Tusker

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Tusker
videogioco
Schermata della versione C64
PiattaformaAmiga, Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, ZX Spectrum
Data di pubblicazione
GenereAvventura dinamica
OrigineRegno Unito
SviluppoSystem 3, Consult Software (CPC)
PubblicazioneSystem 3
DesignMark Cale, Tim Best
ProgrammazioneDuncan Meech (C64), Alaric Binnie (Amiga, ST), Robert Pape (ZX)
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputJoystick, tastiera (necessaria)
SupportoCassetta, dischetto
Requisiti di sistema
  • Spectrum: 48k (128k per audio extra[1])
  • Amiga: 512k

Tusker è un videogioco di avventura dinamica della System 3 pubblicato nel 1989-1990 per gli home computer Commodore 64, Amiga, Atari ST, ZX Spectrum e Amstrad CPC. È ambientato nell'Africa selvaggia e si controlla un esploratore nello stile di Indiana Jones.

Le valutazioni della critica furono di solito buone nelle versioni Commodore 64 e ZX Spectrum. La rivista Zzap! ad esempio premiò entrambe con una valutazione di 90%[2]. Nelle altre versioni le valutazioni furono più variabili e a volte decisamente negative.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore impersona un esploratore inglese alla sua prima avventura. La premessa viene descritta nel manuale: il corpo martoriato di suo padre, grande esploratore, è stato rinvenuto su di una zattera lungo il fiume Turkwel, dopo che si era recato alla ricerca di uno degli ultimi tesori dell'Africa, il cimitero degli elefanti (in inglese tusker significa "animale zannuto"). In seguito il protagonista, scrittore e biografo di suo padre, ne ritrova il diario, che stranamente non aveva portato con sé, a parte alcune pagine strappate. Ne ricava il nome della località africana di Nyahururu e decide, male equipaggiato e impreparato, di seguire le piste del padre.

Il gioco ha inizio nel deserto e poi si svolge anche in caverne con un lago sotterraneo, in un villaggio nella giungla e infine in un tempio perduto (non presente nelle versioni Amiga e ST). L'esploratore deve lottare contro arabi, indigeni e pericoli naturali, e si incontreranno anche diverse creature mostruose.

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

L'esploratore si sposta attraverso schermate fisse con visuale laterale 2,5D, collegate perlopiù in orizzontale o a volte tramite altri passaggi. Si devono risolvere enigmi tramite l'uso di oggetti nel punto giusto e sono frequenti i combattimenti.

Si hanno due inventari separati per le armi e per gli altri oggetti raccolti; l'arma e l'oggetto attualmente in uso sono mostrati come icone sopra la visuale e si cambiano tramite tasti. Può essere necessario combinare un'arma e un oggetto per ottenere un risultato, ad esempio la pistola funziona con l'oggetto munizioni. Inizialmente il personaggio è a mani nude e può combattere con calci e due tipi di pugni, poi potrà trovare coltello, machete (entrambi con più tipi di colpi), pistola e fionda, ma può comunque servirsi dei calci anche se ha un'arma selezionata.

Il personaggio ha a disposizione più vite e ne perde una in caso di esaurimento dell'energia, che cala quando si subiscono attacchi e non è ricaricabile, oppure esaurimento dell'acqua, che si consuma col tempo (con tassi diversi a seconda dell'ambiente e della fatica) e si può ricaricare dai cactus con l'uso combinato di coltello e borraccia.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

L'idea del gioco venne da Mark Cale, capo della System 3, che si ispirò al film I predatori dell'arca perduta. Lo sviluppo avvenne inizialmente per Commodore 64 e fu assegnato a Duncan Meech, che aveva lasciato la Palace Software ed era stato assunto alla System 3 nel 1987. Fu il suo primo e unico incarico come programmatore capo alla System 3. Un gruppo misto di interni ed esterni si occupò della grafica. Secondo diverse persone che lavoravano alla System 3, è probabile che il game design di dettaglio sia dovuto principalmente al defunto Tim Best (non accreditato in nessuna versione).[3]

Le conversioni per gli altri sistemi si devono a sviluppatori differenti. Quella per ZX Spectrum fu programmata da Robert Pape, autore della notevole versione Spectrum di R-Type[4]. La versione Amstrad CPC, una sbrigativa conversione da quella ZX Spectrum[5], fu realizzata da un'azienda esterna, la Consult Software Ltd., ed è l'unica con grafica monocromatica, nonostante quella per il meno potente Spectrum avesse grafica relativamente colorata[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Riviste
  • Tusker (JPG) (C64), in Zzap!, anno 4, n. 38, Milano, Edizioni Hobby, ottobre 1989, pp. 16-17, OCLC 955306919.
  • Tusker (JPG) (Spectrum), in Zzap!, anno 5, n. 44, Milano, Edizioni Hobby, aprile 1990, p. 39, OCLC 955306919.
  • Tusker (JPG), in The Games Machine, n. 24, Milano, Edizioni Hobby, ottobre 1990, pp. 32-33, OCLC 955708482.
  • Tusker (JPG), in Commodore Computer Club, n. 80, Opera (MI), Systems Editoriale, dicembre 1990, p. 49, OCLC 955780203.
  • Tusker (JPG), in Hit Parade, n. 42, Milano, SIPE s.r.l., febbraio 1990, pp. 10-13.
  • Tusker (JPG), in Super Commodore 64/128, anno 7, n. 32, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, 1990, pp. 32, 37, OCLC 955393932.
  • Tusker, in Amstrad Junior, n. 2, JCE, aprile/maggio 1990, p. 21.
  • Tusker (JPG), in Commodore Gazette, anno 5, n. 1, Milano, IHT, gennaio 1990, pp. 12-13, OCLC 955306596.
  • (EN) The making of: Tusker, in Retro Gamer, n. 166, Bournemouth, Imagine Publishing, marzo 2017, pp. 38-41, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).
Manuali
  • (ENIT) Tusker (manuale multipiattaforma), System 3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Tusker (versione C64, sito del produttore), su system3.com.
  • (EN) Tusker, su MobyGames, Blue Flame Labs.
  • (EN) Kim Lemon, Tusker, su Lemon64.com.
  • Roberto Nicoletti, Tusker, su Ready64.org.
  • (EN) Tusker, su SpectrumComputing.co.uk.
  • (FR) Tusker, su CPC-power.com.
  • (EN) Tusker, su Hall of Light - The database of Amiga games - abime.net.
  • (EN) Tusker, su Atarimania.com - ST TT Falcon.
Controllo di autoritàBNF (FRcb17743197c (data)
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