Tremosine sul Garda

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Tremosine sul Garda
comune
Tremosine sul Garda – Stemma
Tremosine sul Garda – Bandiera
Tremosine sul Garda – Veduta
Tremosine sul Garda – Veduta
Panorama di Tremosine
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoBattista Girardi (lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate45°46′20″N 10°45′30″E / 45.772222°N 10.758333°E45.772222; 10.758333 (Tremosine sul Garda)
Altitudine414 m s.l.m.
Superficie72,69 km²
Acque interne16,8 km² (23,11%)
Abitanti2 089[1] (31-12-2023)
Densità28,74 ab./km²
Frazioni18 frazioni (vedi elenco)
Comuni confinantiBrenzone sul Garda (VR), Limone sul Garda, Magasa, Malcesine (VR), Ledro (TN), Tignale
Altre informazioni
Cod. postale25010
Prefisso0365
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017189
Cod. catastaleL372
TargaBS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 801 GG[3]
Nome abitantitremosinesi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tremosine sul Garda
Tremosine sul Garda
Tremosine sul Garda – Mappa
Tremosine sul Garda – Mappa
Posizione del comune di Tremosine nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Tremosine sul Garda (Tremosen in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano sparso di 2 089 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. Posto su un terrazzo strutturale che sovrasta l'alto lago di Garda, fa parte de I borghi più belli d'Italia[5].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Tremosine vista dal lago di Garda
Vista della valle di Bondo

L'altitudine del comune è compresa fra i 65 m e i 1976 m s.l.m. La frazione capoluogo del municipio, Pieve, si trova a un'altezza di 414 m s.l.m. mentre Vesio, la frazione più abitata secondo il censimento del 2001, si trova invece a 626 m s.l.m. Tra le altre frazioni, Campione del Garda è quella che si trova all'altitudine più bassa, 65 m s.l.m. mentre Campi è quella situata più in alto (691 m s.l.m.)[6].

Il nome Tremosine indica anche un'ampia zona all'interno del parco regionale dell'Alto Garda Bresciano, istituito nel 1989. È tra i più ampi comuni della Provincia di Brescia.

Nel territorio comunale sono presenti profonde vallate che caratterizzano la zona, tra cui la Valle del San Michele. Campione è l'unica frazione ad affacciarsi sul lago di Garda.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alla vicinanza con lago, il clima è mite in inverno e caldo, ma non afoso nella stagione estiva. Queste condizioni fanno sì che si sviluppi una vegetazione tipicamente mediterranea. Salendo di quota il clima passa da temperato a temperato sub-continentale e quindi a temperato continentale.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo è attestato fin dal 1185 dato che compare sulla bolla d'investitura dei beni che papa Urbano III emanò a favore dell'arciprete Martino. Secondo Mazza (1986) potrebbe derivare dall'etrusco Tremusina[7].

Una seconda teoria, riportata ancora dallo stesso Mazza, sostiene che esso derivi da tramoggia, ovvero "misura di tre moggi" per la conformazione del territorio[7][8].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca preromana[modifica | modifica wikitesto]

Le prime informazioni certe di presenza umana risalgono al Neolitico: una stazione preistorica fu rinvenuta dal geologo Arturo Cozzaglio in località Pieve e altri oggetti furono scoperti a Lis, a Calvarice e a Castello[9].

Vi sono inoltre testimonianze di insediamenti in epoca etrusca: una lapide bilingue etrusco-cenomano del I secolo d.C. – per anni murata presso il campanile della chiesa di Voltino e trasferita dal 1857 presso il museo civico ora di Santa Giulia – è di discussa traduzione[10].

Epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

In età romana, secondo Scalmana (2001), i ricchi cittadini romani possedevano ville e campi in zona, dove si facevano anche costruire decorose tombe con epitaffio[9]. Secondo Mazza (1986) le lapide classificate risultano essere quindici; inoltre nel territorio di Tremosine vennero rinvenuti anche corredi funerari, tra cui monete in bronzo del periodo 160-180 in una sepoltura in località Ustecchio[11].

Da una lapide scoperta nel Settecento è attestata la presenza di un culto al dio Bergimo: secondo Mazza (1986) sopra la sua ara sorse la prima pieve cristiana che fu sostituita da una chiesetta gotica nel XII secolo[12].

Epoca medievale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1185 risulta che l'arciprete Martino, il primo di cui si abbia testimonianza scritta, si recò al conclave di Verona per l'elezione di papa Urbano III il quale lo investi dei beni in Tremosine. Nel 1275 è attestato che l'arciprete Bonapace partecipò all'elezione vescovile di Berardo Maggi, risultandone decimo nell'ordine di congresso[12].

Per Tremosine il titolo di Comune è attestato per la prima volta in un atto del 12 maggio 1268[13].

