Tommaso Gallarati Scotti

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Tommaso Gallarati Scotti
Fotografia di Tommaso Gallarati Scotti
Principe di Molfetta Duca di San Pietro
Stemma
Stemma
In carica15 marzo 1927 –
1º giugno 1966
PredecessoreGian Carlo Gallarati Scotti
SuccessoreGiovanni Carlo Gallarati Scotti
Nome completoTommaso Fulco Gallarati Scotti
TrattamentoDon
Altri titoli
NascitaMilano, 18 novembre 1878
MorteBellagio, 1º giugno 1966 (87 anni)
Luogo di sepolturaCappella Melzi d'Eril, Milano
DinastiaGallarati Scotti
PadreGian Carlo Gallarati Scotti
MadreLuigia Melzi d'Eril
ConsorteAurelia Cittadella Vigodarzere
Figli
  • Gian Carlo Gallarati Scotti
  • Federico Gallarati Scotti
  • Ludovico Gallarati Scotti
  • Luisa Gallarati Scotti
  • Maria Josepha Gallarati Scotti
ReligioneCattolicesimo
Tommaso Gallarati Scotti
NascitaMilano, 18 novembre 1878
MorteBellagio, 1º giugno 1966
Luogo di sepolturaCappella Melzi d'Eril, Milano
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito Italiano
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Reparto
Anni di servizio1915 - 1918
GradoSottotenente della Regia Fanteria
Comandanti
GuerreGuerra Bianca
CampagneCampagna contro gli Austro Ungarici
BattaglieBattaglia degli Altipiani
DecorazioniCavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e della Legion d'onore
Altre caricheambasciatore, scrittore, diplomatico
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Tommaso Gallarati Scotti (Milano, 18 novembre 1878Bellagio, 1º giugno 1966) è stato uno scrittore, militare e diplomatico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Milano il 18 novembre 1878, era figlio primogenito del Principe Gian Carlo Gallarati Scotti e della Duchessa Luigia Melzi d'Eril. Sua zia, che ricordò in Interpretazioni e memorie, era stata Bice Melzi d'Eril, amica e confidente di Ippolito Nievo. Da ragazzo Tommaso Gallarati Scotti ebbe come istruttore di catechismo ed assistente nei primi studi il giovane prete don Achille Ratti (divenuto poi Papa con il nome di Papa Pio XI).

Il rapporto educativo tra Ratti e Gallarati Scotti crebbe e si intensificò nel corso degli anni, com'è testimoniato dalle numerose lettere che i due si scambiarono tra il 1892 e il 1915[1]. Questo ventennale rapporto, dapprima educativo e poi amicale e paritetico - ma sempre intessuto di profondo e reciproco affetto - si intrecciò con la relazione di profonda amicizia che legò il futuro Papa Pio XI con la famiglia Gallarati Scotti, e accompagnò Tommaso fino alle soglie del suo matrimonio con la Contessa Aurelia Cittadella Vigodarzere (1918).

Nel 1899 Gallarati Scotti aveva conosciuto Antonio Fogazzaro, col quale condivise una moderata posizione modernista, auspicando un rinnovamento della Chiesa cattolica ma fu pronto a far atto di sottomissione alla Chiesa quando il modernismo fu condannato. Si occupò anche di iniziative sociali e assistenziali a favore degli emigrati, dei ciechi e degli orfani poveri.

Conseguita la laurea in Lettere nel 1901 presso l'Università degli Studi di Genova, nel 1907 fondò con altri tre laici cattolici, Antonio Achille Alfieri, Alessandro Casati e Stefano Jacini la rivista Il Rinnovamento, cui collaborarono anche Ernesto Buonaiuti, e il più giovane Giovanni Boine. La rivista intendeva conciliare il cattolicesimo con la scienza moderna, ma fu condannata dalla Santa Sede, e Gallarati Scotti lasciò la direzione e s'impegnò con la «Lega democratica nazionale» per l'autonomia politica dei cattolici. Nel 1909, su invito di Fogazzaro, promosse l'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia, con Giustino Fortunato, Leopoldo Franchetti ed Umberto Zanotti Bianco. Due anni dopo una sua raccolta di novelle, Storie dell'amor sacro e dell'amore profano, fu condannata dalla Chiesa. Alla morte di Fogazzaro (1911), scrisse La vita di Antonio Fogazzaro, com'era desiderio dello stesso scrittore vicentino, che uscì nel 1920, dopo che Gallarati Scotti aveva partecipato, da volontario, alla prima guerra mondiale, in qualità di ufficiale d'ordinanza del generale Luigi Cadorna.

