Tram STEL serie 70-71

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STEL 70 ÷ 71
poi ATM 70 ÷ 71
Motrice tranviaria interurbana
Vettura 70 in sosta al capolinea di Rogoredo della linea 32, fino al 1960
Anni di costruzione 1925
Anni di esercizio 1925-1966
Quantità prodotta 2
Costruttore OM
Lunghezza 13.550 mm
Larghezza 2.300 mm
Altezza 3.700 mm
Capacità 36 posti a sedere
56 posti in piedi[1]
Scartamento 1.445 mm
Interperno 6.410 mm
Passo dei carrelli 1.300 mm
Massa in servizio 24,98 t
Massa a vuoto 19 t
Rodiggio (A1)(1A)
Diametro ruote motrici 854 mm
Diametro ruote portanti 610 mm
Potenza oraria 2 x 75 HP
(2 x 56 kW)
Velocità massima omologata 45 km/h
Alimentazione elettrica da linea aerea
Tipo di motore Siemens Dy 802
Dati tratti da:
Cornolò, op. cit., p. 168; Zanin, op. cit., p. 48

Le elettromotrici 70 e 71 furono una coppia di vetture tranviarie che la STEL pose in servizio nel 1925, per l'esercizio della rete tranviaria interurbana di Milano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1925 le Officine Meccaniche di Milano fornirono alla STEL due elettromotrici, numerate 70 e 71[2]; esse riprendevano nella struttura generale le 60 ÷ 69 costruite due anni prima dalla Breda, ma avevano cassa metallica anziché in legno[3].

Nel 1939 le vetture entrarono nel parco ATM, mantenendo la stessa numerazione[4], e nel 1948 risultavano ancora entrambe in servizio[5].

Secondo una statistica del 19 gennaio 1957, entrambe le unità erano in servizio: la 70 era assegnata all'Officina Generale Teodosio, la 71 al deposito Farini[6].

Con la contrazione del traffico interurbano conseguente alla deviazione della Milano-Monza sul nuovo tracciato di viale Sarca, le due vetture furono trasferite nel 1958[7] all'esercizio urbano, dove furono assegnate alla linea n. 32 (Corvetto-staz. Rogoredo) a rinforzo delle vecchie 600[8]. Permanentemente accoppiate sulla linea,vi rimasero in servizio fino alla sua soppressione nell'ottobre 1960[9], per ritornare all'esercizio interurbano fino alla loro radiazione, avvenuta nel 1966[7].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le "OM" riprendevano la struttura delle "Breda" (serie 60 ÷ 69) risalenti a due anni prima, ma con cassa metallica anziché in legno, allungata di circa 70 centimetri[3]. Tra il 1955 e il 1956 la cassa di entrambe le unità fu ricostruita[7].

I carrelli erano del tipo Brill BSJ 235, a metà aderenza, identici a quelli montati sulle "Breda". Anche i motori erano gli stessi, tipo Siemens Dy 802, e così l'equipaggiamento elettrico della CGE[2].

Livree[modifica | modifica wikitesto]

Le vetture entrarono in servizio nella livrea bianco gesso tipica dei mezzi STEL. Con il passaggio all'ATM, le vetture assunsero una colorazione a due toni di verde, simile a quella dei tram urbani, ma con un caratteristico disegno frontale "a scudo"[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Zanin, op. cit., p. 48, indica una capacità di 32 posti a sedere e 78 in piedi
  2. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 164
  3. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 163
  4. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 192
  5. ^ Cornolò, op. cit., p. 216
  6. ^ Cornolò, op. cit., pp. 269-270
  7. ^ a b c Zanin, op. cit., p. 48
  8. ^ Cornolò, op. cit., p. 268
  9. ^ Cornolò, op. cit., p. 269

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le tranvie extraurbane milanesi, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980.
  • Paolo Zanin, ATM Milano tram elettrici interurbani, Salò (BS), Editrice Trasporti su Rotaie, 2013, ISBN 978-88-85068-41-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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