Utente:Claudio Dario/Sandbox/3

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Stazione di Roma Termini[modifica | modifica wikitesto]

Tipo revisione: totale
Da integrare Angeleri_Bianchi
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Disambiguazione – Se stai cercando la stazione della metropolitana di Roma, vedi Termini (metropolitana di Roma).
Roma Termini
stazione ferroviaria
già Stazione Centrale Provvisoria di Termini
già Stazione Centrale delle Ferrovie Romane
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Località Roma, rione Esquilino, piazza dei Cinquecento
LineeTirrenica
Roma-Frascati
Roma-Albano
Roma-Velletri
Firenze-Roma (LL)
Firenze-Roma (DD)
Roma-Cassino-Napoli
Roma-Formia-Napoli
Roma-Napoli (AV)
Roma-Ancona
Roma-Sulmona-Pescara
Storia
Attivazione1857
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, di testa, di diramazione
InterscambiFermata di Termini della metropolitana di Roma
Stazione di Roma Laziali della ferrovia Roma-Giardinetti
Tram e filobus urbani
Autobus urbani e interurbani
Taxi
DintorniTerme di Diocleziano
La Sapienza Università di Roma
Basilica di Santa Maria Maggiore
Statistiche viaggiatori
al giorno480 000 (2019)
all'anno175 milioni (2019)
FonteGrandi Stazioni

La stazione di Roma Termini è la principale stazione ferroviaria della città di Roma, la maggiore d'Italia (seguita da Milano Centrale e Torino Porta Nuova) e la quinta in Europa per traffico passeggeri.[1] È l'unico scalo nel centro storico della città, nel rione Esquilino in piazza dei Cinquecento.[2] Prende il nome dalla precedente denominazione della piazza, "piazza di Termini", che a sua volta deve il suo nome alle vicine terme di Diocleziano.[3] Con i suoi 32 binari è la stazione più grande d'Italia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

WIP

Prima stazione[modifica | modifica wikitesto]

Premesse[modifica | modifica wikitesto]

Varie da Angeleri_Bianchi

Progettazione e costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Il preambolo della storia di Roma Termini iniziò sin dagli inizi delle ferrovie dello Stato Pontificio, dopo l'apertura delle prime due linee ferroviarie dello Stato Pontificio, la Roma-Frascati nel 1856, che si attestava a ridosso delle Mura aureliane presso la stazione di Roma Porta Maggiore, e la Roma-Civitavecchia nel 1859, poi successivamente prolungata fino a Pisa e che aveva capolinea presso la stazione di Porta Portese.[4] Già noti i progetti delle linee Roma-Ceprano e Roma-Ancona, si pose il problema di dare un assetto al nodo ferroviario di Roma e, in particolare, di decidere se avere un'unica stazione o una stazione per ciascuna linea. Si cominciò presto a parlare di dove dovesse sorgere la stazione principale di Roma, se all'Esquilino o sul colle Oppio, a Porta Maggiore o persino a Trastevere.[4]

Su pressione di monsignor de Merode, che aveva interessi immobiliari nella zona di via Nazionale, prevalse la prima ipotesi e per la nuova stazione venne individuata l'area di Termini,[5] per la grande disponibilità di spazi e per l'acqua dell'acquedotto Felice, utile per le locomotive a vapore.[6] Questa, situata sul colle dell'Esquilino nel rione Castro Pretorio, prende il nome dalle antiche terme di Diocleziano, situate sul lato opposto della piazza dei Cinquecento, allora propriamente denominata "piazza di Termini".[7][8] Nell'antichità l'area comprendeva fondi rurali di famiglie patrizie. Nel Cinquecento vi fu costruita la villa "Peretti Montalto", di proprietà del cardinale Felice Peretti (poi papa Sisto V), poi acquisita dalla famiglia Massimo, che la cedette allo Stato Pontificio al momento dellinizio della realizzazione della stazione nel 1862,[9] e infine demolita.[10]

Per permettere la realizzazione del piazzale vennero poi organizzati tre operazioni di scavo per lo sbancamento del monte di Giustizia, che ebbe origine dai lavori di edificazione delle terme di Diocleziano. Durante il primo grande scavo vennero rinvenuti tratti di mura serviane, che vennero sezionati dove passavano i binari, e alcune rovine di età repubblicana che vennero demolite.[11]

Esercizio[modifica | modifica wikitesto]

La stazione in una foto del 1868, con ancora la prima struttura in legno presente. La prima stazione si innestava direttamente nell'area detta "botteghe di Farfa"

L'inaugurazione della stazione si tenne il 7 dicembre 1862 con denominazione "Stazione Centrale Provvisoria di Termini",[12] parallelamente l'impianto veniva citato in più documenti come "Stazione Centrale delle Ferrovie Romane",[13][14][15] tra i quali la stessa cronaca del viaggio papale del 1863.[16] Ciò avvenne subito dopo l'attivazione completa della ferrovia Roma-Cassino-Napoli, con il tronco tra Ceprano e Tora.[9] Nel 1864 la convezione del 22 giugno affidò gestione ed esercizio della stazione alla neocostituita società per le strade ferrate romane, subentrante alla precedente società generale delle strade ferrate romane.[12]

La prima stazione provvisoria consisteva in un capannone provvisorio in legno per fabbricato viaggiatori[17] con 6 binari per il servizio viaggiatori.[18] Completavano l'impianto tre magazzini per le merci (di cui uno adibito a dogana), l'officina, il deposito, la torre di rifornimento idrico, la piattaforma girevole e un deposito aggiuntivo per il treno papale,[19][12] che rimase lì stazionato per molti anni prima di venire restaurato dalle Ferrovie dello Stato nel 1910, che infine lo donarono alla città.[20] Il tutto venne ricavato dalle vecchie botteghe di Farfa, costituite da edifici modesti e originariamente destinati come granai e magazzini.[19]

Man mano la località venne collegata a varie linee già costruite e costruite ex novo, quali la già citata Roma-Civitavecchia insieme con la Roma-Ciampino nel 1864 e le successive ferrovie per Firenze nel 1866 e per Ancona. Nel 1874 si aggiunse anche la Roma-Frascati, ponendo fine all'esercizio dell'originaria Roma Porta Maggiore.[4]

La prima propria iterazione del fabbricato viaggiatori venne progettata dall'architetto Salvatore Bianchi nel 1867, con i lavori preliminari iniziati il 2 luglio 1868 con una cerimonia tenuta dal Papa Pio IX[9][18][21] e il progetto approvato in via definitiva nel 1869.[10] Tuttavia, secondo alcuni, il progetto sarebbe stato sovradimensionato per le esigenze della città, che all'epoca contava all'incirca 180 000 abitanti. Durante questi lavori si svolsero la seconda serie di scavi sul monte di Giustizia, condotti da Rodolfo Lanciani,[11] in cui vennero ritrovati resti di abitazioni romane, grandi cippi di travertino e persino un'antica strada romana perfettamente conservata, che venne demolita insieme ad una sezione di acquedotto per non far arrestare i lavori. Nel 1872 vennero ritrovati un numero considerevole di antiche abitazioni con stucchi e mosaici dell'epoca.[22]

Il fronte del fabbricato Bianchi in una foto dell'epoca

Il nuovo fabbricato viaggiatori venne inaugurato (parzialmente)[23] il 20 aprile 1873,[24] a poca distanza dalla presa di Porta Pia che portò all'annessione di Roma al Regno d'Italia,[18] e completamente l'anno successivo.[23] La facciata del fabbricato era di circa 200 m più avanzata e copriva quindi quasi tutta piazza dei Cinquecento.

