Urawa Red Diamonds

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Urawa Red Diamonds
浦和レッドダイヤモンズ
Calcio
Campione d'Asia in carica
Reds (Rossi), Red Devils (Diavoli Rossi)
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Rosso, bianco, nero
Simboli Redia (lupo), diamante
Dati societari
Città Saitama
Nazione Bandiera del Giappone Giappone
Confederazione AFC
Federazione JFA
Campionato J1 League
Fondazione 1950
Rifondazione1993
Proprietario Bandiera del Giappone Mitsubishi Heavy Industries
Presidente Bandiera del Giappone Yōichi Tachibana
Allenatore Bandiera della Norvegia Per-Mathias Høgmo
Stadio Saitama Stadium 2002
(62 010 posti)
Sito web www.urawa-reds.co.jp
Palmarès
Titoli nazionali 4 Japan Soccer League
1 J1 League
Trofei nazionali 8 Coppe dell'Imperatore
2 Supercoppe del Giappone
Trofei internazionali 3 AFC Champions League
1 Coppa Suruga Bank
Si invita a seguire il modello di voce

L'Urawa Red Diamonds (浦和レッドダイヤモンズ?, Urawa Reddo Daiyamonzu), meglio noto come Urawa Reds, è una società calcistica giapponese con sede nella città di Saitama. La squadra milita nella J1 League, la massima divisione del campionato giapponese.

Fondata nel 1950 come sezione calcistica del circolo sportivo aziendale delle industrie pesanti Mitsubishi con sede a Kōbe, la squadra è fra i membri fondatori di entrambi i tornei che hanno funto da massima serie nazionale di calcio (in cui vi ha sempre militato, salvo nelle stagioni 1989-90 e 2000) divenendo, quindi, anche una delle prime squadre a passare al professionismo in concomitanza con l'istituzione della J. League.

Prima squadra giapponese a conseguire un treble domestico, l'Urawa Red Diamonds figura al quarto posto sia nell'albo d'oro della massima serie (in coabitazione con gli Yokohama F·Marinos) sia in quello della coppa nazionale (con la maggior parte dei trofei vinti durante il periodo dilettantistico). A livello confederale vanta tre affermazioni nell'AFC Champions League, avendo vinto le edizioni 2007, 2017 e 2022 del torneo e risultando, pertanto, a pari merito con il Pohang Steelers, la seconda compagine più titolata nella competizione dopo l'Al-Hilal.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Hiromi Hara, attaccante del Mitsubishi Heavy Industries fra il 1981 ed il 1992. Dopo il passaggio della squadra al professionismo, ricoprì fra il 1998 ed il 1999 il ruolo di allenatore.

Periodo dilettantistico[modifica | modifica wikitesto]

Il club venne fondato nel 1950 come sezione calcistica del circolo sportivo delle industrie pesanti Mitsubishi ubicate a Kōbe[1][2][3]. Iscritta ai tornei nazionali riservati alle squadre aziendali (dove ottenne, come miglior risultato, il secondo posto nell'edizione 1956), nei primi anni di attività la squadra subì numerose riforme societarie che portarono al trasferimento della sede a Tokyo nel 1958[4], nonché la confluenza di sezioni calcistiche provenienti da altri stabilimenti nel 1964[1][4]. L'anno successivo la squadra fu scelta come partecipante alla prima edizione della Japan Soccer League, segnalandosi subito come una delle principali squadre del torneo vincendo, nel 1969, il suo primo campionato[4].

Per tutti gli anni settanta e fino ai primi anni ottanta il Mitsubishi Heavy Industries si confermò squadra di vertice, raggiungendo l'apice della forma nel 1978, quando divenne la prima squadra giapponese a centrare il treble domestico[4][5]. Con l'avvento del professionismo nel calcio giapponese avvenuto a metà degli anni ottanta, il ruolo di squadra di vertice del Mitsubishi Heavy Industries iniziò a ridimensionarsi, anche a causa di alcune scelte societarie che non contemplavano la messa sotto contratto di giocatori stipendiati solamente per disputare le partite. In seguito alla prima retrocessione in seconda divisione, avvenuta al termine della stagione 1988-89, si decise di operare una serie di riforme all'interno della società (fra cui il trasferimento della sede a Saitama e il cambio di denominazione in Mitsubishi Motors Football Club, avvenuto nel 1990[4]) che le permetteranno di ottenere, nella stagione 1991-92, i requisiti per ottenere il passaggio al professionismo.

