Una stagione all'inferno

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Una stagione all'inferno
Titolo originaleUne saison en enfer
Copertina della prima edizione pubblicata nell'ottobre del 1873
AutoreArthur Rimbaud
1ª ed. originale1873
GenerePoema
Lingua originalefrancese

Una stagione all'inferno (Une saison en enfer) è un poema in prosa di Arthur Rimbaud pubblicato nel 1873 in lingua francese. L'opera ha avuto una notevole influenza sui poeti delle successive generazioni ed è quella che ha maggiormente contribuito a creare il mito di Rimbaud.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 1873, all'età di 19 anni, di ritorno dall'Inghilterra, dopo i dissapori avuti con Verlaine, si ferma a Roche, nella fattoria di sua madre, dove inizia a scrivere Une Saison en Enfer che terminerà nell'agosto dello stesso anno.

Proprio nel maggio di questo anno Rimbaud scrive a Ernest Delahaye dicendo di fare «delle piccole storie in prosa, titolo generale; Libro pagano, o libro negro».[1] E poi aggiunge:

(FR)

«Je suis abominablement gêné. Pas un livre, pas un cabaret à portée de moi, pas un incident dans la rue. Quelle horreur que cette campagne française. Mon sort dépend de ce livre, pour lequel un demi-douzaine d'histoires atroces sont encore à inventer. Comment inventer des atrocités ici ! Je ne t'envoie pas d'histoires, quoique j'en ai déjà trois, ça coûte tant ! Enfin, voilà !»

(IT)

«Sono abominevolmente impacciato. Neanche un libro, né un cabaret a portata di mano, né un incidente per la strada. Che orrore questa campagna francese! La mia sorte dipende da questo libro, per il quale una dozzina di storie atroci mi toccherà ancora da inventare. Ma come inventare delle atrocità qui! Non ti invio storie, sebbene ne abbia già tre, costa troppo! Ecco tutto!»

A fine maggio Rimbaud riparte con Verlaine per il Belgio e poi per l'Inghilterra ove restano fino a luglio. Qui scoppia una violenta lite fra i due poeti e il 3 luglio Verlaine abbandona Rimbaud e riparte per Bruxelles, con la speranza di riconciliarsi con sua moglie, Mathilde. Arriva anche Rimbaud l'8 dello stesso mese, ma due giorni dopo quest'ultimo manifesta la sua decisione irrevocabile di voler ripartire per Parigi. Verlaine fuori di sé, o forse senza nemmeno rendersi conto di quello che stava per fare, spara due colpi di pistola in direzione del suo amico ferendolo leggermente al polso. Questa bravata gli costerà due anni di carcere. Il 20 dello stesso mese Rimbaud torna a Roche, dove termina la stesura di Une Saison en Enfer, ottenendo da sua madre un acconto per la pubblicazione. L'opera fu stampata a Bruxelles nell'ottobre del 1873.

Si pensò per diverso tempo che Rimbaud ne avesse bruciato tutte le copie a Roche, nella fattoria di sua madre, proprio dove fu composta, complice la famiglia stessa del poeta e Paterne Berrichon, che sembra propagandarono ad arte questa falsa voce. Nel 1901 Léon Losseau, uno studioso belga, scoprì gli esemplari di Une Saison en Enfer nella tipografia Poot et Cie, la stessa che aveva pubblicato il libro, il cui titolare si era trattenute quasi tutte le copie, tranne quelle che Rimbaud aveva donato a Verlaine e ad alcuni suoi amici. E forse qualcuna di queste poteva aver bruciato e nulla più.

Il 10 novembre del 1891 Rimbaud muore all'età di 37 anni. L'anno seguente verrà ristampata Une Saison en Enfer. Come matrice sarà usata la copia che il poeta aveva dato al suo amante Verlaine.