Nel 1283, in mezzo alle lotte fra i Visconti e i Della Scala per il controllo del territorio bresciano, risulta che la comunità si diede al vescovo di Trento. L'anno seguente, dopo una guerra fra la repubblica comunale di Brescia e il vescovo trentino, la zona di Tremosine, Limone e Tignale tornò a essere soggetta al capoluogo cidneo[12].

Nel 1330, il signore di Brescia Giovanni di Boemia vendette il feudo di Tremosine a Federico Castelbarco per 15 000 fiorini. Tre anni dopo, la caduta del boemo per mano dei Della Scala comportò anche la decadenza dei Castelbarco[12].

In seguito, Tremosine si legò alla Magnifica patria della Riviera e passò alla Repubblica di Venezia nel 1426[12].

Epoca veneta[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli atti del Cinquecento presenti nell'archivio comunale, risulta che il comune fosse suddiviso in quattro quadre, denominate Pieve, Sermerio, Vesio e Voltino, a loro volta organizzate in vicinie con un proprio podestà. La vicinia del comune era anche chiamata pubblico e generale comune: era affiancata da un consiglio di dodici persone e, dal 1586, da un'adiuncta di otto persone. Tuttavia, quest'ultimo organo sparì successivamente a seguito di mutamenti nell'organizzazione. Il console era estratto a sorte tra i consiglieri: la sua carica durava un mese, aveva autorità giudiziarie e il potere di convocare la vicinia. La carica di sindaco risulta citata per la prima volta nel 1664 e aveva il compito sia di presiedere la vicinia, sia di controllare l'esecuzione delle deliberazioni. Altri ruoli previsti da atti e statuti erano quelli del camparo, dell'estimatore e del cancelliere[13].

Secondo quanto riportato da Giovanni Da Lezze nel suo Catastico bresciano del 1610, Trimosino faceva parte della quadra di Gargnano. Pochi anni dopo, il comune fu colpito dalla peste del 1630; le testimonianze del tempo riportano 600 vittime. All'inizio del XVIII secolo, le varie comunità furono devastate e razziate dalle milizie francesi durante la guerra di successione spagnola[12].

Il territorio di Tremosine, in particolare attraverso la Valle di Bondo, costituì un collegamento nevralgico col Trentino, in particolare con la Val di Ledro, grazie a una strada "buona per carri" che consentiva scambio di merci e di lavoratori stagionali tra le due valli[senza fonte].

Sul Passo (di) Not(t)a vennero costruite strutture di sbarramento e venne mantenuta una guarnigione: le relazioni inviate a Venezia consigliavano di mantenere il saldo controllo del passo, anche mediante presidio dell'adiacente Monte Corno che ne consente il dominio anche con una guarnigione ridotta e meno costosa[senza fonte].

Nel 1750, la chiesa di Vesio ottenne l'autonomia parrocchiale, staccandosi da quella di Pieve, dopo 170 anni di discussioni e di lotte anche cruente[12].

Epoca napoleonica e asburgica[modifica | modifica wikitesto]

A seguito dell'occupazione delle truppe francesi del bresciano (maggio 1796) e della proclamazione della Repubblica Bresciana (marzo 1797), Tremosine fu assegnata al cantone del Benaco[13]. Il trattato di Campoformio (ottobre 1797) definì il confine tra la Repubblica Cisalpina e l'Arciducato d'Austria presso il passo di Nota[12].

Nel 1805, il comune risulta appartenere al Dipartimento del Mella del napoleonico Regno d'Italia. Dal punto di vista organizzativo fu definito comune di seconda classe e assegnato al distretto IV di Salò[14].

Nel 1810, il vicino comune di Limone su soppresso e il suo territorio fu assegnato a Tremosine[14].

Dopo il congresso di Vienna, Tremosine fu privato del territorio di Limone, che riacquistò l'autonomia municipale, e fu assegnato alla provincia di Brescia del Regno Lombardo-Veneto, retto dagli Asburgo d'Austria. Nel 1816 fu assegnato al distretto XV di Gargnano[15].

Nel 1848, Carlo Pisacane guidò la 5ª Compagnia Cacciatori dei Corpi Volontari Lombardi presso il passo di Nota di Tremosine, scontrandosi con le truppe austriache e venendo ferito il 27 giugno. L'anno seguente, dopo che Haynau decise di multare i comuni bresciani di 500 lire per ogni disertore non consegnato, a Tremosine fu raccolta una banda di essi che emigrò in Piemonte[12].

Nel 1853 il distretto di Gargnano fu rinumerato in X[15].