Periodo professionistico[modifica | modifica wikitesto]

Dopo avervi militato fra il 1994 e il 1997, Guido Buchwald allenò gli Urawa Red Diamonds fra il 2004 e il 2006 ottenendo diversi trofei, fra cui il double campionato-coppa nazionale del 2006.

Iscrittasi alla nuova lega professionistica con il nome di Urawa Red Diamonds, la squadra, grazie all'apporto di numerosi giocatori provenienti dai campionati europei (fra cui i tedeschi Uwe Bein e Guido Buchwald), migliorò gradualmente le proprie prestazioni sino a proporsi fra le pretendenti al titolo nelle stagioni 1995 e 1996. Una serie di circostanze sfavorevoli avvenute nelle stagioni immediatamente successive, fra cui gli infortuni o le cessioni di alcuni giocatori chiave, causarono un rapido declino delle prestazioni della squadra, che scesero in seconda categoria al termine della stagione 1999.

Dopo l'immediata risalita in massima divisione, gli Urawa Red Diamonds riacquistarono gradualmente competitività aggiudicandosi l'edizione 2003 della Coppa Yamazaki Nabisco (primo trofeo vinto dopo il passaggio al professionismo) e perdendo la finale della J. League Division 1 2004. Seguirono la vittoria di due edizioni consecutive della Coppa dell'Imperatore (2005 e 2006), della Supercoppa del Giappone (2006) e del campionato nella stagione 2006, successo, quest'ultimo, che permise agli Urawa Red Diamonds di esordire nell'AFC Champions League: nella competizione continentale la squadra continuò, da esordiente nel torneo, il proprio ciclo vincente, sconfiggendo in finale gli iraniani del Sepahan.

Dopo aver ottenuto il terzo posto nella Coppa del mondo per club 2007 e difeso il titolo continentale sino alle semifinali (dove furono eliminati dai connazionali del Gamba Osaka)[6], per un quinquennio gli Urawa Red Diamonds stazionarono nelle posizioni di metà classifica del campionato, ad eccezione della stagione 2011, dove ottenne la salvezza solo alla penultima giornata. Dalla stagione 2014 gli Urawa Red Diamonds tornarono a lottare per il titolo[7], ottenendo due secondi e un terzo posto negli anni successivi. Nel corso della stagione 2016 la squadra vinse inoltre la Coppa di Lega, seguita l'anno successivo dalla seconda affermazione continentale in AFC Champions League, quest'ultima ottenuta sconfiggendo in finale i sauditi dell'Al-Hilal. Vincitore della Coppa dell'Imperatore 2018, il club fu sconfitto in finale dell'edizione 2019 della AFC Champions League dall'Al-Hilal, per poi aggiudicarsi nuovamente la Coppa dell'Imperatore nel 2021. Nel 2022 la stagione si chiuse con un doppio successo, nella Supercoppa del Giappone e nell'AFC Champions League (in un'altra finale contro l'Al-Hilal).

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria degli Urawa Red Diamonds[4]


 

 

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli degli Urawa Red Diamonds.

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Il colore della maglia degli Urawa Red Diamonds è il rosso, talvolta accompagnato da inserti bianchi, neri, o blu scuro. Questi colori erano già stati adottati durante la stagione 1978, prima della quale veniva utilizzato il blu[5].

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1965
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1969
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1978
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1993
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2006
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2007
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2017

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della squadra, in uso a partire dal febbraio 2001[18], vede un diamante romboidale di colore rosso che sormonta uno scudo dai colori rosso, bianco e nero: al centro di esso vi è un pallone (simboleggiante l'entusiasmo del pubblico e di tutti coloro che praticano il calcio) e, nella parte più bassa, due rose di Sakuraso (Primula Sieboldii) presenti anche nello stemma della prefettura di Saitama. Lo scudo è inoltre sormontato da un disegno della facciata del Saitama Elite Teacher Training College detto anche Hoshokaku, punto di partenza storico del calcio nella prefettura di Saitama.

La mascotte[modifica | modifica wikitesto]

Come mascotte ufficiale degli Urawa Reds viene utilizzato un lupo chiamato Redia (レディア) introdotto nel 1992[18] . Successivamente (nel 1997) gli fu affiancato un altro personaggio dalle fattezze femminili, Friendia. Infine per festeggiare la prima vittoria della J. League nel 2006 furono presentati due lupi gemelli: il maschio Schale e la femmina Diarra. Tutti questi personaggi sono lupi antropomorfi di colore verde e sono stati scelti grazie a delle votazioni del pubblico[18].

