Università degli Studi di Palermo

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Università degli Studi di Palermo
La sede del rettorato.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàPalermo
Altre sediAgrigento, Caltanissetta, Erice[1][2][3]
Dati generali
Nome latinoPanormitana Studiorum Universitas
SoprannomeUniPa
Fondazione12 gennaio 1806
TipoStatale
ScuoleMedicina e chirurgia; politecnica; scienze di base e applicate; scienze giuridiche ed economico-sociali; scienze umane e del patrimonio culturale
RettoreMassimo Midiri
Studenti40 422 (2019)[4]
AffiliazioniUNIMED
SportCUS Palermo
Mappa di localizzazione
Map
Sito web

L'Università degli Studi di Palermo (abbr. "UniPa") è un'università statale italiana fondata nel 1806. Nacque per volontà del re di Sicilia Ferdinando III di Borbone, il quale ne riconobbe il titolo di università nel 1805[5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo storico ingresso dell'università, sede della facoltà di giurisprudenza in via Maqueda.
Dipartimento di Ingegneria, Edificio 8 presso il campus universitario di Viale delle Scienze.
Edificio 19 del campus universitario in viale delle Scienze.
Facoltà di scienze della formazione.

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

La città di Palermo rimase a lungo priva di un'università, infatti, sebbene nel Trecento l'amministrazione di Palermo avesse richiesto al sovrano Federico III d'Aragona il permesso di creare un'università finalizzata allo studio di diritto e medicina, il re rifiutò[6]. Nel corso del Quattrocento sorsero lo Studio francescano e lo Studio generale, i quali permettevano di conseguire la laurea soltanto in altre università[6].

Nel 1550, i due Studi furono sopraffatti dalla nascita del collegio massimo dei Gesuiti, che rilasciò lauree in filosofia[6] e teologia[7] e conquistò in breve tempo un ruolo egemone nell'istruzione cittadina. Il collegio gesuitico cessò la propria attività nel novembre 1767, con l'espulsione dei gesuiti dai Regni di Napoli e di Sicilia.[8]

Il 5 novembre 1779 sorse a Palermo, negli stessi locali del precedente collegio massimo dei Gesuiti, la Regia accademia degli studi san Ferdinando[9][10], la quale rilasciava lauree unicamente in filosofia e teologia, pur essendo dotata di quattro facoltà (giurisprudenza, teologia, filosofia e medicina)[11] e venti cattedre. Nel 1804, con il ritorno in Sicilia dei gesuiti, l'accademia dovette spostarsi presso l'ex convento dei Teatini in via Maqueda.

Nell'agosto del 1805 Ferdinando III di Borbone decise di riconoscere all'Accademia panormita degli studi il titolo di università, e i corsi cominciarono il 12 gennaio 1806[12]. Il governo borbonico cercò di ampliare l'ateneo istituendo nuove cattedre, ma la scarsità di risorse inizialmente non permise l'impiego di docenti forestieri.

Studente e figlio illustre di questa facoltà fu il palermitano e Beato Giacomo Cusmano, che nel 1851 si iscriveva alla facoltà di medicina nella Regia Università degli Studi di Palermo. L'11 Giugno del 1855 a ventun'anni, con il massimo dei voti conseguiva la laurea in medicina e chirurgia. Divenuto medico il Beato Giacomo fu tutto dedito alla cura dei poveri e degli emarginati, dando vita ad una Congregazione Religiosa "Missionariorum Servorum Pauperum", più comunemente denominata "l'opera del boccone del Povero".

Primi decenni[modifica | modifica wikitesto]

Nel decennio 1826-1835, l'ateneo raggiunse un massimo di 784 iscritti, mentre nel 1859 si superarono per la prima volta i mille iscritti, dei quali solo il 25% proveniva da Palermo, il restante proveniva da fuori i confini della provincia[senza fonte]. Giurisprudenza divenne facoltà autonoma nel 1841[11]. Nel 1848 l'università fu temporaneamente chiusa a causa della rivoluzione siciliana[13], mentre con l'arrivo di Garibaldi, nel 1860, fu soppressa la facoltà di teologia[12] e contemporaneamente venne istituita la scuola per ingegneri ed architetti[14].