Seguirono numerosi lavori di ampliamento, che si prolungarono anche negli anni a venire,[25] verso il servizio viaggiatori e merci quali nuovi fasci di binari, capannoni e piani caricatori.[2] In concomitanza, venne avviata la terza e ultima campagna di scavi sul monte di Giustizia, mirata alla demolizione completa e alla realizzazione della dogana con altri fabbricati minori. Durante queste ultime operazioni affiorò un grande tratto di 94 m di mura serviane nel 1876, venne scavata la Porta Viminalis e venne alla luce il bottino delle acque Marcia Tepula e Julia. Nel 1878 si scoprì a nord il proseguimento delle mura serviane scavate in precedenza.[11]

La società per le Strade Ferrate del Mediterraneo, che a sua volta era subentrata alla società per le strade ferrate romane, chiese all'Amministrazione Capitolina il permesso di demolire i ruderi per consentire l'ingrandimento dei servizi dell'impianto, permesso che non venne concesso in quanto nel 1879 la Direzione Generale dei Musei e degli Scavi di Antichità proclamò la conservazione integrale dei reperti. Non potendo demolire le preziose mura, SFM ovviò costruendoci intorno, demolendo nel 1911 il solo tratto scoperto nel 1861 per ampliare il piazzale.[11]

Malgrado gli iniziali pregiudizi sulle dimensioni dello scalo, già a pochi anni di distanza, con l'aumentare del traffico, la stazione si trovava in seria difficoltà nella gestione della circolazione[10][26] (a tal punto da risultare piuttosto nota),[27] tanto da richiedere seri interventi di ampliamento del piazzale, dello scalo merci[28][29] e persino di dislocazione delle infrastrutture in altre stazioni. Un esempio fu nel 1886 quando venne realizzato un fascio merci nella stazione di Palo Laziale per reindirizzare parte del traffico, causa ristrettezza degli impianti di Termini.[30] Il progetto d'ampliamento dello scalo prevedeva la costruzione di un fascio di 4 binari, 5 piani caricatori, un casello e 2 ponti a bilico; altri lavori comprendevano la costruzione di un fabbricato per i servizi igienici,[31] l'innesto di una piattaforma girevole da 15 m,[32] l'allungamento delle banchine[33] e infine la costruzione di nuovi binari in corrispondenza di Santa Bibiana per lo scarico merci.[34]

Nel 1883 la Società Anglo-Romana per l'Illuminazione di Roma col Gas e altri sistemi ottenne l'appalto, imbandito da FSR, per l'impianto dell'illuminazione elettrica dei piazzali a grande e piccola velocità mediante lampade ad arco in serie a 800 V alimentate da una centralina a vapore da 90 hp.[35][36] Nello stesso periodo l'illuminazione viene estesa agli ambienti interni del fabbricato viaggiatori e alle tettoie.[37]

L'inaugurazione dell'obelisco di Dogali nel 1887

Nel 1887, sulla piazza antistante, venne inaugurato il monumento ai Caduti di Dogali, dedicato ai 500 soldati morti nella battaglia di Dogali e risalente all'antico Egitto,[6] e il nome della piazza mutato nel contemporaneo "piazza dei Cinquecento";[38] questi venne tuttavia spostato nella vicina piazza Esedra nel 1924 dato il crescente traffico automobilistico.[6] Venne inoltre approvato il contratto per la fornitura di gas per illuminazione e riscaldamento dei locali del fabbricato viaggiatori.[39]

Sempre nel 1887 la "Commissione per lo studio delle Stazioni intorno alla capitale" si riunì per decidere, premesso un progetto di soppressione dell'impianto con sua sostituzione fuori Porta San Giovanni, se appunto sopprimere la stazione e approvare tale progetto. L'esito della riunione volse verso il mantenere la stazione e di costruirne un'altra in zona Trastevere con un collegamento veloce attraversando il Tevere a Ripa Grande.[40]

Continuarono gli ampliamenti alle infrastrutture, tra il 1888 e 1889 si programmavano interventi per il deposito locomotive e deposito combustibili,[41] per la costruzione di un binario tronco con ponte a bilico, 2 ulteriori ponti a bilico per scalo piccola velocità[42] da 30 t,[43] due piattaforme girevoli, una da 5,5 m[44] e un'altra da 13 m.[45] Erano in programma anche dei lavori di riparazione dell'officina, danneggiata a seguito di un incendio sviluppatosi il 7 ottobre del 1888.[46]

1888 linea diretta da Stazione di Roma Trastevere Scalo[47]

Nel 1908, a causa del numero crescente di viaggiatori, venne edificato un nuovo fabbricato dedicato alle sole partenze, annesso al preesistente.[6] Nel 1911 venne costruito un fabbricato provvisorio adibito a biglietteria, con la costruzione di un nuovo fascio per il ricevimento di treni viaggiatori.[2]

Emigranti alla stazione Termini nel 1889

Il 12 giugno 1916 la stazione venne affiancata dal capolinea delle Ferrovie Vicinali, ossia della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone a scartamento ridotto, all'epoca semplice fermata.[48] Questa sarà presente sino alla demolizione del fabbricato Bianchi, nel 1940, quando verrà arretrata provvisoriamente all'altezza di via Gioberti per 10 anni; nel 1950 tale impianto troverà collocazione definitiva all'altezza del fascio Laziali di Termini, dal quale prenderà il nome di "Roma Laziali".[49]

Negli anni le FS si dedicarono alla realizzazione di vari tratti di linea nell'ambito del nodo di Roma atti a bypassare la stazione, quali i tratti da e per Roma Tuscolana, per le linee verso Avezzano, da e per Roma Tiburtina (all'epoca Portonaccio), da e per Orte.[50][51][52][53]

Dal 1º gennaio 1918 la ferrovia Roma-Albano-Nettuno, con capolinea a Termini e ceduta a Ferrovie Secondarie Romane dieci anni prima,[54] rientra a far parte dell'infrastruttura ferroviaria nazionale e viene riacquisita dalle FS.[55][56]

Da una statistica dell'esercizio effettuata dalle FS a metà anni venti, il piazzale di stazione risultava disporre di:[57]