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Il Saitama Stadium 2002 durante un incontro casalingo degli Urawa Red Diamonds.
Lo stesso argomento in dettaglio: Urawa Komaba Stadium e Saitama Stadium 2002.

Fino al 1990, il Mitsubishi Heavy Industries ha disputato le proprie partite interne a Tokyo, alternandosi tra il National Olympic Stadium e il Nishigaoka Stadium. Dopo il cambio di denominazione in Mitsubishi Motors avvenuto nel 1990, la squadra iniziò a disputare le gare interne all'Edogawa Stadium per poi passare, in occasione del definitivo passaggio al professionismo (1992) all'Urawa Komaba Stadium di Urawa[19]. A causa di ripetuti lavori di ristrutturazione dello stadio, nel corso degli anni novanta i Red Diamonds furono costretti a disputare alcuni partite nel NACK5 Stadium Ōmiya, situato nella vicina municipalità di Omiya[19].

Al termine del campionato del mondo 2002 gli Urawa Red Diamonds passarono gradualmente a disputare le partite interne nel Saitama Stadium 2002[20], costruito originariamente per ospitare alcune partite della competizione calcistica mondiale[20].

Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]

I Red Diamonds svolgono le sessioni di allenamento all'Ohara Training Ground di Saitama, struttura aperta nel 1993 ed ampliata nel 2004[21]. Dal 2005 si è affiancata una seconda struttura, denominata Redsland ed includente un circolo sportivo aperto al pubblico[22]

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Allenatori[4]
Presidenti

Società[modifica | modifica wikitesto]

L'assetto societario degli Urawa Red Diamonds, la cui ultima modifica risale al 1996, con l'assunzione dell'attuale nome in luogo di Mitsubishi Urawa Football Club[29], vede il controllo finanziario da parte del gruppo Mitsubishi, che agisce per mezzo di un'azienda appositamente fondata il 10 marzo 1992[2][29]. Il capitale sociale, che fino ai primi anni duemila oscillava su livelli medi (oltre tre milioni di yen nel biennio 2004-2005)[29], ha subìto una consistente impennata verso la fine del decennio in virtù degli introiti derivanti dai successi conseguiti in campo sportivo (oltre sette milioni di yen nel 2008)[29], per poi attestarsi a una media di oltre cinque milioni all'anno[29].

[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
Parte anteriore

Manica

Schiena

Calzoncini

  • 2002-2003 SmileBit
  • 2004-2005 SEGA
  • 2006 Mitsubishi Motors
  • 2007-2008 Mitsubishi Fuso
  • 2009-oggi Mitsubishi Motors

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori degli Urawa Red Diamonds.

Capitani[modifica | modifica wikitesto]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès dell'Urawa Red Diamonds.

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1969, 1973, 1978, 1982
1989-90
1978, 1981
Mitsubishi Heavy Industries: 1971, 1973, 1978, 1980
Urawa Red Diamonds: 2005, 2006, 2018, 2021
2006
2003, 2016
2006, 2022

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

2007, 2017, 2022
2017

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
JSL Division 1 26 1965 1991-92
J. League Division 1 28 1993 2021
JSL Division 2 1 1989-90
J. League Division 2 1 2000

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pur avendo avuto un certo seguito di pubblico sin dal periodo dilettantistico (al quale risalgono le origini del soprannome Red Diamonds, successivamente adottato come denominazione ufficiale del team)[2], gli Urawa Red Diamonds iniziarono ad essere seguiti da veri e propri gruppi di tifosi a partire dal 1992[48][49], anno a cui risale la fondazione del gruppo dei Crazy Calls (クレイジー・コールズ?). In seguito ad alcuni episodi di teppismo avvenuti durante la stagione 1995[50][51], il gruppo iniziò a sfaldarsi progressivamente[51], sino a scomparire definitivamente nel 1997, in occasione della creazione degli URAWA BOYS (ウラワボーイズ?) che ne hanno ereditato il ruolo di gruppo chiave della tifoseria organizzata della squadra[52].

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni di militanza nel campionato nazionale, gli Urawa Red Diamonds divennero noti per aver intessuto, assieme al Furukawa Electric e l'Hitachi, un rapporto di rivalità denominato Le tre grandi di Marunouchi (丸の内御三家?, Marunouchi Gosanke) o derby di Marunouchi dal quartiere di Tokyo in cui erano dislocate le sedi delle rispettive aziende[53]. Durante la militanza in Japan Soccer League la squadra registrò inoltre delle rivalità con il Toyo Kogyo, lo Yanmar Diesel e il Fujita Kogyo, avversarie nella lotta al titolo nazionale fra la fine degli anni sessanta e i primi anni ottanta.