Dopo l'unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Tremosine dovette attendere gli esiti del trattato di Zurigo prima di poter passare sotto il controllo del Regno di Sardegna (dal 1861, Regno d'Italia)[12]. Il confine con l'Impero austriaco (dal 1866 austro-ungarico) fu stabilito presso il passo di Nota: dal lato italiano era presente una caserma del corpo delle Guardie doganali (dal 1881, Corpo della Regia Guardia di Finanza), mentre la caserma del corrispondente corpo austriaco venne realizzata poco distante, in corrispondenza di Passo Bestana[senza fonte].

Dal punto di vista amministrativo, il comune fu assegnato al mandamento II di Gargnano, appartenente al circondario IV di Salò della nuova provincia di Brescia[16].

La prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di Tremosine venne intensamente fortificato dagli italiani durante la prima guerra mondiale, soprattutto a partire dal 1917 quando la prima Linea venne stabilizzata in Val di Ledro. Il settore assunse importanza particolarmente dopo la battaglia di Caporetto, che portò il fronte principale lungo il Piave e sul Pasubio, a poche decine di chilometri di distanza: uno sfondamento lungo il gradiente del Garda avrebbe infatti potuto portare gli austriaci oltre Salò e Desenzano, alle spalle del fronte e senza ulteriori ostacoli verso le zone industriali di Brescia e Milano.

La frazione di Vesio fu sede di una delle Direzioni Lavori del Genio Militare della Zona XV[17] e presso il Passo Nota fu installato il Comando di Sottosettore IV Bis, del quale individuano ancora le strutture.

Le dorsali montane furono oggetto di intensi lavori difensivi: furono costruite decine di chilometri di mulattiere e di sentieri per collegare i crinali fortificati. La rete stradale montana e di fondovalle di Tremosine è stata costruita principalmente per scopi militari dal Genio in questo periodo: come la provinciale 38 che collega Tignale a Limone, la strada in quota per il passo di Nota e quella di fondovalle nell'alveo del lago di Bondo[17].

Anche il crinale più a nord (Dalvra, Corno Nero, Corna Vecchia) fu interamente fortificato e percorso da strade. Furono realizzate linee trincerate formate da centinaia di tratti, supportate da ricoveri in roccia, appostamenti e casematte in caverna, postazioni per mitragliatrici e lanciabombe, oltre alle piazzole per le batterie di artiglieria[17].

Lo sbarramento principale rimase imperniato sulla catena di cime tra Monte Corno, Passo Nota, Monte Carone, Cima Guil e Punta Larici, su cui si attestarono batterie di Artiglieria da montagna e antiaerea[senza fonte].

Il blocco del Passo Nota fu affidato a un sistema di trincee in profondità, affiancato dalle postazioni di Monte Corno e del Carone: qui sono rintracciabili anche postazioni importanti e casematte. Molto noto il trincerone in cemento posto a ridosso del Passo e il Cimitero di Guerra che raccolse le salme di alcuni caduti e operai militarizzati deceduti in zona, ma il complesso di fortificazioni è ben più ampio e si estende su linee successive[senza fonte].

L'area fu teatro di continui duelli di artiglieria con le batterie austriache della Rocchetta, di Cima Parì e Cima d'Oro, con salve scambiate anche con i forti di Riva[senza fonte].

È documentata presso Passo Nota anche una visita del re Vittorio Emanuele III. In questi luoghi operò per circa un anno in qualità di sottotenente di artiglieria Cesare Maria De Vecchi.[senza fonte]

Dal primo dopoguerra al XXI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Con regio decreto 31 dicembre 1928, n. 3311, la frazione di Campione fu staccata da Tignale per essere assegnata a Tremosine[16][18].

Nel 1962 il paese di Tremosine divenne noto in tutta Italia per un fatto di cronaca nera: il giovane diciottenne Giuseppe Rossi, poi noto come "il mostro di Tremosine", uccise a fucilate i genitori e la sorellina mentre dormivano nella loro abitazione[19].

A seguito della legge regionale 7 novembre 2013, n. 12, il nome del comune fu cambiato in Tremosine sul Garda[20].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Campo di cielo, a tre montagne rocciose divise fra loro da due fenditure, la centrale sinistrata da una croce latina, sorgenti da una campagna d'argento, caricata di due fasce ondate d'azzurro; il tutto sormontato dalla scritta in argento: et tu viator vale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di san Giovanni Battista a Pieve

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Trincee della prima guerra mondiale. Le postazioni costruite durante la prima guerra mondiale sono ben conservate e visitabili. Iniziano dall'abitato di Pieve e proseguono ininterrotte fino a Polzone, presso la quale era presente uno sbarramento trincerato allo scopo di bloccare l'accesso in valle. Da lì si può risalire sino alla Bocca Cocca, dove le installazioni si interrompono. Altre postazioni sono riconoscibili nelle frazioni abitate di Pregasio, Nevese, Secastello, Monte Nai e nelle loro immediate vicinanze, anche in posizioni a strapiombo sul lago di Garda. Il versante orientale della valle di Bondo è fortificato fino al Monte Traversole, dove la linea si congiunge allo sbarramento principale lungo la direttrice Passo Tremalzo - Passo Nota - Passo Guil.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[22]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Veduta delle frazioni di Vesio, in alto, e di Priezzo, al centro
Veduta di Vesio da Voiandes

