Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)
Il Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato fu una corte giudicante con il compito specifico di giudicare i reati contro la sicurezza dello Stato e del regime. Fu istituito il 25 novembre 1926 con la legge n. 2008 "Provvedimenti per la difesa dello Stato".
Durante il regime fascista il tribunale speciale ebbe la facoltà di diffidare, ammonire e condannare gli imputati politici ritenuti pericolosi per l'ordine pubblico e la sicurezza del regime stesso. Con la stessa legge di costituzione del tribunale venne reintrodotta la pena di morte per alcuni reati a carattere politico.
Il Tribunale speciale venne sciolto dopo il 25 luglio 1943, a seguito della caduta del regime fascista. Un tribunale omonimo venne ricostituito nella Repubblica sociale italiana nel dicembre 1943 e rimase operativo fino al 1945.
Composizione
Il Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato, dalla sua costituzione, nel 1926, fino al suo scioglimento nel 1943, è stato costituito da un presidente, scelto tra gli ufficiali generali del Regio Esercito, della Regia Marina, della Regia Aeronautica e della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, di cinque giudici scelti tra gli ufficiali della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, aventi grado di console, l'uno e gli altri, tanto in servizio attivo permanente, che in congedo o fuori quadro, e di un relatore senza voto scelto tra il personale della giustizia militare.
Presidenti
Attività
Un bilancio quantitativo dell'attività svolta dal Tribunale è fornito dai dati qui sotto riportati[1]:
Sentenze emesse
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Processati
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Condanne comminate
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Note
- ^ A. Dal Pont, A. Leonetti, P. Maiello, L. Zocchi, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale speciale fascista. Roma, Anppia, 1961, p. 548