Fine Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1876 fu concessa l'iscrizione alle donne anche se nei primi anni costituivano una percentuale bassissima (sedici iscritte) e tutte al corso di ostetricia. La presenza femminile divenne continua solo alla fine del secolo. Il numero di studenti che conseguirono la laurea era esiguo, inferiore ai duecento annui e si mantenne tale sino al 1909[senza fonte]. Di rilievo nazionale a cavallo dei due secoli fu la scuola romanistica[15].

Periodo fascista[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni Trenta del Novecento l'ateneo palermitano, come gli altri atenei italiani, fu 'fascistizzato'. Nello stesso periodo furono istituite nuove facoltà che si affiancarono a quelle storiche di lettere e filosofia, giurisprudenza e medicina, che mantennero il loro ruolo egemone in quanto a numero di iscritti[senza fonte]. Nel 1923, venne istituita la facoltà di ingegneria[senza fonte], mentre nel 1935 venne istituita la laurea di architettura come affiliazione di ingegneria.[16] Nel 1937 venne istituita la facoltà di economia e commercio, nel 1939 come affiliazione di giurisprudenza venne creata la laurea in scienze politiche[senza fonte], nel 1941 venne istituita la facoltà di agraria.[17]

Nel 1936, Emilio Segrè fondò e diresse il laboratorio di fisica sperimentale, cercando di trasformarlo in un moderno centro di ricerca.[18] Un anno dopo, lo stesso Emilio Segrè assieme a Carlo Perrier scoprirono in questo laboratorio il tecnezio, individuandolo in un campione di molibdeno inviato loro da Ernest Lawrence.

Durante la seconda guerra mondiale le iscrizioni aumentarono in maniera esponenziale, soprattutto quelle delle donne con aumenti anche del 60% annui. Al termine della guerra si superarono i 10.000 iscritti, dei quali quasi il 30% erano donne[senza fonte].

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni cinquanta l'aumento degli iscritti divenne costante, diverse facoltà traslocarono dalla sede centrale e il rettorato fu trasferito a palazzo Steri. Il boom di iscrizioni avvenne dopo il 1963. Il numero di iscritti passò infatti da 19 000 unità nel 1965 fino a superare la quota di 30 000 iscritti nel 1969. In questo periodo le nuove facoltà cominciarono ad avere molti iscritti e le facoltà di giurisprudenza e medicina persero il loro ruolo predominante. Per far fronte a questa crescita[19], l'università ampliò le proprie strutture acquistando quaranta ettari della tenuta del parco d'Orléans per costruirvi il nuovo campus universitario[20]. I lavori di costruzione del nuovo campus ebbero inizio negli anni sessanta ed in esso si concentrarono la maggior parte delle facoltà dell'ateneo[19].

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La sede universitaria trapanese dal 1974, prima del consorzio, poi del polo territoriale
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso di un incontro con Gianfranco Pasquino, presso la facoltà di ingegneria dell'università degli studi di Palermo.

Nel 1989 iniziarono all'interno del campus i lavori di costruzione di un complesso poli-didattico da affiancare agli edifici già presenti e da destinare alle facoltà. I lavori furono sospesi nel 1994 e ripresero nel 2003[21]. L'edificio fu inaugurato nel 2005 con una capienza di quattromila persone[19].

Nel 1992 vennero istituite le sedi distaccate dell'università a Caltanissetta[2], Cefalù, Enna, Marsala, e il polo didattico di Trapani, nato nel 1974 come consorzio universitario, con sede nel comune di Erice, nel 2007 divenuto polo territoriale universitario della provincia di Trapani, con sette corsi di laurea[3]. Nel 1994 si aggiunse il polo di Agrigento[1], con le facoltà di giurisprudenza, lettere e architettura.[22]

Oggi l'università di Palermo rappresenta uno degli atenei di riferimento per gli studenti residenti nella provincia di Palermo e nella Sicilia occidentale, nonché tra i più grandi a livello nazionale.

Le indagini sui cosiddetti "concorsi truccati" hanno coinvolto in varie occasioni diversi docenti dell'ateneo[23] [24] [25] [26].

