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File:Giuliano Ghelli nel suo studio anno 2005.jpg
Giuliano Ghelli nel suo studio, 2005

Giuliano Ghelli (Firenze, 10 maggio 1944San Pancrazio, 15 febbraio 2014) è stato un pittore e scultore italiano. Autodidatta[1], con un approccio sempre basato sul disegno, la sua ricerca partì dall’informale[2] e l'astrattismo geometrico, per poi ispirarsi alla pop[3] e il Surrealismo[4] in forme figurative[5]. Ghelli si esprimeva in modalità affettiva (anziché intellettuale), riportando il suo ambiente, interessi e rapporti personali nei suoi quadri[senza fonte]; la parola "racconto" appare spesso nei titoli delle sue opere.

Esordio e primo periodo (1962-1978)[modifica | modifica wikitesto]

Dai diciassette anni Ghelli frequenta gli atelier di pittori fiorentini noti. Nel 1962 viene presentato alla gallerista avanguardista Fiamma Vigo[6]. Presso la Galleria Numero di Fiamma Vigo a Firenze Ghelli scopre un centro frequentato da artisti e intellettuali[2] che influenza la sua produzione. Esordisce nel 1963 con due quadri all'interno di una collettiva di otto artisti alla galleria Numero di Milano[7]. Espone a seguire nelle gallerie di Vigo a Venezia e Firenze fino ai fine anni sessanta[2].

Nel 1972 Ghelli firma un contratto con la galleria Sangallo di Firenze, accordo che gli permette di dipingere a tempo pieno[8].

“Il portapaesaggi” (1973-1978)[modifica | modifica wikitesto]

Dal ’73 nelle opere di Ghelli emerge una visione figurativa, con elementi di paesaggio (colline, chiazze di cielo, alberi all'orizzonte), segnaletica stradale (frecce, cartelli), elementi meccanici (ruote, cavi, bulloni), e figure umanoidi-robot[senza fonte] disegnati grossolanamente. Nel 1974 pubblica il piccolo volume di disegni Il portapaesaggi con testi di Lara-Vinca Masini, che in seguito lo classifica tra coloro che usano espressioni “pop-onirico-concettuali”[9], insieme a Luca Alinari (con cui Ghelli ha poi prodotto delle cartelle di stampe) e Fabio De Poli.

Nel 1975 le opere di Ghelli sono esposte a New York e Los Angeles[senza fonte] e nel 1977 Ghelli torna a New York per altre due piccole personali e per un viaggio cross-country verso la California[senza fonte]. Dal 1978 vengono prodotti, dall’oreficeria aretina Novart, dei gioielli basati sui disegni del Portapaesaggi[10].

Temi sentimentali e letterari (1980-1989)[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni Ottantaemerge una "dimensione poetica"[11] nelle opere di Ghelli. Al suo linguaggio simbolico di colline, robot, segnaletiche ed elementi meccaninci degli anni Settanta l'artista integra buste, case, e righe di calligrafia[12].

Delle opere esposte nella personale ferrarese del 1983 Maria Luisa Frisa scrive "è sempre presente il tema dell'amore ... in tutte le sue sfaccettature"[3]. In questo periodo Ghelli incarna inoltre un “filone letterario”, inserendo occasionalmente nei suoi titoli citazioni da autori particolarmente amati[senza fonte].

Periodo maturo (1990-2014)[modifica | modifica wikitesto]

Temi meccanici: Leonardo e Mercedes-Benz (1990-1995)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 Ghelli conosce l’esperto Leonardesco Carlo Pedretti, professore di storia dell’arte alla University of California, Los Angeles (UCLA). L’incontro dà l’avvio a un ciclo pittorico ispirato a Leonardo da Vinci che culmina nel 1992 con una personale del titolo In Viaggio con Leonardo[13] a Milano. Il tema di Leonardo è poi ricorrente nelle opere dell'artista[14].