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Con questo viaggio all'Inferno, «proprio quello di cui il Figlio dell'Uomo aprì le porte»,[2] Rimbaud sembra esaurire in sé tutta la volontà di poesia; Ivos Margoni lo definisce un cantore dalla gola secca.[3] Leggere Rimbaud dà la scossa, proprio per il fatto che lui viene a trovarsi a delineare un qualcosa di inafferrabile ed atroce, una crisi, alimentata certamente dalla società del suo tempo, dal suo trascorso familiare, ... . Si è tanto discusso sulla natura di questa rivolta: innata, di natura sociale, familiare...
Nelle lettere del Veggente Rimbaud traccia una direzione da seguire, o meglio subisce un tracciato... «se l'ottone si desta tromba, non è certo per colpa sua».[4] C'è sempre questo scacco all'Io. L'Io resta smarrito, « l'Io è un altro » dirà.[5]

(FR)

«Car JE est un autre. Si le cuivre s'éveille clairon, il n'y a rien de sa faute.[6]»

(IT)

«Io è un altro. Se l'ottone si desta tromba, non è certo per colpa sua.[4]»

Rimbaud è un invasato, si lascia possedere dal linguaggio, ed è così che diventa uno « scopritore ben più meritevole »[7] di quelli che l'hanno preceduto, non avendo più ormai sovrastrutture che lo separano dall'ignoto (Inconnu). Trasporre nel magico il suo dissenso è l'unico modo che può consentirgli di produrre e rigenerarsi.
Les Illuminations poi proseguiranno questo modo portandolo ad oltranza, distruggendo i nessi logici e sintattici, a scardinando le ovvietà dell'ordinario senza concedersi un attimo di sosta.
Come predetto nella lettera del 15 maggio del 1871 indirizzata a Paul Demeny, Une Saisone en Enfer mantiene la promessa o la scommessa, se vogliamo, superando le aspettative.

(FR)

«Le Poète se fait voyant par un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens. Toutes les formes d'amour, de souffrance, de folie ; il cherche lui-même, il épuise en lui tous les poisons, pour n'en garder que les quintessences. Ineffable torture où il a besoin de toute la foi, de toute la force surhumaine, où il devient entre tous le grand malade, le grand criminel, le grand maudit, - et le suprême Savant ! - Car il arrive à l'inconnu ! Puisqu'il a cultivé son âme, déjà riche, plus qu'aucun ! Il arrive à l'inconnu, et quand, affolé, il finirait par perdre l'intelligence de ses visions, il les a vues ! Qu'il crève dans son bondissement par les choses inouïes et innombrables : viendront d'autres horribles travailleurs ; ils commenceront par les horizons où l'autre s'est affaissé !»

(IT)

«Il poeta si fa veggente mediante una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; egli cerca se stesso, egli esaurisce in lui tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura dove egli ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovraumana, dove egli diventa fra tutti il grande malato, il grande criminale, il grande maledetto, - e il supremo Sapiente! - Poiché egli arriva all'ignoto! dopo che ha coltivato la sua anima, già ricca, più di chiunque altro! Arriva all'ignoto, e seppure, impazzito, finirà per perdere l'intelligenza delle sue visioni, egli le ha viste! Che crepi nel suo salto verso le cose inaudite e innumerabili: verranno altri orribili lavoratori; cominceranno dagli orizzonti dove l'altro s'è accasciato!»

Une Saison en Enfer rappresenta anche emblematicamente l'addio, non proprio formale, ma definitivo alla poesia.