Numero Tipo Note
Apparati centrali 2 ACE CIWFS 15 leve per segnali, 111 per deviatoi e 159 di scorta
Binari Movimento Lunghezza complessiva 15654 m
Veicoli Lunghezza complessiva 372 m
Deviatoi 121 Semplici
1 Doppio
1 Triplo
38 Inglesi 12 semplici e 26 doppi
Piattaforme girevoli 4 1 con diametro inferiore a 5,5 m, 3 con diametro uguale a 5,5 m
Carrelli trasbordatori 1 A raso
Sagome limite 1 Profilo FS
Rifornitori idrici 4 Capacità complessiva di 300 
Gru 4 3 idrauliche, una da pesi con capacità oltre le t
Magazzini 3 Area 5850 , perimetro di accosto per il binario 662 m
Piani di carico 2 Normali Scoperi, area complessiva 1540 m², perimetro di accosto complessivo 240 m
Diretto Perimetro di accosto 475 m
PRG 1931 stazione sotterranea (doc. Fondazione)

Il 28 ottobre 1935 l'elettrificazione a 3000 V in corrente continua venne attivata da Termini verso Firenze, Roma Prenestina con annessi raccordi, Gricignano sulla Direttissima per Napoli e Nettuno, consentendo l'esercizio dei treni a trazione elettrica su queste tratta.[58][59][60][61][A 1]

Seconda stazione[modifica | modifica wikitesto]

Progettazione e costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Già nel 1863 Luigi Gabet formulò un progetto per la stazione che prevedeva una grande piazza rettangolare, ispirata alla basilica di Santa Maria degli Angeli con servizi per i viaggiatori, aree dedicate alle merci e alla manutenzione dei veicoli. Il progetto finale riporta la fusione di tre altri progetti realizzati a breve distanza tra loro: quelli di Gino Coppedè del 1922, di Marcello Piacentini del 1924 e del gruppo Urbanisti Romani del 1929.[8]

Superata la prima guerra mondiale, nel 1925, venne richiesto all'architetto Angiolo Mazzoni di studiare un nuovo progetto per l'ampliamento e adattamento del vecchio fabbricato viaggiatori, nell'ambito dell'ammodernamento del nodo ferroviario di Roma, viste le esigenze di un traffico ferroviario cresciuto a dismisura rispetto al secolo precedente.[8] Il primo progetto avrebbe comportato la rivisitazione della stazione in chiave passante e sotterranea, posta tra due stazioni di testa, con un totale di NUMERO binari.[Concetto da espandere]

Successivamente, a causa degli eccessivi costi e inevitabili impossibilità di natura archeologica che si sarebbero presentati con il primo progetto, l'attenzione si spostò verso la rielaborazione dell'esistente fabbricato in chiave classicheggiante, di cui si susseguirono tre diverse versioni, che sollevarono non poche critiche.[2]

Nel 1937 il governo Mussolini decise che la nuova stazione dovesse essere pronta per la realizzazione per l'ambiziosa esposizione del 1942, che avrebbe dovuto includere un grande arco denominato E42, per celebrare il ventesimo anniversario della marcia su Roma dove poi sorse il quartiere dell'EUR.[62]

Il progetto finale venne approvato il 3 febbraio 1939,[37] in stile razionalista, con un imponente porticato con funzione di atrio con un'area di 12000  completamente vuoto, con lo scopo della suggestione verso il visitatore, mentre i servizi ferroviari sarebbero stati ospitati nei corpi laterali, parimenti al vecchio fabbricato Bianchi.[8] I lavori iniziarono con la demolizione dell'edificio di Bianchi e la realizzazione dei corpi laterali. Tra il 1940 e il 1941 era in corso la demolizione della tettoia metallica, mentre risultava ultimato il fabbricato della cabina Apparati Centrali.[63] Nel 1943 i lavori furono interrotti a seguito del peggioramento della situazione bellica e della caduta del regime fascista.[2][37]

Nei primi mesi del 1946 il progetto di Mazzoni venne accantonato, in quanto ritenuto inidoneo e obsoleto, soprattutto per via della facciata, sebbene nel 1943 Mazzoni stesso avesse provveduto a modificare i disegni del 1938 eliminando ogni accenno alla monumentalità.[64] Erano già stati realizzati gli impianti, le pensiline e i fabbricati laterali per arrivi e partenze (con l'eccezione del padiglione reale).[65] Il ministero dei trasporti decise così di optare per una revisione generale del piano dell'opera (a esempio la biglietteria e il ristorante, che avrebbero dovuto essere collocati nell'ala lungo via Giovanni Giolitti, furono previsti nell'atrio su piazza dei Cinquecento) e d'indire un concorso per un nuovo edificio frontale, posizionato cinquanta metri più avanti rispetto a quello del progetto mazzoniano al fine di permettere un allungamento dei binari. In occasione del concorso del 1947, il primo premio venne attribuito ex aequo agli architetti Leo Calini e Eugenio Montuori e al gruppo capeggiato da Annibale Vitellozzi comprendente Massimo Castellazzi, Vasco Fadigati e Achille Pintonello.[62] La stazione venne così completata secondo la nuova versione, con la realizzazione dell'edificio frontale caratterizzato dalla ardita pensilina, considerata uno degli esempi più significativi dell'architettura italiana del Dopoguerra, e venne inaugurata il 20 dicembre 1950[37][66] alla presenza del capo di Stato Luigi Einaudi.[67]

Esercizio[modifica | modifica wikitesto]

Inaugurazione del nuovo fabbricato viaggiatori: il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, accompagnato dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dal Ministro dei Trasporti Ludovico D'Aragona

L'11 ottobre 1999 entrò in funzione l'apparato centrale statico (poi apparato centrale computerizzato, il primo in Italia) dopo 5 anni di sviluppo da parte di Italferr e realizzato da Ansaldo - Divisione Segnalamento Ferroviario. Il vecchio apparato centrale a leve Westinghouse, che aveva operato ininterrottamente dalla sua attivazione nel 1943, venne disattivato nelle 48 ore precedenti, il 9 ottobre.[68] Con esso vennero scollegati e allacciati al nuovo ACS i 1 559 enti di piazzale con sostituzione del segnalamento luminoso, sia alto per i treni che basso per le manovre, ora fisso anziché girevole. Le prove vennero effettuate con tre D.143. Questa operazione consentì di migliorare notevolmente l'efficienza in termini di movimento dell'impianto:[69]

ACELM ACS
Attivazione 1943 1999
Costituzione banco 730 leve[70] Computer
Movimenti contemporanei 12 35
Tempo costruzione itinerari 40' 6'
Treni/giorno 630 800
Contatto con altre stazioni Telefonico Quadro luminoso
Programmazione giornaliera Manuale Automatica

L'apparato, tra i più grandi d'Europa,[71] comportò una moltitudine di benefici e migliorie, tra cui la possibilità di avvisare i viaggiatori del binario di arrivo dei treni con largo anticipo, grazie al sistema di piazzamento automatico, sui tabelloni di arrivo e partenza, la modifica del piazzale (immutato dal 1943) incrementando i tronchini da 27 a 32 e una logica avanzata nella costruzione di itinerari e instradamenti in base al numero ottimale di deviate e alle eventuali anomalie presenti.[69]