Si oppose al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali antifascisti, stilato da Benedetto Croce, collaborando ai fogli di opposizione Il caffè, ed Il Popolo. Accettò la Conciliazione del 1929, considerandola il definitivo superamento della frattura risorgimentale, ma non si mostrò per nulla entusiasta del Concordato. In quegli anni scrisse la Vita di Dante, Così sia, Miraluna, Storie di noi mortali, La confessione di Flavio Dossi, rielaborando la Vita di Antonio Fogazzaro, pubblicata nel 1934.

Il regime lo sottopose alla vigilanza permanente della polizia fascista. Nel 1943 dovette rifugiarsi in Svizzera per sfuggire all'arresto. Durante l'esilio svizzero, Gallarati Scotti collaborò al supplemento della Gazzetta ticinese intitolato «L'Italia e il secondo Risorgimento», diretto dall'economista Luigi Einaudi. Durante la Resistenza incoraggiò le formazioni liberali, indipendenti e cattoliche in modo che la lotta di liberazione non fosse appannaggio dei soli comunisti. Ottiene personalmente dal governo inglese che il comando delle forze partigiane fosse affidato al generale Raffaele Cadorna. Inoltre prese le difese di Enrico Mattei (futuro fondatore dell'ENI) che con le sue formazioni di cattolici impedì che la resistenza si «tingesse tutta di rosso».
Cooperò alla stesura del programma liberale, che servì di base per l'orientamento e l'azione del Partito liberale a guerra finita.

È stato ambasciatore in Spagna[2] dal 1945 (arrivò a Madrid il 25 novembre) al 1946, e a Londra fino al 1951.
Trascorse gli ultimi anni di vita nella residenza di famiglia che si affaccia sul lago di Como, la prestigiosa Villa Melzi d'Eril, a Bellagio. Qui compose una biografia del giovane Alessandro Manzoni, e le Interpretazioni e memorie.

Morì a Bellagio il 1º giugno 1966; è tumulato nella cappella della Villa Melzi d'Eril.

Matrimonio e figli[modifica | modifica wikitesto]

il principe Tommaso Gallarati Scotti sposò a Padova il 14 ottobre 1918 la contessa Aurelia Cittadella Vigodarzere, figlia del conte Antonio Cittadella Vigodarzere e della marchesa Luisa Del Vasto; la coppia ebbe i seguenti cinque figli:

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • La vita di Antonio Fogazzaro, Milano, Baldini & Castoldi, 1920, Milano, Mondadori, 1934; 1963; 1984
  • Storie dell'amore sacro e dell'amore profano, Milano, Treves, 1924
  • Vita di Dante, Istituto Italiano per il Libro del Popolo Milano, 1921
  • Interpretazioni e memorie, Milano, Mondadori, 1961
  • Due drammi e la Duse (Eleonora Duse, Così sia, La moglie di Pilato), Milano, Mondadori, 1963
  • La giovinezza del Manzoni, Milano, Mondadori, 1982

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Gregorio Magno (Santa sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Ambrogino d'oro - nastrino per uniforme ordinaria

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo Gallarati Scotti, I principe di Molfetta Giuseppe Gallarati Scotti, VI marchese di Cerano  
 
Costanza Orsola Belloni  
Tommaso Gallarati Scotti, II principe di Molfetta  
Francesca Guerrieri Gonzaga Odoardo Guerrieri Gonzaga  
 
Camilla Gallarati Scotti  
Gian Carlo Gallarati Scotti, III principe di Molfetta  
Giovanni Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi Luigi Melzi d'Eril, conte di Magenta  
 
Caterina Odescalchi  
Barbara Melzi d'Eril  
Elisa Suardi Giovanni Suardi  
 
Adelaide Archinto  
Tommaso Gallarati Scotti, IV principe di Molfetta  
Carlo Melzi d'Eril Luigi Melzi d'Eril, conte di Magenta  
 
Caterina Odescalchi  
Giacomo Melzi d'Eril  
Carolina Barbiano di Belgiojoso d'Este Rinaldo Alberico Barbiano di Belgiojoso d'Este, III principe di Belgioioso  
 
