Uragano Emily (2005)

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Uragano Emily
Uragano categoria 5  (SSHS)
L'uragano Emily vicino al suo picco di intensità il 16 luglio 2005, a sud della Giamaica
L'uragano Emily vicino al suo picco di intensità il 16 luglio 2005, a sud della Giamaica
Formazione 11 luglio 2005
Dissipazione 21 luglio 2005
Venti
più veloci
160 mph (260 km/h) (sostenuti 1 minuto)
Pressione minima 929 mbar (hPa; 27,44 inHg)
Vittime 17
Danni $950 milioni (USD 2005)
Aree colpite Piccole Antille, Grandi Antille, Honduras, Messico, Stati Uniti
Stagione Stagione degli uragani atlantici 2005

L'uragano Emily è stato un uragano di tipo capoverdiano di categoria 5 che ha causato notevoli danni nei Caraibi e in Messico nel luglio del 2005. È l'unico uragano di categoria 5 ad essere stato documentato nel mese di luglio e il più forte uragano mai registrato prima del mese di agosto.[1] Fino al 2020, Emily deteneva anche il record di quinta tempesta stagionale più precoce di sempre, prima di essere superato dalla tempesta tropicale Edouard.[2]

L'uragano ha provocato 17 vittime, tra dirette e indirette,[7] e ha causato danni per almeno 950 milioni di dollari, gran parte dei quali in Messico.[11] È uno dei quattro uragani di categoria 5, insieme a Carol del 1953, Esther del 1961 e Edith del 1971, a non aver avuto il suo nome ritirato.[14]

Storia della tempesta[modifica | modifica wikitesto]

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

In previsione dell'arrivo dell'uragano, a Grenada circa 2 000 residenti sono state evacuate, delle quali 1 408 sono state alloggiate in 30 rifugi, mentre a Tobago gli evacuati sono stati circa 500.[15] In Messico, oltre 100 000 persone, in gran parte turisti, sono stati evacuati da Cancún, la Riviera Maya e Cozumel,[3] e l'azienda petrolifera statale Pemex ha evacuato 15 530 lavoratori dalle sue piattaforme nel golfo del Messico.[5] Durante le operazioni di evacuazione si sono registrate tre vittime, i due piloti di un elicottero che è precipitato e un residente tedesco rimasto folgorato.[5]

Impatto[modifica | modifica wikitesto]

Caraibi[modifica | modifica wikitesto]

A Grenada, dove Emily è approdata il 14 luglio, i danni si sono concentrati nella parte nord del paese, nelle parrocchie di Saint Andrew e Saint Patrick.[3] All'aeroporto di Point Salines sono state rilevate raffiche di vento fino a 107 km/h.[16] Numerosi edifici, alcuni dei quali già danneggiati l'anno precedente dall'uragano Ivan,[17] sono stati scoperchiati e oltre 200 abitazioni sono state danneggiate sull'isola di Carriacou,[18] dove anche l'unico ospedale presente ha riportato danni, rendendo necessaria l'evacuazione dei pazienti.[3] Una persona è morta a causa di una frana,[3] mentre i danni totali sono stati stimati in $110,4 milioni.[8]

La Giamaica è stata interessata da diversi smottamenti causati dalle pensati piogge portate dall'uragano, con accumuli fino a 392 mm rilevati nella parrocchia di Saint Elizabeth.[16] Cinque persone sono morte a causa di un'alluvione lampo nel sud-ovest del paese.[3] In Trinidad e Tobago frane e allagamenti hanno danneggiato diverse abitazioni.[15] Cinque vittime sono state registrate ad Haiti a causa delle forti piogge[4] e una in Honduras per annegamento.[5]

Messico[modifica | modifica wikitesto]

L'approdo di Emily nello Yucatán.

Durante il primo approdo in Messico come uragano di categoria 4, Emily ha colpito principalmente la zona tra Playa del Carmen e Tulum, inclusa l'isola di Cozumel.[3] Esisto pochi dati meteorologici relativi al passaggio dell'uragano nella penisola dello Yucatán, tuttavia nel rapporto finale del National Hurricane Center vengono citati due dati ufficiosi: un accumulo pluviometrico fino a 120 mm rilevato a Cozumel e un'onda di tempesta fino a 4,6 m registrata a San Miguel de Cozumel.[16] In generale, lungo il resto della costa l'onda non ha superato il metro. Il settore turistico è stato duramente colpito, con oltre 12 500 stanze che hanno subito un qualche tipo di danno, circa un quinto di tutta la capacità ricettiva alberghiera dello stato di Quintana Roo.[19]

Il secondo approdo di Emily in Messico, come uragano di categoria 3, ha interessato principalmente gli stati di Tamaulipas e Nuevo León.[9] Diverse comunità lungo la costa sono rimaste isolate e numerose strutture sono state danneggiate.[20] Nel viaggio di Laguna Madre l'80-90% delle abitazioni sono andate distrutte[3] Allagamenti sono stati riportati anche a Monterrey, capitale di Nuevo León.[20] Si sono registrate due vittime, una a Nuevo León e una a Tamaulipas.[6] In totale, i danni causati da Emily in Messico sono stati stimati in 8,871 miliardi di pesos, pari a $837 milioni, di cui circa 4,5 miliardi dovuti ai danni subiti dall'industria petrolifera.[9]

