Un certo Harry Brent

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Un certo Harry Brent
PaeseItalia
Anno1970
Formatominiserie TV
Generepoliziesco, drammatico
Puntate6
Durata55 min. cad.
Lingua originaleitaliano
Dati tecniciB/N
4:3
Crediti
RegiaLeonardo Cortese
SoggettoFrancis Durbridge
SceneggiaturaBiagio Proietti, Franca Cancogni
Interpreti e personaggi
FotografiaUgo Picone
MontaggioFranco Radicchi
MusicheAlfredo Quaranta
ScenografiaNicola Rubertelli
CostumiGuido Cozzolino
Produttore esecutivoBruno Gambarotta
Casa di produzioneRai - Radiotelevisione Italiana
Prima visione
Dal1º novembre 1970
Al17 novembre 1970
Rete televisivaProgramma Nazionale

Un certo Harry Brent è una miniserie televisiva italiana del 1970, diretto da Leonardo Cortese tratto da un romanzo di Francis Durbridge; lo sceneggiato riscosse un grande successo con circa 19 milioni di telespettatori.[1][2][3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Harry Brent, mentre si trova dalla fidanzata Susan per il fine settimana, assiste casualmente all'omicidio di Fielding, datore di lavoro di Susan. La ragazza si era appena dimessa, quindi Fielding stava valutando alcune candidature per sostituirla. La signorina Smith, dopo essersi fatta annunciare come interessata all'impiego, entra nell'ufficio di Fielding, estrae una pistola e lo uccide. Harry Brent riconosce la signorina Smith quale sua compagna di scompartimento. Mentre Susan chiama la polizia, Harry Brent cerca di fermarla senza riuscirci. In seguito la polizia riesce a arrestare la signorina Smith, salvandole la vita. Condotta in carcere, la ragazza non collabora e tace ostinatamente. Dopo varie indagini si scopre che la ragazza, prima di andare da Fielding, era stata al cimitero locale per deporre un mazzo di fiori sulla tomba dei genitori di Harry Brent. Nella sua borsetta viene inoltre rinvenuto un biglietto per un imminente spettacolo teatrale. In carcere la signorina Smith muore avvelenata, subito dopo aver consumato un pasto cucinato da Gladys, proprietaria della "Locanda dell'orso", che nel prepararlo viene distratta da un giovanotto di bella presenza appena entrato, Bryan Finley.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La trama è tratta da un romanzo omonimo di Francis Durbridge e la trasposizione venne curata da Biagio Proietti.[3]

Gli interpreti principali della fiction furono Alberto Lupo, Carlo Hintermann, Roberto Herlitzka, Claudia Giannotti, Ferruccio De Ceresa, Valeria Fabrizi, Walter Maestosi.[1][2]

Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]

La trama è ambientata nella cittadina inglese di Sevenoaks,[2] nella quale sono stati anche filmati alcuni esterni (fra cui le immagini della sigla iniziale). Nelle sequenze della sigla iniziale si vedono il War Memorial e quindi un lungo tratto di London street, della quale sono riconoscibili diversi edifici, fra i quali il cinema Odeon, poi divenuto il teatro Sevenoaks Playhouse. Gli interni furono girati negli Studi di Napoli[4].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il formato originario è quello della miniserie televisiva composta da sei puntate, che vennero trasmesse in prima visione nel novembre del 1970.[1][2][3]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Lo sceneggiato ebbe grande successo all'epoca.[5], con quasi 19 milioni di telespettatori.[1][2]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Come sigla di apertura delle puntate fu utilizzata la canzone Roots of Oak del cantautore scozzese Donovan, mentre la sigla di chiusura era la canzone Un amico (di Reid-Cortese-Giacobetti), interpretata da Valeria Fabrizi, una delle interpreti dello sceneggiato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Un certo Harry Brent, su RaiPlay. URL consultato il 23 maggio 2023.
  2. ^ a b c d e Un certo Harry Brent -, su Rai Teche, 18 marzo 2022. URL consultato il 23 maggio 2023.
  3. ^ a b c Massimo Carloni, Dalle parole allo schermo: La fiction d'indagine in Italia, Oltre edizioni, 20 marzo 2023, ISBN 979-12-80649-37-9. URL consultato il 23 maggio 2023.
  4. ^ Ernesto Baldo, L'errore di successo, Radiocorriere TV, 1970, n. 32, pp. 28-30
  5. ^ Aldo Grasso - "Storia della televisione italiana" - Garzanti, Milano, 2004

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]