Ula Tirso

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Ula Tirso
comune
Ula Tirso – Stemma
Ula Tirso – Bandiera
Ula Tirso – Veduta
Ula Tirso – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Oristano
Amministrazione
SindacoDanilo Cossu (lista civica) dal 26-10-2020
Territorio
Coordinate40°02′42.81″N 8°54′12.97″E / 40.045226°N 8.903604°E40.045226; 8.903604 (Ula Tirso)
Altitudine348 m s.l.m.
Superficie18,85 km²
Abitanti449[1] (30-11-2023)
Densità23,82 ab./km²
Comuni confinantiArdauli, Busachi, Ghilarza, Neoneli, Ortueri (NU)
Altre informazioni
Cod. postale09080
Prefisso0783
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT095068
Cod. catastaleL488
TargaOR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) ulesi
(SC) ulesos
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ula Tirso
Ula Tirso
Ula Tirso – Mappa
Ula Tirso – Mappa
Posizione del comune di Ula Tirso all'interno della provincia di Oristano
Sito istituzionale
La grande diga di Santa Chiara, ormai dismessa

Ula Tirso[3] (Ula è l'antico toponimo in sardo,[4] successivamente è stato aggiunto Tirso per via del vicino fiume con questo nome; erroneamente noto anche come Ulà Tirso[5][6]) è un comune italiano di 449 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione storica del Barigadu.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Ula Tirso confina con i seguenti comuni: a sud Busachi, il paese più vicino a Ula, situato a soli 2,7 km a nord-est Neoneli, a est Ortueri, a nord Ardauli e a nord-ovest Ghilarza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Area abitata fin dall'epoca nuragica per la presenza nel territorio di alcuni nuraghi, nel medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Parte Barigadu. Alla caduta del giudicato (1420) entrò a far parte del Marchesato di Oristano, e alla definitiva sconfitta degli arborensi (1478) passò sotto il dominio aragonese. Formò un feudo che passò sotto la signoria di diversi signori. Nel 1774, in epoca sabauda, entrò a far parte del marchesato di Neoneli, concesso in feudo a Pietro Ripoll Manca. Il feudo rimase ai Ripoll fino al 1837, quando passò ai Sanjust, per il matrimonio di Maria Angela Ripoll e Carlo Enrico Sanjust, barone di Teulada al quale fu riscattato agli nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per diventare un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Ula Tirso è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 3 luglio 1962[7] e raffigura, su sfondo azzurro, una diga sul fiume Tirso, al naturale, vista in prospettiva dal lato sud-ovest.

Il gonfalone, concesso con decreto del presidente della Repubblica del 19 settembre 2012, è costituito da un drappo di bianco.[8]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Ula Tirso è riconducibile alla Limba de mesania.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La festa principale è La Maddalena che si festeggia il 22 luglio, ma si festeggia anche il patrono sant'Andrea il 30 novembre, giorno in cui si usa anche gustare il vino novello, il 13 dicembre è invece festeggiata santa Lucia con balli e dolci e a gennaio, come negli altri paesi del circondario e della zona nord-est della provincia di Oristano, si festeggia sant'Antonio Abate con la tradizionale tuva (falò) e balli accompagnati dal pane cun gherdas, un tipico pane sardo fatto con il lardo o con lo strutto di maiale. e vino a volontà; a febbraio c'è il carnevale con le tradizionali sfilate rigorosamente accompagnate dalla maschera ulese s'urtzu e sos bardianos. Per Pasqua sono invece da non perdere i riti antichissimi della settimana santa, il più toccante dei quali è s'iscravamentu, il rito della rimozione di Cristo dalla croce, il venerdì con la processione notturna. Questo rito è diffuso in tutta la Sardegna dal medioevo con l'arrivo dei catalani prese il nome di desclavament, letteralmente "schiodamento".

Un altro santo che si festeggia è sant'Isidoro, l'ultimo sabato di maggio, in località Besela dove, grazie alla donazione di un terreno da parte di un generosissimo ulese emigrato in provincia di Verona, nel 1996 la popolazione ha costruito una chiesetta campestre dedicandola al Santo agricoltore; la festa è l'occasione per gustare la tipica pecora bollita accompagnata da gustosi formaggi locali e vino sino a tarda sera.

Nel mese di agosto è la volta della sagra dedicata alla tipica pasta ulese: sos cannisones, ma non mancano le svariate e gustose qualità di dolci tipici, il pane, i formaggi, il bollito di pecora, i vini, i liquori del posto e il miele. Sempre nel mese di agosto si festeggia l'emigrato: grazie alla collaborazione e partecipazione di tutto il paese ogni anno si organizza una cena all'aperto accompagnata da musica e balli tradizionali dove la maggior parte degli emigrati si danno appuntamento per trascorrere una serata di allegria con tutta la popolazione.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Raffaele Melette liste civiche di centrosinistra sindaco [10]
16 aprile 2000 9 maggio 2005 Mario Pinna lista civica sindaco [11]
9 maggio 2005 31 maggio 2010 Antonio Francesco Piras lista civica sindaco [12]
31 maggio 2010 31 maggio 2015 Antonio Francesco Piras lista civica "Ula Tirso solidale" sindaco [13]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Ovidio Loi lista civica "Novas Pro Ula" sindaco [14]
26 ottobre 2020 in carica Danilo Cossu lista civica "X Ula di +" sindaco [15]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Comune di Ula Tirso, su comune.ulatirso.or.it. URL consultato il 3 maggio 2016.
  4. ^ Consiglio della Provincia di Oristano, Comune delimitato di lingua sarda ai sensi dell'art.3 della Legge 482/1999 con Delibera di Consiglio n. 25 del 2004 della Provincia di Oristano., in Delibera n.25.
  5. ^ 14º Censimento della Popolazione e delle Abitazioni, su Istat.it. URL consultato il 3 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2019).
  6. ^ 12º censimento generale della popolazione, Istat, 1985, p. 39. URL consultato il 12 gennaio 2017.
  7. ^ Ula Tirso, decreto 1962-07-03 DPR, concessione di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 luglio 2022.
  8. ^ Ula Tirso (Oristano) D.P.R. 19.09.2012 concessione di gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 23 luglio 2022.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  11. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  12. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  13. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  14. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  15. ^ Comunali 26/10/2020, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 dicembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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