Utente:Borgopio/Coderdojo

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CoderDojo
CoderDojo
Logo CoderDojo
Fondazione2011
FondatoreJames Whelton e Bill Liao
Area di azioneinternazionale
MottoAbove all, be cool!
Sito web

CoderDojo è un movimento no-profit internazionale nato in Irlanda nel 2011 che mira ad avvicinare i giovani all'informatica in maniera divertente e creativa attraverso la realizzazione di club di programmazione aperti a tutti, gratuiti e gestiti da volontari. Il nome deriva dall’unione delle parole coder, cioè programmatore, e dojo, la palestra giapponese in cui si praticano le arti marziali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver ottenuto notorietà con l'hacking dell'iPod Nano[1][2], agli inizi del 2011 James Whelton inizia a tenere un computer club nella sua scuola (Cork PBC) dove insegna le basi di HTML e CSS. Nello stesso anno Whelton incontra l'imprenditore Bill Liao, assieme al quale fonda CoderDojo, un network di club senza scopo di lucro finalizzati a insegnare la programmazione a bambini e adolescenti.

Il primo Dojo apre presso il National Software Centre della città di Cork il 23 luglio 2011[3]. Il 27 agosto dello stesso anno, considerato l'alto numero di partecipanti che viaggiano da Dublino, viene aperto un altro Dojo all'interno del palazzo Montevetro di Google[4]. A gennaio 2015 si contano più di 550 Dojo in 55 diversi paesi[5].

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Il movimento è supportato dalla CoderDojo Foundation (inizialmente chiamata Hello World Foundation[6]) che ne promuove lo sviluppo e fa da coordinamento alla rete dei Dojo. I due principali eventi promossi durante l'anno sono la DojoCon e i Coolest Project Awards.

Ogni nuovo Dojo viene fondato da un champion (colui che gestisce la sede) sottoscrivendo uno statuto che comprende le basi etiche e gli aspetti cardine del movimento[7], ovvero: mantenere la gratuità dei laboratori, tutelare il benessere la sicurezza dei ragazzi, condividere gratuitamente le conoscenze, incoraggiare la collaborazione, supportare i ragazzi nell’educazione al pensiero critico verso informatica e Internet e stimolare la correttezza dei rapporti interpersonali sia nella Rete che al di fuori della Rete[8].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Fatti salvi i principi espressi nello statuto sottoscritto dal champion, viene lasciata ampia libertà ad ogni club di organizzarsi in maniera indipendente. L'unica regola esplicita è riassunta dal motto ufficiale “Above All, Be Cool: bullying, lying, wasting people’s time and so on is uncool” (“Prima di tutto, sii in gamba. Fare il bullo, mentire e far perdere tempo agli altri non è da persone in gamba”).

Nonostante questo, il movimento promuove[9][10] la realizzazione di ambienti di apprendimento destrutturati dove sono gli stessi partecipanti a scoprire come utilizzare le risorse a disposizione, affiancati da mentors che ricoprono il ruolo di facilitatori[11]. Nella pratica il metodo coincide con i principi del Creative Learning e delle 4P (projects, peers, play, passion) sviluppati dal Lifelong Kindergarten Group del MIT Media Lab di Boston[12].

Le tecnologie utilizzate comprendono: Scratch, Python, HTML/CSS, JavaScript, AppInventor, Arduino, RaspberryPI.

CoderDojo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia il primo Dojo viene aperto a Firenze nel 2012[13], seguito nei mesi successivi da Milano, Catania, Roma, Bologna[14].

Il coordinamento dei club italiani (CoderDojo Italia) comprende più di 40 Dojo e nell'ottobre 2014 ha contribuito alla realizzazione di un evento all'interno di Camera e MIUR[15][16].

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Charlie Sorrel, iPod Nano Hack Could Enable Video, Games, su wired.com, 28 dicembre 2010. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  2. ^ (EN) Irish schoolboy tells Dublin web summit about first hacking of iPod Nano, su irishcentral.com, 10 marzo 2011. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  3. ^ (EN) Bill Liao and James Whelton to unleash Coder Dojos on schools, su siliconrepublic.com, 15 luglio 2011. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  4. ^ (EN) Meanwhile On A Vacant Floor of The Google Dublin Offices, su broadsheet.ie, 18 agosto 2011. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  5. ^ (EN) What is CoderDojo?, su coderdojo.com, 21 gennaio 2015. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  6. ^ (EN) Introducing the CoderDojo Foundation & new CEO Mary Moloney, su coderdojo.org, 29 maggio 2014. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  7. ^ Traduzione italiana del Hello World Foundation charter for CoderDojo, su coderdojoitalia.org, 3 dicembre 2013. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  8. ^ Caterina Moscetti, Coding e scuola primaria, su indire.it, 13 ottobre 2014. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  9. ^ (EN) Bill Liao, Teaching Kids to Make Magic, su citizenibm.com, 18 luglio 2013. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  10. ^ (EN) Guiding Principles and Philosophies, su kata.coderdojo.com, 13 ottobre 2014. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  11. ^ Barbara Laura Alaimo, Le 7 regole d'oro per il mentor, su coderdojomilano.it. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  12. ^ Agnese Addone e Carmelo Presicce, CoderDojo: una palestra creativa per imparare a programmare, su bricks.maieutiche.economia.unitn.it, 14 giugno 2014. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  13. ^ Un successo il primo appuntamento italiano di Coder-Dojo, su unicitta.it. URL consultato il 30 aprile 2013.
  14. ^ Luigina Foggetti, CoderDojo, la palestra per piccoli programmatori, su gadget.wired.it, 7 dicembre 2012. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  15. ^ Comunicato Stampa - Giornata di laboratorio CoderDojo 17 ottobre a Montecitorio e al Miur, su hubmiur.pubblica.istruzione.it, 14 ottobre 2014. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  16. ^ CoderCamera e CoderMIUR – il racconto per tweet, su coderdojoitalia.org, 20 ottobre 2014. URL consultato il 24 febbraio 2015.