A partire dagli anni 2000 vennero effettuati graduali interventi di ristrutturazione, come quello realizzato in occasione del giubileo del 2000.[37] Il 23 dicembre 2006, con una cerimonia ufficiale, la stazione è stata dedicata a papa Giovanni Paolo II, pur mantenendo immutata la denominazione di "Roma Termini".[37][72]

Altri due cantieri vennero aperti nel 2013, il primo riguardante la galleria dei servizi, con una superficie di 6000  sviluppati su un unico piano sopraelevato, collegato al piano terra tramite ascensori e scale mobili, e con vista piazzale binari. L'opera, strutturalmente indipendente dal fabbricato di Mazzoni, venne realizzata in 9 fasi.[73]

Il secondo grande progetto riguardò la costruzione di un grande parcheggio sopraelevato sul piazzale, presentato inizialmente dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, dall'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e da quello di Grandi Stazioni Fabio Battaggia l'11 marzo 2010.[74] Questo ha capacità di 1 337 posti auto e 85 posti moto, su 3 piani accessibili attraverso una rampa da Via Marsala.[73] I lavori per la costruzione si svolsero con il "varo a spinta" delle sezioni dell'opera (normalmente utilizzata per la costruzione dei ponti), con l'obbiettivo di causare meno disagio possibile alla circolazione.[73][74] La prima sezione venne varata a metà gennaio 2016,[75] dopo 6 anni di lavori il grande parcheggio venne inaugurato il 24 marzo 2022 con un costo complessivo di 90 milioni di euro.[76]

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

WIP
L'atrio del fabbricato Bianchi e il piazzale originario

La stazione è stata da sempre capotronco;[77] la prima iterazione, all'inaugurazione nel 1873, possedeva due fabbricati viaggiatori paralleli e il primitivo piazzale costituito da 6 umili binari[6][24] di cui due non serviti da banchine.[18] Sul lato sinistro, al di fuori dell'area viaggiatori, erano sistemati lo scalo merci, il deposito locomotive e la rimessa-officina veicoli. Questi impianti verranno successivamente spostati per consentire l'ampliamento dei binari per il servizio viaggiatori.[18]

La nuova stazione si sviluppa su una superficie di 225000 ,[2] con a disposizione 32 binari per il servizio viaggiatori[78] e 9 linee,[79] quali la Livorno-Roma (Tirrenica), le linee dei Castelli Romani Roma-Albano, Roma-Frascati, Roma-Velletri, le linee per Napoli via Cassino e via Formia, le linee Roma-Ancona, Roma-Sulmona-Pescara, per Firenze linea lenta e linea direttissima e per Napoli ad alta velocità. Completano il prospetto le linee locali per Roma San Lorenzo e per Roma Prenestina.[80]

È annessa alla stazione il Fascio Parco Vetture, posto sul lato opposto del deposito locomotive di Roma San Lorenzo e dell'attigua Rimessa Vallone.[80]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Fabbricato Bianchi[modifica | modifica wikitesto]

Da implementare planimetrie nuove
Ingrandisci
Planimetria del 1911 del fabbricato viaggiatori
Facciata del fabbricato viaggiatori in una foto d'epoca

Il fabbricato viaggiatori di Salvatore Bianchi era, in realtà, composto di due fabbricati separati e paralleli, uniti da una grande tettoia metallica, rispettivamente per gli arrivi (a destra) e per le partenze (a sinistra).[24] La tettoia era inizialmente composta di foglioline di laminato, poi sostituita con lamiere ondulate di zinco a causa di regolari infiltrazioni d'acqua.[6]

Facciata: era caratterizzata da un elegante orologio che rimase per molti anni il riferimento primario per l'orario nella città.[6]

All'interno vi era l'atrio centrale, largo 42 m e lungo 50. Nel fabbricato partenze trovavano posto la biglietteria, le sale d'attesa dalla I alla III classe, il deposito bagagli, la sala per i ministri e l'ufficio movimento del capostazione e un ristorante sul lato piazza (ristorante Valiani)[6] mentre nel fabbricato arrivi vi erano i servizi igienici, il telegrafo, il dazio, la pubblica sicurezza, la sala reale decorata dal pittore Annibale Brugnoli,[24] la lampisteria e l'ufficio postale.[6]

TODO: immagine da Angeleri_Bianchi mappatura FV[81]
Piano Simbolo Descrizione
Terreno 1, 8, 40, 94, 96 Stanza
2, 80, 102 Sottoscala
3 Cucina
4-5, 45, 74, 76 Corridoio
6-7 Sala del caffè
9-20 Servizio delle Regie Poste
21 Contatori del gas
22, 65-66, 69, 79, 88, 103-104 Scala
23 Lavatoio
24 Ripostigli
25-26, 53, 70-71 Toilette
27-30 Ufficio sanitario
31-32 Cassa
33-36 Telegrafo
37 Messaggeri
38 Stanza delle pile
39 Salone distribuzione bagagli
41 Uscita viaggiatori
42 Dazio
43 Ispettore sanitario
44 Pubblica sicurezza
46 Ispettore di pubblica sicurezza
47 Ufficio del Delegato
48 Stanza dei ministri
49 Ingresso sala reale
50 Sala reale
51 Sala direttore generale
52 Toilette riservata
54-55 Lampisteria
56, 58 Magazzino
57, 91 Capo personale viaggiante
59-61 Carrozzieri
62, 95 Personale viaggiante
63-64 Ufficio svincoli
67 Guardie municipali
68 Vestibolo
72 Sala d'aspetto III classe
73 Sala d'aspetto II classe
75 Sala d'aspetto I classe
77 Salone biglietti
78 Comando militare
81 Sala ministri in partenza
82 Ingresso impiegati
83 Guardie
84, 93 Commessi
85 Commessi ai biglietti
86 Capi stazione
87 Capi stazione in servizio
89 Capo stazione
90 Regio commissario
92 Bagagli in partenza
97 Scaldapiedi
98-100 Merci a grande velocità in partenza
101 Ufficio valori
Superiore (vuoto) Stanza
A Andito
C Cucina
D Dispensa
E Camerino
F Corridoio
G Cortile
H Capo scala
I Ingresso
M Magazzino
P Passo
S Scala
T Terrazzo
W Toilette

Da tali informazioni si può dedurre che complessivamente il fabbricato disponeva dei servizi primari:[81]

  • Biglietteria a sportello
  • Sale d'attesa (I, II e III classe)
  • Deposito bagagli con personale
  • Servizi igienici
  • Posto di Polizia ferroviaria
  • Ufficio postale
  • Ristorante

Fabbricato Mazzoni[modifica | modifica wikitesto]