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby di Saitama.

Dopo il passaggio al professionismo e la contestuale ascesa nelle serie superiori di altre squadre con sede a Saitama, la tifoseria degli Urawa Red Diamonds iniziò a intessere una rivalità coi concittadini dell'Omiya Ardija, con cui la squadra disputa il derby di Saitama (さいたまダービー?)[54][55]. La rivalità con il Gamba Osaka si è invece accesa a metà degli anni duemila, quando entrambe le squadre arrivarono a contendersi la vittoria del campionato e il raggiungimento della finale di AFC Champions League[6]. Accesa è anche la rivalità con il Kashima Antlers.

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2024[modifica | modifica wikitesto]

Rosa e numerazione aggiornate al 13 gennaio 2024.[56]

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera del Giappone P Shūsaku Nishikawa
2 Bandiera del Giappone D Hiroki Sakai (capitano)
3 Bandiera del Giappone C Atsuki Itō
4 Bandiera del Giappone D Hirokazu Ishihara
5 Bandiera della Norvegia D Marius Høibråten
6 Bandiera del Giappone C Ken Iwao
7 Bandiera del Giappone A Hiroki Abe
8 Bandiera del Giappone C Yoshio Koizumi
9 Bandiera dei Paesi Bassi A Bryan Linssen
10 Bandiera del Giappone C Shōya Nakajima
11 Bandiera della Svezia C Samuel Gustafson
12 Bandiera del Brasile A Thiago Santana
13 Bandiera del Giappone C Ryōma Watanabe
14 Bandiera del Giappone C Takahiro Sekine
16 Bandiera del Giappone P Ayumi Niekawa
17 Bandiera della Norvegia A Ola Solbakken
N. Ruolo Calciatore
18 Bandiera del Giappone A Toshiki Takahashi
20 Bandiera del Giappone D Yōta Satō
21 Bandiera del Giappone C Tomoaki Ōkubo
23 Bandiera del Giappone D Rikito Inoue
24 Bandiera del Giappone C Yūsuke Matsuo
25 Bandiera del Giappone C Kaito Yasui
27 Bandiera della Thailandia C Ekanit Panya
28 Bandiera della Danimarca D Alexander Scholz (vice capitano)
29 Bandiera del Giappone C Yōta Horiuchi
30 Bandiera del Giappone A Shinzō Kōroki
31 Bandiera del Giappone P Shun Yoshida
35 Bandiera del Giappone C Tomoya Ugajin
38 Bandiera del Giappone A Naoki Maeda
39 Bandiera del Giappone C Jumpei Hayakawa
47 Bandiera del Giappone C Hidetoshi Takeda
66 Bandiera del Giappone D Ayumu Ōhata

Staff tecnico[modifica | modifica wikitesto]

Staff tecnico aggiornato al 14 febbraio 2024.[57]

Staff dell'area tecnica
  • Bandiera della Norvegia Per-Mathias Høgmo - Allenatore
  • Bandiera della Norvegia Morten Kalvenes - Collaboratore tecnico
  • Bandiera della Svezia Mario Eduardo Chavez - Coll. tecnico e analista
  • Bandiera del Giappone Nobuyasu Ikeda - Collaboratore tecnico
  • Bandiera del Giappone Masato Maesako - Collaboratore tecnico
  • Bandiera del Giappone Tatsuru Ishiguri - Preparatore fisico
  • Bandiera della Polonia Wojciech Ignatiuk - Preparatore fisico
  • Bandiera della Spagna Juan Miret - Preparatore portieri
  • Bandiera del Giappone Tomoyasu Andō - Collaboratore preparatore portieri
  • Bandiera del Giappone Maiki Hayashi - Coll. tecnico e analista

