Utente:Adert/SandBox5

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Coordinate: 45°44′47.04″N 10°57′07.56″E / 45.7464°N 10.9521°E45.7464; 10.9521
Castello di Sabbionara (Avio)

Il Castello di Avio, o Castello di Sabbionara, è tra i più noti ed antichi monumenti fortificati del Trentino. È situato nella frazione di Sabbionara d'Avio. Esso domina grazie al suo mastio la Vallagarina, che fu una delle principali vie di comunicazione tra il Mediterraneo ed il Nord Europa. Il castello dopo essere passato da varie proprietà è stato poi donato dalla contessa Emanuela di Castelbarco al FAI, che ne cura la manutenzione. È tuttora visitabile dal pubblico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castelbarco.
Una foto dall'arco che mette in comunicazione la parte alta con i giardini situati nella zona bassa ("gli uliveti interni").

Le prime fonti storiche che ne parlano sono datate 1053 con il nome Castellum Ava. Sappiamo che nel XII secolo i proprietari erano gli appartenenti alla famiglia Castelbarco che lo cedettero nel 1411 per testamento a Veneziani. Qui venne ampliato e decorato con una cappella in onore di San Michele insieme ad una facciata riportante gli stemmi dei loro dogi. Nel 1509 il castello passa di mano alle truppe imperiali di Massimiliano I che, dopo aver fatto dipingere le proprie insegne araldiche, lo ipoteca ai Conti d'Arco. A questa fase susseguono diversi passaggi di mano finché, nel XVII secolo, il castello torna ai Castelbarco.

Interno del cortile del castello.

Il restauro[modifica | modifica wikitesto]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Pianta del Castello di Avio.
A. Primo nucleo
B. Castello superiore
C. Castello inferiore
1. Torre di ingresso 2. Casa dei custodi 3. Ristoro 4. Foresteria 6. Torre "Picadora" 7. Casa delle guardie 8. Ingreso castello superiore 9. Prima porta castello superiore 10. Cappella del palazzo 11. Palazzo baronale 12. Mastio 13. Terza porta 14. Pusterla 15. Quinta porta 16. Scala al palazzo

Il castello è costituito da tre cinte murarie e può vantare ben 5 torri, tra cui quella della picadora dove in passato venivano eseguite le condanne capitali per mezzo dell'impiccagione. Attorno al potente mastio, risalente al XI secolo, si trovano numerosi edifici tra cui il palazzo baronale.

Il mastio[modifica | modifica wikitesto]

Il mastio

Di tutto quello che rimane del Castello di Avio, il mastio, in virtò della sua solida costruzione, è la parte che risulta oggi meglio conservata. Di pianta trapezioidale con due lati retti e paralleli che si uniscono ad altri tre lati disuguali e cuvilinei, presenta una struttura particolarmente rara in edifici simili[1]. Una porta arcuata serve da ingresso, oggi raggiungibile tramite una scaletta costruita probabilmente intorno al 1957[2].

L'intero complesso è diviso in quattro piani, raggiungibili oggigiorno tramite una scala in legno anch'essa di epoca recente. Al quarto piano è presente la celebra stanza dell'Amore, con affreschi profani del 1300. I quattro piani sono illuminati da tre finestre soltanto, diposposte tutte nella facciata principale.

=== Il castello intermedio

Il castello inferiore[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo baronale[modifica | modifica wikitesto]

Le pitture interne[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi all'interno del castello

La camera d'Amore[modifica | modifica wikitesto]

Affresco nella camera d'Amore.

Dell'intero castello, la stanza che più desta interesse, grazie ai suoi affreschi, è certamente la cosidetta camera dell'Amore. Essa si trova posizionata all'ultimo piano del mastio e presenta una pianta di forma circolare ma con ampie irregolarità. La volta è a sesto ribassato con cinque finestrelle strombate.

Gli affreschi che qui si trovano rappresentano un raro esempio di pittura profana del primo trecento. I temi qui raffigurati sono, infatti, perlopiù inerenti ad allegorie d'amore e di vita quotidiana. Nonostante oggi ne sopravviva soltanto circa la metà, la loro ....

In tutto il ciclo pittorico possiamo osservare colori chiari con scelte di tinte pastello, vivacizzati da inserti di rosso chiaro. Così si può trovare un verde ripetuto più volte per le vesti del cavaliere e del gentiluomo, il rosa per le dame e il verde chiaro per architatture dei troni. Ma il colore più presente è sicuramente il bianco delle varie fasce disegnate che circondano la stanza.

Purtroppo oggi ci rimane molto poco di quello che potevano essere gli affreschi di un tempo. La volta, originariamente totalmente affrescata, apparte in condizioni rovinose, e anche tutto il resto del ciclo pittorico soffre dell'incuria e soprattuto degli sfregi e del vandalismo dei visitatori.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Castello Avio p.46.
  2. ^ In uno schizzo di monsignor Francesco De Pizzini del XIX secolo l'ingresso ci appare raggiungibile grazie ad una scala in pietra a sbalzo. Questa strutta è probabilmente crollata e soostituita con quella odierna nel 1957 dal conte Castelbarco che aveva compiuto aclune ristrutturazioni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Castelnuovo, Gian Maria Varanini; Renato Bazzoni; Francesca d'Arcais; Serenella Castri, Castellum Ava. Il castello di Avio e la sua decorazione pittorica, Trento, Temi editrice, 1987.
  • Rocco Catterina, I signori di Castelbarco : ricerche storiche, Camerino, Tipografia Savini, 1900.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]