I dipinti su Leonardo sono ammirati da Jochen Prange[senza fonte], allora amministratore delegato della Mercedes-Benz Italia SpA. Segue una commissione di venti dipinti per la nuova sede della società a Roma[15], la quale ospita una personale per Ghelli nel 1995.

"Horror vacui" e telemarketing (1995-2005)[modifica | modifica wikitesto]

Dai metà anni Novanta i quadri di Ghelli assumono un ‘carico’ di colori e di forme marcatamente più ‘peso’ rispetto a periodi precedenti[16]. Nel suo testo per la monografia Giuliano Ghelli - Le vie del tempo (2005) Carlo Pedretti li caratterizza "pirotecnica totale ... una pittura che non consente spazio vuoto, e quindi che non ammette una condizione concettualmente astratta" che il critico paragona all'operato del subconscio e dei sogni[senza fonte].

Rispetto ai decenni precedenti si avverte inoltre una marcata spinta promozionale. Una nuova compagna, con cui Ghelli convive dal 1993, si affianca all’artista nell'organizzazione di numerose mostre[17], nonché in iniziative di vendita tramite canali di telemarketing[18].

Temi di viaggio e passaggio (2000-2010)[modifica | modifica wikitesto]

Da un viaggio a Sydney nel 2000 e la lettura di Le vie dei canti di Bruce Chatwin nasce una serie di opere su tela e su carta sul tema delle tracce e i simboli degli aborigeni di Australia[senza fonte]. Contemporaneamente l'artista crea una serie di dipinti di branchi di pesci ognuna con il titolo "Migrazione"[senza fonte].

Dal 2007 Ghelli esegue una serie di opere di uniforme formato dette le "Porte"[senza fonte] ognuna di cui raffigura due ante che si aprono su un paesaggio immaginario di temi 'battuti' dall'artista in periodi precedenti: la campagna, la meccanica, pittori e scrittori (fra i quali i futuristi, Leonardo, Calvino) e i sogni. Le "Porte" vengono esposte in una personale a Firenze nel 2009.

L’Esercito di Terracotta (2003-2013)[modifica | modifica wikitesto]

Costituito da circa cinquanta busti femminili alti 25 cm (successivamente viene realizzata una nuova serie di 45 busti alti 75 cm), l’Esercito di Terracotta di Ghelli nasce dall’idea di portare la pratica di decorare manichini di sartoria su forme di argilla fresca su cui l’artista interviene con incisioni, timbri e forme applicate.

Seguito le prime esposizioni (dal 2004) l’opera viene paragonata in alcuni testi critici all’antico esercito di terracotta ritrovato a Xi’an, a cui Ghelli replica “a me gli eserciti piacciono solo di terracotta”[19].

Il "Cantiere" di Pontedera e i “Segreti” (2011-2014)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 l’artista, che nella sua maturità si presta per incontrare bambini e giovani in contesti didattici[20], istituisce, in collaborazione con un Liceo di Pontedera (PI), un laboratorio di pittura chiamato “Cantiere Giuliano Ghelli”[21]. Nel contempo, Ghelli sta sperimentando con lo spago, usandolo per avvolgere uno dei suoi busti dipinti[22], che poi porta nel laboratorio. Ghelli invita gli studenti a “scrivere su un pezzo di tela un pensiero” Ogni pezzo viene poi “piegato ... immediatamente impregnato di colla, posto sotto lo spago e subito ricoperto di colore.”[22]

Il busto di sartoria che ne risulta appartiene ad una serie di opere di tecnica mista, dette “Segreti”[23] eseguite da Ghelli dal 2011 al 2014.