«Addio

L’autunno di già! ... ma perché rimpiangere un eterno sole, se siamo impegnati nella scoperta della chiarezza divina, - lontano da chi muore sulle stagioni.
L’autunno. La nostra barca alta nelle brume immobili volge verso il porto della miseria, la città enorme dal cielo chiazzato di fuoco e di fango. Ah! gli stracci putridi, il pane intriso di pioggia, l’ubriachezza, i mille amori che mi hanno crocifisso! Non la smetterà dunque mai questa lamia, regina di milioni di anime e di corpi morti che saranno giudicati! Mi rivedo con la pelle corrosa dal fango dalla peste, pieno di vermi i capelli e le ascelle e vermi ancor più grossi nel cuore, disteso tra sconosciuti senza età, senza sentimento... Avrei potuto morirci... Orrenda evocazione!
Esecro la miseria. E temo l’inverno perché è la stagione delle comodità! - Talvolta in cielo vedo plaghe sterminate coperte di bianche nazioni in gioia. Un grande vascello d’oro, sopra di me, sventola le sue bandiere variopinte alla brezza del mattino. Ho creato tutte le feste, tutti i trionfi, tutti i drammi. Ho cercato di inventare nuovi fiori, nuovi astri, nuove carni, nuove lingue. Ho creduto di acquisire poteri sovrannaturali. Ebbene! devo seppellire la mia immaginazione e i miei ricordi! Bella gloria di artista e di narratore andata in malora!
Io! io che mi sono detto mago o angelo, dispensato da ogni morale, eccomi qui, steso al suolo, con un dovere da cercare, e la rugosa realtà da stringere! Bifolco!
Sono stato ingannato? La carità sarebbe sorella della morte, per me?
Insomma, chiederò perdono per essermi nutrito di menzogna. E andiamo. Ma non una mano amica! e dove cercare soccorso?...
[...] .... Ma che: parlavo di mano amica! Gran privilegio, ch'io posso ridere di vecchi amori menzogneri e colpire di vergogna queste coppie bugiarde, - ho visto l'inferno delle donne laggiù; - e mi sarà concesso di possedere la verità in un'anima e in un corpo.»

Esegesi critica[modifica | modifica wikitesto]

Ivos Margoni. - È difficile parlare con calma di Une Saison en Enfer, probabilmente il poema romantico dei nervi e dell'anima più caotico e perfetto. Analizzarlo esige lo sforzo penoso di chi tenti di fissare lo sguardo da vicino e già avvolto dalla vampa, dentro una fornace d'improvviso spalancata. Scritto rapidamente (in cinque mesi, con la tragica interruzione di Londra e Bruxelles), siamo obbligati per virtù di stile a leggerlo col fiato mozzo [...] Il solo carattere evidente e stabile della Saison è infatti quello di documentare una crisi senza risolverla; meglio: la soluzione è fuori campo e non ha voce: è il Rimbaud africano [...]

Testimonianze[modifica | modifica wikitesto]

  • [...] Verlaine, nelle sue Confessions, dice che Une Saison en Enfer è " ...una specie di prodigiosa autobiografia psicologica, scritta in quella prosa di diamante che è una sua esclusiva caratteristica."[8] Mentre in Les Poètes Maudits accenna al disinteresse di Rimbaud per l'opera già stampata che non si preoccupò minimamente di lanciarla, poiché aveva altre cose a cui pensare.[9]

Une Saison en Enfer[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Je fais de petites histoires en prose, titre général ; Livre païen, ou livre nègre.
  2. ^
    (FR)

    «Pourtant, aujourd'hui, je crois avoir fini la relation de mon enfer. C'était bien l'enfer ; l'ancien, celui dont le fils de l'homme ouvrit les portes.»

    (IT)

    «Eppure, oggi, credo di aver finito la mia relazione del mio inferno. Era proprio l'inferno; l'antico, quello di cui il figlio dell'uomo aprì le porte.»

  3. ^ A. Rimbaud, Opere. Testo originale a fronte, a cura e traduzione di Ivos Margoni, Milano, Feltrinelli, 1ª ed.: 1964; 5ª ed.: 2006. ISBN 88-078-2058-7; ISBN 978-88-078-2058-8.
  4. ^ a b A. Rimbaud, op. cit., p. 141. Anteprima disponibile su books.google.it.
  5. ^ Lettera a Georges Izambard; Charleville, 13 maggio 1871; due giorni dopo: Lettera a Paul Demeny, 15 maggio 1871. Si veda la doppia occasione su books.google.it.
  6. ^ A. Rimbaud, op. cit., p. 140. Anteprima disponibile su books.google.it.
  7. ^
    (FR)

    «Je suis un inventeur bien autrement méritant que tous ceux qui m'ont précédé ; un musicien même, qui ai trouvé quelque chose comme la clef de l'amour.»