Texas[modifica | modifica wikitesto]

Nel Texas meridionale gli effetti dell'uragano sono stati molto limitati. Alcune zone hanno registrato venti di tempesta e raffiche fino a 100 km/h, mentre le piogge hanno portato ad accumuli fino ai 132 mm registrati a Mercedes.[21] Lungo la costa, la marea ha raggiunto 1,5 metri,[21] inondando alcune sezioni della Texas State Highway 100.[22] Non sono stati riportati danni strutturali significativi,[3] tuttavia circa 28 000 utenze sono rimaste senza corrente elettrica.[23] Otto tornado hanno colpito lo stato, causando danni limitati.[3] In totale, le perdite per il settore agricolo sono state pari a circa $4,7 milioni.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) James L. Franklin e Daniel P. Brown, Tropical Cyclone Report: Hurricane Emily (PDF), su nhc.noaa.gov, National Hurricane Center, 10 marzo 2006, p. 1. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  2. ^ (EN) Tropical Storm Edouard Discussion Number 7, su nhc.noaa.gov, National Hurricane Center, 5 luglio 2020. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  3. ^ a b c d e f g h i j k (EN) James L. Franklin e Daniel P. Brown, Tropical Cyclone Report: Hurricane Emily (PDF), su nhc.noaa.gov, National Hurricane Center, 10 marzo 2006, p. 4. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  4. ^ a b (EN) International Federation of Red Cross And Red Crescent Societies, Caribbean: Hurricanes Dennis & Emily Appeal No. 05EA14 Operations Update No. 1, su reliefweb.int, 19 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  5. ^ a b c d e (EN) Hurricane Emily Hits Mexico Resorts; Death Toll Mounts, su terradaily.com, 19 luglio 2005. URL consultato il 15 ottobre 2020.
  6. ^ a b (ES) Emily y Eugene dejan 4 muertos en Nuevo León, Tamaulipas y BCS, su jornada.com.m, 23 luglio 2005. URL consultato il 14 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2020).
  7. ^ Grenada 1,[3] Giamaica 5,[3] Haiti 5,[4] Honduras 1,[5] Messico 3 (indirette)[5] e 2 (dirette)[6]
  8. ^ a b (EN) Hurricane Emily - SITREP 5 - Emily's toll in Caribbean emerging, su cdera.org, 19 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
  9. ^ a b c (ES) Descripción general de las características e impacto socioeconómico del huracán “Emily” en la República Mexicana (PDF), su proteccioncivil.gob.mx, luglio 2006, p. 14. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato il 13 ottobre 2020).
  10. ^ a b (EN) Manager's Report Exhibit No. 2800 (PDF), su rma.usda.gov, 5 agosto 2005. URL consultato il 15 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
  11. ^ Grenada 110,4 milioni,[8] Messico 837 milioni,[9] Stati Uniti 4,7 milioni[10]
  12. ^ (EN) Tropical Cyclone Naming History and Retired Names, su noaa.gov. URL consultato il 14 ottobre 2020 (archiviato il 14 ottobre 2020).
  13. ^ (EN) Atlantic hurricane best track (HURDAT version 2) (TXT), su noaa.gov. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  14. ^ Vedi: lista dei nomi ritirati[12] e archivio HURDAT.[13] Nota: il nome Carol è stato poi ritirato, ma in riferimento all'uragano di categoria 3 del 1954.
  15. ^ a b (EN) Hurricane Emily leaves trail of destruction in Grenada, su ifrc.org, 15 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  16. ^ a b c (EN) James L. Franklin e Daniel P. Brown, Tropical Cyclone Report: Hurricane Emily (PDF), su nhc.noaa.gov, National Hurricane Center, 10 marzo 2006, p. 3. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  17. ^ (EN) Michael Bascombe, Hurricane Emily leaves damage, kills one in Grenada, su cdnn.info, 15 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).
  18. ^ (EN) Caribbean Disaster Emergency Response Agency, Hurricane Emily update: One death in Grenada, 200 homes damaged in Carriacou, Jamaica braces, su reliefweb.int, 15 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  19. ^ (ES) Descripción general de las características e impacto socioeconómico del huracán “Emily” en la República Mexicana (PDF), su proteccioncivil.gob.mx, luglio 2006, pp. 32-53. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato il 13 ottobre 2020).
  20. ^ a b (EN) Catastrophe Information - Hurricane Emily (PDF), su guycarp.com, 20 luglio 2005. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato il 17 marzo 2012).
  21. ^ a b (EN) James L. Franklin e Daniel P. Brown, Tropical Cyclone Report: Hurricane Emily (PDF), su nhc.noaa.gov, National Hurricane Center, 10 marzo 2006, pp. 10-11. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  22. ^ (EN) Texas Event Report: Strong Wind, su ncdc.noaa.gov. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2009).
  23. ^ (EN) Texas weathers Emily with little damage, su usatoday.com, 19 luglio 2005. URL consultato il 15 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2011).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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