Struttura e sedi[modifica | modifica wikitesto]

Dipartimenti e scuole[modifica | modifica wikitesto]

I corsi di studio dell'università di Palermo sono organizzati dai seguenti dipartimenti[27]:

  • Architettura
  • Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata
  • Culture e Società
  • Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche
  • Fisica e Chimica
  • Giurisprudenza
  • Ingegneria
  • Matematica e Informatica
  • Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza
  • Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali
  • Scienze della Terra e del Mare
  • Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche
  • Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche
  • Scienze Politiche e delle relazioni internazionali
  • Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione
  • Scienze Umanistiche

Dal 31 dicembre 2019 l'unica scuola presente è quella di medicina e chirurgia[28]. Altre scuole, come la Politecnica sono state sciolte in favore dei dipartimenti.

Parco d'Orléans[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parco d'Orléans.

La cittadella universitaria (o campus), il cui perimetro si estende lungo via Ernesto Basile, alla periferia sud della città, all'interno del parco d'Orleans, è attraversata per tutta la sua lunghezza da viale delle Scienze. Al suo interno hanno sede le facoltà di Agraria, architettura, economia, ingegneria, lettere e filosofia e scienze dell'educazione e della formazione. All'interno del campus è presente uno dei dormitori, una mensa, una banca, dei punti ristoro e di servizi, inoltre è presente il reattore nucleare di ricerca AGN-201 Costanza presso il dipartimento di ingegneria[29]. Sono presenti due aree verdi all’interno del campus.[19]

Via Archirafi[modifica | modifica wikitesto]

Collezione storica degli strumenti di fisica in via Archirafi
Facoltà di scienze

Presso il polo di via Archirafi ha sede la Scuola di scienze di base e applicate e i dipartimenti dell'area fisica, geologica, chimica, biologica, matematica-informatica, farmaceutica e naturalistica, nonché le strutture didattiche attivate dai relativi dipartimenti. Lungo la trasversale via Lincoln si accede all'orto botanico. L'intera struttura è composta da un susseguirsi di corpi bassi, uno per ogni dipartimento, dotati di piccole biblioteche ed aule lettura e in una delle traverse della via principale, si trova un laboratorio di informatica.

Via Maqueda[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Teatini.

Le facoltà di giurisprudenza e scienze politiche si trovano nella centrale via Maqueda presso due palazzi storici. In particolare la facoltà di giurisprudenza dispone dell'edificio casa dei Teatini, prima sede dell'università di Palermo.[11]

Collegio san Rocco[modifica | modifica wikitesto]

Il collegio san Rocco è la sede della facoltà di scienze politiche, situato all'interno di uno storico collegio cittadino a poca distanza dalla facoltà di giurisprudenza.[30]

Policlinico universitario[modifica | modifica wikitesto]

Il policlinico universitario "Paolo Giaccone" si trova nelle vicinanze del campus, l'area è adiacente all'ospedale Civico. Vi ha sede la facoltà di medicina e chirurgia, con aule sparse per i dipartimenti e i reparti ospedalieri e un edificio dedicato all'attività didattica denominato "aule nuove".[31]

Rettorato[modifica | modifica wikitesto]

Il rettorato ha sede presso palazzo Chiaramonte-Steri in piazza Marina.[32] Si tratta di un palazzo del XIII secolo restaurato, all'interno dell'edificio è presente un'area congressi. Il rettorato comprende anche alcuni edifici adiacenti quali palazzo Abatelli e le carceri dei Penitenziati (ex carceri dell'Inquisizione).[32]

Alloggi[modifica | modifica wikitesto]

Museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro, Sala degli elefanti

Sono presenti in città i seguenti alloggi, affittati agli studenti[33]:

  • Biscottari, presso la facoltà di giurisprudenza
  • Casa del Goliardo, presso la presidenza
  • Hotel Patria
  • San Saverio
  • Santi Romano, il più grande, si trova all'interno del campus
  • Santissima Annunziata, situata in piazza Casa Professa, nelle vicinanze della facoltà di giurisprudenza
  • Schiavuzzo

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema bibliotecario dell'ateneo è articolato in cinque poli bibliotecari: medicina, scienze di base e applicate, scienze umane, giuridico economico e sociale e politecnico, oltre a quelli delle sedi di Agrigento e Trapani.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Motori automobilistici esposti in una sala del Museo storico dei motori e dei meccanismi.