Giovanna Mellerio  
Luigia Melzi d'Eril  
Giulio Barbò, conte di Casalmorano Gerolamo Giuseppe Barbò, conte di Casalmorano  
 
Teresa Pallavicino  
Giuseppina Barbò  
Palmira Cadolini  
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le lettere sono ora raccolte nei 2 volumi a cura di F. Cajani, Lettere di Achille Ratti (1875-1922), I Quaderni della Brianza, [s.l.] 2003 e Lettere di Achille Ratti (1882-1922), I Quaderni della Brianza, [s.l.] 2006.
  2. ^ Un suo antenato fu ambasciatore di Ludovico il Moro presso i re Cattolici, ed egli stesso era discendente di José de Palafox y Melzi, eroico difensore di Saragozza nel 1808, e aveva il titolo di grande di Spagna.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Centro Studi Tommaso Gallarati Scotti, Tommaso Gallarati Scotti e la grande guerra, a cura di L. Pazzaglia, Milano, Cisalpino Istituto Editoriale Universitario, 2019 ISBN 978-88-205-1110-4
  • Memorie riservate di un ambasciatore. Il diario di Tommaso Gallarati Scotti 1943-1951, a cura di A. Canavero, Milano, FrancoAngeli editore, 2015 ISBN 978-88-205-1066-4
  • Centro Studi Tommaso Gallarati Scotti, Tommaso Gallarati Scotti e la città di Milano (1945-1966), a cura di F.Pino e P. Chiapponi, Milano, Cisalpino Istituto Editoriale Universitario, 2014
  • Centro Studi Tommaso Gallarati Scotti, Tommaso Gallarati Scotti tra totalitarismo fascista e ripresa della vita democratica, a cura di L. Pazzaglia e C. Crevenna, Milano, Cisalpino Istituto Editoriale Universitario, 2013 ISBN 978-88-205-1052-7
  • Centro Studi Tommaso Gallarati Scotti, Tommaso Gallarati Scotti e il suo tempo, cura di L. Pazzaglia, Milano, Milano, Unicopli, 2010 ISBN 978-88-400-1430-2
  • Tre cattolici liberali. Alessandro Casati, Tommaso Gallarati Scotti, Stefano Jacini, a cura di A. Pellegrini, Milano, Adelphi, 1972 ISBN 88-459-0150-5
  • Tommaso Gallarati Scotti - Collana Testi Diplomatici, MAE - Servizio Storico e Documentazione, 1974.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Il generale Luigi Cadorna e il duca Tommaso Gallarati Scotti, su nuove-sintesi.blogspot.com. URL consultato il 14 febbraio 2019.
Massimo De Leonardis, Il duca, il generale e Caporetto. Appunti sui rapporti fra Tommaso Gallarati Scotti e Luigi Cadorna, su siba-ese.unisalento.it. URL consultato il 14 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2018).
Predecessore Ambasciatore italiano nel Regno Unito Bandiera del Regno Unito Successore
Nicolò Carandini 1947 - 1951 Manlio Brosio
Predecessore Ambasciatore italiano in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Giacomo Paulucci di Calboli 1944 - 1947 Benedetto Capomazza di Campolattaro
Predecessore Principe di Molfetta Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, XII Principe di Molfetta 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, XIV Principe di Molfetta
Predecessore Duca di San Pietro Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, XI Duca di San Pietro 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, XIII Duca di San Pietro
Predecessore Marchese di Cerano Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, VIII Marchese di Cerano 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, X Marchese di Cerano
Predecessore Conte di Colturano Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, V Conte di Colturano 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, VII Conte di Colturano
Predecessore Barone di Toledo Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, V Barone di Toledo 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, VII Barone di Toledo
Predecessore Barone di Nocco Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, V Barone di Nocco 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, VII Barone di Nocco
Predecessore Signore di Sant'Angelo Lomellina Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, VIII Signore di Sant'Angelo Lomellina 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, X Signore di Sant'Angelo Lomellina
Predecessore Signore di Vedano al Lambro Successore
Gian Carlo Gallarati Scotti, VIII Signore di Vedano al Lambro 15 marzo 1927 - 1º giugno 1966 Gian Carlo Gallarati Scotti, X Signore di Vedano al Lambro
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