 50% minimo sindacale di parole straniere (meglio ancora se plurali, tipo i links o le memory cards). La continua ricerca stilistica che ne consegue lo porta, suo malgrado, a volte ad esprimersi in maniera del tutto inusuale ed inappropriata con amici e conoscenti, che lo squadrano (giustamente) allarmati. In realtà odierebbe anche le sigle, ma per motivi lavorativi è costretto ad accettarle e anzi ad usarle spesso; però dal canto suo, quando deve crearne di nuove, cerca di fare acronimi di parole italiane piuttosto che inglesi (e se parlasse latino, li farebbe in quella lingua).