WIP

Il fabbricato è composto dall'insieme dei fabbricati arrivi, partenze e il grande atrio.[Da ampliare] Il famoso "dinosauro", la pensilina ondulata protesa verso la piazza antistante, si sporge verso questa per 19 m, sostenuta da 33 pilastri a fuso con interasse di 4 m. Si stacca dalla struttura degli uffici e oscilla dai 13,50 m e i 9,80 m, con altezza 12,45 m al colmo dello sbalzo.[8]

https://web.archive.org/web/20140424015210/http://www.uniroma2.it/didattica/TTL/deposito/16_stazioni_FS.pdf planimetria parziale con nome fabbricati FV

Gestione della circolazione[modifica | modifica wikitesto]

WIP
Apparato centrale elettrico a leve individuali tipo Westinghouse di Roma Termini, il terzo dopo l'iniziale apparato centrale idrodinamico e preceduto da una prima iterazione (una cabina) e una seconda (due cabine)
Sede DC e DCO[82]
Cabina ACE: inizio costruzione 1938 nell'ottica di un riordino della stazione voluto da Mussolini,[83] studio affidato ad Angiolo Mazzoni[84] ultimazione tra il 1940-41,[63][85] "fabbricato I" https://fondoambiente.it/luoghi/ex-cabina-dell-apparato-centrale-elettrico-di-roma-termini?gfa e collaudo nel 1941 https://www.google.it/books/edition/Foglio_degli_annunzi_legali_della_provin/SsXeLIsM6eoC?hl=it&gbpv=1&dq=cabina+ace+roma+termini&pg=PA487&printsec=frontcover, attivazione agosto 1943.[69][85]
Impegati circa 60 agenti compreso il DM e vice DM, apparato di costruzione CIWFS con componentistica TIBB[85]
Rimane in servizio fino al 9 ottobre 1999,[68] ACE più grande d'Italia https://www.google.it/books/edition/Automazione_energia_informazione/k1NVAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=roma+termini&dq=roma+termini&printsec=frontcover
Info ACE;[70]
Info ACC

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

WIP

Traffico viaggiatori[modifica | modifica wikitesto]

* 2007: 668 866,5 (DTR)[79]
* 2017: 150 mln[1]

Persone[modifica | modifica wikitesto]

Termini è la più trafficata stazione ferroviaria d'Italia, e la quinta in Europa,[1] con circa 850 treni e 480 000 passeggeri al giorno, per un totale di circa 175 milioni di viaggiatori all'anno.[2]

Treni[modifica | modifica wikitesto]

Classica tabella(?)
ETR.450 in sosta con un servizio InterCity
2007: 119 "treni di qualità"[79]

Dal secondo dopoguerra la stazione divenne, a causa degli ingenti danni subiti dall'infrastruttura ferroviaria nazionale, un passaggio obbligato per la maggior parte dei treni nazionali e internazionali. Ospitò convogli di lusso quali il treno azzurro, il Settebello e il treno presidenziale (la cui rimessa è collocata in corrispondenza di Santa Bibiana).[85]

A Termini si attestano sia servizi a lunga percorrenza (compresi i treni ad alta velocità per Firenze e Napoli) che regionali, questi ultimi svolti da Trenitalia e organizzati nelle relazioni suburbane denominate FL4, FL5. FL6, FL7 e FL8, oltre al Leonardo Express per il collegamento diretto con l'aeroporto di Roma-Fiumicino.

.italo[86]

Traffico merci[modifica | modifica wikitesto]

...

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

Good

La gestione delle aree commerciali della stazione è affidata a Grandi Stazioni,[2] mentre l'area ferroviaria nel suo complesso è gestita da Rete Ferroviaria Italiana, che la classifica nella categoria platinum.[79] Dispone di:[78]

  • Biglietteria a sportello
  • Biglietteria automatica
  • Sala d'attesa
  • Deposito bagagli con personale
  • Servizi igienici
  • Posto di Polizia ferroviaria
  • Ufficio postale
  • Bar
  • Ristorante
  • Supermercato
  • Negozi

La stazione dispone di ascensori, che la rendono quindi accessibile ai portatori di disabilità, e di scale mobili che collegano i vari livelli. Inoltre, l'area dedicata al traffico passeggeri, è dotata di un impianto di videosorveglianza e di altoparlanti per gli annunci sonori di arrivo e partenza treni.

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

Good
Tram Socimi in uscita dalla fermata di Termini

La stazione è servita da due linee della metropolitana di Roma (A e B), due linee della rete tranviaria, un filobus e numerose linee di autobus urbani gestiti da ATAC; poco distante su via Giolitti sorge la stazione di Roma Laziali, capolinea della ferrovia Roma-Giardinetti. La stazione è inoltre collegata con gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino tramite vari servizi di autobus navetta.[78] Fino al 1980 vi era anche il capolinea delle tranvie dei Castelli Romani.

Media[modifica | modifica wikitesto]

TODO
Montgomery Clift e Jennifer Jones in una scena del film "Stazione Termini"