Mostre significative personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1967   Fiesole, saletta Mino da Fiesole
  • 1971   Firenze, galleria Davanzati
  • 1972   Firenze, galleria Sangallo; Bologna, Cherry Gallery
  • 1974   Milano, galleria Nuovo Sagittario; Parigi, Maison des Lettres de l'Université de Paris
  • 1975   Firenze, galleria Sangallo; New York, Queens College, Paul Klapper Library; Los Angeles, Bernstein Gallery
  • 1981   Milano, Studio Steffanoni
  • 1983   Ferrara, galleria Massari 2
  • 1992   Milano, Castello Sforzesco, Sala del Tesoro
  • 1995   Montelupo Fiorentino, Museo della Ceramica; Roma, sede Mercedes-Benz Italia
  • 1997   Siena, Duomo, Cripta delle statue; Colonia, Istituto Italiano di Cultura
  • 2001   Prato, Museo Pecci, La parola colorata
  • 2005   Certaldo, Palazzo Pretorio; Knokke (Belgio), Knokke Art Museum
  • 2006   Fiesole, area archeologica teatro romano, Museo Archeologico, L’Esercito di Terracotta
  • 2008   Firenze, Palazzo Medici Riccardi
  • 2009   Firenze, Palazzo Vecchio, Sala d´Arme
  • 2010   Prato, Castello dell’Imperatore, L'Esercito di terracotta; Lucca, Lucca Center for Contemporary Art, Le vie del tempo
  • 2013   Firenze, Palazzo Panciatichi

Esposizioni collettive significative[modifica | modifica wikitesto]

  • 1963   Milano, galleria Numero
  • 1964   Venezia, galleria Numero; Firenze, galleria Numero
  • 1965   Firenze, galleria Numero, 27 Motivazioni
  • 1966   Venezia, galleria Numero; Firenze, galleria Numero
  • 1967   Sassoferrato (AN), XVII edizione del Premio Internazionale di Pittura “G. B. Salvi”
  • 1969   Bologna, Museo Civico, Proposta per una manifestazione
  • 1972   Venezia, galleria Numero, 100 Artisti per il Vietnam
  • 1973   Firenze, galleria Sangallo, Adami, Matta, Vasarely, Alinari, Ghelli, Sarri; Firenze, galleria Giorgi, Segno ’73; Firenze, galleria Pic-Pus
  • 1974   Firenze, galleria La Piramide e galleria Sangallo; Mentone, X Biennale Internationale d’Art; Bruxelles, Centre Culturel D’Auderghem
  • 1975   Roma, X Quadriennale nazionale d'arte di Roma, La nuova generazione
  • 1993   Malmö, Svezia, I ponti di Leonardo
  • 2005   Mosca (Russia), M’ARS Contemporary Art Museum, Il cappello e la creatività; Frankfurt am Main (Germania), DIE GALERIE, Figurative Kunst aus Italien
  • 2006   Firenze, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Rifiuti Preziosi Il Nouveau Réalisme e la cultura contemporanea

Fondazione Giuliano Ghelli[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre del 2007 viene costituita la Fondazione Giuliano Ghelli[24] a Poppi (AR)[25] nel Casentino toscano, luogo di nascita dei genitori dell’artista.

Archivio Giuliano Ghelli[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015 i fratelli di Ghelli fondano l’Archivio Giuliano Ghelli[26], ricostituito nel 2017 come associazione culturale. L’Archivio Ghelli si interessa dello studio e esposizione dell'opera completa dell'artista, oltre alla conservazione e gestione di opere lasciate in eredità e della certificazione e catalogazione di opere in collezioni private. Con l'Archivio collaborano storici e critici d'arte, giornalisti e galleristi, case editrici ed istituti pubblici.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1973 vince una borsa di studio di un milione di lire indetta dal Comune di Firenze per giovani artisti[27].

Nel 1975 partecipa alla X edizione della Quadriennale nazionale d'Arte di Roma[28].

Nel 1975 è "Segnalato Bolaffi" dal critico Tommaso Paloscia, come uno dei migliori 50 artisti italiani[27].

Nel 1980 è "Segnalato Bolaffi" come uno dei migliori grafici italiani[29].

Nel 2006 è assegnato, assieme ad altri tre artisti, la Vela d’oro della critica alla 51esima edizione della Rassegna di pittura Marina di Ravenna[30].

Nel 2013 riceve il Gonfalone d’Argento, massimo riconoscimento del Consiglio Regionale della Toscana[31].

Sempre nel 2013 viene nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana[32].