Il sistema museale dell'Università di Palermo è composto dai seguenti musei:[34]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Strutture sportive del CUS Palermo

In un'area adiacente al campus sono presenti le seguenti infrastrutture sportive del CUS Palermo: un palazzetto dello sport coperto, uno stadio d'atletica con pista da 400 metri, una piscina olimpionica[35][36] semicoperta, campi da tennis, campi da calcio a 5 e una palestra.[37]

Poli didattici[modifica | modifica wikitesto]

  • Polo territoriale universitario di Trapani (Lungomare Dante Alighieri 2 - Casa Santa Erice)
  • Polo territoriale universitario di Agrigento (Via Ugo La Malfa 1)
Orto botanico di Palermo

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

L'ateneo pubblica la rivista Mediterranea – ricerche storiche[38].

Casa editrice[modifica | modifica wikitesto]

A maggio 2017[39], è stata fondata la casa editrice Palermo University Press[40][41].

Rettori[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Rettori dell'Università degli Studi di Palermo.

Dal momento della sua fondazione, avvenuta nel 1806, numerosi rettori si sono succeduti alla guida dell'ateneo. Il primo, quando ancora l'Università non era stata riconosciuta e si chiamava Regia accademia degli studi san Ferdinando, fu Gabriele Castelli. Col periodo del Regno delle Due Sicilie fu Raimondo Palermo il primo docente con incarichi di direzione dell'istituto, poi furono Filippo Casoria e Salvatore Cacopardo a reggere l'Università col nuovo governo del Regno d'Italia. Con Giovanni Baviera si registrò il passaggio alla Repubblica Italiana.