Note[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Sharon Omondi, The Busiest Railway Stations In Europe, su worldatlas.com, 28 agosto 2017. URL consultato il 21 marzo 2022.
  2. ^ a b c d e f g h Grandi Stazioni.
  3. ^ Antonio Nibby, Roma nell'Anno MDCCCXXXVIII: Parte Seconda moderna, Tipografia delle Belle Arti, 1841, p. 863. URL consultato il 4 marzo 2020.
  4. ^ a b c Fondazione FS Italiane, Roma Termini ieri e oggi, p. 9
  5. ^ Rerum Romanorum, Via Nazionale, su rerumromanarum.com, marzo 2014. URL consultato il 24 marzo 2022.
  6. ^ a b c d e f g h i Selva.
  7. ^ Rerum Romanarum, Piazza dei Cinquecento, su rerumromanarum.com, aprile 2020. URL consultato il 27 marzo 2022.
  8. ^ a b c d e Lentini (ArchiDiAP).
  9. ^ a b c Franco Cordelli, Vacanze romane. Set  · Protagonisti  · Film, Edizioni Falsopiano, 2008, pp. 263-264, ISBN 978-88-89782-54-5. URL consultato il 21 marzo 2022.
  10. ^ a b c Piero Santonastaso e Alessandra Spinelli, C'era una volta Roma, Roma, Newton Compton Editori, 16 novembre 2017, ISBN 978-88-227-1502-9. URL consultato il 21 marzo 2022.
  11. ^ a b c d Rerum Romanarum (Monte di Giustizia).
  12. ^ a b c Angeleri, Bianchi, p. 93.
  13. ^ Paolo Blasimme, La ferrovia Velletri-Segni, in I Treni, n. 157, Salò, ETR, febbraio 1995, pp. 22-23.
  14. ^ Governo Pontificio e Ministero del commercio e dei lavori pubblici, Ragguaglio di quanto è stato operato dal 1859 al 1863 nella sezione delle strade ferrate, Roma, 1864, pp. 274-275.
  15. ^ Consiglio comunale di Firenze, Atti del consiglio comunale di Firenze dell'anno 1871, su google.it, Firenze, 1871, p. 328. URL consultato il 4 marzo 1871.
  16. ^ Angeleri, Bianchi, p. 69.
  17. ^ Fabrizio Nurra, Vite di strada. Persone e storie alla Stazione Trastevere, Formigine, Infinito edizioni, marzo 2020, ISBN 9788868614126. URL consultato il 21 marzo 2022.
  18. ^ a b c d e Alfonso Sica, Ossi duri: memoria storica & immaginazione, Youcanprint, 1º aprile 2019, p. 22, ISBN 9788831618939. URL consultato il 21 marzo 2022.
  19. ^ a b Angeleri, Bianchi, p. 96.
  20. ^ Il treno di Pio IX in mostra alla Centrale Montemartini di Roma, su ferrovie.it, 3 novembre 2016. URL consultato il 4 marzo 2024.
  21. ^ L'Osservatore Romano, 3 luglio 1868, p. 594.
  22. ^ R. Sopraintendenza degli scavi della Provincia di Roma, Sulle scoperte archeologiche della città e provincia di Roma negli anni 1871-72. Relazione presentata a S. E. il Ministro di Pubblica istruzione dalla R. Sopraintendenza degli scavi della Provincia di Roma, su google.it, Roma, 1873, pp. 24-27. URL consultato il 27 marzo 2022.
  23. ^ a b Rerum Romanarum, Vecchia Stazione Termini.
  24. ^ a b c d Fondazione FS Italiane, Roma Termini ieri e oggi, p. 12
  25. ^ Monitore delle strade ferrate (1888), p. 407.
  26. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 7.
  27. ^ Monitore delle strade ferrate (1886), p. 678.
  28. ^ Monitore delle strade ferrate (1886), pp. 71, 617.
  29. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 272.
  30. ^ Monitore delle strade ferrate (1886), p. 750.
  31. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 529.
  32. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), pp. 513, 526.
  33. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 528.
  34. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 816.
  35. ^ Andrea Tappi, Storia della Società Anglo-Romana per l'Illuminazione di Roma col Gas ed altri sistemi (1847-1929) (PDF), su research.unipd.it, pp. 77, 87. URL consultato il 30 marzo 2022.
  36. ^ La distribuzione dell'energia elettrica. La centrale termoelettrica Montemartini, su archiviocapitolino.it. URL consultato il 30 marzo 2022.
  37. ^ a b c d e f Lentini (ArchiDiAP), cassetto "informazioni aggiuntive".
  38. ^ Claudio Colaiacomo, Roma che nessuno conosce, Roma, Newton Compton Editori, novembre 2021, ISBN 978-88-227-6005-0. URL consultato il 21 marzo 2022.
  39. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 110.
  40. ^ Monitore delle strade ferrate (1887), p. 813.
  41. ^ Monitore delle strade ferrate (1888), p. 523.
  42. ^ Monitore delle strade ferrate (1888), p. 766.
  43. ^ Monitore delle strade ferrate (1889), p. 22.
  44. ^ Monitore delle strade ferrate (1889), p. 85.
  45. ^ Monitore delle strade ferrate (1889), p. 102.
  46. ^ Monitore delle strade ferrate (1889), p. 332.
  47. ^ Progetto Mazzanti-Frontini.
  48. ^ Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it, Alessandro Tuzza, 1927. URL consultato il 25 marzo 2022 (archiviato il 22 maggio 2021).
  49. ^ Mauro di Pietrantonio (a cura di), Il tracciato da Roma Laziali a Centocelle, su tramroma.com. URL consultato il 25 marzo 2022.
  50. ^ https://www.trenidicarta.it/archivi/product-details.php?s_id=Statistica_dell_esercizio_FS_1916 p. 62
  51. ^ https://www.trenidicarta.it/archivi/product-details.php?s_id=Statistica_dell_esercizio_FS_1918 p. 63
  52. ^ https://www.trenidicarta.it/archivi/product-details.php?s_id=Statistica_dell_esercizio_FS_1919-1922 p. 91
  53. ^ https://www.trenidicarta.it/archivi/product-details.php?s_id=Statistica_dell_esercizio_FS_1923 p. 73
  54. ^ Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione dell'Amministrazione delle ferrovie esercitate dallo Stato per l'anno finanziario 1908-1909, su trenidicarta.it, Roma, 1909, p. 3. URL consultato il 15 aprile 2022.
  55. ^ Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione dell'Amministrazione delle ferrovie esercitate dallo Stato per l'anno finanziario 1917-18, su trenidicarta.it, Roma, 1918, pp. 56, 153. URL consultato il 15 aprile 2022.
  56. ^ Adriano Betti Carboncini, La questione della Roma-Viterbo, in i Treni, maggio 1999, p. 19.
  57. ^ Statistiche FS 1924-26, prospetto n. 9: potenzialità delle stazioni, pp. 292-293.
  58. ^ Roberto Rolle e Angelo Nascimbene (cartina storica), Settant'anni di continua FS, in Tutto Treno, vol. 12, n. 117, 1999, p. 25, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  59. ^ Giuseppe Guidi Buffarini, L'elettrificazione ferroviaria in Italia ha compiuto 100 anni, in Ingegneria Ferroviaria, vol. 58, n. 7-8, 2003, p. 792, ISSN 0020-0956 (WC · ACNP).
  60. ^ Luigi Voltan, Angelo Nascimbene e Sergio Pautasso (in collaborazione), 80 anni di locomotive elettriche FS a corrente continua, in Tutto Treno tema, n. 21, 2006, p. 21, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  61. ^ Giovanni Cornolò, Dall'E.626 all'Eurostar. 1928-2008: ottant'anni di locomotive elettriche FS, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2008, p. 496, ISBN 88-87372-63-2.
  62. ^ a b Bennett, Graebner.
  63. ^ a b Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1940-41, su trenidicarta.it, Roma, 1941, p. 296, allegato n. 23. URL consultato il 17 agosto 2021.
  64. ^ Ezio Godoli, Roma Termini: dai progetti del Mazzoni al concorso del 1947, in Architettura Ferroviaria in Italia - Novecento, a cura di Ezio Godoli e Antonietta Iolanda Lima, Dario Flaccovio Editore 2003, pagg. 283-317.
  65. ^ Nel 1967 nell'area destinata al Padiglione reale è stato realizzato un edificio che al piano terreno ospita i servizi per l'accoglienza delle autorità.
  66. ^ Giovanni di Raimondo, La ricostruzione delle F.S. alla fine del 1950, in Ingegneria Ferroviaria, n. 1 (gennaio 1951), p. 9.
  67. ^ Fondazione FS Italiane, Roma Termini ieri e oggi, p. 4
  68. ^ a b Fondazione FS Italiane (YouTube), da 0:56.
  69. ^ a b c Luigi D'Ottavi, Attivato l'A.C.S. di Roma Termini, su ferrovie.it, 15 ottobre 1999. URL consultato il 21 marzo 2022.
  70. ^ a b Ferrovie dello Stato Italiane, Fondazione FS: aperta al pubblico l'antica Cabina ACE di Roma Termini, su ferrovie.it, 14 maggio 2018. URL consultato il 21 marzo 2022.
  71. ^ Omar Cugini, ACC - Apparati Centrali Computerizzati (ex ACS), su ilmondodeitreni.it. URL consultato il 21 marzo 2022.
  72. ^ Giancarlo Scolari, Roma Termini intitolata a Giovanni Paolo II, su ferrovie.it, 23 dicembre 2006. URL consultato il 21 marzo 2022.
  73. ^ a b c David Campione, Roma Termini cresce ancora, su ferrovie.it, 6 febbraio 2013. URL consultato il 21 marzo 2022.
  74. ^ a b Giancarlo Scolari, A Roma Termini si parcheggia sopra i binari, su ferrovie.it, 11 marzo 2010. URL consultato il 21 marzo 2022.
  75. ^ Ferrovie dello Stato Italiane, Roma Termini: varata la prima piastra del parcheggio, su ferrovie.it, 19 gennaio 2016. URL consultato il 21 marzo 2022.
  76. ^ Filippo Guardascione, Oggi apre il grande parcheggio sopra Termini. Sarà anche una centrale fotovoltaica, su diarioromano.it, 24 marzo 2022. URL consultato l'8 giugno 2022.
  77. ^ Fascicolo Circolazione Linee 111, sez. 23, art. 5.2, pp. 62.
  78. ^ a b c Pagina di RFI sulla stazione.
  79. ^ a b c d Rete Ferroviaria Italiana, Statistiche (PDF), su rfi.it, Compartimento di Roma, 19 dicembre 2008, p. 1. URL consultato il 1º gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2019).
  80. ^ a b Fascicolo Circolazione Linee 111, sez. 3, p. 8.
  81. ^ a b Angeleri, Bianchi, pp. 140-141.
  82. ^ Fascicolo Circolazione Linee 111, sez. 5, pp. 10-12.
  83. ^ Fondazione FS Italiane (YouTube), da 0:30.
  84. ^ Fondazione FS Italiane (YouTube), da 0:41.
  85. ^ a b c d D'Ottavi (2016).
  86. ^ David Campione, Dal 15 giugno Italo a Roma Termini, su ferrovie.it, 6 maggio 2014. URL consultato il 21 marzo 2022.