E’ del 10 maggio 2015 l'intitolazione del Museo Civico di San Casciano Val di Pesa a Giuliano Ghelli[33].

Ghelli in musei e collezioni[modifica | modifica wikitesto]

Museo della Contrada Priora della Civetta[34], Siena.

Museo archeologico di Massa Marittima[35] e Complesso museale di San Pietro all'Orto[36], Massa Marittima (GR)[37].

Ghelli in musei e collezioni (ancora da inserire una volta trovate fonti verificabili)[modifica | modifica wikitesto]

Comune di Firenze, Servizio Musei Comunali, Paesaggio, 100 x 100 cm, acrilico su tela, 1974, acquisto / donazione ? del 2001, esposto nella Direzione di Servizi Territoriali Integrati, Palazzo Vecchio.

Mercedes-Benz Italia S.p.A., 20 opere di grande formato commissionate nel 1994-5 e appese nella sede di <indirizzo, quartiere?> di Roma dal 1995 al 20??

Banca Cambiano 1884 S.p.A., 15 opere, acquistate dal 2003 al 2011 di prevalentemente grande formato esposte in 12 filiali nelle province di Firenze, Siena e Pisa oltre a 3 opere esposte in sede a Firenze. Nel marzo 2018 è stato concordato l'acquisto di altre 15 opere di grande formato (la collezione completa delle "Porte") che saranno consegnate alla Banca entro luglio 2018.

Comune di Poppi, Castello dei Conti Guidi, Poppi (AR), 5 busti femminili dell'Esercito di Terracotta, 74 x 37 x 25 cm, terracotta, donazione / acquisto / prestito 2007, esposti nel Salone delle Feste del Castello.

Comune di Poppi, Castello dei Conti Guidi, Poppi (AR), <nome dell'opera su tela??> , ?? x ?? cm, acrilico e pomice su tela, 2003, donazione dell'artista ???

futuro: Comune di San Casciano in Val di Pesa, Museo Giuliano Ghelli, <nome dell'opera??> , ?? x ?? cm, <tecnica??>, <anno??>, acquistato???

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Lara-Vinca Masini, Giuliano Ghelli, Il Portapaesaggi, 1974.

Claudio Nobbio, Stefano Giraldi, Sergio Staino, Giuliano Ghelli, Eclisse Parziale, 1998, Firenze, City Lights Italia.

Marina Nordera, La Bella addormentata nel bosco, raccontata da Patrizia Veroli e illustrata da Giuliano Ghelli, 2003, Palermo, L’Epos società editrice.

Cataloghi di esposizioni significative[modifica | modifica wikitesto]

Ghelli, a cura di Aldo Passoni, 1974, Firenze, Produzioni Grafiche Moderne Giovacchini.

Giuliano Ghelli, a cura di Maria Luisa Frisa, 1983, Firenze, Fotolito Toscana.

Giuliano Ghelli. Proiezioni metafisiche dell’immaginario, a cura di Lara-Vinca Masini, 1989, Mantova, C.L.E.B. Gallery.

In viaggio con Leonardo, catalogo, testo di Carlo Pedretti, 1992, Milano, Riproduzioni ABC di Sergio Necchi.

La Parola colorata, a cura di Nicola Micieli con testi di Umberto Cecchi, Nicola Micieli e Marco Pistoia, 2001, Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Studio Bibliografico Pratese.

Il cappello e la creatività, a cura di Maurizio Vanni, 2005, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore.

La fabbrica della fantasia, a cura di Ilario Luperini, 2011, Pontedera (PI), Bandecchi & Vivaldi.

Giuliano Ghelli. 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini con testi di Cristina Acidini e Nicola Danti, 2013, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana.

Giuliano Ghelli. Genius Loci. Fiabe dipinte, a cura di Giovanna M. Carli, Eugenio Giani, Andrea Ferrante, 2016, Firenze, Polistampa.

Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo, a cura di Mirella Branca con testi di Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, 2018, Firenze, Polistampa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 13.
  2. ^ a b c Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 21.
  3. ^ a b Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 14.
  4. ^ Cristina Acidini e Nicola Danti, Giuliano Ghelli 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini, Firenze, catalogo di mostra, Consiglio Regionale della Toscana, 2013, p. 36.
  5. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 67.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :2
  7. ^ R. Manno Tolu e M.G. Messina (a cura di), Fiamma Vigo e 'Numero'. Una vita per l'arte., Firenze, Centro Di, 2003.
  8. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 11.
  9. ^ Lara-Vinca Masini, Arte Contemporanea. La linea dell'Unicità - La linea del Modello, vol. 2, Firenze, Giunti, 1989, p. 853.
  10. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 63.
  11. ^ Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima contemporaneo fiorentino., a cura di Mirella Branca, Firenze, Polistampa, 2018, p. 63.
    «"Cresce contemporaneamente, nel passaggio agli anni Ottanta, una dimensione più poetica. Le collinette dai radi alberelli presenti presenti già in precedenza possono essere ora commentate con una breve scritta evocativa."»
  12. ^ Maria Luisa Frisa (a cura di), Giuliano Ghelli, 1983, p. 10, 12, 14, 18.
  13. ^ Carlo Pedretti, In viaggio con Leonardo, Milano, Riproduzioni ABC di Sergio Necchi, 1992.
  14. ^ Giovanna M. Carli, Eugenio Giani e Andrea Ferrante, Giuliano Ghelli. Genius Loci. Fiabe dipinte., a cura di Giovanni M. Carli, Firenze, Polistampa, 2016, p. 15.
    «"L'artista, infatti, ha sempre tratto ispirazione dal Chianti fiorentino: cipressi e morbide colline ... attratto dell'ingegno da non poter fare a meno di studiare il Codice Hammer, trattato scientifico dove Leonardo da Vinci argomenta i suoi studi sulle acque e l'astronomia."»
  15. ^ Mercedes-Benz Italia Pubbliche Relazioni (a cura di), Un passo avanti verso il 2000, Roma, MG Studio srl, 1995.
  16. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 53.
    «"La fase più recente della pittura di Giuliano Ghelli ... è quella dello spazio pieno, animato dalla pirotecnica totale di tutti gli ingredienti di un racconto fantastico o di una fantasia che si esplica con l'andamento di un capriccio musicale nell'astuta e sofisticata simulazione di un sogno."»
  17. ^ Paola Zannoner, La compagna dell'artista e quelle carte mai firmate, in La Repubblica, 27 luglio 2014.
    «Lui pittore, scultore e viticoltore, aveva in mano una bottiglia del vino di San Casciano, da lui imbottigliato con tanto di etichetta dipinta con il suo inconfondibile tratto solare. Lei, compagna dell'artista e direttrice delle sue mostre, parlava di arte e mercato, di talento e lavoro in tono appassionato.»
  18. ^ Elenco di opere offerte in aste del 20, 21, 27 e 28 ottobre 2001 in cui appaiono (numeri di lotto 15, 266, 592) opere di Ghelli con "certificato della Telemarketing (Bs) allegato". (PDF), su artedomani.it.
  19. ^ Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti e Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo., a cura di Maurizio Vanni, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore, 2005, p. 17.
  20. ^ Settanta bambini collaborano con Giuliano Ghelli per realizzare un'opera, in gonews.it, 14 aprile 2010 (archiviato dall'originale).
  21. ^ Comunicato stampa di ottobre 2011 sul sito del Comune di Pontedera (PI) che annuncia la presentazione delle opere realizzate nel laboratorio., su comune.pontedera.pi.it:8080.