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b URAWA REDS Official History 1992-2002, pag. 89
  2. ^ a b c URAWA REDS su Rising Sun News
  3. ^ Urawa Red Diamonds - Club History
  4. ^ a b c d e f g History of REDS/Mitsubishi Archiviato il 12 febbraio 2015 in Internet Archive.
  5. ^ a b The Complete History of Japan Soccer League, p.p. 148-149.
  6. ^ a b The Classic: Urawa Reds-Gamba Osaka, su fifa.com. URL consultato il 20 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  7. ^ 2014 J.LEAGUE Division 1 section-by-section graph [34th Sec ]
  8. ^ 6th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  9. ^ 9th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  10. ^ 10th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  11. ^ 11th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  12. ^ 12th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2012).
  13. ^ 13th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2012).
  14. ^ 14th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
  15. ^ 15th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2012).
  16. ^ 16th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2012).
  17. ^ 17th All Japan Jitsugyo-dan Football Championship Archiviato il 4 ottobre 2012 in Internet Archive.
  18. ^ a b c Urawa Reds - Club Profile
  19. ^ a b Komaba Stadium - Urawa Red Diamonds
  20. ^ a b Saitama Stadium 2002 - Urawa Red Diamonds
  21. ^ Ohara Training Groud - Urawa Red Diamonds
  22. ^ Redsland - Urawa Red Diamonds
  23. ^ Petrovic takes control at Urawa su soccerway.com
  24. ^ Japan's Urawa Reds announce Mihailo Petrovic as new manager
  25. ^ Reds fire Petrovic as Hori takes over
  26. ^ Hideo SHIMADA, su archive.footballjapan.co.uk.
  27. ^ Vol.05 清水泰男さんの巻 その2
  28. ^ スカウトはもちろん、Jリーグのレベルアップを, su pentasports.net. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2014).
  29. ^ a b c d e Urawa Reds - Club Management Data
  30. ^ 1986-1987 JSL Year Book, pag. 28
  31. ^ URAWA Reds 1992, su homepage1.nifty.com (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  32. ^ URAWA Reds 1993, su homepage1.nifty.com (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  33. ^ URAWA Reds 1994, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  34. ^ URAWA Reds 1997, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  35. ^ URAWA Reds 1998, su homepage1.nifty.com (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  36. ^ URAWA Reds 1999, su homepage1.nifty.com (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  37. ^ URAWA Reds 2000, su homepage1.nifty.com (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  38. ^ URAWA Reds 2001, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  39. ^ URAWA Reds 2002, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  40. ^ URAWA Reds 2003, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  41. ^ URAWA Reds 2004, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  42. ^ URAWA Reds 2008, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  43. ^ URAWA Reds 2009, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  44. ^ URAWA Reds 2011, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  45. ^ URAWA Reds 2012, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  46. ^ URAWA Reds 2013, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  47. ^ URAWA Reds 2014, su homepage1.nifty.com. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2015).
  48. ^ 《中》 圧巻 熱烈サポーター(2006年12月4日) Archiviato il 13 marzo 2014 in Internet Archive., Yomiuri Online
  49. ^ 歴史+追伸, su saishin.co.jp. URL consultato il 21 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2013).
  50. ^ 「レッズの田口選手、レッグ払いレッドカード」, Manichi Shimbun, 27 settembre 1995.
  51. ^ a b 『浦和レッズの幸福』アスペクト, pp. 110-114
  52. ^ 『浦和レッズがやめられない』, pag. 39
  53. ^ サッカー日本代表斬り捨て御免, pag. 284
  54. ^ Sendai, Al Fath assume pole positions, su fifa.com. URL consultato il 20 luglio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2013).
  55. ^ Football-mad Saitama prepares for another fierce derby
  56. ^ (JA) 2024シーズン トップチーム選手背番号について【19時更新】, su urawa-reds.co.jp. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  57. ^ (JA) TOP TEAM, su urawa-reds.co.jp. URL consultato il 14 febbraio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • The Complete History of Japan Soccer League, 1965-1992 (日本サッカーリーグ全史 1965-1992?), 1993 ISBN non esistente
  • 1986-1987 JSL Year Book, 1986, Football Magazine, ISBN non esistente
  • URAWA REDS Official History 1992-2002 浦和レッズ10年史, ベースボール・マガジン社, 2002 ISBN 4-583-03685-X
  • Hiroshi Okada, 「【丸の内御三家から学閥まで】日本サッカー協会の"構造と力"」『サッカー日本代表斬り捨て御免!』, Takarajimasha, 2002 ISBN 978-4796625746
  • Yoshiyuki Osumi, 『浦和レッズの幸福』アスペクト, 1998, ISBN 978-4893669926
  • Atsushi Seino,『浦和レッズがやめられない』ランドガレージ, 2001, ISBN 978-4434008474

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Informazione storica[modifica | modifica wikitesto]

Liste e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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