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti a stampa[modifica | modifica wikitesto]

* (compare in)  Fabrizio Marignetti (a cura di), La Trazione Ferroviaria. I sistemi a guida vincolata, su google.it, Società editrice Esculapio, giugno 2018,  pp. 134-136, ISBN 978-88-7488-859-7. URL consultato il 24 marzo 2022.

Fonti FS[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche varie

Fonti RFI[modifica | modifica wikitesto]

Fonti web[modifica | modifica wikitesto]

*  Cristina Casadei, Trilogia della Stazione Termini e della Roma Moderna, su academia.edu, 2018. URL consultato il 29 marzo 2022.
*  Rerum Romanarum, Demolizione della vecchia stazione Termini, su rerumromanarum.com, gennaio 2019. URL consultato il 21 marzo 2022.
* (EN) Dianne Bennett e William Graebner, "A Jewel of Italian Technology" pre- and post-WWII: Stazione Termini's Cabina ACE, su romethesecondtime.blogspot.com, 14 maggio 2019. URL consultato il 24 marzo 2022.
*  Francesco Montuori, Tra Architettura e Storia: la Stazione Termini e gli inutili tentativi di un equilibrio fra necessità urbane, archeologia e riqualificazione (parte 2^), su aboutartonline.com, Roma, giugno 2019. URL consultato il 29 marzo 2022.
*  La Stazione Termini e i progetti mai realizzati, su blog-esquilino.com, 17 settembre 2019. URL consultato il 29 marzo 2022.
*  Rerum Romanarum, Stazione Termini, su rerumromanarum.com, febbraio 2020. URL consultato il 24 marzo 2022.
*  Rerum Romanarum, Edificio di Testata della Stazione Termini, su rerumromanarum.com, febbraio 2020. URL consultato il 24 marzo 2022.

Mappe d'epoca[modifica | modifica wikitesto]

* https://www.romaierioggi.it/pianta-topografica-di-roma-censo-pontificio-1866/
* https://www.romaierioggi.it/carta-topografica-del-suburbano-di-roma-1870/
* https://www.romaierioggi.it/pianta-di-roma-zone-alluvionate-dicembre-1870/
* https://www.romaierioggi.it/pianta-di-roma-marre-1876/
*  Alessandro Viviani, Piano regolatore e di ampliamento della città di Roma, su archiviocapitolino.it, 1883. URL consultato il 4 marzo 2022.
*  Piano regolatore e di ampliamento della città di Roma con indicazione delle opere eseguite dopo il 1870, su info.roma.it, 1884. URL consultato il 4 marzo 2022.
* https://www.romaierioggi.it/pianta-generale-di-roma-passeggiata-archeologica/
*  Sistemazione ferroviaria della città di Roma. Progetto Mazzanti-Frontini, su romaierioggi.it, 1888. URL consultato il 22 febbraio 2022.
* https://www.romaierioggi.it/roma-presente-e-avvenire-vallardi-1891/
*  Guida di Roma, su romaierioggi.it, Società Romana Tramways-Omnibus, 1893. URL consultato il 22 febbraio 2022.
*  Piano topografico di Roma, su romaierioggi.it, 1903. URL consultato il 22 febbraio 2022.
*  Genio Civile, Nuovissima pianta di Roma, su romaierioggi.it, 1911. URL consultato il 22 febbraio 2022.
**  Pianta di Roma colle indicazioni della illuminazione pubblica elettrica, su romaierioggi.it, 1911. URL consultato il 4 aprile 2022.
*  Istituto Geografico de Agostini, Pianta di Roma, su romaierioggi.it, 1911. URL consultato il 22 febbraio 2022.
*  Touring Club Italiano, Grande mappa di Roma, su Guida Rossa, stagniweb.it, 1ª ed., Giorgio Stagni, 1925. URL consultato il 30 aprile 2022.
* https://www.romaierioggi.it/mappa-roma-tanfani-bertarelli-1925/
* https://www.romaierioggi.it/pianta-di-roma-1930/
*  Mappa del piano regolatore di Roma 1931, su romaierioggi.it, 1931. URL consultato il 22 febbraio 2022.
*  Pianta monumentale di Roma, su romaierioggi.it, Roma, Enrico Verdesi, 1933. URL consultato il 22 febbraio 2022.
* (EN) Dipartimento della guerra degli Stati Uniti d'America, Town Plan Of Rome, su romaierioggi.it, 2ª ed., 1943,  p. 2. URL consultato il 4 aprile 2022.
* https://www.romaierioggi.it/pianta-panoramica-di-roma-1960/

Fonti multimediali[modifica | modifica wikitesto]