  22. ^ a b Cristina Acidini e Andrea Ferrante, Giuliano Ghelli 50 anni in viaggio tra pittura e scultura, a cura di Sandra Stanghellini, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 2013, p. 57.
  23. ^ Rivelata a Pontassieve la fantasia di Giuliano Ghelli, in OrientePress Giornale delle Terre del Levante Fiorentino (archiviato dall'originale).
    «"Novità assoluta le opere di pittura e scultura del nuovo ciclo di produzione di Giuliano Ghelli denominato “Segreti” che trae la sua prima ragion d’essere dalla “Venere dei segreti” realizzata in occasione del Cantiere d’Arte Ghelli a Pontedera."»
  24. ^ Pagina del sito Toscana '900 Musei e Percorsi d'Arte che descrive la Fondazione e la mostra antologica all'interno del Castello dei conti Guidi., su toscana900.com.
  25. ^ Michele Loffredo, Intra Tevere et Arno. Musei e collezioni pubbliche d'arte contemporanea del territorio aretino., Firenze, Nerbini, 2014, p. 13.
  26. ^ Pagina della rivista on-line gonews.it che descrive la fondazione e i primi collaboratori dell'Archivio Ghelli., su gonews.it.
  27. ^ a b segnalati Bolaffi 1975 50 artisti scelti da 52 critici, in Catalogo Nazionale Bolaffi d'Arte Moderna n. 10, III, Torino, Giulio Bolaffi Editore, 1975, p. 78.
  28. ^ Pagina su cui vengono nominate le tre opere con cui Ghelli partecipa alla Quadriennale., su quadriennalediroma.org.
  29. ^ incisioni, litografie e serigrafie di 676 artisti italiani, realizzate nel 1979/1980, in Catalogo Nazionale Bolaffi della Grafica, n. 10, Torino, Giulio Bolaffi Editore.
  30. ^ Articolo su Ravennanotizie.it che riporta l'assegnazione del premio a Ghelli., su ravennanotizie.it.
  31. ^ Articolo su laRepubblicaFirenze.it che riporta l'assegnazione del Gonfalone d'Argento a Ghelli., su firenze.repubblica.it.
  32. ^ Pagina Onorificenze del sito del Quirinale su cui compare Ghelli come un Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana., su quirinale.it.
  33. ^ Matteo Pucci, "Museo Giuliano Ghelli": l'artista per sempre nel cuore di San Casciano, in Il Gazzettino del Chianti, 11 maggio 2015.
    «"L'intitolazione del Museo civico di San Casciano a Giuliano Ghelli, domenica 10 maggio, ha visto una grandissima partecipazione di tanti che hanno voluto bene a questo artista davvero speciale, scomparso il 15 febbraio 2014."»
  34. ^ Sito ufficiale del museo. In alcune foto dell'interno è visibile il drappellone di Ghelli, assieme ad altri vinti dalla Contrada., su contradadellacivetta.it.
  35. ^ Andrea Semplici, Il Museo Archeologico di Massa Marittima, Arcidosso (GR), Effigi, 2015.
  36. ^ Andrea Semplici, Il museo di arte sacra a Massa Marittima, Arcidosso (GR), C&P Adver Effigi, 2016.
  37. ^ Articolo su Grosseto Notizie on-line seguito la morte dell'artista in cui viene riportata la collocazione delle opere di Ghelli all'interno dei musei., su grossetonotizie.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Catalogo Nazionale Bolaffi d’Arte Moderna n.10, segnalati Bolaffi 1975 50 artisti scelti da 52 critici, Torino, Giulio Bolaffi Editore, vol.III.

Catalogo Nazionale Bolaffi della Grafica n.10, incisioni, litografie e serigrafie di 676 artisti italiani, realizzate nel 1979/1980, Torino, Giulio Bolaffi Editore.

Lara-Vinca Masini, Arte Contemporanea: La linea dell’Unicità – La linea del Modello, vol. 2, 1989, Firenze, Giunti.

Lara-Vinca Masini, L'Arte del Novecento, Dall'Espressionismo al Multimediale (vol. 5), 2003, Firenze, Giunti.

Maurizio Vanni, Giuliano Ghelli, Carlo Pedretti, Sandra Landi, Giuliano Ghelli. Le vie del tempo, 2005, Poggibonsi (SI), Carlo Cambi Editore.

Michele Loffredo, Intra Tevere et Arno. Musei e collezioni pubbliche d’arte contemporanea del territorio aretino, 2014, Firenze, Nerbini.