Secondo l'articolo 4, comma 1 dello statuto comunale, il territorio comunale è suddiviso tra le seguenti frazioni[23]:

  • Arias;
  • Bassanega;
  • Cadignano;
  • Campione;
  • Castone;
  • Mezzema;
  • Musio;
  • Pieve;
  • Pregasio;
  • Priezzo;
  • Secastello;
  • Sermerio;
  • Sompriezzo;
  • Ustecchio;
  • Vesio;
  • Villa;
  • Voiandes;
  • Voltino.

La località Pieve è sede comunale.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La forra sulla strada provinciale 38 (Strada della Forra) in direzione di Campione

Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale gardesana occidentale il cui percorso affianca il lago di Garda parzialmente in galleria.

Esistono due strade provinciali:

Tremosine è servita dalla linea di autobus interurbani LN012 Gargnano-Tremosine-Limone, gestita dal consorzio Trasporti Brescia Nord[24].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Diego Ardigò lista civica di centrodestra sindaco [25]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Francesco Briarava lista civica di centrosinistra sindaco [26]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Diego Ardigò lista civica di centrodestra sindaco [27]
26 maggio 2014 in carica Battista Girardi lista civica di centrosinistra sindaco [28]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Tremosine sul Garda è gemellata con:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b [hhttps://demo.istat.it/app/?i=D7B Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Toponimi in dialetto bresciano, su brescialeonessa.it.
  5. ^ I borghi più belli d'Italia - Tremosine, su borghitalia.it. URL consultato il 2 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2013).
  6. ^ Dati riportati dal sito ISTAT per il censimento 2001. Cfr. ISTAT, Consultazione dati del 14º Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, su dawinci.istat.it. URL consultato il 1º novembre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).
  7. ^ a b Mazza (1986), p. 339 e p. 340.
  8. ^ Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004, p. 660, ISBN 88-511-0701-7.
  9. ^ a b Scalmana (2001), p. 79.
  10. ^ Mazza (1986), p. 339.
  11. ^ Mazza (1986), pp. 339-40.
  12. ^ a b c d e f g h i j k l m Mazza (1986), p. 340.
  13. ^ a b c Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Comune di Tremosine sec. XIII - 1797, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2013..
  14. ^ a b Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Comune di Tremosine 1805-1815, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  15. ^ a b Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Comune di Tremosine 1816-1859, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  16. ^ a b Giovanni Zanolini, Lombardia Beni Culturali - Comune di Tremosine 1859-[1871], su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  17. ^ a b c Fortificazioni, Trincee e itinerari della Grande Guerra sul Garda, su fortidelgarda.it.
  18. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno n. 42 del 19 febbraio 1829, p. 845.
  19. ^ Ergastolo al 'mostro di Tremosine' che uccise i genitori e la sorellina, in La Stampa, domenica 18 febbraio 1962, p. 7.
  20. ^ Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, supplemento al n. 46, 11 novembre 2013.
  21. ^ Mazza (1986), p. 341.
  22. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  23. ^ Statuto del comune di Tremosine (PDF), su incomune.interno.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  24. ^ Trasporti Brescia Nord, Rete Lotto Nord (PDF), su trasportibrescia.it. URL consultato il 1º novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2013).
  25. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni del 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  26. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  27. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni del 7 giugno 2009, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 1º novembre 2013.
  28. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni del 25 maggio 2014, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 1º novembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Attilio Mazza, Il Bresciano - Volume II. Le colline e i laghi, Bergamo, Bortolotti, 1986, pp. 339-41. ISBN non esistente.
  • Gabriele Scalmana, Tremosine: breve guida, Milano, Globe, 2001, p. 79.
  • Luca Zavanella, Lo Sbarramento di Passo Nota, Trincee e casematte sul valico più pericoloso nella difesa del Garda. Note storiche e itinerari, p. 95.
  • Storia del Trentino. Vol. II, Ezio Buchi, Bologna, Il Mulino, 2000.
  • Renata Salvarani, Garda romanico : pievi, istituzioni, territorio, prefazione di Giancarlo Andenna, fotografie di BAMSphoto Basilio e Matteo Rodella, Milano, Libri Scheiwiller, 2004, SBN IT\ICCU\TO0\1309122.
  • Renata Salvarani, Un lago, una civiltà : il Garda, a cura di Giorgio Borelli, Verona, Banca popolare di Verona, 1983, SBN IT\ICCU\CFI\0037185.

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