Tropaeolum majus

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Nasturzio
Tropaeolum majus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi II
Ordine Brassicales
Famiglia Tropaeolaceae
Genere Tropaeolum
Specie T. majus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Superclasse Rosidae
Classe Magnoliopsida
Ordine Geraniales
Famiglia Tropaeolaceae
Genere Tropaeolum
Specie T. majus
Nomenclatura binomiale
Tropaeolum majus
L., 1753

Il nasturzio (Tropaeolum majus L., 1753) è una pianta della famiglia Tropaeolaceae, originaria del Perù.[1]

Nel Seicento, la pianta fu importata dagli europei ed anche utilizzata contro la carenza di vitamina C (scorbuto). Al nasturzio sono oggi attribuite, in erboristeria, proprietà antibatteriche.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è perenne in Sudamerica; in Europa ne sono coltivati diversi ibridi. Si tratta per lo più di coltivazione annuale, dato che è abbastanza sensibile al gelo. Tuttavia è possibile incontrarlo allo stato selvatico presso le zone della macchia mediterranea (Liguria, Italia Centro-Meridionale, Albania, Grecia, Spagna Meridionale ecc.), dove è riuscito a stabilirsi grazie alla sua adattabilità (lo si può incontrare anche presso i cigli delle strade), e ad alcune caratteristiche in comune del clima mediterraneo con quello tropicale, di cui la specie è originaria.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I suoi fiori sono apprezzati per il valore ornamentale: sono di diversi colori compresi tra il crema, il giallo, l'arancione ed il rosso. Il nasturzio apprezza una posizione soleggiata ed un terreno non troppo ricco. È usato come pianta pendente, strisciante o rampicante. Attualmente ne esistono due varietà: quella nana e quella rampicante. La varietà nana si adatta meglio nei vasi e cresce di meno rispetto a quella rampicante che invece cresce di più e necessita di un vaso di dimensioni medio-grande.

Effetto loto su foglia di nasturzio

Una particolarità botanica del nasturzio sta senz'altro nella capacità idrorepellente delle foglie: infatti, l'acqua che arriva in contatto con le piante non le bagna, ma forma dei goccioloni che rotolano sul lembo della foglia fino a cadere: si tratta del cosiddetto effetto loto (osservato appunto anche nel fiore di loto)[2].

Uso culinario[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le parti della pianta sono commestibili, di sapore vagamente simile a quello del crescione, pianta della famiglia delle Cruciferae. La somiglianza nel sapore sta nel fatto che le Cruciferae e le Tropeolaceae sono due famiglie relativamente vicine tra di loro, anche per le sostanze chimiche che sono sintetizzate in queste piante. Il frutto del nasturzio, di sapore simile a quello di foglie e fiori, è usato talvolta come un surrogato del cappero,[3] anche se i pareri sulle qualità di questa pianta in gastronomia sono discordi. Le foglie sono utilizzate per insaporire i cibi, specie i primi piatti, dato il loro sapore leggermente piccante.

Insalata con fiori e foglie.

I fiori sono spesso utilizzati come ingrediente ornamentale per le insalate o come condimento per i piatti saltati in padella. Questi contengono circa 130 mg di vitamina C per 100 grammi,[4] circa lo stesso ammontare contenuto nel prezzemolo.[5] Inoltre, contengono fino a 45 mg di luteina per 100 grammi,[6] ovvero la maggiore quantità mai riscontrata in ogni pianta commestibile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Tropaeolum majus L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 7 marzo 2021.
  2. ^ Nasturzio: Consigli, Coltivazione e Cura, su edendeifiori.it. URL consultato il 5 marzo 2016.
  3. ^ Owen, Marion, Poor Man's Capers: How to make gourmet capers from nasturtium seed pods, su plantea.com. URL consultato il 27 luglio 2014.
  4. ^ Tropaeolum minus, su pfaf.org, Plants For A Future. URL consultato il 27 luglio 2014.
  5. ^ United States Department of Agriculture Research Service, USDA National Nutrient Database for Standard Reference, Release 23, Nutrient Data Laboratory, 2010. URL consultato il 27 luglio 2014.
  6. ^ Niizu, P.Y. and Rodriguez-Amaya, Delia B., Flowers and Leaves of Tropaeolum majus L. as Rich Sources of Lutein, in Journal of Food Science, vol. 70, n. 9, Blackwell Publishing Ltd, 2005, pp. S605-S609, DOI:10.1111/j.1365-2621.2005.tb08336.x, ISSN 1750-3841 (WC · ACNP).

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