Rettore in carica dal 2021 è Massimo Midiri.[42]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Polo Territoriale Universitario di Agrigento, su unipa.it. URL consultato l'11 febbraio 2019.
    «Via Ugo La Malfa, 1 92100 Agrigento (AG)»
  2. ^ a b Polo Territoriale Universitario di Caltanissetta, su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato l'11 febbraio 2019.
    «Corso Vittorio Emanuele, 92 93100 Caltanissetta (CL)»
  3. ^ a b Polo Territoriale Universitario di Trapani, su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato l'11 febbraio 2019.
    «Lungomare Dante Alighieri, 2 - 4 91016 Erice (TP)»
  4. ^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti
  5. ^ La Storia dell'Università di Palermo, su tutored.me, 19 agosto 2018. URL consultato il 19 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2018).
  6. ^ a b c 12 gennaio 1806, arriva il decreto reale che istituisce l’Università di Palermo. Ecco le tappe della nascita e della storia dell’ateneo, su www1.unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 20 agosto 2018.
  7. ^ Incontro di Giovanni Paolo II con i docenti nell'Università di Palermo, su w2.vatican.va. URL consultato il 19 agosto 2018.
  8. ^ La cacciata dei gesuiti - l'espulsione dai regni di Napoli e di Sicilia nel 1767, su storiofiliaci.it. URL consultato il 20 agosto 2018.
  9. ^ Di Pasquale, Gli studenti, p. 50.
  10. ^ Gabriella Portalone, Recensione a "Gli studenti dell'Università di Palermo dal 1797 al 1949", su isspe.it, Palermo, 2001, p. 92.
  11. ^ a b c Alla scoperta della Facoltà di Giurisprudenza, su younipa.it, 14 maggio 2013. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2018).
  12. ^ a b Storia dell'Ateneo, su unipa.it. URL consultato il 19 gennaio 2016.
  13. ^ John Julius Norwich, Breve storia della Sicilia, Palermo, Sellerio Editore, 2018, p. 417.
  14. ^ 2016: Anniversario della fondazione. Università e Società 210 anni di storia e innovazione, su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  15. ^ Romanisti professori a Palermo, su www1.unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 22 novembre 2016.
  16. ^ Guglielmo Benfratello, La Facoltà di Ingegneria di Palermo (PDF), in Vito Cardone e Francesco Paolo La Mantia (a cura di), La storia dell'ingegneria e degli studi di ingegneria a Palermo e in Italia, Palermo, 27 gennaio 2006, Quaderni della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, n. 1, Fisciano, Cues, 2006, pp. 113-141, ISBN 88-95028-03-1. URL consultato il 4 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2019).
  17. ^ Carmelo Schifani, La Facoltà di agraria di Palermo. Ricordi e riflessioni (PDF) (abstract), in Mediterranea. Ricerche storiche, n. 7, Palermo, agosto 2006, pp. 379-384, ISSN 1824-3010 (WC · ACNP). URL consultato il 3 giugno 2019.
  18. ^ Segre, Emilio, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 21 agosto 2018.
  19. ^ a b c d Campus universitario Parco D'Orléans, su unipa.it. URL consultato il 19 agosto 2018.
  20. ^ Il Palazzo D'Orleans, su dagostino.info. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  21. ^ Complesso didattico, su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 21 agosto 2018.
  22. ^ Il Consorzio-Polo Universitario Agrigento, su attionline.net. URL consultato il 21 agosto 2018.
  23. ^ Concorsi “truccati” all’Università, su livesicilia.it, 25 settembre 2017. URL consultato il 2023-10-5.
  24. ^ La guerra dei docenti per il concorso pilotato. Il professore Parlato sospeso per sei mesi, su palermo.repubblica.it, 13 febbraio 2018. URL consultato il 2023-10-5.
  25. ^ Università, docente denuncia bandi su misura e restituisce l'abilitazione: «Non ci sono le condizioni per fare ricerca», su lespresso.it, 19 luglio 2022. URL consultato il 2023-10-5.
  26. ^ "Concorsi truccati all'università di Milano", professoressa palermitana patteggia la pena, su palermotoday.it, 4 ottobre 2023. URL consultato il 2023-10-5.
  27. ^ Siti dei dipartimenti dell'Università degli Studi di Palermo, su unipa.it. URL consultato il 29 gennaio 2021.
  28. ^ Scuole, su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 15 agosto 2018.
  29. ^ Laboratori, su www.unipa.it. URL consultato il 7 febbraio 2024.
  30. ^ Riapre l’ex Collegio San Rocco: restituito alla Comunità accademica lo storico edificio di Via Maqueda, su viverescienzepolitiche.it. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  31. ^ Storia del Policlinico, su policlinico.pa.it. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  32. ^ a b Complesso monumentale dello Steri: Palazzo Chiaramonte, su musei.unipa.it. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  33. ^ Servizio abitativo Unipa, su ersupalermo.it, Università di Palermo. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  34. ^ Musei tematici, su musei.unipa.it, Università di Palermo. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  35. ^ piscina, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 ottobre 2019.
    «p. olimpionica»
  36. ^ piscina, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 ottobre 2019.
    «p. olimpioniche»
  37. ^ Impianti CUS Palermo, su cuspalermo.weebly.com. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  38. ^ Redazione, su mediterranearicerchestoriche.it. URL consultato l'11 febbraio 2019.
  39. ^ Debutta la casa editrice dell'ateneo, su Italpress, 12 maggio 2017. URL consultato il 10 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2017).
  40. ^ Progetto, su unipapress.it. URL consultato l'11 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2018).
  41. ^ UniPapress entra a far parte del Coordinamento “University Press Italiane” (UPI), su unipa.it, Università di Palermo. URL consultato l'11 febbraio 2019.
  42. ^ Rettori, su unipa.it. URL consultato il 17 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe La Grutta, Profilo storico dell'Ateneo di Palermo nel quadro delle istituzioni di insegnamento superiore e della legislazione universitaria nazionale. Nota di presentazione del Rettore dell'Università di Palermo alla Guida dello studente dell'anno accademico 1980-81, Palermo, Università degli Studi di Palermo, 1980.
  • Armando Di Pasquale, Gli studenti dell'Università di Palermo dal 1797 al 1949, Palermo, 2001.
  • Leonello Paoloni, Storia politica dell'Università di Palermo dal 1860 al 1943, Palermo, Sellerio, 2005.
  • Orazio Cancila, Storia dell'Università di Palermo dalle origini al 1860, Roma-Bari, Laterza, 2006.
  • Paolo Viola, Oligarchie. Una storia orale dell'Università di Palermo, Roma, Donzelli, 2006.
  • Francesco Paolo La Mantia (a cura di), Contributi per una storia della Facoltà di Ingegneria di Palermo, vol. 1, Palermo, Edizioni Fotograf, 2006.
  • Francesco Paolo La Mantia (a cura di), Contributi per una storia della Facoltà di Ingegneria di Palermo, vol. 2, Palermo, Edizioni Fotograf, 2008.
  • Giovanni Cardamone, La Scuola di Architettura di Palermo nella Casa Martorana, presentazione di Marcella Aprile, prefazione di Mario Giorgianni, Palermo, Sellerio, 2012, ISBN 978-88-389-2654-9.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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