Da implementare tutto
Cinegiornali FS
Apparati centrali

ACI

ACE 2º

ACE 3º

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Termini Categoria:Architetture fasciste di Roma Categoria:Architetture razionaliste di Roma Categoria:Roma R. XV Esquilino Roma Termini

Roma Termini - Appunti[modifica | modifica wikitesto]

 Gianfranco Angeleri e Umberto Mariotti Bianchi, Termini dalle botteghe di Farfa al dinosauro, Roma, Abete, 1983. URL consultato il 29 marzo 2022.
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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cap. 2[modifica | modifica wikitesto]

  • 47: scetticismo stato pontificio, che fu l'ultimo in Italia a prendere iniziativa in ambito ferroviario. Papa Cappellari considera il treno un'opera del diavolo.[A 1] Il vero problema è che il treno mette in crisi lo stato di polizia, agevolando lo spostamento delle persone in maniera rapida. Nel 1846 diventa Papa Pio IX, "Papa liberale". Partono le prime iniziative concrete quali una linea Roma-Ancona-Bologna, progetto di Carlo Petitti del 1845. Nello stesso anno si costituisce la Società Nazionale di (Cosimo) Principe Conti e Compagni, con lo scopo di progettare linee ferroviarie per lo Stato Pontificio
  • 57: data la costruzione di diverse linee con capolinea a Roma (Roma-Frascati/Ceprano/Civitavecchia) si iniziava a porre l'ipotesi di un capolinea unico per facilitare l'accesso ai viaggiatori al servizio ferroviario. Si ipotizzava anche di far penetrare la linea da Frascati fino al Colosseo e di costruire lì una grande stazione centrale per tutte le linee in fase di progettazione. Col decreto che accordava alla Compagnia della strada ferrata da Roma a Frascati il proseguimento della Roma-Frascati fino a Ceprano lo Stato Pontificio stabiliva che se si fosse dovuto costruire uno scalo centrale la Società si sarebbe dovuta accollare tutti i costi per la realizzazione e la costruzione di 2 km di linea dalla stazione di Roma Porta Maggiore. Intanto la Società si guardava intorno per una possibile area su cui edificare potenzialmente suddetto scalo, in particolare sulle proprietà del principe Camillo Massimo che andavano dalle terme di Diocleziano (rione Monti) a San Giovanni quasi senza interruzioni.
  • 58: il principe, che aveva intuito le mire della Società ferroviaria, pregò il cardinale Antonelli di non approvare i progetti di edificazione della stazione delle ferrovie romane. Intanto la precedente ipotesi di una stazione centrale diventa sempre più concreta, venendo menzionata in vari documenti dell'epoca, verbali e decreti, con l'unica nota indecisa del Governo, a volte favorevole e altre sfavorevole. Nel 1856 questo si rivelava tendenzialmente favorevole all'ipotesi di una stazione posta nei pressi del Colosseo. Il 5 agosto 1857 la Società sottopone al Governo una piantina dove si trovano due ipotetiche posizioni per lo scalo: la prima a Prati di Castello, in corrispondenza di piazza Cavour, la seconda all'interno delle mura nelle immediate vicinanze del Colosseo, alle terme di Tito. La seconda opzione, più comoda per i romani, venne approvata dal Papa con un rescritto datato 3 settembre 1857.
  • 58-59: tuttavia c'era chi era decisamente contrario, visto il contesto dell'epoca dove Roma era ancora considerata una città murata, e perforare le mura per la ferrovia avrebbe significato vanificare la funzione dei 18 km di cinta muraria.
  • 59: alle opposizioni la Società ribadisce i benefici che la stazione porterebbe con sé, e il Papa le accoglie nuovamente con un rescritto del 4 dicembre 1857, rilasciando il nulla osta a questa per la scelta della posizione più opportuna. La costruzione della stazione viene inserita nei compiti della Società, insieme al raccordo con Porta Maggiore e a quello tra la rete e la Roma-Ancona. A questo punto, date le forte opposizioni verso il posizionamento al Colosseo, la Società ferroviaria ritorna a valutare la zona di Diocleziano, giudicata più semplice per l'ubicazione della stazione, che all'epoca era occupata dalla cinquecentesca Villa Massimo Montalto.
  • 59, 61: l'ingegnier Ducros così dette notizia al Principe della decisione del Papa, che prontamente si rivolse al Ministro dei Lavori Pubblici e al Papa stesso pregandolo di non costruire la stazione in luogo alla sua villa.
  • 61: A ciò seguì un intrigato botta e risposta tra la Società e il Ministro con il Papa, che inizialmente predisposero la sospensione degli studi. Le argomentazioni della Società furono che l'unica collocazione fattibile sarebbe stata al Colosseo, ma era stata scartata, e a San Giovanni erano siti edifici di natura prominentemente religiosa e la distanza del centro città era maggiore per i viaggiatori. Inoltre, la suddetta villa risultava semiabbandonata e, che in alternativa, sarebbe dovuta essere restaurata.
  • 61-62: Successivamente, si aggiunse anche la questione sulla preservazione dei beni archeologici.

Cap. 3[modifica | modifica wikitesto]

  • 63: Il 4 febbraio 1860 il commissario generale delle ferrovie e duca Mario Massimo confermò definitivamente Termini come luogo definitivo per la costruzione della stazione centrale. In un ultimo tentativo Camillo Massimo si appellò al Papa il 18 marzo 1860 per scongiurare la demolizione, richiesta che non venne ascoltata e la decisione resa definitiva un'ultima volta il 3 ottobre 1860 con un rescritto papale.
  • 64: Il 13 ottobre il Ministro dei Lavori Pubblici emanò la dichiarazione d'urgenza per il progetto della nuova stazione e il successivo 2 novembre 1860 approvò la planimetria con un'estensione di 218414 . L'occupazione dei terreni avvenne il giorno dopo. Da allora seguirono lunghe operazioni relative al passaggio di proprietà dei terreni, che si conclusero definitivamente il 23 maggio 1866, dopo un decreto emanato il 12 settembre 1865 dal Ministero del Commercio e dei Lavori Pubblici. L'attivazione ufficiale della stazione risale al 12 ottobre 1857, fissata con il verbale di consegna degli impianti da parte del Governo alla Rete Mediterranea, del 1887; il primo treno arrivò a Termini sul finire del 1862 con l'attivazione del servizio viaggiatori sulla Roma-Ceprano.
  • 65: il 26 settembre 1863 arrivo a Termini il primo treno da Civitavecchia a seguito dello spostamento del capolinea da Porta Portese che comportò la realizzazione di un ponte mobile sul fiume Tevere (in seguito riutilizzato per la viabilità stradale per via dell'Industria). Con la nuova variante di tracciato si riuscì a collegare Civitavecchia con Napoli con due coppie di treni dal 1º novembre 1863 con una tempistica di 9 ore e mezzo. La vecchia stazione di San Paolo, già ridotta a casello, a seguito della soppressione del vecchio tracciato, venne utilizzata per lo stazionamento dei carri.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]


Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carducci si ispira a ciò con l'"Inno a Satana"