    (IT)

    «Sono un inventore ben più meritevole di tutti gli altri che m'hanno preceduto; un musicista, che ha trovato qualcosa come la chiave dell'amore.»

  8. ^ Une Saison en Enfer, espèce de prodigieuse autobiographie psycologique, écrite dans cette prose de diamant qui est sa propriété exclusive. (Paul Verlaine, Oeuvres Complètes, Confessions, Léon Vanier ed., Paris, 1904, pag. 365)
  9. ^ ... l'auteur ne l'ayant pas « lancée » du tout. II avait bien autre chose â faire. (Paul Verlaine, Les Poètes Maudits)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arthur Rimbaud, Oeuvrs/Opere, a cura di Ivos Margoni, Universale Economica Feltrinelli, Milano, quinta ed. 1978 (prima ed. dicembre 1964)
  • Arthur Rimbaud, Poemi in Prosa, a cura di Cesare Vivaldi, prefazione di R. Gilbert-Lecomte, Guanda, Milano, 1978.
Testi in francesce
  • (FR) A. Rimbaud, Une Saison en Enfer, Bruxelles, Alliance typographique, 1873 (edizione originale)
  • (FR) Oeuvres de J.-A. Rimbaud, Poésies, Illuminations, Autre Illuminations, Une Saison en Enfer, Prefazione di P. Berrichon et E. Delahaye, Mercure de France, 1898
  • (FR) Oeuvres de J.-A. Rimbaud, Vers et prose, a cura di P. Berrichon, Mercure de France, 1912
  • (FR) Oeuvres de J.-A. Rimbaud, Vers et prose, a cura di P. Berrichon, prefazione di Paul Claudel, Mercure de France, 1916
  • (FR) Une Saison en Enfer, introduzione di H. de Bouillane de Lacoste, Mercure de France, 1941
  • (FR) Oeuvres complètes, testo stabilito e annotato da Rolland de Réneville et J. Mouquet, Bibliotèque de la Pléiade, 1946
  • (FR) Une Saison en Enfer, Édition critique, introduction et notes, a cura di H. de Bouillane de Lacoste, Mercure de France, 1949
  • (FR) Oeuvres, testo rivisto da Paul Hartmann, Club du meilleur livre, 1957
  • (FR) Oeuvres, introduzione, varianti e note a cura di Suzanne Bernard, Classique Garnier, 1961
Traduzioni italiane
  • Poemi in prosa, trad. di Oreste Ferrari, Sonzogno, Milano, 1919
  • Una Stagione all'Inferno, a cura di Alessandro Parronchi, Fussi, Firenze, 1949
  • Una Stagione all'Inferno, trad. di M. Matucci, Sansoni, Firenze, 1955
  • Alchimie du Verbe, trad. di Mario Luzi, in L'idea simbolista, Garzanti, Milano, 1959
  • Poesie, Illuminazioni, Una Stagione all'Inferno, a cura di Cesare Vivaldi, Guanda, Parma, 1969
  • Oeuvres, a cura di Ivos Margoni, Feltrinelli, Milano, 1971
  • Poesie, Ultimi Versi, Una Stagione all'Inferno, Illuminazioni, Gli Stupri, trad. di L. Mazza, introduzione di G. Nicoletti, Newton Compton Italiana, Roma, 1972
  • Opere, a cura di Diana Grange Fiori, introduzione di Yves Bonnefoy, Mondadori, Milano, 1975
  • Opere in versi e in prosa, trad. di Dario Bellezza, Garzanti, Milano, Garzanti, 1989
  • Una stagione all'inferno, trad. di Gabriel-Aldo Bertozzi, Newton Compton, Roma, 1995
  • Opere, a cura di Olivier Bivort, trad. di Ornella Tajani, Marsilio, Venezia, 2019
  • Una Stagione all'Inferno, trad. e postfazione di Edgardo Franzosini, introduzione di Patti Smith, Il Saggiatore, Milano, 2021

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